lunedì 11 maggio 2015
giovedì 7 maggio 2015
lunedì 4 maggio 2015
Scoperto dove virus Hiv si nasconde nelle cellule
Ricerca Icgeb di Trieste, si apre strada a nuove cure contro Aids
Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di un farmaco che curasse il virus dell'Hiv, anticamera dell'Aids, era, fino ad oggi, il fatto che quando il virus penetra nella cellula da infettare scompare, se ne perdono le tracce. L'efficacia dei farmaci in commercio - poco più di una trentina - si ferma all'ingresso della cellula. Con il risultato di rallentare l'evoluzione del virus ma non di debellarlo. Ciò che hanno scoperto i ricercatori dell'Icgeb (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) di Trieste, coordinato dal genetista Mauro Giacca, è la 'tana' del virus. Era insomma un enigma la ragione per la quale il virus sceglie soltanto alcuni dei 20mila geni umani per integrarsi e, soprattutto, come riesce all'interno di questi geni a nascondersi.
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venerdì 1 maggio 2015
Sclerosi multipla, primi test Usa con anticorpi che riparano nervi danneggiati
Se potessimo fornire abbastanza presto ai pazienti le terapie, forse - dice Bruce Trapp, neuroscienziato presso la Cleveland clinic - potremmo tenerli lontano dalla sedie a rotelle. Già questo - conclude l’esperto Usa - sarebbe un risultato enorme”
Contrastare i danni neurologici provocati dalla sclerosi multipla stimolando la rigenerazione della mielina, la guaina isolante che circonda i nervi e migliora la trasmissione degli impulsi nervosi. Sono i primi risultati di alcuni trial clinici illustrati dalla Biogen di Cambridge, in Massachusetts, al meeting dell’American Academy of Neurology di Washington.
Secondo quanto riportato su Nature, i test, ancora preliminari poiché condotti su un numero limitato di individui, poco meno di un centinaio, si basano sull’uso di un anticorpo sperimentale, battezzato “anti-LINGO-1”, capace di favorire la ricrescita della struttura di rivestimento dei nervi, che negli individui colpiti dalla malattia è distrutta dal sistema immunitario, provocando gravi disabilità fisiche e cognitive.
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martedì 28 aprile 2015
Allarme Olio di Palma: lo assumiamo tutti, si trova in moltissimi prodotti. Ecco la lista!
"Aumentano del 19 per cento le
importazioni di olio di palma in Italia per un quantitativo record che
ha superato addirittura 1,7 miliardi di chili nel 2014, un primato
negativo mai raggiunto prima". E' quanto emerge da una analisi della
Coldiretti che lancia l'allarme "sull'invasione di un prodotto sotto
accusa dal punto di vista nutrizionale e ambientale, proprio nella
patria dell'olio extravergine di oliva e della dieta mediterranea".
DOVE SI TROVA - SOTTOLINEA LA
COLDIRETTI: "L'OLIO DI PALMA PER IL BASSO COSTO E LA SCARSA INFORMAZIONE
TENDE A SOSTITUIRE GRASSI PIU' PREGIATI PRATICAMENTE OVUNQUE ED ANCHE
IN ALIMENTI PER BAMBINI COME BISCOTTI, MERENDINE, TORTE E ADDIRITTURA
NEL LATTE PER NEONATI, CON QUANTITATIVI IMPORTATI IN ITALIA CHE SONO
AUMENTATI DI DIECI VOLTE NEGLI ULTIMI 15 ANNI, MA CHE ORA SI POSSONO
RICONOSCERE DALL'ETICHETTA".
I RISCHI - "Alle preoccupazioni per
l'impatto sulla salute a causa dell'elevato contenuto di acidi grassi
saturi si aggiungono peraltro quelle dal punto di vista ambientale
perché l'enorme sviluppo del mercato dell'olio di palma sta portando al
disboscamento selvaggio di vaste foreste senza dimenticare
l'inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di
distanza dal luogo di produzione".
L'ACCUSA - La Coldiretti denuncia:
"In altre parole l'Unione europea decide di intervenire per far
aumentare le importazioni di un prodotto di dubbia qualità che peraltro
fa concorrenza sleale al burro e all'olio extravergine di oliva europei
sostituendoli nei dolci, nelle pizze, nella panetteria, industriale ed
artigianale.
Una lista di prodotti che lo contengono:
NESTLÉ: tutti i suoi prodotti, compresi quelli della MOTTA (Buondì, Girelle, etc.)
MULINO BIANCO: pane, cracker, biscotti, merendine
KNORR: dadi da brodo
STAR: dadi da brodo
LINEA COOP: dadi da brodo, cracker, merendine
KRAFT: tutti i prodotti della SAIWA (compresa la linea VitaSnella)
BARILLA: i
sughi freschi che trovate nel banco frigo (sulla confezione scrivono
con olio extravergine di oliva, ma se leggete gli ingredienti il primo a
comparire è proprio l'olio di palma)
PAVESI: biscotti, cracker
WAFER LOACKER
lunedì 27 aprile 2015
Scoperto un gene per riparare il cuore dopo un infarto
La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da un medico italiano
E' stato individuato un gene chiave, che una volta attivato, è capace di riparare il cuore danneggiato da un infarto. Nel progetto che ha identificato il gene riparatore, c'è anche un tocco italiano, per l'esattezza bolognese.La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dal ricercatore italiano Gabriele D'Uva (laureato a Bologna) nel laboratorio del professor Tzahor del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele).
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology, ha rivelato perchè il muscolo danneggiato da un infarto non riesce a rigenerarsi e ha scoperto il gene che consentirebbe di 'aggiustarlo'.
Alla ricerca hanno contribuito Mattia Lauriola, del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell'Università di Bologna, in collaborazione con lo Sheba Medical Center (Israele) e l'Università del South Wales (Australia).
Durante un infarto le cellule del cuore muoiono e sono sostituite da un tessuto cicatriziale, che non avendo la capacità di contrarsi, determina una funzione ridotta del cuore e spiana la strada all'insufficienza cardiaca. I ricercatori hanno scoperto che l'incapacità del muscolo cardiaco di rigenerarsi sarebbe dovuta alla scarsa presenza del gene ERBB2, necessario per la proliferazione delle cellule muscolari del cuore nello sviluppo embrionale, hanno quindi ipotizzato che attivare il gene potesse spingere le cellule cardiache - di un topo adulto - a proliferare.
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venerdì 24 aprile 2015
Le 14 cattive abitudini che tolgono energia
Se le energie psicofisiche tendono pericolosamente al basso, la colpa potrebbe non essere solo delle notti in bianco che avete passato di recente. Anche semplici gesti quotidiani come bere un bicchiere d’acqua (o meglio, non berlo affatto), saltare la colazione o farsi un goccetto prima di andare a letto possono esaurirci fisicamente, per non parlare poi di tutta una serie di atteggiamenti mentali - come il non riuscire a dire mai di no o il cercare la perfezione a tutti i costi – che ci sfiniscono a livello emotivo. Ma il modo di ricaricare le batterie c’è, come spiega il sito «Health» che ha stilato un elenco di 14 cattive abitudini che azzerano le nostre scorte energetiche e altrettanti consigli per aiutarci a rimetterci in pista
Saltare l’esercizio fisico quando si è stanchi
Paradossalmente, si ottiene l’effetto contrario: la conferma in uno studio dell’Università della Georgia, che ha evidenziato come una regolare attività fisica aumenti la resistenza, aiuti a mantenere efficiente il sistema cardiovascolare e porti ossigeno ai tessuti. Quindi pensateci la prossima volta che vi viene voglia di bigiare la palestra.
Non bere abbastanza acqua
Essere leggermente disidratati – ovvero, anche solo il 2% del normale – intacca i nostri livelli energetici, perché riduce il volume ematico e rende il sangue più spesso, compromettendo così il pompaggio cardiaco e riducendo la velocità con cui l’ossigeno e le sostanze nutritive raggiungono muscoli ed organi.
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