martedì 26 maggio 2020

Covid 19. "Abbiamo isolato il virus, è meno forte". Svolta in laboratorio: ecco le prove

La rivelazione del presidente dei virologi, Caruso: la variante studiata dai miei ricercatori a Brescia è poco aggressiva. "Prima il morbo era una bomba, ora i tamponi sono appena positivi. E anche chi ha una carica virale forte, non ha sintomi"

Brescia, 26 maggio 2020 - Finalmente si può dire: il virus è diventato meno aggressivo in questo fine maggio italiano. Ci pensa il professore Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), a dare una svolta decisa, grazie soprattutto a una scoperta scientifica. "Sì, il nuovo Coronavirus sta perdendo forza", spiega il virologo, dopo che nel laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili a Brescia, da lui diretto, è stata isolata una variante di virus Sars-CoV-2 "estremamente meno potente, più ‘buona’".
"Mentre i ceppi virali che siamo stati abituati a vedere in questi mesi, che abbiamo isolato e sequenziato, sono bombe biologiche capaci di sterminare le cellule bersaglio in 2-3 giorni – spiega l’esperto –, questo per iniziare ad attaccarle ha bisogno minimo di 6 giorni": il doppio del tempo.
La notizia sarà oggetto di pubblicazione scientifica, ma Caruso vuole anticiparla "per lanciare un messaggio di speranza. Queste varianti virali più attenuate dovrebbero diventare il futuro della probabile evoluzione di Covid-19". Che il nuovo Coronavirus si stia indebolendo è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano i bollettini quotidiani che riportano un numero di contagi progressivamente in calo, ma soprattutto le terapie intensive degli ospedali che via via si svuotano. "È tanto vero che sta perdendo forza – sottolinea Caruso, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’università degli Studi di Brescia – che ogni giorno vediamo tamponi naso-faringei positivi non più in modo forte, bensì debole". La prova molecolare di "infezioni molto leggere, quasi inapparenti. Si vede il virus in dosi molto, molto ridotte".
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domenica 24 maggio 2020

Lunedì inizia l’indagine di sieroprevalenza per capire la reale diffusione del Coronavirus: i cittadini selezionati verranno contattati telefonicamente

Coronavirus, lunedì inizia un grande test di sieroprevalenza in tutt'Italia: ecco come funzionerà


Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, a partire da lunedì 25 maggio, avvieranno un’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus Sars-CoV-2 per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi. Il test verrà eseguito su un campione di 150mila persone residenti in duemila Comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età. Gli esiti dell’indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei. Per ottenere risultati affidabili e utili è fondamentale che le persone selezionate per il campione aderiscano. Partecipare non è obbligatorio, ma conoscere la situazione epidemiologica nel nostro Paese serve a ognuno di noi. Le persone selezionate saranno contattate al telefono dai centri regionali della Croce Rossa Italiana per fissare, in uno dei laboratori selezionati, un appuntamento per il prelievo del sangue. Il prelievo potra’ essere eseguito anche a domicilio se il soggetto e’ fragile o vulnerabile.
Al momento del contatto verrà anche chiesto di rispondere a uno specifico questionario predisposto da Istat, in accordo con il Comitato tecnico scientifico.

martedì 19 maggio 2020

CORONAVIRUS: il COVID-19 INFETTA pure la PELLE. Ecco l'incredibile SCOPERTA

Il nuovo coronavirus, oltre ai polmoni attacca anche altre parti del nostro corpo, come occhi, cuore e fegato. Ma non solo: una sempre più crescente mole di studi suggerisce che i pazienti affetti da COVID-19 mostrano anche sintomi della pelle, o meglio eruzioni cutanee che possono manifestarsi in varie forme: alcune sono come piccole macchie rosse, mentre altre somigliano a lesioni più estese.
Nonostante tutto, precisano gli esperti, è troppo presto per poter dire se queste eruzioni cutanee sono causate dal nuovo coronavirus o se invece sono correlate ad altri fattori.
"Questa è davvero una domanda da un milione di dollari", spiega Kanade Shinkai, professoressa di dermatologia all’Università della California di San Francisco in un editoriale appena pubblicato su Jama Dermatology, che aggiunge: "Non è chiaro se le lesioni cutanee che osserviamo siano in realtà una manifestazione diretta del coronavirus nella pelle, o se siano per esempio una reazione dovuta alla forte risposta del sistema immunitario".

lunedì 18 maggio 2020

Vaccino Covid, dagli Usa l’annuncio di Moderna: “Positivo test sui volontari, hanno sviluppato gli anticorpi”

La società biotech statunitense Moderna ha annunciato - in anticipo rispetto alla tabella di marcia - i risultati promettenti dei primi test di sicurezza sull'uomo del suo candidato vaccino, in fase di sviluppo in collaborazione con il Niaid, l'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive guidato dal virologo Anthony Fauci. L'azienda ha anche illustrato un piano per un ampio studio clinico "a luglio", per dimostrare l'efficacia del prodotto in sperimentazione.


La società ha riferito che in otto pazienti, seguiti per un mese e mezzo, il vaccino a dosi basse e medie ha innescato livelli ematici di anticorpi specifici simili o superiori a quelli riscontrati nei pazienti guariti. Il plasma  ricco di anticorpi donato da pazienti guariti viene testato separatamente per determinare se si tratta di una terapia efficace per Covid-19. Inoltre il candidato vaccino avrebbe finora dimostrato di essere sicuro e ben tollerato, a parte il rossore nel sito di iniezione per un paziente e alcuni sintomi sistemici in tre pazienti trattati con la dose più alta, ha spiegato l'azienda.

I dati provvisori annunciati oggi arrivano da una sperimentazione clinica volta a dimostrare la sicurezza del vaccino sperimentale e a selezionare la dose corretta. Al momento non sono stati dati dettagli circa le dimensioni o la durata del grande studio che inizierà a luglio, che sarà cruciale per stabilire se il vaccino è sicuro ed efficace.

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Azienda Usa, dati positivi da primi test



giovedì 14 maggio 2020

Kawasaki e Covid, lo studio sui bambini di Bergamo pubblicato su Lancet

In troppi bambini con una sindrome rara e i medici si allarmano, poi le segnalazioni dei pediatri e lo studio. E adesso la più prestigiosa rivista internazionale. E i medici lanciano un monito: "Attenzione a ridurre le misure di distanziamento nei più piccoli"


Lo studio sui bambini italiani colpiti dalla sindrome di Kawasaki, malattia infiammatoria piuttosto rara, è approdato su Lancet, una delle più prestigiose riviste internazionali. Lo studio è stato condotto dai pediatri dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che si erano insospettiti di fronte a numeri molto alti di una malattia che invece si diagnostica raramente. In un solo mese all'ospedale bergamasco avevano registrato tanti casi quanti ne vedevano in tre anni. Troppi per essere un caso.

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Coronavirus e malattia di Kawasaki, l'allarme dei pediatri italiani


venerdì 8 maggio 2020

Coronavirus, l’immunologa Antonella Viola: “La cura al plasma ha effetti collaterali e non è poco costosa”

L’immunologa Viola: “Cura al plasma costosa”

Antonella Viola, immunologa dell’Istituto di Ricerca Pediatrica (IRP) di Padova e ospite fissa della trasmissione Piazzapulita, durante la puntata di giovedì 7 maggio del programma di La7 ha espresso le sue perplessità sulla cura al plasma, che tanto sta facendo discutere da quando la prima sperimentazione all’Ospedale di Mantova ha dato riscontri confortanti. L’immunologa ha voluto fare chiarezza, smentendo le teorie del complotto circolate sui social secondo cui governo e case farmaceutiche vorrebbero nascondere gli effetti benefici della plasmaterapia. Anche Matteo Salvini, negli scorsi giorni, ha pubblicato con insistenza post e tweet in cui parla della cura sperimentata dal professore Giuseppe De Donno, chiedendosi perché l’esecutivo non l’abbia adoperata in modo più estensivo, addirittura come un rimedio che possa essere sostituito al vaccino.
“C’è stato un gran discutere sul plasma come di qualcosa di sostitutivo al vaccino. È una cura, non è una prevenzione. E non è una novità, la conosciamo da 100 anni, ma non è né semplice né poco costosa. Ha effetti collaterali e non è qualcosa che le case farmaceutiche stanno nascondendo”, ha sottolineato Viola. 

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Rezza a TPI: “La terapia al plasma? Funziona ma non sostituisce il vaccino”





Coronavirus, la foto del virus cambia tutto: si muore per insufficienza renale

La straordinaria scoperta dell'istituto "Mario Negri", stravolge tutte le teorie: non solo i problemi respiratori causano i decessi

Coronavirus, la foto del virus cambia tutto: si muore per insufficienza renale

L'emergenza Coronavirus prosegue senza sosta in Italia, la malattia continua a farla da padrona e le cause e i rimedi sono ancora allo studio. In attesa di un vaccino per il quale servirà almeno un anno, tutti gli ospedali studiano soluzioni alernative, con farmaci sperimentali e terapie delle più svariate. Ma potrebbe esserci stata una svolta, dopo una scoperta fatta analizzando la foto di un'autopsia. "La causa della morte non è solo l’insufficienza respiratoria ma in moltissimi casi è l’insufficienza renale". E' stato, infatti, immortalato per la prima volta in Europa il coronavirus all’interno di una cellula renale. La scoperta - si legge sul Corriere della Sera - arriva dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche «Mario Negri» di Bergamo. I ricercatori hanno individuato il virus in un campione proveniente da un’autopsia eseguita su un paziente morto al Giovanni XXIII.

Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...