Da tre anni aspettavamo questa notizia. Nel gennaio 2013 avevamo chiesto a Barilla, Agnesi, De Cecco, Del Verde, La Molisana, Granoro, Garofalo, Divella e Armando, di riportare sull’etichetta l’origine della materia prima. Li abbiamo invitati anche a spiegare le motivazioni che spingono i pastifici a importare grano duro di alta qualità pagandolo anche il 20-30% in più. Allora l’azienda di Parma ci ha scritto dicendo che impiegava il più possibile materia prima nazionale, anche per motivi di convenienza economica, e dichiarava di importare il 20% della materia prima (quantità che può arrivare anche al 30% in relazione all’andamento del raccolto italiano). Altri produttori ammettevano l’importazione di grano duro ma non lo dichiaravano in etichetta e sol alcuni fornivano informazioni più precise sul sito. Nel luglio del 2017 abbiamo inviato un’altra lettera ai fratelli ricordando loro che da anni l’indicazione di origine si trova già sulla pasta Voiello che è un marchio di loro proprietà.
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