giovedì 28 gennaio 2021

Fumare di meno fa diminuire il rischio di tumore al polmone?

Ecco la risposta al sondaggio della rubrica VERO O FALSO di ANSA Salute

Fumare di meno fa diminuire il rischio di tumore al polmone? Vero

I rischi che corre chi fuma regolarmente sono noti a tutti. Ma anche una sigaretta ogni tanto fa male ai polmoni? "Smettere completamente di fumare, o non iniziare proprio, è sempre la scelta migliore", dice Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, professore all’università di Siena, presidente del Fonicap (Forza operativa nazionale contro il cancro del polmone) e docente Consulcesi Club. "Ma se si fuma di meno, il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni diminuisce".

"Il cancro del polmone - spiega - è causato dall'accumulo di sostanze cancerogene che provocano un danno genetico. Se le sostanze cancerogene entrano nell'organismo saltuariamente, sarà necessario più tempo per creare il danno, e quindi il rischio di tumore sarà minore. Una sigaretta a settimana allora fa decisamente meno danni di una al giorno".

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mercoledì 27 gennaio 2021

Covid, balzo dei positivi: sono 15.204, 467 le vittime

Martedì i positivi erano stati 10.593. Nasce il Consorzio Italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione del virus

Sono 15.204 i test positivi al coronavirus in Italia in 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 467. Martedì i positivi erano stati 10.593 e i morti 541. Sono 293.770 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 257.034. Il tasso di positività è del 5,17% (ieri era del 4,1%, quindi in aumento di oltre l'1%).

E nasce il Consorzio Italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione del virus SARS-CoV-2, che permetterà di seguire l'evoluzione del coronavirus e di monitorare la risposta immunitaria alla vaccinazione. L'iniziativa è stata presentata nella conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute. "Questa è solo una delle prime pandemie che vedremo perchè dal mondo animale arriveranno altre pandemie. Non possiamo perdere questa occasione", ha affermato il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù.  "Questa è solo una delle prime pandemie che vedremo perchè dal mondo animale arriveranno altre pandemie", ha sottolineato Palù.

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Tre volte negativo: muore

Palù (Aifa): "Questa è la prima pandemia ma ne arriveranno altre"

La previsione del presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Giorgio Palù

"Questa è solo una delle prime pandemie che vedremo perché dal mondo animale arriveranno altre pandemie". Ad affermarlo è stato il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, alla conferenza stampa al ministero della Salute per la nascita del Consorzio Italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione del virus SARS-CoV-2, che permetterà di seguire l'evoluzione del coronavirus e di monitorare la risposta immunitaria alla vaccinazione.

Fonte

Tutte le dichiarazioni controverse sul Coronavirus di Giorgio Palù, il nuovo presidente dell’Aifa



Covid: geni e ormoni cause della maggior mortalità maschile

La conferma viene da uno studio della Yale University

(ANSA) - ROMA, 26 GEN - Gli uomini hanno 1,7 volte in più di probabilità di morire per Covid-19 rispetto alle donne. Tutto dipende da fattori genetici, ormonali e del sistema immunitario.
   

A dirlo sono gli studiosi della Yale University, che in un articolo pubblicato sulla rivista Science sono riusciti a individuarne alcune delle cause. Una delle prime, dicono i ricercatori, viene dalla biologia di base. Le donne hanno due cromosomi X, gli uomini ne hanno uno. I cromosomi X sono importanti perché sono ricchi di geni che regolano la risposta immunitaria. In sostanza, le donne hanno 'rinforzi' del sistema immunitario. Poi, secondo i ricercatori di Yale, c'è anche una questione ormonale. In uno studio condotto sui topi infettati con Sars-Cov-2 è stata osservata una mortalità più elevata nei maschi: questa sarebbe attribuita ai ruoli protettivi degli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili. La loro presenza può aiutare a sopprimere l'Ace 2, un recettore che viene utilizzato proprio da Sars-Cov-2 per entrare nelle cellule. Nella letteratura scientifica era stato già notato che gli uomini sottoposti a una terapia di deprivazione androgenica per cancro alla prostata sembrano essere meno suscettibili alle infezioni del coronavirus. Inoltre, secondo gli studiosi di Yale, l'età amplifica e talvolta sabota la risposta immunitaria di un uomo all'infezione da Sars-Cov-2. Gli studiosi hanno scoperto che quando gli uomini di 60 anni iniziano a perdere la capacità di montare una risposta immunitaria iniziale al nuovo coronavirus, spesso c'è anche una reazione eccessiva compensatoria da parte di altre molecole del sistema immunitario che può portare a infiammazioni dannose. Questi fattori infiammatori possono innescare la cosiddetta 'tempesta di citochine' che può portare a gravi danni ai polmoni e ad altri tessuti.

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Covid: 10.593 positivi, 541 vittime

martedì 26 gennaio 2021

Covid, ipotesi Ue per zone “rosso scuro”. Ci sono quattro aree italiane: cosa significa

Il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, ha anticipato i risultati di una simulazione della nuova mappa del contagio realizzata dall’Ecdc. Nella lista aree di Portogallo, Spagna, Francia e Germania. Per l’Italia ci sono Veneto, Emilia Romagna, Friuli e la provincia autonoma di Bolzano. I cittadini potrebbero essere sottoposti all'obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell’Ue. E-R: nessun rosso scuro, dati sotto la soglia. Ecco cosa potrebbe cambiare 

La Commissione Ue propone l'aggiunta di un nuovo colore, il “rosso scuro”, alla mappa del rischio del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) "per riflettere l'alto livello di infezioni parzialmente legate a nuove varianti di coronavirus”. Ci sono anche alcune aree italiane interessate: ecco cosa significa e cosa potrebbe succedere


Le zone italiane a rischio "rosso scuro"

Covid, ultime notizie. Bollettino: 10.593 casi e 541 vittime nelle ultime 24 ore.

Grotta di sale, la terapia del sale

 

La terapia del sale, chiamata anche haloterapia (dal greco “halos” che significa sale), è una terapia olistica che consiste nella inalazione di cloruro di sodio, nebulizzato attraverso uno speciale apparecchio in un ambiente appositamente creato. Le persone che stazionano in questo ambiente per alcune sedute di terapia, possono giovare dei benefici e dei vantaggi dell'aria di mare. Perfette per allontanare lo stress ma ottime anche per trattare patologie respiratorie e dermatologiche, scopriamo tutti i benefici delle grotte di sale e della haloterapia.

Nell’antica Roma, ma anche successivamente nel Medioevo, nelle cave naturali di sale era stato messo a punto un trattamento, la speleoterapia, a cui venivano sottoposte persone con problemi respiratori. I malati venivano portati nelle caverne di sale, dove stazionavano un certo periodo di tempo, al fine di beneficiare al meglio delle proprietà del sale.

Molti anni dopo nel 1843 il medico polacco Feliks Boczkowski pubblicò i risultati positivi ottenuti con questa terapia, su un certo numero dei suoi pazienti. Egli aveva notato che i lavoratori delle miniere di sale godevano di uno stato di salute generale migliore rispetto a chi svolgeva altre attività lavorative. In particolare i minatori polacchi delle miniere di sale presentavano riduzioni significative di malattie e disturbi respiratori. Il dottor Boczkowski ebbe quindi l’idea di sfruttare gli effetti positivi della esposizione al sale ed allo iodio, e mise a punto la haloterapia.

Negli anni successivi i trattamenti nelle grotte di sale si diffusero in più luoghi e Nazioni, diventando quasi una moda, soprattutto nei paesi sovietici, dove tutt’ora sono certificati come terapia medica a tutti gli effetti. Per quanto riguarda l’Europa tale terapia si è diffusa soprattutto in Germania, durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. Possiamo immaginare che in tempo di guerra la mancanza di farmaci, oltre al costo degli stessi, sia stata di stimolo alla ricerca di terapie alternative efficaci, a disposizione di molti e di basso costo.

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Un anticorpo monoclonale blocca metastasi del tumore al seno

A dirlo è uno studio condotto dal Campus Bio-Medico di Roma

(ANSA) - ROMA, 25 GEN - Grazie a un anticorpo monoclonale si può bloccare lo sviluppo delle metastasi alle ossa del tumore al seno. E' il risultato raggiunto da uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica Oncogene, che è stato condotto dal Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e dall'Inserm di Lione grazie anche al lavoro dei gruppi di ricerca dell'Institut Curie di Parigi e dell'Università di Amburgo.
    Il team di ricerca ha identificato la proteina integrina alfa5 come uno dei fattori maggiormente coinvolti nei processi di metastatizzazione ossea. Questi processi possono essere responsabili della comparsa di recidiva anche a distanza di anni dalla fine dei trattamenti chirurgici e adiuvanti.
    Gli studiosi hanno notato come l'anticorpo monoclonale Volociximab arrivi a bloccarne l'azione della proteina.
    L'elevata efficacia del Volociximab nell'inibire la formazione di metastasi ossee è stata dimostrata prima su modelli in vitro e poi in vivo, nei laboratori di Oncologia traslazionale dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Inserm di Lione.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...