sabato 2 luglio 2016

Tutti i benefici della barbabietola rossa

Per il suo colore spesso non viene servita sulle tavole, ma è ricca di proprietà benefiche

 
Barbabietola rossa

La barbabietola comune (Beta vulgaris), conosciuta anche come barbabietola rossa o barbabietola da orto, viene definita come una pianta erbacea biennale. [acquista le sementi biologiche della barbabietola]
Per il suo colore e il suo sapore intensi spesso non viene servita sulle nostre tavole, ma è ricca di proprietà benefiche per il nostro organismo!
Ecco cosa contiene la barbabietola rossa e quali benefici apporta al nostro organismo:
  • Fibre solubili e insolubili, utili all’intestino, a tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue e il colesterolo.
  • Sali minerali come ferro, sodio, potassio, calcio, magnesio e iodio. La rapa rossa è indicata quindi in tutti i casi in cui ci sia esigenza di remineralizzare l’organismo.
  • Vitamine del gruppo B come B1, B2, B3 e B6, utili a rafforzare il sistema immunitario, il sistema digestivo e ad attivare il metabolismo cellulare; efolati, essenziali durante la gravidanza e non solo… dato che concorrono alla produzione dei globuli bianchi e rossi, del materiale genetico e altro.
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venerdì 1 luglio 2016

Il miglior infuso naturale per depurare il fegato

Il fegato è uno degli organi più importanti del corpo umano, la cui funzione principale è quella di filtrare il sangue. Spesso ignoriamo l’importanza del fegato, non proteggendolo a dovere ed esponendolo a rischi che possono portarci a soffrire condizioni anche significative. In questo articolo ti spieghiamo come depurare il fegato in modo naturale.

Oltre a filtrare il sangue, questa grande ghiandola depura tutto l’organismo, conserva vitamine liposolubili e distrugge globuli rossi e bianchi invecchiati. Non dedicargli la giusta attenzione, col tempo, potrebbe causarci patologie come epatite e fegato grasso, molto pericolose per la nostra salute generale.

Per evitare danni nel nostro corpo, si consiglia di depurare il fegato frequentemente e in modo naturale. Il seguente infuso è molto efficace a tal proposito, e non ha alcun effetto collaterale per la nostra salute.

Hai bisogno di: 1 pugno di foglie di menta, il succo di 1 limone e di 1 arancia, 1 litro d’acqua e miele d’api biologico. Segui le istruzioni che ti proponiamo in basso per preparare correttamente questo infuso.

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mercoledì 29 giugno 2016

Il fattore “peso”


Dimagrire, in alcuni casi, può essere fondamentale per mantenersi in salute. Infatti sovrappeso e obesità aumentano il  rischio di ritrovarsi alle prese con malattie croniche come l’ipertensione e altri disturbi cardiovascolari, il diabete i tipo 2 e alcune forme tumorali (all’endometrio, al colon retto, al seno, alla cistifellea e alla prostata). Inoltre, i chili di troppo aumentano il rischio di infarto e di ictus, di calcoli alla cistifellea e di problemi a ossa e articolazioni1. Fortunatamente è possibile correre ai ripari: per farlo è importante affidarsi anche all’attività fisica.

Una questione di bilancio
In effetti, possibilità di dimagrire dipende strettamente dal bilancio tra le calorie assunte con il cibo e quelle consumate durante la giornata. Queste ultime dipendono a loro volta da più fattori, inclusa l’attività fisica praticata quotidianamente2. Per questo è importante assicurarsi almeno 30 minuti al giorno di attività fisica moderata di tipo aerobico per almeno 5 giorni alla settimana: un’ottima strategia per proteggere non solo la linea ma anche la salute cardiovascolare. Per dimagrire, invece, sono necessari 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità da moderata ad alta, da praticare per la maggior parte della settimana3.

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martedì 28 giugno 2016

25 Piante curative dei Nativi Americani

Come i Nativi Americani usavano queste piante per curarsi e nutrirsi: ecco la medicina naturale che ha guarito per migliaia di anni



Le proprietà benefiche e curative delle piante sono ormai generalmente note. Anche se diverse razze e culture di tutto il mondo hanno familiarità con le varietà delle erbe medicinali, i nativi americani sono rinomati per la loro conoscenza delle medicine naturali.

La maggior parte dei loro rimedi naturali erano composti da piante, essi buttarono le basi per molti trattamenti farmaceutici comunemente usati nella società occidentale. Da allora ci sono stati molti studi scientifici che hanno dimostrato gli effetti benefici di questi rimedi.

Molti di questi medicinali naturali sono stati (e sono tuttora) usati per trattare disturbi specifici. Di solito la piante viene ingerita o bevuta sotto forma di tè.

Le seguenti piante vengono usate per trattare malattie comuni come ad esempio problemi di digestione o infiammazioni. Va inoltre precisato che questa è solo una piccola parte della varietà di  piante medicinali usate dai nativi americani e la loro inclusione in questa lista è stata determinata dalla facilità di reperibilità e dalla loro efficacia.

Ecco un elenco di piante, alberi, frutta e fiori del Nord America utilizzati dai nativi americani per il trattamento di varie malattie e sintomi riscontrati tutt’ora.

Eucalipto: L’olio estratto dalle foglie di eucalipto viene comunemente usato per trattare una varietà di disturbi, tra cui febbre, influenza, tosse e bronchite. Ottimo per aprire le vie respiratorie.

Ginseng: Rafforza il sistema immunitario e aiuta a prevenire e combattere il raffreddore. E’ efficace nel ridurre i livelli di zucchero nel sangue, veniva usato anche nei trattamenti delle malattie cardiache, l’affaticamento, la disfunzione erettile, l’alta pressione sanguigna, l’epatite C e il cancro.

Aloe vera: La parte interna delle foglie aiuta ad alleviare la costipazione e l’herpes labiale, se assunta per via orale. Il gel di aloe può contribuire a trattare una varietà di disturbi della pelle tra cui eruzioni cutanee pruriginose e psoriasi se distribuito direttamente sulla parte interessata.

Rosmarino: Viene usato nel trattamento dei problemi digestivi come bruciore di stomaco, gas intestinali e perdita di appetito. Inoltre è un rimedio utile in caso di perdita di capelli se usato in combinazione con timo, lavanda e legno di cedro.

Camomilla: Riduce l’infiammazione, accelera la guarigione delle ferite è in grado di ridurre gli spasmi muscolari e può servire come un blando sedativo favorendo così il sonno. Inoltre può uccidere batteri, funghi e virus.

Cera d’api: Può essere usata per trattare una varietà di malattie della pelle, tra cui dermatite da pannolino, psoriasi ed eczema.

Valeriana: Utile a combattere l’insonnia, ansia, stress, cefalea, stati di nervosismo.

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lunedì 27 giugno 2016

Il digiuno è la più potente tecnica di guarigione


La pratica del digiuno era conosciuta sin dai popoli primitivi, che la attuavano sia in senso fisiologico, per guarire dalle malattie, sia in senso religioso, per purificarsi ed entrare in contatto con il divino. Si può ragionevolmente affermare che il corpo umano sia progettato apposta per far fronte a periodi anche notevolmente lunghi di astensione dal cibo: non si potrebbe, infatti, spiegare la sopravvivenza dell’uomo primitivo in un contesto ambientale in cui la disponibilità del cibo era assolutamente casuale e saltuaria.
Il digiuno è una pausa, un riposo, dall’attività nutritiva, ed è forse la più importante tecnica di guarigione che l’essere umano è progettato per usare. I principali effetti del digiuno sono:
  • riposo dell’intero tubo digerente
  • aumento di almeno il 200% dell’energia del sistema immunitario per ripulire il corpo dalle cellule malate, dai virus ed infezioni presenti
  • eliminazione dei residui metabolici e tossine accumulate
  • purificazione dell’intero essere
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sabato 25 giugno 2016

A Pavia la macchina che cura i tumori al 90% . Ecco i contatti e il telefono



Il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) è una struttura innovativa e tecnologicamente avanzata, voluta dal Ministero della Salute con Legge n° 388 del 23.12.2000, per il trattamento di tumori radio resistenti o non operabili, mediante l’uso di ioni carbonio e protoni. Nella sala sperimentale, nelle aree dedicate e nei laboratori si effettuano anche attività di ricerca clinica, radiobiologica e traslazionale.

Sincrotrone: l’invenzione che cura il tumore resistente ai raggi x
Nonostante la struttura che ospita il Sincrotrone sia stata finanziata, in parte, dallo Stato, nessuno conosce il centro CNAO che attraverso l’adroterapia ha una percentuale elevatissima di guarigione dei tumori.
La puntata di “Report” di pochi mesi fa ha trattato un argomento molto importante e poco conosciuto per quanto riguarda la cura dei tumori.
A Pavia un gruppo di fisici e ingegneri hanno messo a punto una macchina per la cura dei tumori che esiste solo in altri tre luoghi nel mondo: Giappone, Cina e Germania.
Si tratta del Sincrotrone e cura i tumori radio resistenti.

Nella visita a Pavia il Sottosegretario Dott.Vito De Filippo (ex Governatore della Regione Basilicata) esplora le stanze in cui questo enorme macchinario viene utilizzato e attraverso il quale le particelle vengono accelerate:
si tratta di struttura in cui viene iniettato un gas ricco di idrogeno o carbonio che crea un fascio di protoni o di ioni carbonio che percorrono questa circonferenza un milione di volte in mezzo secondo. Ad ogni giro le particelle aumento l’energia. Il carbonio richiede grandi macchine per venire accelerato ma quando arriva a colpire la cellula tumorale è tre volte più efficace dei raggi x.

Roberto Orecchia, direttore scientifico fondazione CNAO, spiega:
“Il carbonio è più pesante e lascia una traccia all’interno della cellula. Nel suo percorso ad elevata intensità lascia una traccia tale che tutto quello che incontra, anche in questo caso del DNA, lo rompe. Questo è un tipo di danno non riparabile dalla cellula“.
Per tanto anche un tumore radioresistente può essere eliminato con gli ioni carbonio. Tutto questo sistema è stato messo insieme dall’eccellenza italiana nella fisica.

Sandro Rossi, Direttore Generale CNAO, spiega:
il funzionamento del sincrotrone: ” Questo anello che ha una circonferenza di circa 80 metri, quando le particelle entrano in quell’anello cominciano ad accelerare e incominciano ad arrivare a circa 60/70% della velocità della luce. Quindi i fisici, gli ingegneri, selezionano l’energia giusta per arrivare dove esattamente il medico dice che bisogna fermare il fascio per trattare quel tumore“.

Con questa tecnica che si chiama Adroterapia stanno curando anche i sarcomi. “I sarcomi sono universalmente conosciuti come essere tumori radio resistenti – dichiara Roberto Orecchi – La probabilità di controllo locale con la Radioterapia generalmente non supera il 50/60%”.
Con la tecnica dell’Adroterapia, invece i dati sono più incoraggianti e arrivano all’80/85% di successo sulla malattia, in pratica significa di fatto la guarigione del paziente. Stanno emergendo anche altre indicazioni come il tumore del pancreas, che normalmente si riesce a curare nel 20% dei casi. Con l’adroterapia sono state registrate percentuali di sopravvivenza a due anni libera da malattie del 45%. Di solito tumori resistenti ai raggi x sono quelli della base cranica, tumori delle ghiandole salivari, tumori del retto, melanoma dell’occhio, e la prospettiva è quello di applicarlo anche per i tumori che colpiscono i bambini.
Oltre 600 sono i pazienti curati nel centro CNAO costruito per 150 milioni di euro di cui 95 messi a disposizione dallo Stato in base alla legge istituita dalla fondazione Veronesi del 2000.Nonostante sia sconosciuto l’invenzione del Sincrotone è orgoglio tutto italiano realizzato con l’Istituto di fisica nucleare Politecnico di Milano e l’Università di Pavia. Al progetto hanno partecipato 600 ditte di cui 500 italiane.

Come funziona Il lettino motorizzato in cui si stende il paziente come se fosse una tac è dotato di un laser con un puntamento ad altissima precisione colpisce il tumore in tante fette, come dichiara il direttore della fondazione; tali fette si scindono in un millimetro ciascuno e fetta per fetta colpisce il tumore.

Il trattamento varia dai 2 ai 15 minuti ed è perfettamente indolore.

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Omega 3: guida al consumo degli acidi grassi essenziali molto presenti nel pesce azzurro e nel salmone e pochissimo nei filetti di sogliola

I semi di lino e il loro olio sono ottime fonti di omega 3
Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali per il metabolismo umano con un ruolo chiave nel funzionamento delle cellule, in particolare dei neuroni. Il problema è stabilire quanti omega 3 servono all’organismo per mantenersi in forma. Secondo la AHA (American Health Association), un adulto sano dovrebbe assumerne attraverso il cibo una quantità massima pari a 2 g al giorno.  Questa dose si raggiunge, per esempio, con  3 g di olio di lino, oppure 8 g di semi di lino, oppure 20 g di noci sgusciate. Dosaggi più alti sono consigliate per la prevenzione e la cura di alcune malattie, e vanno assunte con la supervisione di un medico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) raccomanda una quantità minima di omega 3 pari a 500 mg ogni settimana, che si raggiunge mangiando pesce due volte nell’arco dei 7 giorni. Per i vegetariani bastano con oli vegetali contenenti acido alfa-linolenico (uno degli omega 3 fondamentali per la nostra salute). Un altro metodo di calcolo proposto dalla WHO, prevede come dose ottimale una quantità compresa tra lo 0,5% e il 2% delle calorie giornaliere (N.d.A.: il documento si riferisce agli omega 3 con il sinonimo chimico n-3). Detto questo vanno però sfatati alcuni luoghi comuni sugli omega 3 che non aiutano certo a fare chiarezza e alimentano la confusione sul tema.

Il pesce d’allevamento non è buono perché ha meno omega 3 del pesce catturato in mare


Parzialmente falso. Il pesce selvatico catturato in mare aperto  (sardine, aringhe, spatola, merluzzo, coda di rospo…) solitamente ha una percentuale maggiore di omega 3, perché si nutre di fitoplancton, o di organismi che a loro volta lo assimilano. Il pesce e i gamberi d’allevamento sono invece foraggiati con mangimi a base di soia, quindi contengono meno omega 3. Per contro, in genere il pesce d’allevamento contiene una maggiore quantità di grasso totale – sia saturi che insaturi, come gli omega 3 –  perché viene alimentato regolarmente e nuota meno sprecando meno energia. Alla fine si può dire che un etto di pesce d’allevamento contiene una quantità di omega 3 simile al pesce selvatico. Un altro elemento da considerare è che il pesce allevato consumato in Italia  (orata, branzino, rombo, baccalà…) rientra nella specie di pesce magro quindi con un carico di grasso ridotto rispetto al pesce pesci azzurro e al salmone.

Basta mangiare pesce due volte alla settimana per avere la quantità d’omega 3 necessaria per l’organismo. 

Vero solo in parte. Il pesce non è l’unica fonte di omega 3, e in ogni caso la quantità varia moltissimo tra una specie e l’altra. Come si può vedere nella tabella in basso la dose giornaliera media di omega 3  si raggiunge con un etto di sgombri, oppure due etti di sardine, oppure con 2,7 kg di filetti di sogliola.


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