lunedì 28 novembre 2016
MA QUALE CELIACHIA – Chiamatela Roundup – Sono 12 mila anni che l’umanità si nutre di frumento senza problemi, ma ecco di colpo l’emergenza “intolleranza al glutine” …le cause? Chiedetele alla Monsanto!
SONO ALMENO 12 MILA ANNI CHE L’UMANITA’ MEDITERRANEA SI NUTRE DI FRUMENTO SENZA PROBLEMI. E di colpo, ecco sorgere la “intolleranza al glutine”, con relativo ipersviluppo degli affari relativi a questa “malattia”: paste senza glutine a 5 volte il prezzo delle normali, prodotti bio dove l’etichetta dichiara “senza glutine”, cibi spesso a carico del servizio sanitario nazionale… Il glutine è un veleno? Si deve sospettare del grano geneticamente modificato? Per una volta no. Anche se c’entra il Roundup, il diserbante della Monsanto, specifiamente concepito dalla multinazionale per essere usato in abbondanza coi suoi semi geneticamente modificati (modificati appunto per resistere al diserbante, che uccide tutte le erbacce) . Come ha scoperto la dottoressa Stephanie Seneff, ricercatrice senior al Massachusetts Institute of Technology (MIT), da una quindicina d’anni gli agricoltori americani, nelle loro vastissime estensioni, hanno preso l’abitudine di irrorarle di Roundup immediatamente prima della mietitura.In questo caso, approfittano delle qualità disseccanti del prodotto, con il suo agente attivo, glisofato. Hanno scoperto che, spargendo tonnellate di glisofato, la resa per ettaro aumenta. Perché? Perchè, prova a spiegare la Seneff, “le brattee protettive si frantumano, la spiga muore, e con l’ultimo sospiro, rilascia i chicchi” che altrimenti resterebbero attaccati nel resti della spiga ancor umida. L’aumento di resa non è enorme, ma è importante per coltivatori stra-indebitati con le banche. Inoltre, il disseccamento facilita la battitura condotta coi giganteschi macchinari industriali (spesso affittati, quindi se li si può usare per meno giorni, si risparmia) e consente di anticipare l’operazione di mietitura. “Un campo di grano matura di solito in modo ineguale; una irrorata di Roundup consente di disseccare ugualmente le zone ancor verdi e quelle già gialle, e procedere alla mietitura nello stesso tempo”, ha spiegato un coltivatore di nome Keith Lewis. E’ dunque l’estrema manifestazione della industrializzazione totale dell’agricoltura americana, nel quadro della violenza generale sulla natura (hanno abolito la rotazione agricola, coltivano sempre le stesse colture da denaro sullo strssso campo, compensando l’impoverimento del terreno con tonnellate di fertilizzanti chimici), hubrys che resterà sempre come lo stigma dell’americanismo quando avrà condotto all’estinzione di questa civiltà.
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Bufala
sabato 26 novembre 2016
Dopo i cinghiali, in Valsesia anche i funghi contengono Cesio”
La scoperta dell’Istituto Zooprofilattico durante il controllo della selvaggina
L’ente regionale ha infatti realizzato un campionamento mai riportato in letteratura, analizzando 2369 cinghiali, 226 caprioli, 157 camosci, 215 cervi. E ha allargato la ricerca del cesio radioattivo anche ad altri alimenti. Risultato? «La radioattività è anche nei funghi». È bene precisare che «al momento si tratta di una ricerca esplorativa basata su pochi campioni, ma i dati indicano la necessità di approfondire, non solo nei funghi ma anche nei frutti di bosco», spiega la dottoressa Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto.
I controlli sono stati eseguiti nelle province di Vercelli e del Verbano Cusio Ossola, nel comprensorio Valsesia e nella confinante Val Sessera, in base a dove erano stati fatti i campionamenti ambientali dell’Arpa. Le analisi sono state svolte a Vercelli, nella sede dell’Istituto Zooprofilattico sotto la supervisione del dottor Pierluigi Cazzola e i risultati parlano chiaro: «Il 5% dei cinghiali analizzati presenta un livello di Cesio 137 superiore ai 600 becquerel (il sistema internazionale di misurazione della radioattività) per chilo, ovvero il limite tollerabile dall’uomo in caso di incidente nucleare, secondo quanto previsto dal Regolamento Europeo del 2008. Sui funghi, inizialmente abbiamo esaminato 68 campioni prelevati in modo non controllato nella stessa zona dei cinghiali. Abbiamo riscontrato un campione positivo e deciso quindi di realizzare ora una ricerca ad hoc, che amplieremo anche ai frutti di bosco». Sono stati controllati anche «campioni di latte e formaggio prodotti in zona, ma sono risultati tutti negativi», assicura Caramelli.
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Torino
Prima i cinghiali. Adesso i funghi. A tre anni dal caso della
selvaggina radioattiva in Valsesia, sono arrivati i primi risultati
dello studio effettuato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di
Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Dati che aprono nuovi interrogativi,
accendendo i riflettori anche su altre specie alimentari.L’ente regionale ha infatti realizzato un campionamento mai riportato in letteratura, analizzando 2369 cinghiali, 226 caprioli, 157 camosci, 215 cervi. E ha allargato la ricerca del cesio radioattivo anche ad altri alimenti. Risultato? «La radioattività è anche nei funghi». È bene precisare che «al momento si tratta di una ricerca esplorativa basata su pochi campioni, ma i dati indicano la necessità di approfondire, non solo nei funghi ma anche nei frutti di bosco», spiega la dottoressa Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto.
I controlli sono stati eseguiti nelle province di Vercelli e del Verbano Cusio Ossola, nel comprensorio Valsesia e nella confinante Val Sessera, in base a dove erano stati fatti i campionamenti ambientali dell’Arpa. Le analisi sono state svolte a Vercelli, nella sede dell’Istituto Zooprofilattico sotto la supervisione del dottor Pierluigi Cazzola e i risultati parlano chiaro: «Il 5% dei cinghiali analizzati presenta un livello di Cesio 137 superiore ai 600 becquerel (il sistema internazionale di misurazione della radioattività) per chilo, ovvero il limite tollerabile dall’uomo in caso di incidente nucleare, secondo quanto previsto dal Regolamento Europeo del 2008. Sui funghi, inizialmente abbiamo esaminato 68 campioni prelevati in modo non controllato nella stessa zona dei cinghiali. Abbiamo riscontrato un campione positivo e deciso quindi di realizzare ora una ricerca ad hoc, che amplieremo anche ai frutti di bosco». Sono stati controllati anche «campioni di latte e formaggio prodotti in zona, ma sono risultati tutti negativi», assicura Caramelli.
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mercoledì 23 novembre 2016
10 carenze nutrizionali che causano depressione e sbalzi d'umore e gli alimenti dove trovare i nutrienti
E' la più diffusa malattia al mondo e continua a crescere anche cambiando forme. Secondo le ultime stime dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), solo nel 2015 la depressione ha interessato 350 milioni di persone, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti o di Brasile e Messico messi insieme.
Tra le dieci carenze alimentari più comunemente note che possono indebolire la funzione del cervello e della memoria, così come aggravare i livelli di stress e ansia, vitamine B, amminoacidi, zinco, magnesio, iodio e ferro, come riporta il sito aol.com. Per questo motivo è necessario fare attenzione alla propria dieta senza dimenticare di fissare degli appuntamenti frequenti con il proprio medico di fiducia.
Acidi grassi omega 3
Vitamine B
Acido folico
Zinco
Selenio
ecc.
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Tra le dieci carenze alimentari più comunemente note che possono indebolire la funzione del cervello e della memoria, così come aggravare i livelli di stress e ansia, vitamine B, amminoacidi, zinco, magnesio, iodio e ferro, come riporta il sito aol.com. Per questo motivo è necessario fare attenzione alla propria dieta senza dimenticare di fissare degli appuntamenti frequenti con il proprio medico di fiducia.
Acidi grassi omega 3
Vitamine B
Acido folico
Zinco
Selenio
ecc.
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lunedì 21 novembre 2016
Per migliorare l'umore una manciata di noci al giorno
Nelle noci potrebbe risiedere una delle chiavi per migliorare l'umore e
alleviare lo stress. Ma l'effetto positivo vale solo per i ragazzi
giovani, gli studenti universitari, in special modo i maschi. Il
consiglio è di mangiarne una manciata al giorno. È quanto emerge da una
ricerca della University of New Mexico, pubblicata sulla rivista
Nutrients. Gli studiosi hanno preso in esame 64 studenti, di età
compresa tra i 18 e i 25 anni. I partecipanti sono stati invitati a
mangiare tre fette di 'banana bread' un dolce tipico della tradizione
anglosassone, un plum-cake alla banana, ogni giorno per sedici
settimane. Per otto settimane, sono state aggiunte noci all'impasto, per
altre otto no. Le noci sono state finemente tritate in modo che i due
tipi di 'banana bread' fossero simili per gusto e aspetto.
Nel periodo in cui i ragazzi hanno mangiato il plum-cake alla banana con aggiunta di noci è stato chiesto loro anche di mangiare mezza tazza di noci al giorno. Al termine dell'esperimento, è stato misurato l'umore, con un apposito test, Profiles of Mood States (Poms), che esamina sei ambiti: tensione, depressione, rabbia, stanchezza, energia, confusione. "C'è stato un significativo 28 per cento di miglioramento del tono dell'umore nei giovani - spiega l'autore della ricerca, Peter Pribis - mentre gli stessi miglioramenti non hanno riguardato le ragazze, ma non sappiamo il perché".
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Nel periodo in cui i ragazzi hanno mangiato il plum-cake alla banana con aggiunta di noci è stato chiesto loro anche di mangiare mezza tazza di noci al giorno. Al termine dell'esperimento, è stato misurato l'umore, con un apposito test, Profiles of Mood States (Poms), che esamina sei ambiti: tensione, depressione, rabbia, stanchezza, energia, confusione. "C'è stato un significativo 28 per cento di miglioramento del tono dell'umore nei giovani - spiega l'autore della ricerca, Peter Pribis - mentre gli stessi miglioramenti non hanno riguardato le ragazze, ma non sappiamo il perché".
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Questo antico rimedio tedesco rinforza il sistema immunitario, abbassa il colesterolo, previene le infezioni e aiuta sbloccare le arterie
In questo articolo ti mostrerò un rimedio tedesco molto antico che tratta con successo la stanchezza, livelli alti di colesterolo, infezioni, raffreddori, e arterosclerosi. Inoltre, migliora il tuo sistema immunitario, e depura il fegato. Questa è la ricetta fatta in casa più semplice che puoi trovare. Per la preparazione di questo straordinario rimedio tedesco ti serviranno solamente 4 ingredienti.
- 4 limoni biologici
- 4 teste di aglio
- 2 litri d’acqua
- 1 radice di zenzero (3-4 cm)
Preparazione: Prendi i limoni biologici e tagliali (con la buccia) in 4 piccoli pezzi. Pulisci l’aglio, e mettio in un frullatore. Aggiungi i limoni e la radice di zenzero e frullali insieme fino a che non avrai un composto sottile ed omogeneo. Poni il composto in una casseruola e aggiungi 2 litri di acqua, riscalda fino ad ebollizione. Dopodiché, spegni il fuoco e lascia raffreddare. Quando il composto si sarà raffreddato, filtralo in una bottiglia di vetro.
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venerdì 18 novembre 2016
In Gran Bretagna ordinata ibernazione 14enne con cancro
L'aveva chiesto lei nella speranza di essere 'risvegliata'
Ibernata post-mortem: battaglia legale senza precedenti in Gran Bretagna dove una 14enne, malata terminale di cancro, ha ottenuto dai giudici che il suo corpo fosse conservato e non sepolto nella speranza di essere un giorno "risvegliata" e guarita con nuove cure. Lo riporta la Bbc: il verdetto, emesso poco prima del decesso della ragazza a ottobre, è stato reso pubblico ora dopo che il corpo, portato negli Usa, è stato congelato tramite "criogenesi".L'ibernazione post-mortem della ragazza è stata autorizzata in via definitiva da un giudice dell'Alta Corte di Londra col consenso della madre e contro il volere del padre. La 14enne, colpita da una forma rara di cancro, viveva con la famiglia nell'area metropolitana della capitale britannica. La criogenesi è una tecnica che in origine si basa sull'idea di poter conservare a lungo un corpo a temperatura bassissima rallentandone le funzioni vitali gradualmente.
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lunedì 14 novembre 2016
La dieta anticancro del professore Veronesi
L’8 novembre si è spento all’età di 90 anni l’oncologo Umberto Veronesi, promotore di alimentazioni e diete anticancro. Una vita spesa nella prevenzione e nella cura dei tumori hanno fatto di lui un pioniere nel campo. Sostenitore dello slogan “Siamo quel che mangiamo“, ha più volte affermato che l’alimentazione influisce sulla formazione dei carcinomi secondo una percentuale del 25-30%. Una correlazione piuttosto stretta, quindi, tra l’alimentazione e il cancro, definito il male del secolo, e per questo ancora più importante da contrastare attraverso una delle attività più rappresentative dell’uomo: l’alimentazione.
La dieta anticancro di Umberto Veronesi
Umberto Veronesi, direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia, studiò per anni quale relazione legava cibo e cancro. Il suo metodo fu dichiarato innovativo. La dieta anticancro da lui elaborata si prefigge come obiettivo la prevenzione dei tumori attraverso un consumo più coscienzioso dei diversi alimenti che la natura ci offre. In sostanza, la sua dieta non si allontana nettamente da quella mediterranea, ma è supportata da ulteriori regole.
1. Il consumo di frutta e verdura
Frutta e verdura dovrebbero venire consumati molte volte al giorno per il loro concentrato di benefici. Per quanto riguarda la frutta i momenti migliori sono la mattina e lo spuntino pomeridiano, lontano dal pranzo per non provocare una fermentazione intestinale, ma anche prima dei pasti per eliminare il senso impellente di fame. La verdura, invece, non dovrebbe mai mancare a pranzo e cena.
2. I cereali integrali
Un altro alimento che non dovrebbe mai mancare sono i cereali integrali, tra cui riso, quinoa, amaranto, grano, orzo, farro, molto importanti da inserire nella dieta grazie alla loro azione preventiva nei confronti di malattie come ictus e infarto. Regola fondamentale, però, è quella di variare sempre il tipo di cereale senza esagerare nelle dosi.
3. La frutta secca
Ogni giorno si dovrebbe consumare un’adeguata porzione di frutta secca ricca di omega 3. La dose consigliata è di 30 grammi giornalieri di noci, mandorle, nocciole, arachidi, pinoli o anacardi, in grado di apportare elementi nutritivi quali i grassi insaturi, proteine di alta qualità, fibre, vitamine e minerali utili per contrastare malattie come il diabete, cancro del colon, l’ipertensione e la sindrome metabolica.
4. Bere molta acqua
Elevate quantità d’acqua nell’organismo ogni giorno aiutare a depurare l’organismo dalle scorie e dalle sostanze tossiche. Inoltre, bere la giusta dose d’acqua giornaliera, circa 2 litri, aiuta a mantenere la giusta idratazione del corpo, a stimolare il metabolismo e a rafforzare il sistema immunitario.
5. L’olio d’oliva come unico condimento
L’olio d’oliva è l’unico condimento possibile sulla tavola. Inoltre, il suo utilizzo dovrebbe essere a crudo per evitarne la tossicità. È dimostrato che l’olio d’oliva, se consumato regolarmente e nella dose consigliata di 3 cucchiai al giorno, riduce il rischio cardiovascolare, oltre ad avere numerose proprietà cosmetiche, curative e nutrizionali.
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