martedì 3 gennaio 2017

La dieta mima-digiuno di Valter Longo: i dubbi e le perplessità di un nutrizionista alle prese con il libro del ricercatore ancora nella classifica dei volumi più venduti

“La dieta della longevità” è il libro di Valter Longo che, sebbene sia uscito da tre mesi, si trova ancora a metà nella classifica dei 100 libri più venduti proposta da Feltrinelli. Il testo è basato su solide basi scientifiche, che derivano dalla ricerca personale dell’autore presso la University of Southern California (Usc) e l’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) di Milano. Per la prima volta si parla dei benefici del digiuno non in maniera aneddotica, ma evidenziando cosa avviene nell’uomo dal punto di vista genetico e metabolico. Il fulcro del pensiero di Longo l’esistenza nelle varie specie animali di due “sistemi” che operano in maniera “antagonista”. Il primo sistema è stimolato dall’abbondanza di cibo, collegato all’invecchiamento e all’insorgenza di malattie, il secondo invece viene attivato in condizione di restrizione dietetica. L’obiettivo della proposta alimentare del ricercatore è di tenere a freno il più possibile il primo “sistema”, agendo sui 3 fattori dietetici che lo stimolano: le calorie assunte, le proteine e gli zuccheri.

1) La tesi di partenza è che la restrizione calorica nelle varie specie animali (topi, primati) ha come effetto il prolungamento della vita. E’ plausibile, ma non ancora dimostrato, che questo accada anche nell’uomo. Sulla base di questi elementi Longo propone di controllare l’introito calorico totale, limitando il numero di pasti (2 o 3 al giorno) e di spuntini (1 o 2 al giorno) da 100 kcal, cercando di mantenere una finestra (notturna) di almeno 12 ore in cui non si assume cibo.

2) Il secondo elemento preso in considerazione è il dato secondo cui le proteine nei topi favoriscono l’invecchiamento e l’insorgenza di tumori, che invece si sviluppano più lentamente quando gli animali ne assumono meno nella dieta. Nel libro si citano molti studi sull’uomo evidenziando come le proteine e i grassi di origine animale siano associati a una maggior incidenza di tumori e, nel complesso, di morte. Per questo Longo considera le popolari diete iperproteiche e iperlipidiche tra le peggiori per la salute. Longo non fa altro che riavvicinarci alle linee guida dell’OMS(1) suggerendo come modello alimentare ideale un’assunzione quotidiana di 0,7 g di proteine per kg di peso corporeo, e fa notare che nella società occidentale in genere si assume il doppio delle proteine necessarie. La proposta è un’alimentazione priva di carne, latte, formaggio, uova, con molti legumi e poca pasta, cioè una dieta quasi vegana, con piccole quantità di pesce 2-3 volte la settimana più qualche supplemento di omega 3 e multivitaminici.

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