sabato 20 ottobre 2018

Nelle E-cig si forma un nuovo e dannoso composto chimico scoperto solo adesso

Studio della Duke University, e' pericoloso per le vie respiratorie

Durante lo 'svapo' delle sigarette elettroniche ai vari gusti, viene creata una nuova sostanza chimica, sinora non ancora classificata nel dettaglio, e che non compare tra gli ingredienti delle e-cig. Ma il composto, irrita le vie respiratorie, creando possibili rischi alla salute.

    A scoprirla sono stati studiosi della Duke university, che hanno individuato la 'formazione' del nuovo composto dai solventi e dei gusti vari, usati nelle e-cig: Sven Jordt, professore di farmacologia e uno degli autori dello studio pubblicato su "Nicotine and Tobacco Research", ha osservato: "I consumatori non hanno la più pallida di a cosa si espongano quando svapano. Anche nel caso in cui sulle e-cig siano scritti i presunti ingredienti. Questo non appare".

    "La nuova sostanza chimica identificata - ha spiegato - va ad irritare le terminazioni nervose della gola, crea infiammazione cronica e ciò può portare ad asma e enfisema".

    Le sigarette elettroniche - ricorda lo studio - funzionano riscaldando un liquido chiamato 'e-juice', composto di sapori vari, propilene di glicolo, glicerina e spesso nicotina. Tutte ciò viene quindi scaldato e vaporizzato. Proprio nel processo di vaporizzazione si forma il composto chiamato 'acetale di aldeide PG'. E' questa la sostanza che raggiunge le vie respiratorie.

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venerdì 19 ottobre 2018

Microplastiche trovate nel 92% dei sali da cucina

Ricerca, inquinamento pesante in Asia, minore in Europa

ROMA - Anche il sale da cucina è contaminato dalle microplastiche. Molto pesantemente nei paesi del Sudest asiatico, dove si registra il maggior inquinamento del mare da plastica usa e getta. Ma pure in Italia e nel Nordeuropa, anche se in misura minore. Lo rivela una recente ricerca scientifica, pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Science & Technology e nata dalla collaborazione tra Greenpeace e l'Università di Incheon in Corea del Sud.

Ben 36 dei 39 campioni di sale da cucina analizzati (il 92%), provenienti da diverse nazioni inclusa l'Italia, contenevano frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri, meglio noti come microplastiche. Dall'indagine, che ha preso in esame campioni di sale marino, di miniera e di lago, risulta che 36 campioni erano contaminati da microplastica costituita da Polietilene, Polipropilene e Polietilene Tereftalato (PET), ovvero le tipologie di plastica più comunemente utilizzate per produrre imballaggi usa e getta.

Di tutti i campioni analizzati, quelli provenienti dall'Asia hanno registrato i livelli medi di contaminazione più elevati, con picchi fino a 13 mila microplastiche in un campione proveniente dall'Indonesia. Questo paese, secondo studi recenti, è seconda per l'apporto globale di plastica nei mari.

I tre campioni di sale provenienti dall'Italia, due di tipo marino e uno di miniera, sono risultati contaminati dalle microplastiche con un numero di particelle compreso tra 4 e 30 unità per chilogrammo.

Considerando l'assunzione media giornaliera di 10 grammi, un adulto potrebbe ingerire, solo attraverso il consumo di sale da cucina, circa 2 mila pezzi di microplastiche all'anno, considerando la concentrazione media di microplastiche in tutti i sali analizzati.

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martedì 16 ottobre 2018

Invecchiamento: nelle mele scoperta molecola in grado di rallentarlo

L’invecchiamento è un processo ineluttabile, cui nessuno tuttavia intende rassegnarsi. In una società sempre più anziana, ma non necessariamente in salute (con costi anche per la sanità pubblica) il mondo della scienza è in continuo fermento per trovare soluzioni affinché vecchiaia non significhi malattia. Nelle mele, ma anche in altri tipi di frutta e verdura, si celerebbe un prezioso elisir di lunga vita. Questo è quanto affermano gli scienziati dell’University of Minnesota Medical School di Minneapolis, Usa, in uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica EBIOMEDICINE. 

Senescenza cellulare o invecchiamento cellulare

Un fattore chiave nel processo di invecchiamento è noto come “senescenza cellulare” o invecchiamento cellulare. Quando una cellula entra in questa fase, non è più in grado di dividersi, dunque comincerà a rilasciare segnali infiammatori che spingeranno il sistema immunitario a liberarsi di quella cellula danneggiata.  La senescenza è inoltre un meccanismo soppressore del tumore attivato nelle cellule stressate per prevenire la replicazione del DNA danneggiato. I corpi più giovani eliminano con molta facilità la cellule senescenti, ma man mano che invecchiamo, i nostri sistemi diventano sempre meno efficienti. L’accumulo di cellule senescenti dà luogo ad un’infiammazione di basso livello, che nel tempo danneggerà i tessuti.

I senolitici distruggono le cellule senescenti

Già uno studio precedente, pubblicato su Nature Medicine, condotto da parte di alcuni membri dello stesso nuovo team di ricerca del Minnesota, in collaborazione con la Mayo Clinic di Rochester, aveva testato l’azione anti-invecchiamento di farmaci chiamati senolitici (nella loro composizione sono compresi i flavonoidi, molecole naturali dalle proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie). I senolitici colpiscono e distruggono selettivamente le cellule senescenti, rallentando e prevenendo il processo di invecchiamento. Ciò si traduce in un prolungamento della vita dell’individuo ed in un miglioramento del suo stato di salute. Persino un’assunzione tardiva di senolitici ha dimostrato di apportare ottimi benefici. Restava tuttavia da chiarire quale flavonoide fosse il più efficace nel contrastare i processi d’invecchiamento.

La fisetina presente nelle mele è un elisir di lunga vita

Con in mente tale obiettivo i ricercatori statunitensi, guidati dal Prof Paul D. Robbins, hanno testato 10 diversi flavonoidi su dei topi anziani. Il più efficace di questi si è dimostrato la fisetina, molecola che si trova naturalmente in molti alimenti vegetali tra cui mele, fragole, cipolle e cetrioli
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mercoledì 10 ottobre 2018

PROPRIETÀ DELLE CASTAGNE: CONOSCI I LORO SUPERPOTERI?


L’autunno è arrivato e con lui il primo freddo, ma anche i colori, gli odori e i gusti tipici di questa stagione che ci traghetta verso l’inverno. In questo periodo, tra i frutti più conosciuti e apprezzati per le sue proprietà ci sono le castagne, tipiche delle zone appenniniche e presenti in molte varietà, tra le quali spiccano quelle di Marradi e del Mugello (Igp). Tuttavia, esiste un po’ di confusione attorno a questo alimento: cosa distingue le castagne dai marroni? Le castagne contengono molte calorie e per questo fanno male? Come si possono utilizzare in in cucina? Per rispondere a queste domande e prepararci alla nuova stagione, abbiamo voluto sapere tutto delle castagne e dei loro tanti benefici, a partire dagli aspetti nutrizionali.


GLI ASPETTI NUTRIZIONALI

Innanzitutto, è bene chiarire due cose: le castagne sono i frutti del castagno, da non confondere con i semi dell’ippocastano, conosciuti come castagne matte e non commestibili; si differenziano dai marroni, per la forma rotondeggiante e minuta, la buccia più spessa e il colore più chiaro.
Ma al di là dei nomi e delle forme, sono le caratteristiche nutrizionali che colpiscono. Le castagne, infatti, sono ricche di carboidrati complessi (amido), fibre, proteine e sali minerali. Inoltre, sono una buona fonte di vitamine del gruppo B e non contengono colesterolo. Tali aspetti nutrizionali le rendono un alleato della salute e per questo in autunno non dovrebbero mancare nelle nostre tavole tra la frutta e verdura autunnale. Vediamo meglio le caratteristiche di questo frutto.

PROPRIETÀ DELLE CASTAGNE: 5 SUPERPOTERI DA CONOSCERE

Le castagne sono importanti per il nostro benessere poiché sono tra gli alimenti che fanno bene, soprattutto, al buon funzionamento dell’intestino, della circolazione e del sistema nervoso. Vediamo nel dettaglio le cinque principali proprietà delle castagne.

1. RICARICANO DI ENERGIA

In quanto composte principalmente da carboidrati, le castagne sono ricche di calorie e per questo il loro consumo non deve superare le tre volte la settimana. Tuttavia, il loro valore energetico le rende ottime per combattere stress e stanchezzae anche contro l’influenza dei periodi invernali, per recuperare le forze, agendo come ricostituente naturale.

2. COMBATTONO L’ANEMIA

Questo frutto autunnale contiene ferro ed è utile per contrastare l’anemia. Inoltre, è ricco di acido folico, una sostanza che aiuta ad evitare alcune malformazioni del feto, motivo per cui le castagne possono essere raccomandate nella dieta per le donne in gravidanza.
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lunedì 8 ottobre 2018

Quale banana dovrei mangiare? La tua scelta può influire sulla tua salute

Le banane rappresentano il complemento perfetto per la tua colazione e frullate insieme alle fragole hanno un sapore straordinario, ma lo sapevi che il colore delle banane che mangi ha effetti diversi sulla salute?
Le banane costituiscono una grande fonte di potassio, lo sanno quasi tutti, e forniscono nutrienti e vitamine utili al nostro corpo. Tuttavia, il colore di ogni banana, dal verde intenso al verde scuro e macchiato, contribuisce alla salute in modo diverso. Scopriamo le varietà di banane!  

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sabato 6 ottobre 2018

La dieta che riduce l'infiammazione garantisce una vita più longeva, nuovo studio polacco

La dieta anti-infiammatoria, secondo un nuovo studio dell'Università di scienze della vita di Varsavia, ridurrebbe il rischio di morte del 18%.

La dieta anti-infiammatoria allunga la vita, questo è quanto hanno scoperto i ricercatori dell'Università di scienze della vita di Varsavia, Polonia, in collaborazione con l’Università di Uppsala, l’Istituto Karolinska e il Centro di Ricerca sul Cancro Fred Hutchinson di Seattle. In particolare, un'alimentazione ricca di cibi ad azione anti-infiammatoria sarebbe stata associata a minori rischi di morte per qualsiasi causa, morte per cause cardiovascolari e morte per cancro, risultando particolarmente efficace nel proteggere la salute dei fumatori. I risultati dello studio polacco, che ha visto la partecipazione di 68.273 uomini e donne svedesi, di età compresa tra 45 e 83 anni, sono stati pubblicati recentemente sul Journal of Internal Medicine.

Questa dieta è particolarmente benefica per i fumatori

La dieta anti-infiammatoria ha avuto straordinari effetti sui volontari coinvolti nella ricerca, durata ben 16 anni. I partecipanti hanno inizialmente compilato un questionario alimentare in cui è stato richiesto loro quanto spesso mangiassero 11 cibi anti-infiammatori, come olio d'oliva e noci e 5 alimenti pro-infiammatori, come patatine, torte e biscotti. In base a questi dati è stato assegnato loro un punteggio da 0 a 16 (più alto era il punteggio più l'alimentazione era vicina alla dieta anti-infiammatoria). Durante i 16 anni di follow-up 16.088 pazienti sono deceduti, di cui 5.980 a causa di malattie cardiache e 5.252 a causa di cancro, la restante parte per altre cause. I partecipanti più aderenti alla dieta anti-infiammatoria hanno registrato un rischio inferiore del 18% di mortalità per tutte le cause, un rischio inferiore del 20% di morire per malattie cardiovascolari [VIDEO] e un rischio inferiore del 13% di morire per cancro, rispetto ai volontari meno propensi a consumare alimenti ad azione anti-infiammatoria.

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Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-antinfiammatoria.html

martedì 2 ottobre 2018

Pensioni: allarme del sindacato medici, con quota 100 via in 70mila

Anaao-Assomed, non basteranno neo specialisti

Il Governo si appresta a riformare la Legge Fornero introducendo la quota 100: l'uscita interesserà in pochissimo tempo i nati tra il 1954 e il 1957, più di 25 mila tra medici e dirigenti sanitari. Che aggiungendosi alle 45 mila uscite previste dalla Legge Fornero, porterà fuori dagli ospedali circa 70 mila tra medici e dirigenti medici.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...