"Ciò significa - ha sottolineato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus - che le misure restrittive devono essere revocate lentamente e con controllo. Non può accadere tutto in una volta. E solo se la sanità pubblica ha adottato le corrette misure, come una significativa capacità di tracciare i contatti" con i contagiati
“Sappiamo che il Covid-19 si diffonde rapidamente e sappiamo che è 10 volte più mortale del virus responsabile dell’influenza del 2009 (la cosiddetta “suina”, ndr)”. A dirlo è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che nel corso del briefing sul coronavirus con i giornalisti a Ginevra ha fatto il punto della pandemia di coronavirus nel mondo spiegando che “le prove provenienti da diversi Paesi ci stanno dando un quadro più chiaro di questo virus, come si comporta, come fermarlo e come trattarlo”.”Sappiamo che in alcuni Paesi i casi di Covid19 raddoppiano ogni tre/quattro giorni“, ha proseguito Adhanom Ghebreyesus sottolineando come mentre la diffusione “accelera molto rapidamente, si riduce molto lentamente. In altre parole il calo è molto più lento dell’aumento”.
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Contagi, crescita mai così bassa. Ma altri 566 morti.
lunedì 13 aprile 2020
domenica 12 aprile 2020
CORONAVIRUS: VACCINO anti Covid-19 forse PRONTO prima del previsto. Partita la SPERIMENTAZIONE sull'Uomo
Una macchina che non smette di lavorare. E' quella della scienza e della ricerca. La lotta comune, valida per tutto il mondo che sta affrontando la PANDEMIA, è quella della ricerca di un VACCINO: insomma, si tratta di una vera e propria CORSA contro il TEMPO. Ed è notizia di queste ore secondo cui il VACCINO potrebbe essere pronto PRIMA DEL PREVISTO, in quanto è appena partita la SPERIMENTAZIONE sull'UOMO.La sperimentazione sugli esseri umani è un procedimento molto lungo e anche rischioso: tuttavia questo non ha spaventato Ian Haydon, 29enne specialista in comunicazione alla University of Washington, che si è sottoposto a un primo ciclo di somministrazione del vaccino.
Prima di procedere con le iniezioni, l'azienda che sta sviluppando il farmaco ha fatto firmare a Ian un documento di venti pagine in cui dichiara di essere consapevole dei rischi della sperimentazione; e così, nella mattinata di mercoledì 8 aprile, l'uomo ha ricevuto una prima dose e tra un mese ne riceverà una seconda.
Si tratta di un gesto di grande altruismo, fatto da una persona consapevole dei rischi, ma mossa da una grande volontà di mettersi a disposizione per salvare il pianeta da una grave epidemia.
“Ho sentito parlare dello studio da un collega che mi ha riferito del reclutamento e ho inviato le mie informazioni sanitarie. Non mi aspettavo di avere notizie, perché avevano migliaia di domande, ma alla fine hanno scelto me. Sono stato visitato e sottoposto ad analisi, e mi hanno spiegato lo studio. Mi ritengo fortunato a poter fare il volontario per combattere il coronavirus", queste le parole del giovane Ian, intervistato da un reporter della Mit Review.
Fonte
Meteo: ESTATE 2020, sarà VITTORIA sul VIRUS. Ecco con quali PREVISIONI secondo il CENTRO EUROPEO
Prima di procedere con le iniezioni, l'azienda che sta sviluppando il farmaco ha fatto firmare a Ian un documento di venti pagine in cui dichiara di essere consapevole dei rischi della sperimentazione; e così, nella mattinata di mercoledì 8 aprile, l'uomo ha ricevuto una prima dose e tra un mese ne riceverà una seconda.
Si tratta di un gesto di grande altruismo, fatto da una persona consapevole dei rischi, ma mossa da una grande volontà di mettersi a disposizione per salvare il pianeta da una grave epidemia.
“Ho sentito parlare dello studio da un collega che mi ha riferito del reclutamento e ho inviato le mie informazioni sanitarie. Non mi aspettavo di avere notizie, perché avevano migliaia di domande, ma alla fine hanno scelto me. Sono stato visitato e sottoposto ad analisi, e mi hanno spiegato lo studio. Mi ritengo fortunato a poter fare il volontario per combattere il coronavirus", queste le parole del giovane Ian, intervistato da un reporter della Mit Review.
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Meteo: ESTATE 2020, sarà VITTORIA sul VIRUS. Ecco con quali PREVISIONI secondo il CENTRO EUROPEO
venerdì 10 aprile 2020
La mascherina appanna gli occhiali? I tre trucchi per evitare che succeda VIDEO
Abituarsi ad indossare la mascherina, in questi tempi di emergenza coronavirus, non è semplice per tutti, soprattutto per chi porta gli occhiali: questi ultimi sanno che andare in giro con i dispositivi di protezione sul viso porta inevitabilmente a incappare in un piccolo disagio, gli occhiali che si appannano e ci costringono ad abbassare la mascherina, a muoverla, insomma a toccarla continuamente.
(...)
Come mostrano i tutorial, ci sono tre metodi diversi. Il primo metodo è quello di spruzzare liquido antiappannante sugli occhiali, lasciarlo agire per qualche secondo, e poi sciacquarli con abbondante acqua: nonostante la mascherina, riuscirete a vedere chiaro. Il secondo metodo è posizionare un fazzoletto di carta sul bordo superiore della mascherina: il terzo, simile al secondo, prevede invece che si pieghi il bordo superiore della mascherina.
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Come mostrano i tutorial, ci sono tre metodi diversi. Il primo metodo è quello di spruzzare liquido antiappannante sugli occhiali, lasciarlo agire per qualche secondo, e poi sciacquarli con abbondante acqua: nonostante la mascherina, riuscirete a vedere chiaro. Il secondo metodo è posizionare un fazzoletto di carta sul bordo superiore della mascherina: il terzo, simile al secondo, prevede invece che si pieghi il bordo superiore della mascherina.
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Coronavirus, come non far appannare gli occhiali quando si indossa la mascherina: i trucchi (video)
giovedì 9 aprile 2020
Gel disinfettante: già partita la produzione al Farmaceutico Militare di Firenze
Gel disinfettante: già partita la produzione al Farmaceutico Militare di Firenze
„L'Istituto incaricato dal Ministero per tutta Italia: tempi record e ritmo 2.000 litri al giorno
Gel disinfettante: già partita la produzione al Farmaceutico Militare di Firenze
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„L'Istituto incaricato dal Ministero per tutta Italia: tempi record e ritmo 2.000 litri al giorno
Gel disinfettante: già partita la produzione al Farmaceutico Militare di Firenze
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Istituto farmaceutico miliare di Firenze è già partito con la produzione di gel disinfettante, come stabilito dai recenti provvedimenti del governo. Duemila litri al giorno di liquido che saranno distribuiti in tutta Italia.
La struttura è stata attivata dal Ministero della Difesa per l'emergenza coronavirus. Oltre 700mila euro la spesa autorizzata per produrre il gel che ormai da qualche settimana è praticamente introvabile.
Il gel è un disinfettante prevalentemente per le mani che viene prodotto secondo "la formulazione dell'Organizzazione mondiale della sanità. E' un disinfettante con un'azione virucida, uccide quindi il virus", come ha spiegato in un servizio del Tgr Toscana uno dei responsabili della struttura.
"Stiamo già pensando di farne un'altra formulazione, ma senza glicerina, per usarla negli ambienti e sugli oggetti, un po' come viene fatto con l'alcool a 70 gradi negli ospedali", ha aggiunto. Il gel verrà distribuito dalla protezione civile a tutte le strutture, soprattutto ospedaliere, che ne hanno bisogno.
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mercoledì 8 aprile 2020
Comunicazione EMA sull’uso di clorochina e idrossiclorochina nel trattamento del COVID-19
Nella comunicazione allegata l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ribadisce a pazienti e operatori sanitari che la clorochina e l’idrossiclorochina devono essere utilizzati solo negli studi clinici o nei programmi di utilizzo in emergenza per il trattamento del COVID-19.
I due medicinali infatti - attualmente autorizzati per il trattamento della malaria e di alcune malattie autoimmuni - sono oggetto di studio in tutto il mondo poiché potenzialmente in grado di curare la malattia da coronavirus (COVID-19).
Tuttavia, l'efficacia nel trattamento del COVID-19 non è ancora stata dimostrata negli studi e sia clorochina che idrossiclorochina possono avere effetti indesiderati gravi, soprattutto a dosi elevate o in associazione ad altri farmaci.
A tal proposito si richiama la comunicazione AIFA pubblicata il 31 marzo 2020 contenente informazioni di sicurezza per gli operatori sanitari sull'uso appropriato di clorochina e idrossiclorochina nell'impiego per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19.
martedì 7 aprile 2020
Coronavirus, gli 11 giorni di Wuhan che avrebbero potuto salvarci dalla pandemia
Sono i giorni più importanti, nella storia di questa polmonite diventata pandemia e la Cina sceglie la strada del negazionismo. Se le autorità avessero agito per tempo i contagi sarebbero stati molto inferiori
Undici giorni. È il tempo passato, a Wuhan, fra la morte di un uomo di 61 anni per Covid19 e l’ammissione pubblica di Zhong Nanshan, epidemiologo cinese, alla tv di stato circa la diffusione di un nuovo virus. Undici giorni fatali per la Cina, e forse per il mondo intero. In quel lasso di tempo, circa 5milioni di persone hanno lasciato la capitale dell’Hubei, muovendosi verso il resto della Cina e il resto del mondo. Portando il contagio ovunque. Diventando, inconsapevolmente, diffusori di una malattia sconosciuta.
Ma andiamo con ordine. La prima vittima ufficiale da Covid19, il sessantunenne di Wuhan, muore il 9 gennaio. Nei giorni precedenti aveva frequentato il mercato alimentare della città, luogo legato a molti dei primi casi di questa pandemia. La sua morte viene annunciata dalla Commissione Sanitaria Municipale due giorni dopo (l'11 gennaio). Le autorità cinesi sono più o meno certe che queste polmoniti fossero state trasmesse da animale a uomo, e che quindi i potenziali infetti erano quelli venuti a contatto con gli animali stessi al mercato cittadino. Nessuno, però, fa trapelare un dettaglio determinante: dopo 5 giorni dalla morte del 61enne, anche la moglie della vittima ha iniziato ad avvertire gli stessi sintomi. E la donna non è mai stata al mercato d Wuhan. Un segnale chiarissimo che il virus misterioso, il nemico sconosciuto, si sta diffondendo da uomo a uomo.
lunedì 6 aprile 2020
Speranza dai ricercatori: il farmaco Ivermectin sarebbe in grado di uccidere il virus
Le analisi sono in fase sperimentale in un ambiente di laboratorio
WELLINGTON - Il farmaco Ivermectin sarebbe in grado di uccidere il Covid-19. La notizia arriva da uno studio pubblicato da alcuni ricercatori dell'Università di Monash, in Australia.
Gli scienziati comunque smorzano l'entusiasmo: il farmaco si è dimostrato efficace in laboratorio, ma l'Ivermectina non può essere utilizzata nell'uomo fino a quando non sono stati completati ulteriori test e studi clinici per confermare l'efficacia del farmaco a livelli sicuri per il dosaggio negli esseri umani.
In ogni caso, i test in una coltura cellulare hanno dimostrato che il farmaco antiparassitario, già disponibile in tutto il mondo, sarebbe in grado di uccidere il virus in 48 ore. «Abbiamo scoperto che una singola dose è in grado di rimuovere tutto l'RNA virale entro 48 ore, ma anche che in sole 24 ore si può notare una riduzione significativa», ha spiegato la dottoressa Kylie Wagstaff, a capo del progetto.
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Gli scienziati comunque smorzano l'entusiasmo: il farmaco si è dimostrato efficace in laboratorio, ma l'Ivermectina non può essere utilizzata nell'uomo fino a quando non sono stati completati ulteriori test e studi clinici per confermare l'efficacia del farmaco a livelli sicuri per il dosaggio negli esseri umani.
In ogni caso, i test in una coltura cellulare hanno dimostrato che il farmaco antiparassitario, già disponibile in tutto il mondo, sarebbe in grado di uccidere il virus in 48 ore. «Abbiamo scoperto che una singola dose è in grado di rimuovere tutto l'RNA virale entro 48 ore, ma anche che in sole 24 ore si può notare una riduzione significativa», ha spiegato la dottoressa Kylie Wagstaff, a capo del progetto.
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