La statunitense Food an Drug Administration (FDA) ha
dubbi sulla sicurezza dell’hamburger senza carne, ma con il sapore e
l’aspetto della carne, prodotto da Impossible Foods. La FDA teme che
una sostanza presente nel burger high-tech possa essere un potenziale
allergene.
Impossible Foods è stata fondata nel 2011 dall’ex
professore di biochimica dell’Università di Stanford, Pat Brown, con
l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della carne senza fare
cambiare abitudini alimentari ai consumatori.
L’ultima raccolta di
denaro ha portato nelle casse della società 75 milioni di dollari,
grazie alla partecipazione del fondo sovrano di Singapore Temasek e
della Open Philantrophy Project guidato dal co-fondatore di Facebook,
Dustin Moskovitz, e da sua moglie, Cari Tuna. Tra i finanziatori della
start-up della Silicon Valley ci sono già Bill Gates, Khosla Ventures e
Horizons Ventures, società di investimenti di proprietà del magnate
cinese Li Ka-shing. Sinora, Impossible Foods ha raccolto
complessivamente più di 250 milioni di dollari.
Il New York Times ha dedicato un lungo
articolo alla questione della sicurezza dell’hamburger di Impossible
Foods, riferendo sul contenuto di alcuni
documenti della FDA,
ottenuti dall’organizzazione canadese ETC Group e dai Friends of the
Earth Usa, in base alla legge sull’accesso agli atti della pubblica
amministrazione, il Freedom of Information Act. La FDA contesta a
Impossible Foods di non aver fornito prove sufficienti sulla sicurezza
di un ingrediente geneticamente modificato che è alla base
dell’Impossible Burger, dandogli il gusto e il colore della carne. Si
tratta della leghemoglobina di soia, una proteina che in natura è
presente nelle radici della soia e che Impossible Foods ha riprodotto in
laboratorio attraverso un processo di ingegneria genetica, chiedendo
alla FDA di confermarne la sicurezza alimentare. Secondo l’agenzia
statunitense, però, gli argomenti presentati dalla compagnia “
non stabiliscono la sicurezza della leghemoglobina di soia per il consumo”
e, in particolare, si sottolinea come la sostanza, che contiene 46
proteine e che sinora non è stata consumata dagli esseri umani, potrebbe
essere un potenziale allergene.
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