mercoledì 17 settembre 2008

La dieta mediterranea previene il diabete

La dieta mediterranea aiuta a prevenire l'insorgere del diabete di tipo 2 ma non solo, è efficace anche nella prevenzione degli infarti e più in generale delle malattie del sistema cardiovascolare. Un nuovo studio condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Navarra (Spagna) evidenzia ancora una volta i benefici della dieta mediterranea sulla salute. I risultati di questa nuova ricerca sono stati pubblicati sul British Medical Journal (Bmj - Maggio 2008).

I ricercatori, dopo aver analizzato le abitudini alimentari di un gruppo di volontari, hanno concluso che le persone che seguono la dieta mediterranea hanno il 30 per cento di possibilità in meno di contrarre il diabete, un beneficio riscontrato anche in quei soggetti che avevano dei precedenti della patologia in famiglia.

Stando a quanto riportato sul British Medical Journal, le persone che seguono una dieta esclusivamente "mediterranea" potrebbero ridurre il rischio di diabete di tipo 2 fino all'83 per cento. In base ad altri studi, la dieta mediterranea non sarebbe utile solo nella prevenzione del diabete, è anche uno strumento di terapia che molto spesso aiuta a migliorare lo stato di salute delle persone già affette da diabete. L'attività fisica e un regime alimentare corretto, ovviamente in concomitanza ai farmaci prescritti (quando necessari), sono quindi degli strumenti molto utili non solo nella prevenzione.

Ad oggi sono numerosi gli studi che hanno messo in relazione la dieta mediterranea con il diabete, alcuni di questi hanno coinvolto un numero consistente di volontari. Fra i tanti possiamo citare quello australiano, condotto dal Dr. Linton R. Harriss presso la Monash University di Melbourne, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "The American Journal of Clinical Nutrition" (Ottobre 2007).

I ricercatori sono partiti da una constatazione, le persone di origine mediterranea che poi sono immigrate in Australia presentano dei tassi di morte più bassi per patologie cardiache rispetto ai nativi australiani. Per condurre lo studio, durato circa 10 anni, i ricercatori hanno coinvolto oltre 40.000 persone, uomini e donne, con un'età compresa tra i 40 e i 69 anni. Del totale, poco meno di un quarto erano volontari provenienti da aree del Mediterraneo, i restanti erano invece di origine Australiana. Fra i vari risultati, analizzando i dati si poté osservare come i diabetici che seguivano una dieta mediterranea presentavano una riduzione della mortalità per ischemia.

Tra le raccomandazioni dietetiche per la terapia del diabete mellito vi è quella di diminuire il consumo alimentare di acidi grassi saturi (SFA) e colesterolo, un accorgimento che permette di ridurre notevolmente il rischio di patologie cardiovascolari. Il modo migliore per seguire queste indicazioni è quello di adottare un regime alimentare come quello della dieta mediterranea.

La dieta mediterranea si basa su un basso contenuto di SFA (acidi grassi saturi) e colesterolo, è inoltre particolarmente ricca di carboidrati complessi e fibre vegetali. Bisogna poi considerare che il consumo quotidiano di olio di oliva come condimento, determina una dieta particolarmente ricca di acidi grassi monoinsaturi (MUFA o acidi grassi omega-9).

Grazie a queste caratteristiche, la dieta mediterranea rappresenta un presidio non farmacologico valido ed efficace nella terapia del diabete mellito. Infine, si può evidenziare una peculiarità di questa dieta, la possibilità di variare il contenuto di MUFA e di carboidrati in relazione alle necessità metaboliche ed alle preferenze del singolo individuo semplicemente modificando la quantità di olio di oliva consumata quotidianamente.


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domenica 14 settembre 2008

La Dieta Mediterranea protegge dai tumori

Le persone che seguono la dieta mediterranea sono maggiormente protette da malattie come i tumori, il Parkinson e l'Alzheimer, una protezione che consente di vivere più a lungo. Purtroppo negli ultimi anni i consumi di frutta e verdura, elementi caratteristici della dieta mediterranea, si sono ridotti notevolmente soprattutto tra le giovani generazioni. A ribadire i benefici della dieta mediterranea ci pensa Francesco Sofi, nutrizionista dell'Università di Firenze, che insieme al suo team ha analizzato diversi studi pubblicati negli anni sul British Medical Journal. Sofi spiega che la dieta mediterranea è in grado di ridurre del 13 per cento l'incidenza di malattie come Parkinson e Alzheimer, del 9 per cento le malattie legate a problemi cardiovascolari e del 6 per cento l'incidenza di tumori.

Nel complesso, sommando i dati relativi a 12 ricerche internazionali condotte in un arco di tempo che andava dai 3 ai 18 anni, si sono esaminate le abitudini alimentari di più di 1,5 milioni di persone. Per quantificare il grado di adesione al regime alimentare di tipo mediterraneo, i ricercatori hanno utilizzato un valore numerico identificato come punteggio di aderenza. L'analisi dei dati ha confermato i benefici della dieta mediterranea, maggiore era il punteggio di aderenza al regime alimentare maggiori erano i benefici per la salute.

La Coldiretti evidenzia che nel nostro paese sempre meno persone seguono la dieta mediterranea. In base ai dati Ismea Ac Nielsen relativi al primo semestre del 2008, in Italia c'è stato un ulteriore calo dei consumi di frutta (- 2,6 per cento), olio di oliva (-2,8 per cento), pane (-2,5 per cento), vino (-0,9 per cento) e verdura (-0,8 per cento). Grazie ad una sana alimentazione gli italiani hanno conquistato il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea. Purtroppo, in futuro si potrebbe assistere ad una inversione di marcia. Attualmente, circa un terzo dei ragazzi italiani sono obesi o in sovrappeso, una situazione legata soprattutto al fatto che sempre più giovani abbandonano la dieta mediterranea sostituendola con cibi grassi e ricchi di zucchero come le bibite gassate.

Negli ultimi 45 anni, secondo uno studio condotto dalla FAO in 15 paesi, l'apporto calorico giornaliero è passato da 2960 kcal a 3340 kcal, un incremento di circa il 20 per cento. In paesi come Grecia, Spagna, Portogallo e Italia l'incremento è stato addirittura del 30 per cento. Molti giovani abbandonano la dieta mediterranea perché non consapevoli dei benefici che può avere sulla salute. E' per questo motivo che la Coldiretti ha deciso di realizzare il progetto "Educazione alla Campagna Amica", un modo per formare dei giovani consumatori consapevoli.

Attualmente alcuni paesi, tra cui Spagna, Italia, Grecia e Marocco, stanno lavorando affinché la dieta mediterranea possa diventare patrimonio dell'Unesco.

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mercoledì 10 settembre 2008

Il pomodoro

Acerbo può essere tossico

Nonostante alcune persone li apprezzino in insalata,
sono più difficili da digerire e più poveri sul piano nutrizionale,
perchè contengono meno vitamine e minerali.
Forniscono più acido ossalico (che può favorire la formazione dei
calcoli renali) e licopersicina, una sostanza che in forti concentrazioni
risulta tossica.

Quindi meglio maturi...

Fonte Viversani & belli

Accorgimenti






















Fonte Viversani & belli

lunedì 8 settembre 2008

Pomodoro "solare"


















Fonte Telesette

Il pomodoro










Il pomodoro (Solanum lycopersicum, L. 1753, secondo alcuni autori Lycopersicon esculentum (cfr. classificazione botanica), della famiglia delle Solanacee, è una pianta i cui frutti sono bacche dal caratteristico colore rosso alla base di molti piatti della cucina italiana.

Le parti verdi, compresi i frutti verdi, sono tossici, in quanto contengono solanina, un glicoalcaloide steroidale, che non viene eliminata nemmeno per mezzo dei processi di cottura.


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domenica 7 settembre 2008

La banana abbassa la pressione





















Fonte del testo Viversani & Belli

La banana

Il banano è una pianta con aspetto di albero del genere Musa nella famiglia Musaceae. I gambi diventano alti 4-8 m, con foglie grandi lunghe 2-3 m.

Il termine banana è applicato al frutto prolungato della pianta, che si sviluppa (nella specie e nelle varietà commestibili) in una serie di grappoli. Le banane pesano tipicamente 125-200 g, benché questo peso vari considerevolmente fra le differenti cultivar. Il frutto è commestibile per circa l'80%, il restante 20% è buccia; può essere consumato crudo o cotto.

La parola banana deriva dall'arabo e significa dito. La banana, che non era ancora stata scoperta ed importata in Europa, veniva descritta nel 1601 come il frutto che profuma di rosa.


Il sapore e la struttura di molti tipi di banane sono influenzati dalla temperatura a cui maturano. Esistono banane di varie dimensioni e colori. A seconda della varietà e del grado di maturazione, la polpa può essere più o meno dolce e consistente o molle. Mentre le banane originarie contenevano molti semi, varietà senza semi e triploidi sono state selezionate per il consumo umano. Queste si propagano asessualmente dai rami della pianta. Questi rami sono chiamati follower o sucker nel commercio, e uno o due di essi sono la fonte per il nuovo ceppo di frutta che la pianta produce, perché questa è normalmente abbattuta al momento della raccolta. Un casco di banane può pesare 30-50 kg, e normalmente viene trasportato a spalla.

Le varietà commerciali dolci più comunemente mangiate nei paesi temperati (specie Musa acuminata o l'ibrida Musa x paradisiaca, un cultigen) sono importate in grande quantità dai tropici, dove sono popolari anche perché sono disponibili per tutto l'anno. Nel commercio globale, la più importante varietà di banana coltivata è la Cavendish, che giustifica la grande massa di banane esportate dai paesi tropicali.

A causa della limitata diversità genetica, le banane coltivate sono soggette a varie malattie e attacchi di parassiti come la Sigatoka Nera, e nuovi ceppi della Malattia di Panama, causata dal fungo Fusarium.

La propagazione vegetativa (essenzialmente dovuta alla mancanza di semi vitali nelle banane commercializzate) ha provocato la diffusione di malattie virali lungo le aree di coltivazione delle banane. Le malattie virali delle banane commercialmente rilevanti includono i badnavirus che sono responsabili della malattia delle righe nere o cercosporiosi. Si pensava che questa malattia derivasse dal DNA di un virus integrato nel genoma della specie Musa balbisiana, uno delle specie selvatiche che ha contribuito a molte delle specie attualmente coltivate. La malattia dalle righe nere della banana può presentare vari sintomi, oppure può averne pochi o addirittura nessuno sulla pianta di banana infettata se sono curate e trattate con abbondante fertilizzante. Il Banana Bunchy Top Virus (BBTV) è il virus più distruttivo in Asia e ci sono solamente due metodi per controllarlo: sdradicamento delle piante infette e controllo degli afidi vettori che diffondono l'infezione.

Le banane contengono circa il 74% di acqua, il 23% di carboidrati, l'1% di proteine, lo 0.5% di grassi, e il 2.6% di fibra alimentare (questi valori variano a seconda delle diverse coltivazioni di banane, del grado di maturazione e delle condizioni di crescita).

In una banana acerba, i carboidrati sono prevalentemente amidi, che, nel processo di maturazione, vengono convertiti in zuccheri. Una banana ben matura ha solo l'1-2% di amido.

La polpa della banana, essendo ricca di vitamina A, vitamina B1, vitamina B2, vitamina C, vitamina PP e poca vitamina E, sali minerali (calcio, fosforo, ferro e potassio), zuccheri e carboidrati, ha proprietà nutrienti, ri-mineralizzanti e stimolanti per la pelle. Il suo punto forte però è la sua ricchezza di potassio, indispensabile per il funzionamento del sistema cardiovascolare; è perciò fortemente raccomandata per chi soffre di pressione arteriosa elevata. La banana contiene anche la vitamina B6, che favorisce il metabolismo delle proteine....


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