lunedì 18 gennaio 2021

I segreti di lunga vita, mangiare bene e fare sport

La lettura magistrale di Luigi Fontana al Congresso Sid

(ANSA) - ROMA, 03 DIC - Mangiare 'bene' e fare sport allunga la vita. Anche nei pazienti diabetici. Invecchiare male, invece, costa. Con la prospettiva di un invecchiamento progressivo della popolazione (si stima che nel 2050, 1 italiano su 3 avrà più di 65 anni) la prevenzione delle malattie croniche è centrale. Uno dei più importanti fattori di rischio da combattere è il sovrappeso. Soprattutto l'obesità viscerale si associa a fattori di rischio cardio-metabolici come il diabete di tipo 2, le infiammazioni, la dislipidemia, l'ipertensione, lo scompenso cardiaco, l'ictus, la demenza vascolare, ma anche la Nash (la steatoepatite non alcolica) e una serie di tumori (colon, mammella, utero, rene, esofago, pancreas, fegato). È questo quanto emerge dalla lettura magistrale di Luigi Fontana, direttore dell'Healthy Longevity Program Charles Perkins Centre dell'Università di Sidney (Australia) per il 28esimo Congresso nazionale della Sid, la Società italiana di diabetologia. Per Fontana l'attività fisica è "un 'farmaco' potentissimo per migliorare la sensibilità all'insulina", perché con l'attività fisica si riduce il grasso viscerale e aumentano numero e attività dei mitocondri nel sistema muscolo-scheletrico. Questo permette di aumentare il consumo di ossigeno. Già 15 anni prima della comparsa del diabete, spiega Fontana, le persone presentano insulino-resistenza e in seguito si assiste ad un aumento progressivo dell'insulino-resistenza e dei livelli di insulina circolante. "Per questo è fondamentale non aspettare che una persona arrivi da noi con 115 mg/dl, perché significa che ha avuto iperinsulinemia per 10-15 anni, condizione che promuove invecchiamento, e cancro". "Mangiare meno e mangiare 'bene' allunga la vita - afferma il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Società italiana di diabetologia - Questo è uno dei messaggi chiave della lettura del professor Fontana. 

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venerdì 15 gennaio 2021

Covid: la società scientifica Sis 118, associare vitamina D alla terapia a primi sintomi

'La modulazione della risposta immunitaria della vitamina D contrasta la tempesta citochinica infiammatoria", scrive la Società

 "Nella strategia di prevenzione del contagio da Sars-CoV2 è fondamentale assicurare valori ematici elevati adeguati di vitamina D3 (perché sono direttamente correlati ad una aumentata risposta immunitaria), in supporto alla terapia contro la malattia, nonché alla terapia della sindrome post-Covid, poichè la modulazione della risposta immunitaria della vitamina D contrasta la tempesta citochinica infiammatoria". Lo scrive la Società scientifica Sis 118 che ha documentato i dati emersi dalla presa in carico di alcune centinaia di pazienti Covid.
    "Aldilà delle svolte più determinanti sui parametri della riduzione delle forme cliniche severe e soprattutto della mortalità, rimane centrale la necessità ,clinica e gestionale, di impedire che i pazienti positivi al Covid, con sintomatologia respiratoria acuta, si deteriorino al domicilio sviluppando livelli di insufficienza respiratoria talmente gravi da risultare difficilmente responsivi alle cure intensive ospedaliere", spiega Mario Balzanelli, presidente della Sis 118. "Nel periodo compreso tra il 21 settembre ed il 21 novembre 2020 - aggiunge - nella stazione Covid della postazione medicalizzata fissa 118 dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto è stato documentato come nella totalità dei pazienti con insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite interstizio-alveolare, deficit estremamente severo di vitamina D3, tanto più marcato quanto più compromesse erano le condizioni cliniche".

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Iss: 'Le misure hanno frenato il virus .Immunità di gregge non prima di 6-8 mesi'


giovedì 14 gennaio 2021

Covid: sviluppati nanoanticorpi che bloccano il virus

A partire da lama e alpaca. Funzionano anche con varianti. Ora test sull'uomo

Speranze per una nuova possibile terapia anti-Covid: si tratta di nuovi nanoanticorpi, sviluppati lavorando su lama e alpaca, che impediscono l'ingresso del virus nelle cellule e sembrano funzionare anche se subisce delle mutazioni. A metterli a punto, i ricercatori svedesi dell'Istituto Karolinska, insieme a quelli dell'università di Bonn e dello Scripps Research Institute della California, come spiegano sulla rivista Science. 

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mercoledì 13 gennaio 2021

Peperoni gialli contro la degenerazione maculare

Ricchi di zeaxantina, 100 gr coprono fabbisogno giornaliero

(ANSA) - SIDNEY, 12 GEN - Introdurre nel menu peperoni di colore giallo-arancio può trattare l'insufficienza di zeaxantina, un composto chimico che aiuta a prevenire una delle maggiori cause di cecità, la degenerazione maculare legata all'età. Una ricerca dell'Università del Queensland, in Australia, mostra che i peperoni arancioni sono la fonte di gran lunga più ricca del pigmento carotenoide che da' loro il colore, e che nell'organismo si accumula dietro gli occhi per proteggerli dalla luce blu, e quindi dalla degenerazione. Una condizione che in Australia colpisce una persona su sette oltre i 50 anni e una su tre fra gli ultraottantenni.
    Il responsabile del progetto Tim O'Hare, del Centre for Nutrition and Food Science, scrive sul sito dell'università stessa che la zeaxantina può ridurre del 25% il tasso di insorgenza della degenerazione maculare legata all'età. "Le macule sono una parte molto centrale della retina, che serve a riconoscere i volti delle persone, a leggere e anche a guidare l'auto" - spiega. "Chi ne soffre comincia a perdere la visione centrale, mentre si crea un punto cieco nel centro dell'occhio", aggiunge.

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Al via distribuzione 25.000 saturimetri in 1200 farmacie


Campagna MisuriAmo2, per monitorare a casa i malati respiratori


Dal 12 gennaio 25.000 saturimetri saranno distribuiti gratuitamente in 1200 farmacie italiane per il monitoraggio domiciliare dei pazienti con malattie respiratorie: è la seconda fase della campagna MisuriAmo2, lanciata dalla Società italiana di pneumologia (Sip), in collaborazione con Federfarma e il patrocinio della Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani).

L'obiettivo è di promuovere l'uso del saturimetro per controllare i livelli di ossigeno nel sangue nelle persone con malattie respiratorie croniche e Covid-19. Dopo una prima fase di screening rivolta a tutta la popolazione, con la misurazione gratuita dell'ossigeno del sangue nelle farmacie aderenti all'iniziativa, la seconda fase della campagna si focalizzerà sul monitoraggio della salute respiratoria di pazienti individuati con malattie respiratorie.

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domenica 3 gennaio 2021

Tisane detox: dalla betulla anti ritenzione ai semi di finocchio contro il gonfiore. I consigli della nutrizionista

Infusi e tisane non faranno dimagrire ma aiutano fegato e reni nella loro azione detossificante, con effetti depurativi e diuretici

Tisane detox: nei giorni degli stravizi alimentari come quelli delle feste di Natale chi non vorrebbe risolvere gli eccessi della tavola con un buon infuso caldo? Se è vero che una tisana non regala improvvisamente la linea perduta è però altrettanto vero che può aiutare il nostro organismo a rimettersi a regime, reidratandolo e dandogli quei nutrienti che magari abbiamo trascurato tra pranzi e cenoni, seppure in tempi di zona rossa. “Sicuramente le tisane, soprattutto alcune, hanno un effetto drenante e aiutano a ristabilire un equilibrio elettrolitico. Qualità utili soprattutto nei momenti in cui, come durante le feste, spesso si beve poca acqua e si segue una alimentazione sbilanciata, con il rischio di rimanere disidratati”, chiarisce a Gazzetta Active la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano.

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mercoledì 23 dicembre 2020

Yogurt: l’alleato proteico delle difese immunitarie. E la versione greca…

Rispetto al latte è più digeribile, ma contiene comunque proteine e calcio. Meglio ancora se si sceglie la sua versione greca

Un latticino molto più digeribile del latte, ricco di fermenti lattici che vanno a nutrire la flora batterica, il cosiddetto microbiota: lo yogurt è un vero e proprio alleato del benessere intestinale ma anche delle difese immunitarie, stimolate proprio da un microbiota sano. “Rispetto al latte è molto più digeribile e tollerato per la presenza di fermenti lattici quali il lactobacillus bulgaricus e lo streptoccoccus termophilus, che agiscono come una sorta di nutraceutico, andando a nutrire le cellule intestinali e il microbiota. Sappiamo infatti che questo può essere indebolito da diverse condizioni molto diffuse come stress, sport intenso, intolleranze alimentari o antibiotici”, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato e del Marathon Center del Palazzo della Salute di Milano.

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Vivere più sani e più a lungo con una proteina: cos'è Klotho

Tende a diminuire con l'avanzare dell'età e sembra essere correlata all’invecchiamento cellulare Nel pantheon greco,  Klotho  era la...