giovedì 27 febbraio 2020

Un virus intelligente ma ora bisogna scoprire tutti i suoi punti deboli

Il Coronavirus venuto dalla Cina è molto scaltro: produce sintomi lievi e i contagiati si muovono liberamente. Così si propaga

Ci sono virus stupidi e virus intelligenti. I primi, come Ebola, uccidono rapidamente i loro ospiti. I secondi li colpiscono con sintomi lievi. Fanno sì che continuino a viaggiare, lavorare e andare in vacanza, nonostante un po’ di brividi e naso chiuso. Che tornino a casa la sera in famiglia, non disdicano quella cena con gli amici prenotata tempo fa o si lancino nell’impresa sportiva per cui si erano tanto allenati.

Veloce e furbo
Ecco, il nuovo coronavirus venuto dalla Cina è particolarmente intelligente. L’80% dei contagiati ha sintomi blandi, quasi inesistenti. Ma che sarà mai, ci dicevamo, non uccide certo come gli altri coronavirus di Sars e Mers. Perché preoccuparsi tanto, è solo un’influenza o poco più. E lui intanto, non visto dai radar, viaggiava. E andando veloce, ovviava alla letalità piuttosto bassa (3% contro il 10% della Sars e il 34% della Mers). Fino a triturare, con la sua costanza, i record di vittime dei ben più cattivi coronavirus fratelli.


L’epidemia dei giorni di festa
L’epidemia ha preoccupato fin dall’inizio le autorità di Wuhan. Il 30 dicembre è stato lanciato l’allarme all’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Ma le misure di prevenzione sono state prese a rilento. Wuhan ha aspettato il 23-24 gennaio per imporre un cordone sanitario. La decisione è entrata in vigore 8 ore dopo l’annuncio, dando modo a chi non gradiva la reclusione di cambiare città. Né è stato cancellato il banchetto da guinness per 10 mila famiglie, il 7 febbraio, per festeggiare il capodanno. Solo a feste concluse è stato vietato di vendere selvaggina viva. Da allora – a dimostrazione delle dimensioni di questo mercato – le autorità hanno chiuso 20 mila allevamenti di porcospini, cinghiali, civette delle palme, pavoni. In vendita c’erano anche coccodrilli, serpenti, tigri, pangolini e, come sappiamo, pipistrelli.


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mercoledì 26 febbraio 2020

Coronavirus, la ricetta del disinfettante fai da te sul sito Oms

Mascherine e gel disinfettante negli uffici pubblici e anche in Senato. Disinfezione di autobus e metro, anche a Roma


Alcol etilico, glicerina e acqua ossigenata, diluite con acqua distillata o fatta bollire e poi raffreddare. Questa la 'ricetta' per preparare un disinfettante per le mani 'fai da te' contenuta in un documento pubblicato sul sito dell'Oms, che spiega anche tutti i passaggi necessari. Per preparare dieci litri di disinfettante, spiega il documento che fa parte del materiale messo a punto dall'Oms per il lavaggio delle mani e non è specifico per il coronavirus, vanno usati circa 8,3 litri di alcol etilico al 96%, 420 millilitri di acqua ossigenata al 3% e 145 millilitri di glicerolo al 98%, portando poi la soluzione risultante al volume di 10 litri con acqua sterile, distillata o fatta bollire e poi raffreddare. Il contenitore può essere di plastica o vetro, mentre la soluzione può essere mescolata con attrezzi di plastica, metallo o legno.
Disinfettante per le mani in tutti gli uffici pubblici e pulizia straordinaria di autobus e metro. Sono due misure disposte dal modello di ordinanza su Coronavirus che il governo ha preparato per le Regioni fuori dall'area del contagio. "Nelle P.a., nelle strutture sanitarie e in tutti i locali aperti al pubblico, devono essere messe a disposizione di addetti, utenti e visitatori, disinfettanti per il lavaggio delle mani". Inoltre "le aziende di trasporto pubblico locale devono adottare interventi straordinari di pulizia dei mezzi".
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martedì 25 febbraio 2020

Dall'infarto ai tumori, ecco le prime 25 cause di morte in Italia

Secondo il rapporto dell'Istat sia nel 2003 che nel 2014 le prime tre cause di morte in Italia sono le malattie ischemiche del cuore e le malattie cerebrovascolari



Dalle malattie del cuore ai tumori, dalle demenze alle malattie respiratorie. L'Istat ha pubblicato per la prima volta i dati di mortalità per causa in Italia negli anni 2003 e 2014, un rapporto che fotografa le prime 25 cause di morte nel nostro paese.

Dal 2003 al 2014 tasso mortalità sceso del 23%

Nel 2014, i decessi in Italia sono stati 598.670, con un tasso standardizzato di mortalità di 85,3 individui per 10mila residenti. Dal 2003 al 2014 il tasso di mortalità si è ridotto del 23%, a fronte di un aumento del 1,7% dei decessi (+9.773) dovuto all'invecchiamento della popolazione. Nel rapporto dell'Istat si legge che sia nel 2003 che nel 2014 le prime tre cause di morte in Italia sono le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore (rappresentative del 29,5% di tutti i decessi), anche se i tassi di mortalità per queste cause si sono ridotti in 11 anni di oltre il 35%. Al quarto posto nella graduatoria delle principali cause di morte figurano i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni (33.386 decessi). Demenza e Alzheimer risultano in crescita; con i 26.600 decessi rappresentano la sesta causa di morte nel 2014.


Tra i tumori specifici di genere, quelli della prostata sono la decima causa di morte tra gli uomini (7.174 decessi), mentre quelli del seno sono la sesta causa tra le donne (12.201 decessi) e la più frequente di natura oncologica. Tra le cause di morte in aumento, la prima è la setticemia (1,3% del totale dei decessi). Nel 2014 i decessi si sono triplicati rispetto al 2003 soprattutto per effetto della maggiore presenza nella popolazione di anziani multicronici.
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domenica 16 febbraio 2020

Infarto: un esame del sangue per prevedere il rischio, anche senza sintomi

Prevedere l'infarto con un esame del sangue, anche senza sintomi: è la missione di un progetto che ha ottenuto un maxi-finanziamento


Prevedere l’infarto con un esame del sangue. E’ la missione di un progetto lombardo che ha ottenuto un maxi-finanziamento pari a 4,7 milioni di euro dalla Fondazione regionale per la ricerca biomedica (Frrb). Lo studio, battezzato ‘Intestrat-Cad’, è guidato dal Centro cardiologico Monzino di Milano che lo condurrà in partnership scientifica con l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), l’Istituto Firc di oncologia molecolare-Ifom di Milano, l’università e il Policlinico San Matteo di Pavia.

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venerdì 14 febbraio 2020

E’ vero che un’aspirina al giorno previene l’infarto?

Tra le pratiche più diffuse, vi è l'assunzione quotidiana di aspirina per prevenire l'infarto: è un'abitudine corretta? L'esperto fa chiarezza

L’infarto è una delle patologie più pericolose e più temute, anche perché a seconda dell’entità può causare seri problemi alla salute fino a essere letale. Per questo sono in molti a cercare degli stratagemmi per prevenirlo e oltre a un’alimentazione sana e a uno stile di vita attivo, in molti optano per una prevenzione farmacologica.
Tra le pratiche più diffuse, vi è l’assunzione quotidiana di aspirina per prevenire l’infarto, questo perché l’acido acetilsalicilico ha un potente effetto fluidificante sul sangue, questo impedisce alle piastrine di formare grumi e può essere un valido aiuto al fine di migliorare la circolazione nei piccoli vasi sanguigni.
Tuttavia questa abitudine è corretta e consigliata? A fare chiarezza, il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas e docente di Humanitas University, attraverso il portale di Humanitas.
Prima di tutto è necessario fare una premessa. L’aspirina è un appurato strumento di prevenzione cardiovascolare in quanto riduce l’aggregabilità delle piastrine, riduce il rischio di trombi e può aiutare a prevenire le trombosi vascolari. Ciò non significa che, in assenza di qualunque malattia, sia consigliabile assumerla in prevenzione primaria. L’aspirina, infatti, non è priva di effetti collaterali, che possono manifestarsi a livello dello stomaco, con acidità, emorragie in caso di rottura di capillari, sanguinamenti gastrici o epistassi.
Molto meglio tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, smettere di fumare, modificare il proprio stile di vita verso scelte più sane, sia in alimentazione, sia per quanto riguarda l’attività fisica. 
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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...