venerdì 7 giugno 2019

Avvelenamento da funghi, nessun rischio se si interviene entro 6 ore

Centro antiveleni Milano, in 20 anni seguiti quasi 13mila casi


ROMA - In 20 anni, dal 1998 al 2017, sono quasi 13mila i casi di sospetto avvelenamento da funghi seguiti dal Centro antiveleni (Cav) di Milano. Per 19 pazienti, a causa dei danni al fegato, è stato necessario un trapianto d'organo, mentre 40 sono morti. A presentare i dati è il Cav sulla rivista Ben dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in cui sottolinea l'importanza di un intervento tempestivo, entro 6 ore.

Di solito il tasso di letalità per intossicazione da funghi con amatossine si aggira tra il 15 e 25%, contro il 6,3% del Cav di Milano. "Il nostro risultato - spiega il Cav nello studio - è determinato sia dal rapido arrivo in ospedale dei pazienti, sia dal corretto inquadramento e applicazione del protocollo". Se si interviene in un periodo che va dai 30 minuti a 6 ore dopo l'ingestione, non ci sono rischi. Se invece si aspetta oltre le 6 ore, il rischio di mortalità è alto. Al Cav di Milano ogni anno arrivano un migliaio di richieste di consulenza da tutta Italia, prevalentemente da medici, ma anche da privati cittadini. Complessivamente, dal 1998 al 2017, gli sono arrivate 15.864 richieste di consulenza per intossicazione da funghi, di cui 12.813 su casi clinici. Tutti avevano sintomi gastroenterici (vomito, diarrea e grave disidratazione), che richiedevano l'intervento medico o ospedaliero.

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