giovedì 4 febbraio 2021

Coronavirus, il bollettino di oggi 4 febbraio: 13.659 nuovi casi e 422 morti

Ieri erano stati 13.189 i nuovi casi e 476 i morti

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 13.659 nuovi casi e 422 vittime. Con i morti di oggi nel nostro Paese è stata superata la soglia delle 90 mila vittime ufficiali per il Covid-19: il totale è di 90.241.

Sono 306 i medici morti finora

Hanno raggiunto il numero di 306 i medici morti a causa della pandemia da Covid-19. Lo comunica la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo). L'ultima vittima, dall'inizio della pandemia, è la dottoressa Maria Giuseppa Giammalva, medico di Medicina generale di Palermo.

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Coronavirus, gli anticorpi monoclonali usati allo Spallanzani: "Buoni risultati su positivi a lungo termine"


Covid: anticorpi durano 6 mesi nella maggior parte dei guariti

Studio Gb su 1700 persone

In circa l'88% delle persone guarite dal Covid-19, gli anticorpi nel sangue rimangono per 6 mesi. Lo indica lo studio condotto dalla biobanca britannica Uk Biobank, una delle più grandi al mondo per gli studi sul Covid, che ha analizzato i campioni biologici di quasi 1700 persone, come segnala la Bbc.

La Uk Biobank raccoglie sangue, urina, campioni di saliva, dati genetici e esami di cuore e cervello di circa mezzo milione di persone, che hanno acconsentito a far analizzare le loro informazioni per aiutare la ricerca medica.

Quasi 20.000 di questi volontari hanno fornito un campione di sangue ogni mese tra il 27 maggio e 4 dicembre scorso. Di questi, 1699 sono risultati positivi agli anticorpi al SarsCov2 in questo periodo, indicando un'infezione passata. Molti di loro erano già risultati positivi al coronavirus nel primo mese dello studio, suggerendo quindi che il contagio fosse avvenuto nella prima ondata pandemica. Sei mesi dopo, è così emerso che l'88% di loro aveva ancora gli anticorpi al virus rilevabili nel sangue, confermando così quando osservato in studi più piccoli condotti sugli operatori sanitari.

E' inoltre possibile che alcuni o tutti quelli di quel 12%, i cui test da positivi sono diventati negativi, abbiano comunque mantenuto una qualche protezione contro una successiva infezione, anche se la loro quantità di anticorpi era troppo bassa per essere rilevata.

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mercoledì 3 febbraio 2021

Covid: i contagi schizzano a 13.189, i morti sono 476. A Varese primo caso di variante sudafricana in Italia

Sono stati 279.307 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore

Nelle ultime 24 ore sono stati 13.189 i test positivi al coronavirus registrati in Italia. Lo rende noto il ministero della Salute.

Martedì i test positivi erano stati 9.660. Le vittime sono 476 (martedì erano state 499).

Sono 279.307 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia (35 mila più di ieri), con un tasso di positività del 4,7% (il giorno prima era stato del 3,9%, l'incremento è dello 0,8%).

Le persone ricoverate in terapia intensiva in Italia sono 2.145 e sono 69 in meno rispetto alle 24 ore precedenti, nel saldo tra ingressi e uscite; gli ingressi giornalieri sono 133. I ricoverati con sintomi sono invece 20.071, quindi 246 in meno di ieri.

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Covid, mantenere una bocca sana protegge dalle forme più gravi

In chi ha le gengive infiammate il rischio di morte è 9 volte maggiore

Avere una bocca sana potrebbe proteggere dalle forme più gravi di Covid-19. In chi soffre di un'infiammazione gengivale severa, infatti, la probabilità di decesso è quasi 9 volte più alta rispetto a chi ha la bocca sana, il rischio di ricorrere a ventilazione assistita è 4,5 volte maggiore e di 3,5 volte più alto quello di finire in terapia intensiva.

A dimostrarlo è uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Periodontology, che suggerisce come la prevenzione e la cura delle malattie gengivali riduca il pericolo di complicanze in chi viene contagiato da Sars-CoV-2.
    Lo studio, condotto in Qatar, ha coinvolto 568 pazienti con diagnosi di Covid-19 fra febbraio e luglio 2020, per i quali era disponibile la cartella clinica integrata medica e odontoiatrica. Ne è emerso che chi aveva le gengive infiammate non era più a rischio di contagio ma, una volta contratta l'infezione aveva conseguenze più gravi. "Fra i 40 pazienti che hanno avuto complicazioni, ben l'80% aveva la parodontite - spiega Luca Landi, presidente della Società Italiana Parodontologia e Implantologia (SIdP) - e la probabilità di una qualsiasi complicazione da Covid-19 è risultata 3,7 volte più alta in chi aveva le gengive infiammate, con un effetto molto evidente sui decessi, di quasi 9 volte più probabili. Questo rischio è stato confermato anche dopo escluso altri fattori, come età, diabete e fumo".

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Fumo e batteri nemici delle gengive


Covid, terapie intensive ancora sotto pressione: ecco dove

In 8 regioni e province autonome italiane. La percentuale più alta si registra in Umbria

(Adnkronos)

Nonostante i valori medi nazionali vadano migliorando, i reparti di terapia intensiva sono ancora sotto pressione in 8 regioni e province autonome italiane, dove superano la soglia critica, fissata al 30% dal ministero della Salute, dei pazienti Covid-19 ricoverati rispetto ai posti letto disponibili. La percentuale più alta si registra in Umbria con il 45%, seguita dalla Provincia autonoma di Trento con il 39% e dalla Puglia (37%), a fronte di una media nazionale che sta registrando un costante calo ed è stabile da 4 giorni sul 26%. E' quanto emerge dai dati dell'Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), aggiornati a ieri sera.

Le altre regioni che 'sforano' il 30% dei posti Covid nelle terapie intensive sono il Friuli Venezia Giulia (35%), la Provincia autonoma di Bolzano con il 34%, Lazio, Lombardia e Marche al 31%.

Fonte


Aifa: "AstraZeneca preferibile fra under55 sani, più dati sugli anziani"

Speranza in pressing per accelerare sui monoclonali

"A seguito delle numerose interpretazioni di stampa delle ultime ore, AIFA precisa che la posizione della Commissione tecnico scientifica è rimasta invariata rispetto a quella espressa nella riunione del 30 gennaio. In attesa di ulteriori studi, l'indicazione per il vaccino AstraZeneca resta preferenzialmente per la popolazione tra i 18 e 55 anni e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi".

Lo precisa in una nota l'Agenzia italiana del farmaco. "Si attendono - rileva - maggiori evidenze sul rapporto beneficio/rischio del vaccino prima di suggerirne la somministrazione nei soggetti di età più avanzata".

Il ministro della Salute Roberto Speranza - secondo quanto apprende l'Ansa - sarebbe in 'pressing' sull'Aifa per accelerare il via libera agli anticorpi monoclonali. Un pressing che sarebbe già in atto da tempo e che ultimamente è stato supportato da nuovi studi. L'agenzia per il farmaco ha pubblicato il 22 gennaio scorso il bando per lo studio clinico sugli anticorpi monoclonali contro il Covid-19 e proprio ieri il Presidente Palu li ha definiti "salvavita". "Sulla loro efficacia - ha detto - ci sono fior di studi e nessuna controindicazione". Intanto recentemente la Germania ha dato il suo primo ok alla cura.

Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato per mercoledì 3 febbraio il vertice con le Regioni per fare il punto sul nuovo piano dei vaccini alla luce dei tagli annunciati dalle case farmaceutiche e del via libera al vaccino di Astrazeneca. All'incontro, in programma alle 17,30, saranno presenti anche il ministro della Salute Roberto Speranza e il Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri.

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Ecco come Arcuri si difende sugli acquisti di siringhe deluxe

Arcuri ha tre diversi documenti (due di Pfizer ed uno di Aifa) per dimostrare che ha acquistato le siringhe luer lock in base a indicazioni fornite dalla casa farmaceutica e dall’Agenzia italiana del farmaco. Che cosa ha svelato il quotidiano Repubblica

Le siringhe luer lock, più costose e più difficili da reperire, non sono un capriccio di Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza da Covid-19. È per dimostrarlo, scrive Repubblica, Arcuri ha ben tre diverse carte da calare: tre diversi documenti, due mail e una circolare dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

Basteranno a convincere la Corte dei Conti che il Commissario straordinario non ha sperperato denaro pubblico? Andiamo per gradi.

PFIZER CONSIGLIA LE LUER LOCK

A parlare di siringhe luer lock per la vaccinazione anti Covid-19 è Pfizer, la casa farmaceutica che in collaborazione con la tedesca BionTech ha messo a punto il primo vaccino contro il Sars-Cov-2.

In un allegato ad una mail inviata ad Arcuri il 23 ottobre scorso da Pfizer, scrive Repubblica, viene descritta tutta la procedura di inoculazione del vaccino. A pagina 17 del report, gli addetti ai lavori di Pfizer consigliano espressamente di usare le “1 ml luer lock syringes”, siringhe di precisione adatte per fare l’iniezione intramuscolo.

LE FAQ DI PFIZER

Non solo. A ribadire la necessità di utilizzare le siringhe luer lock è sempre Pfizer in un elenco delle Faq. Si legge che per ogni fiala “sono necessarie cinque siringhe modello luer lock”. Solo a gennaio, dopo l’inizio delle vaccinazioni, è stato ufficializzata la possibilità di estrarre sei dosi e non cinque.

LE INDICAZIONI DI PFIZER PER IL CANADA

Che Pfizer consigliasse queste siringhe per l’inoculazione del vaccino si intuisce anche dal documento di inoculazione redatto da Governo del Canada su indicazioni inviate da Pfizer-Biontech.

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L’indagine della Corte dei conti sulle siringhe di Arcuri? Parte da un esposto dell’ex europarlamentare Rivellini. Aifa: “Le luer lock sono le più sicure”


Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...