Sviluppata da un gruppo di ricercatori di Stanford, la proteina ha
dimostrato di poter neutralizzare nei topi il meccanismo molecolare che
porta alla formazione delle metastasi. Potrebbe aprire le porte ad un
nuovo tipo di terapie
Una delle caratteristiche più letali del
cancro sono le
metastasi:
cellule che si staccano dal sito originario della neoplasia e invadono
l’organismo, provocando la comparsa di nuove masse tumorali. Oggi
l’unica possibilità per i medici è di cercare di rallentarne la
diffusione attraverso la
chemioterapia, un tipo di trattamento
che presenta però pesanti effetti collaterali, e che purtroppo non
risulta particolarmente efficace in caso di tumori in stato ormai
avanzato. Per superare queste difficoltà, un team di ricercatori di
Stanford ha ideato un nuovo tipo di terapia: una
proteina bioingegnerizzata che non distrugge le cellule del tumore, ma blocca i meccanismi molecolari che danno il via alla diffusione delle metastasi. I
primi risultati, pubblicati su
Nature Chemical Biology, sembrerebbero dimostrare che negli animali il trattamento risulta efficace su due dei più comuni
tumori femminili:
quello al seno e quello
dell’ovaio.
Il punto di partenza per la nuova ricerca è stata la scoperta di due proteine coinvolte nella diffusione delle metastasi:
Axl, una molecola che si trova sulla superficie delle cellule tumorali, e
Gas6, proteina che legandosi con la prima trasmette il segnale che induce la formazione delle
metastasi. L’idea dei ricercatori di Stanford è stata quella di sviluppare una
terza proteina che funziona come un’esca, legandosi con
Gas6 e neutralizzandola prima che raggiunga il
tumore.
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