sabato 6 gennaio 2018
giovedì 4 gennaio 2018
Se Bevi caffè tutte le mattine ti conviene leggere questo! Ecco cosa si è scoperto!
Chi non ha bevuto almeno un caffè nella vita? Per la maggior parte delle persone, è la prima cosa che si fa quando ci si sveglia la mattina….anzi senza di lui, non ci sveglia proprio !
Oggi abbiamo deciso di sottoporre alla vostra attenzione un articolo davvero particolare, che spiega tutte le proprietà del caffè!
Oggi arrivano buone notizie per tutti gli amanti del caffè; L’Huffington Post ha stilato una lista che contiene i 10 buoni motivi per berlo.*
1- E ricco di Antiossidanti.
Il caffè è la prima sorgente di antiossidanti
Il corpo umano assorbe più antiossidanti dal caffè che da qualsiasi frutto o verdura.
2- Il suo profumo ha la capacità di ridurre lo stress.
– Odorare il caffè ha un effetto anti-stress
Dei ricercatori coreani hanno scoperto che nel cervello di soggetti esposti all’aromia del caffè, le proteine collegate allo stress reagiscono in modo positivo.
3- Può ridurre i sintomi del morbo di Parkinson.
Secondo un articolo della rivista scientifica Science Daily pubblicato nel 2012, bere caffè aiuta le persone colpite dalla malattia di Parkinson a controllare meglio i loro movimenti.
4- Fa bene al fegato. (soprattutto se consumate alcolici)
Uno studio pubblicato nel 2006 realizzato su 125 000 persone per 22 anni ha mostrato che le persone che bevono almeno una tazza di caffè al giorno diminuiscono del 20% la probabilità di sviluppare una cirrosi epatica.
5- Riduce la propensione al suicidio.
Bere tra 2 e 4 tazze di caffè al giorno potrebbe ridurre il rischio di suicidio per uomini e donne addirittura del 50%
6- Abbassa il rischio di contrarre il tumore alla pelle.
Riduce il rischio di sviluppare un cancro della pelle per le donne
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mercoledì 13 dicembre 2017
Brodo di pollo, una 'coccola' invernale che è una vera e propria medicina
Ha un effetto antinfiammatorio con benefici alle vie respiratorie
Le nonne avevano davvero ragione: il brodo di pollo, una 'coccola' nelle fredde giornate invernali, può essere anche una vera e propria 'medicina' in caso di raffreddore. Ha infatti un effetto antinfiammatorio, che può alleviare le infezioni delle alte vite respiratorie. A evidenziarlo è uno studio del Nebraska Medical Center di Omaha, negli Usa, pubblicato sulla rivista Chest.Gli studiosi hanno preso in esame specificamente il movimento dei neutrofili - un tipo di globuli bianchi nel sangue, scoprendo che tale movimento risultava ridotto in presenza del brodo di pollo, cosa che suggerisce un possibile meccanismo anti-infiammatorio che potrebbe almeno teoricamente alleviare i sintomi del raffreddore. Infatti, la riduzione del movimento dei neutrofili potrebbe ridurre l'attività nel tratto respiratorio superiore che causa sintomi simili a questo così diffuso malanno di stagione.
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lunedì 11 dicembre 2017
Raddoppia supplemento per acquisto farmaci di notte
In farmacia tariffa di 7,50 euro, fino 10 euro in piccoli comuni
Raddoppiano le tariffe per l'acquisto dei farmaci nelle farmacie in orario notturno: il supplemento passa da 3,87 euro a 7,50. La novità è prevista dal decreto ministeriale del 22 settembre, pubblicato in gazzetta ed in vigore dal 9 novembre, come rileva Federfarma. Il sistema di tariffe non era stato adeguato da 25 anni. Il supplemento è di 10 euro per le farmacie rurali sussidiate (in comuni con meno di 3mila abitanti).L'aumento tariffario, riporta oggi il Fatto, è previsto anche per le preparazioni galeniche.
Per le farmacie urbane e rurali non sussidiate (nei comuni con meno di 5mila abitanti), per le "dispensazioni di medicinali durante il servizio di turno notturno a battenti chiusi o a chiamata - informa Federfarma - è prevista l'applicazione di un diritto addizionale pari a euro 7,50".
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Domani sciopero dei medici, sospesi 40 mila interventi
sabato 9 dicembre 2017
Etichette a semaforo, tra bufale e realtà. Dossier del Fatto Alimentare per capire come funzionano e perché qualcuno rema contro
In Italia le etichette a semaforo non piacciono. Eppure stiamo parlando di un ottimo sistema per aiutare il consumatore a capire le caratteristiche nutrizionali di un prodotto. Il sistema è molto semplice: il rosso indica un alimento da assumere con moderazione, il verde un cibo sano mentre l’arancione invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata. Le etichette sono state accolte con entusiasmo dall’OMS e dalle associazioni dei consumatori, vengono usate da anni in Inghilterra e adesso, con il Nutri-Score, anche in Francia. Ma nonostante ciò, risultano invise a Coldiretti, ai ministri delle politiche agricole e della salute, a diverse associazioni di categoria come l’Unione Italiana Food (ex Aidepi e Aiipa), Assolatte e anche a diverse associazioni di consumatori, compresa una nutrita rappresentanza di cuochi. Nel gruppo mancano però nutrizionisti e società scientifiche che si occupano di alimentazione, come pure il parere del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa) e del Crea Nut (ex Inran) che dovrebbero essere i massimi esperti del settore.
In Italia alcuni sostengono che le etichette a semaforo siano l’espressione delle multinazionali del cibo, a cui enti e istituzioni avrebbero aderito contro gli interessi dei consumatori. Questa tesi è falsa. Basta dire che le etichette multicolore in Francia sono il frutto di un progetto promosso dai ministri della salute e dell’agricoltura, da enti scientifici e persino dell’industria con l’adesione delle associazioni di consumatori e di importanti catene di supermercati, come Auchan, con lo scopo di aiutare il consumatore a districarsi e a capire meglio le indicazioni nutrizionali già presenti sulle etichette.
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L’acrilammide che si forma nelle patatine, nei biscotti, nel caffè e nel pane cotto ad alte temperature è nociva.
Olio di palma continua la deforestazione.
venerdì 8 dicembre 2017
"La corsa ti fa bella": un calendario delle runner romane per aiutare la terapia del sorriso
Il calendario verrà distribuito ad un prezzo simbolico di 5 euro e il ricavato sarà devoluto all'Associazione Ridere per Vivere che opera nei reparti ospedalieri pediatrici. Hanno posato le atlete delle società podistiche della capitale
di MARCO RAFFAELLI
ROMA - E' nato il Calendario 2018 "La corsa ti fa bella". Un progetto che vede dodici atlete rappresentanti di alcune società podistiche romane, mettersi in gioco per dimostrare che la corsa non è solo fatica e sudore ma anche femminilità. Il calendario verrà distribuito dalla prossima settimana ad un prezzo simbolico di 5 euro. Il ricavato sarà devoluto all'Associazione Ridere per Vivere che opera nei reparti ospedalieri pediatrici e non solo, per portare attraverso la terapia del sorriso un'emozione positiva ai bambini malati. "Speriamo di riuscire a raccogliere una bella cifra per aiutare questi bravissimi operatori che riescono giornalmente a strappare sorrisi sulla bocca di chi soffre" dice Laura Duchi, Presidente del Gruppo Sportivo Bancari Romani e ideatrice del progetto "La Corsa ti fa bella".
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ROMA - E' nato il Calendario 2018 "La corsa ti fa bella". Un progetto che vede dodici atlete rappresentanti di alcune società podistiche romane, mettersi in gioco per dimostrare che la corsa non è solo fatica e sudore ma anche femminilità. Il calendario verrà distribuito dalla prossima settimana ad un prezzo simbolico di 5 euro. Il ricavato sarà devoluto all'Associazione Ridere per Vivere che opera nei reparti ospedalieri pediatrici e non solo, per portare attraverso la terapia del sorriso un'emozione positiva ai bambini malati. "Speriamo di riuscire a raccogliere una bella cifra per aiutare questi bravissimi operatori che riescono giornalmente a strappare sorrisi sulla bocca di chi soffre" dice Laura Duchi, Presidente del Gruppo Sportivo Bancari Romani e ideatrice del progetto "La Corsa ti fa bella".
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martedì 5 dicembre 2017
Cesio nei funghi, sotto esame anche le castagne e i mirtilli
Legambiente: “Attenti agli alimenti in arrivo da zone contaminate”
La stagione quest’anno non è stata particolarmente generosa. La
ricerca di funghi spesso si risolveva con una passeggiata nei boschi e
il cestino vuoto, tranne per qualche caso fortunato. Ma ora si è
trasformata in un incubo.
I funghi raccolti in Valsesia potrebbero essere radioattivi. E a questo punto potrebbero esserlo pure castagne e mirtilli. Ovvero contenere più di 600 becquerel per chilo, il limite tollerabile dall’uomo in caso di incidente nucleare. «Il mostro sta scappando dalla gabbia e ormai nessuno più riesce a fermarlo, perché anche se sono passati 30 anni da Cernobil, le radiazioni sono ancora qui – dice Gian Piero Godio di Legambiente -. Il Cesio se assunto si insedia nelle ossa e attacca il corpo da dentro. Io sconsiglio di mangiare i funghi provenienti dalle zone contaminate. E la Valsesia è una di quelle con la maggiore concentrazione, a causa delle piogge di quel periodo». «I funghi andrebbero fatti analizzare - continua Godio - ma sappiamo che nei ristoranti italiani arrivano anche funghi dalla Bielorussia, che sfuggono quindi ai controlli. Non è che se il Cesio è sotto al limite allora non fa male: è sempre una quantità che introduciamo nel nostro corpo».
I campioni
E’ successo su uno dei 68 campioni prelevati dalla stessa zona in cui tre anni fa si scoprirono cinghiali radioattivi, tanto che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha ordinato una ricerca, estesa anche agli altri frutti del bosco. I boschi valsesiani scontano ancora l’eccessiva radioattività dovuta all’incidente della centrale nucleare di Cernobil del 1986. Tre anni fa vennero analizzati capi di selvaggina, come cinghiali, caprioli, camosci, cervi, ma anche campioni di latte e formaggio prodotti in Valsesia; questi ultimi risultati negativi. I cinghiali, però, erano risultati radioattivi.
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L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale ha scoperto cesio oltre la soglia di tolleranza in un fungo |
GIUSEPPE ORRU'
VARALLO (VC)
I funghi raccolti in Valsesia potrebbero essere radioattivi. E a questo punto potrebbero esserlo pure castagne e mirtilli. Ovvero contenere più di 600 becquerel per chilo, il limite tollerabile dall’uomo in caso di incidente nucleare. «Il mostro sta scappando dalla gabbia e ormai nessuno più riesce a fermarlo, perché anche se sono passati 30 anni da Cernobil, le radiazioni sono ancora qui – dice Gian Piero Godio di Legambiente -. Il Cesio se assunto si insedia nelle ossa e attacca il corpo da dentro. Io sconsiglio di mangiare i funghi provenienti dalle zone contaminate. E la Valsesia è una di quelle con la maggiore concentrazione, a causa delle piogge di quel periodo». «I funghi andrebbero fatti analizzare - continua Godio - ma sappiamo che nei ristoranti italiani arrivano anche funghi dalla Bielorussia, che sfuggono quindi ai controlli. Non è che se il Cesio è sotto al limite allora non fa male: è sempre una quantità che introduciamo nel nostro corpo».
I campioni
E’ successo su uno dei 68 campioni prelevati dalla stessa zona in cui tre anni fa si scoprirono cinghiali radioattivi, tanto che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha ordinato una ricerca, estesa anche agli altri frutti del bosco. I boschi valsesiani scontano ancora l’eccessiva radioattività dovuta all’incidente della centrale nucleare di Cernobil del 1986. Tre anni fa vennero analizzati capi di selvaggina, come cinghiali, caprioli, camosci, cervi, ma anche campioni di latte e formaggio prodotti in Valsesia; questi ultimi risultati negativi. I cinghiali, però, erano risultati radioattivi.
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