venerdì 31 ottobre 2008

Si ingrassa meno mangiando lentamente


Si ingrassa meno mangiando lentamenteLe persone che mangiano velocemente hanno un rischio maggiore di mettere su qualche chilo di troppo, per restare in linea meglio quindi mangiare lentamente. Questa non è la prima volta che la velocità con cui mangiamo viene messa in relazione con la possibilità di ingrassare, i nuovi dati a sostegno di questa tesi arrivano da uno studio giapponese coordinato da Hiroyasu Iso dell'università di Osaka. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul British Medical Journal (Ottobre 2008).

Lo studio, durato circa quattro anni (dal 2003 al 2006), ha coinvolto più di 3 mila volontari giapponesi, 2.160 donne e 1.100 uomini, con un'età compresa tra 30 e i 69 anni. I ricercatori, mettendo in relazione la "voracità" dei volontari con l'indice di massa corporea (BMI), hanno constatato che le persone che mangiano rapidamente fino a che non sono sazie hanno un rischio di tre volte superiore, rispetto alle altre, di essere in sovrappeso.

In base al campione osservato, il 50 per cento degli uomini e il 58 per cento delle donne mangiano fino a quando non si sentono sazi. Un altro dato che è emerso dall'indagine riguarda la velocità con la quale si mangia, circa il 45 per cento degli uomini e il 36 per cento delle donne hanno affermato di mangiare rapidamente. Incrociando i due dati, si è notato che i soggetti che hanno dichiarato di mangiare velocemente fino a sentirsi sazi presentavano un indice di massa corporea nettamente superiore rispetto agli altri. I ricercatori spiegano che in base allo studio si è concluso che gli uomini che mangiano velocemente hanno l'84 per cento di probabilità in più di essere in sovrappeso, il rischio raddoppia nel caso delle donne.

Perché mangiare velocemente può influire sul peso? Se si mangia troppo velocemente ci potrebbe essere uno squilibrio nei segnali che lo stomaco invia al cervello, si potrebbe sentire ancora fame anche se lo stomaco è già "pieno". Il consiglio è quindi quello di mangiare lentamente, soprattutto nei primi 10 minuti, affinché al cervello arrivino le giuste informazioni. In questo modo si stimola anche una migliore secrezione dei succhi gastrici e di conseguenza migliora la digestione.


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mercoledì 29 ottobre 2008

Caffè contro cancro al fegato


WASHINGTON - il caffè preso in quantità limitate, da più benefici di quanto si possa pensare, potrebbe aiutare a prevenire il cancro al fegato.

Uno studio condotto su più di 90.000 giapponesi ha evidenziato che le persone che bevono caffè abitualmente hanno il 50% in meno di possibilità di contrarre il cancro al fegato rispetto alle persone che non lo bevono mai.

I dati dell'American Cancer Society relativi al 2004, mostrano che in un solo anno sono stati diagnosticati 18.920 nuovi casi di cancro al fegato e 14.270 morti in seguito alla malattia.

Lo studio del National Cancer Center di Tokyo condotto nell'arco di 10 anni, ha evidenziato che l'incidenza del cancro al fegato in persone che bevono raramente caffè è di 547 casi su 100.000. Daltraparte secondo il servizio della scorsa settimana pubblicato sulla rivista National Cancer Institute, il rischio per le persone che bevono caffè quotidianamente sarebbe di 214 casi su 100.000 persone.

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martedì 28 ottobre 2008

Ananas e prevenzione cancro












Nel centro di ricerca australiano del Queensland Institute of Medical Research, sono stati individuate delle molecole in grado di combattere il cancro con un approccio diverso dai farmaci fino ad oggi scoperti.

I ricercatori sono riusciti a isolare due molecole da un estratto d'ananas, la CCZ che ha effetti stimolanti sulle cellule del sistema immunitario che aiuta l'organismo a riconoscere e attaccare il tumore, e la CCS che ha la capacità di bloccare le proteine Ras, sostanze che incidono nel 30% dei tumori.

Altre proprietà dell'ananas

Già in passato sono state attribuite altre proprietà al frutto dell'ananas come antinfiammatorie, antiedematose, antibatteriche. E' risultato inoltre utile nei disturbi digestivi, nella prevenzione della trombosi, contiene molto magnesio e contribuisce a ridurre il rischio di osteoporosi e fratture.

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giovedì 23 ottobre 2008

Le uova

Uova
Sicurezza
La tossinfezione più comunemente trasmessa dalle uova è la salmonellosi. L'elevazione degli standard igienici e l'aumento dei controlli hanno consentito di limitare al minimo questa contaminazione: il consumo di uova crude o cotte conservate in modo corretto non costituisce quindi un rischio per la salute.
Le uova vanno conservate in frigorifero, nella loro confezione originale, non vanno mai lavate con acqua (per non rimuovere la cuticola esterna), al massimo con uno spazzolino o con un panno asciutto.
Qualità nutrizionali
Le uova sono uno degli alimenti più maltrattati dal punto di vista dei luoghi comuni (sbagliati) alimentari.
Vediamo innanzitutto i pregi e i difetti dal punto di vista nutrizionale.
I pregi
Le uova sono un'ottima fonte proteica (ogni uovo contiene circa 7 grammi di proteine, di cui 5 nell'albume e 2 nel tuorlo).
I grassi contenuti nell'uovo sono per la maggior parte monoinsaturi e polinsaturi, e quindi benefici per la salute. Contengono anche una discreta quantità di acido linoleico, un grasso essenziale.
Hanno un indice di sazietà elevato, grazie al loro basso apporto di calorie (solo circa 80 per ogni uovo di media grandezza), quindi sono indicate nei regimi alimentari ipocalorici.
La digestione delle uova comporta una scarsa secrezione di acido cloridrico, quindi sono consigliate a chi soffre di gatriti o ulcere gastroduodenali.
I difetti
Le uova contengono molto colesterolo (circa 200 mg per un uovo di media grandezza). Con due uova già si supera la quantità giornaliera massima consigliata. Questo argomento merita un articolo a parte.
Le uova provocano la contrazione della colecisti provocando spasmi e conseguenti coliche colecistiche nei soggetti che soffrono di calcoli biliari.
I luoghi comuni
Le uova sono pesanti da digerire: la digestione delle uova dipende da come sono preparate: in linea di massima più la cottura è blanda e maggiore il tasso di digeribilità. Per un uovo alla coque sono sufficienti 90 minuti, due ore se sodo e tre ore se fritto: la digestione della carne è sicuramente più lunga. Le uova, quindi, non sono meno digeribili rispetto alla grande maggioranza delle fonti proteiche.
Le uova fanno male al fegato: gli alimenti grassi in genere appesantiscono il lavoro del fegato, soprattutto se i grassi sono portati a temperatura elevata, come nei fritti. Le uova di per sé non sono particolarmente grasse, se le si frigge la tossicità nei confronti del fegato dipende dai grassi aggiunti, e non dalle uova. Le pataine fritte appesantiscono il fegato, le patate di per sé no.

Gli albumi non andrebbero mai mangiati crudi, poiché contengono avidina che limita l'assorbimento di biotina (vitamina H).

Concludendo, si può affermare che le uova andrebbero evitate solo da coloro che soffrono di calcolosi biliare.
Chi soffre di ipercolesterolemia dovrebbe limitare il consumo di tuorli (due o tre alla settimana, e mai più di uno al giorno), mentre non vi è alcun limite nel consumo degli albumi.

Qualità organolettiche
Le qualità organolettiche delle uova non risentono più di tanto della qualità del metodo di produzione. Nella produzione di pietanze nelle quali l'uovo è utilizzato crudo, come la maionese o lo zabaione, le differenze possono essere avvertite, nel consumo a cotto queste si livellano e diventano impercettibili ai più, soprattutto se l'uovo è utilizzato insieme ad altri ingredienti (come nelle frittate).
Tuttavia, è opportuno scegliere uova prodotte con metodi poco intensivi che prediligano la qualità piuttosto che la quantità, ma più che altro per una questione di salubrità e non di gusto.
Una caratteristica importante, che influenza la bontà delle uova, è la freschezza: sebbene le uova si mantengano per parecchio tempo in frigorifero, è opportuno consumarle fresche, entro dieci giorni dalla deposizione.
Come scegliere

Le uova confezionate dal 01 gennaio 2004 devono riportare un codice alfanumerico (composto da lettere e numeri), assegnato ad ogni allevamento dall’azienda sanitaria locale al fine di garantire la tracciabilità delle uova in Italia e in Europa.
Il codice è composto da 11 caratteri, come per esempio: 3 IT 001 TO 036, ed è composto da:
Un numero che indica il metodo di allevamento (0 per allevamento biologico, 1 per allevamento all’aperto, 2 per allevamento a terra, 3 per allevamento in gabbie);
Il codice dello Stato ("IT" per Italia);
Il codice ISTAT del comune ove è ubicato l’allevamento (composto da 3 cifre, 001 nell'esempio);
La sigla della provincia (TO);
Un numero progressivo di tre cifre che consente di identificare in modo univoco l’allevamento (036 nell'esempio).
La scelta di uova biologiche rappresenta una scelta più sicura dal punto di vista delle possibili frodi (grazie ai maggiori controlli), e un allevamento di tipo estensivo che non stressa le galline. Purtroppo il costo di questi prodotti è molto elevato, ingiustamente, poiché spesso il rincaro del distributore finale è sproporzionato, come abbiamo scoperto parlando con produttori di uova biologiche destinate alla grande distribuzione.
L'allevamento all'aperto garantisce un notevole spazio per le galline (4 metri quadrati ciascuna), anche se vengono fatte razzolare solo 2 ore al giorno.
Le scelte salutisticamente migliori, dunque, sono le seguenti.
1) Approvigionamento da un piccolo produttore artigianale, ovvero il contadino. Se vengono utilizzate crude, bisogna fare attenzione alle condizioni igieniche: utilizzarle poco tempo dopo la deposizione, scegliere quelle più pulite, eventualmente pulirle con un canovaccio o con uno spazzolino. Se vengono cotte, non sono necessarie ulteriori precauzioni oltre a quelle di base.
2) Uova biologiche, che garantiscono maggiormente riguardo la salubrità del prodotto grazie ai maggiori controlli.
3) Uova da galline allevate all'aperto, che dovrebbero garantire una vita più tranquilla e soprattutto un minor rischio di malattie (e quindi un uso di antibiotici inferiore).

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Vino e prevenzione tumori


L'istituto oncologico Pascale di Napoli, ha individuato una sostanza che possiede delle proprietà che aiutano l'organismo a prevenire la formazione di tumori. Questa scoperta è particolare in quanto i ricercatori stanno cercando gli sponsor trai produttori degli alimenti che possiedono tale sostanza, in particolare fra quelli di vino.

Il resveratrolo, una sostanza che secondo i ricercatori potrà portare un grande aiuto nella lotta contro i tumori, è presente in alimenti come uva e arachidi, e mantiene le sue caratteristiche anche nel vino.

Sempre più spesso, i ricercatori dimostrano come una buona alimentazione composta da una dieta dove sono presenti determinate sostanze, possano influire positivamente nella prevenzione ai tumori.


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Chi sa che in questo periodo dell'anno che è quello di maggior fermento per quanto riguarda le aziende vinicole qualcuna accolga la richiesta di sponsorizzare con il proprio vino questa ricerca medica.

martedì 21 ottobre 2008

Una mela per tenersi giovani










Alcune persone saranno già a conoscenza delle maschere di bellezza a base di mele. Le proprietà di questo frutto sono infatti conosciute già da qualche anno nel campo estetico e vengono utilizzate per realizzare delle maschera che aiutano a prevenire le rughe e a donare elasticità alla pelle.
Uno studio condotto da alcuni ricercatori canadesi e pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, ha esaminato da vicino alcune caratteristiche delle mele evidenziazione alcune proprietà che si sono rivelate molto utili per la salute dell'uomo.
Fra le numerose sostanze che sono state individuate nella mela, cinque hanno attirato in particolar modo l'attenzione dei ricercatori come ad esempio i polifenoli. I cinque antiossidanti individuati nel frutto, sono in grado di combattere i radicali liberi che quando prodotti in quantità eccessive dall'organismo umano, sono fra le prime cause dell'invecchiamento e la formazione di tumori.
I ricercatori canadesi hanno inoltre esaminato diverse qualità di mele per vedere quale avesse la maggior quantità di antiossidanti, fra tutte si è evidenziata la Red Delicious. La maggior quantità di antisossidanti in quella qualità di mela potrebbe essere legata al tipo di terreno dove cresce e al periodo dell'anno in cui matura.

Un'altra caratteristica messa in rilievo da questa ricerca è relativa alla quantità di antiossidandi presenti nella buccia del frutto, nella polpa infatti è presente una quantità molto inferiore.


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venerdì 17 ottobre 2008

Pubblicita' Wacko's: interviene il Garante

Una patata non è una mela; lo sanno tutti ma la pubblicità, a quanto pare, sembra fare ancora parecchia confusione. Anzi, pare proprio che di confusione se ne voglia appositamente creare nella testa di genitori e bambini, continuando a riportare sulle confezioni dei prodotti alimentari informazioni incomplete e fuorvianti. È il caso delle patatine Wacko's della San Carlo, evidenziato anche da Altroconsumo con una segnalazione all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nello scorso mese di ottobre. Il Garante, che aveva già avviato una procedura a giugno di quest'anno, ha finalmente deliberato nei confronti della San Carlo, riconoscendo come ingannevole la pubblicità presente sulla confezione delle patatine Wacko's.

Sul retro della confezione di queste patatine, infatti, viene dato particolare risalto a una lettera, indirizzata ai genitori, nella quale si enfatizza il fatto che "25 grammi di Wacko's hanno addirittura lo stesso valore nutritivo di una mela da 100 grammi". Peccato che, a parità di peso (per esempio 100 grammi), le patatine abbiano 12 volte le calorie delle mele, a causa della presenza dei grassi (dei quali tra l'altro non viene precisata la natura) che invece sono assenti nel frutto.

La delibera dell'autorità garante, oltre ad aver inflitto una sanzione di 50.100 euro al Gruppo Alimentare San Carlo, ha stabilito che entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento l'azienda adegui le informazioni sulla confezione del prodotto, ordinando nello specifico che venga eliminata "l'esagerata esaltazione dei pregi dei valori nutrizionali del prodotto, con particolare riferimento al confronto tra i valori nutrizionali delle patatine e quelli di una mela, e all'indicazione del valore energetico pari a una razione (25 g.) non identificabile con il valore energetico del peso (45 g.) dell'intero contenuto della confezione".

Esposto al Garante su Wacko's

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Vaccino Covid e morti improvvise: vediamo cosa è emerso da uno studio Usa

E’ stato condotto un  nuovo studio negli USA  che conferma che  non esiste alcun legame tra vaccino covid e morti improvvise . L’indagine, c...