mercoledì 10 marzo 2021

Il polline nell’aria può aumentare il rischio di Covid, anche se non si soffre di allergia

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell’Università Tecnica di Monaco ha dimostrato che a elevate concentrazioni di pollini nell’aria segue un aumento dei contagi da coronavirus SARS-CoV-2. I granuli pollinici sono infatti in grado di interferire con l’efficacia del sistema immunitario, anche nei soggetti non allergici. Ecco i consigli degli esperti.

Il polline disperso nell'aria può aumentare il rischio di contagio da coronavirus SARS-CoV-2, anche se non si soffre di allergia ai granuli rilasciati dalle piante spermatofite. I tassi di infezione, infatti, aumentano in modo significativo quando circolano elevate concentrazioni di polline nell'ambiente. Tra gli altri fattori in grado influenzare la curva dei casi di COVID-19, l'infezione provocata dal patogeno pandemico, figurano anche l'umidità e la temperatura; i pollini, spesso in sinergia con questi fattori ambientali, hanno un impatto sulla variabilità dei tassi di infezione fino al 44 percento.

A dimostrare che i pollini dispersi nell'aria possono aumentare il rischio di contagio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell'Università Tecnica di Monaco, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Facoltà di Medicina dell'Università di Augusta; dell'Istituto meteorologico finlandese di Helsinki; della Scuola di Sanità Pubblica “Mailman” dell'Università Columbia di New York; del Dipartimento di Botanica e Fisiologia Vegetale dell'Università di Malaga e di altri centri sparsi per il mondo. I ricercatori, riuniti sotto l'egida del “COVID-19/POLLEN study group” e coordinati dalla professoressa Claudia Traidl-Hoffmann del Dipartimento di Medicina Ambientale, hanno deciso di indagare sulla relazione tra SARS-CoV-2 e polline sulla base dei risultati di una precedente ricerca – Pollen exposure weakens innate defense against respiratory viruses – nella quale era stato dimostrato che i granuli pollinici possono interferire con l'efficacia del nostro sistema immunitario.

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Frullato bruciagrassi naturale: ecco come prepararlo

Dimagrire con un frullato naturale è possibile. In assenza di attività fisica ecco alcuni rimedi non sostitutivi che possono aiutare a rimanere in forma.

Essere sedentari e camminare poco è spesso una brutta abitudine che si riversa negativamente sulla propria salute. Nonostante spesso il lavoro ci costringa a stare ore ed ore in ufficio e non fare nessun altro tipo di attività, è sempre importante fare un minimo di attività fisica o utilizzare i break durante la giornata per una sana camminata o una piccola corsetta.

Nel caso ciò non fosse possibile è importante mantenere almeno un’alimentazione sana in modo da perdere peso e non aver problemi di salute, anche a livello di grasso accumulato. Mangiando male, infatti, si rischia di ingrassare ma anche di veder aumentare il livello di colesterolo. A lungo andare questo comportamento potrebbe portare seri danni in primis all’apparato circolatorio.

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Covid, L'Ordine dei Medici: 'Il Piemonte sia subito zona rossa'

'Intervenire quando la situazione è ormai fuori controllo non serve' 

Convocata a Palazzo Chigi la cabina di regia del Governo, che si riunirà per valutare le ulteriori misure anti-Covid da mettere in campo alla luce delle ultime indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Le valutazioni saranno poi portate all'attenzione delle Regioni per una condivisione.

"L'incidenza di persone positive in Piemonte, che al 7 marzo era di 277 ogni 100.000 abitanti, potrebbe raddoppiare entro le prossime due settimane a parità di condizioni".

Lo sostiene il presidente dell'Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, che chiede di istituire "immediatamente" la zona rossa nella regione. "È demenziale che il Governo assuma decisioni sulla base di rilevazioni risalenti a 10 giorni prima, utilizzando un sistema farraginoso che non tiene conto di tutti i dati già a disposizione e delle proiezioni possibili - aggiunge -. Intervenire quando la situazione è ormai fuori controllo non serve".

"La situazione epidemiologica in Piemonte vede un costante aumento, giorno dopo giorno, dei contagi e dei ricoveri per Covid-19, con il concreto rischio di saturazione dei reparti ospedalieri"...

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Coronavirus: Oggi alle 17 la cabina di regia. Salvini: 'Nei weekend più controlli, non più misure'



Marche, zona rossa in 4 province su 5



 

Sclerosi multipla, lo smog frena la riparazione del sistema nervoso

Uno studio italiano mette sotto accusa le polveri sottili

L'esposizione alle polveri sottili ha effetti negativi sulle capacità rigenerative del tessuto nervoso e in particolare della mielina, la guaina isolante delle fibre nervose che risulta danneggiata nella sclerosi multipla: a evidenziare per la prima volta questo legame, che potrebbe spiegare almeno in parte l'associazione tra smog e sclerosi multipla rilevata da molti studi epidemiologici, è una ricerca condotta su modelli animali dal Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO) dell'Università di Torino, in collaborazione con l'Università di Milano e quella dell'Insubria. Lo studio, finanziato dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e dalla sua Fondazione FISM, è pubblicato sulla rivista Neurochemistry International.

I risultati dimostrano che l'esposizione alle polveri più sottili (PM2.5) ostacola la riparazione della mielina, inibisce il differenziamento delle cellule che la producono (gli oligodentrociti) e promuove l'attivazione di cellule (astrociti e microglia) che di norma svolgono funzioni di sostegno ai neuroni, ma che contribuiscono alla neuroinfiammazione quando sono attivate dal sistema immunitario come accade nella sclerosi multipla.

"Nelle prime fasi di malattia, la mielina può comunque essere riparata da cellule gliali presenti nel tessuto nervoso, chiamate oligodendrociti, il che contribuisce alla remissione - purtroppo spesso solo temporanea - dei sintomi", spiega Enrica Boda del NICO, Università di Torino. "Le ricerche in corso nei nostri laboratori sono importanti perché permettono di capire quali fattori possono ostacolarne la riparazione".


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Covid, superati i 2,6 milioni di morti nel mondo

Gli Stati Uniti restano il Paese maggiormente colpito, secondo il Brasile

(Adnkronos)

Sono più di 2,6 milioni le persone che hanno perso la vita dopo aver contratto il coronavirus nel mondo. Lo rende noto la Johns Hopkins University, che ha confermato almeno 2.610.128 morti per complicanze legate al Covid-19. Gli Stati Uniti restano il Paese maggiormente colpito, con 527.643 morti, seguiti dal Brasile con 268.370 decessi e dal Messico con 191.789 morti.

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Covid Brasile, 1.972 morti in un giorno: mai così tanti




martedì 9 marzo 2021

Covid Italia, oggi 19.749 contagi e 376 morti: bollettino 9 marzo

I dati della Protezione Civile sull'epidemia di Coronavirus pubblicati dal ministero della Salute. Tasso di positività al 5,7%, in aumento i pazienti in terapia intensiva

(Adnkronos)

Sono 19.749 i contagi da coronavirus in Italia oggi, martedì 9 marzo, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile pubblicato dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 376 morti, un dato che porta a 100.479 il totale dei decessi dall'inizio dell'epidemia di covid 19.

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Italia supera 100mila morti, Cts valuta nuove misure

Tensione su lockdown. Ipotesi weekend chiusi, zone rosse più dure

L'Italia supera i 100mila morti dall'inizio della pandemia e si colora sempre più di rosso a causa delle varianti del virus che spingono verso l'alto la curva dei contagi e riportano in sofferenza gli ospedali, con le terapie intensive di 11 regioni già sopra la soglia critica del 30%. Chiusure e restrizioni decise dai governatori che potrebbero anticipare un nuovo intervento del governo: il Cts si riunirà nelle prossime ore per valutare su richiesta del governo i nuovi interventi.

Le ipotesi sono delle chiusure generalizzate nei weekend, delle zone rosse più severe, come fu a Codogno nella prima ondata, e il criterio di 250 casi ogni 100 mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa.

A poco più di un anno dalla morte del 78enne di Vo' Euganeo che sarà ricordato per sempre come la prima vittima del Covid nel nostro paese, l'Italia supera dunque una soglia simbolica e inimmaginabile fino a 12 mesi fa: i morti per il virus il doppio di quelli di Aids, 34 volte quelli del terremoto dell'Irpinia, 50 volte quelli del Vajont, 300 volte quelli de l'Aquila. Le ultime 318 vittime portano infatti il totale a 100.103 e non è affatto finita visto che i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ospedalieri salgono inesorabilmente (2.700 sono ora i pazienti in rianimazione, e 21.831 quelli nei reparti ordinari, con un incremento di ben 687) e ci sono altri 13.902 positivi, 7mila meno ma con 90mila tamponi in meno, tanto che il tasso di positività resta stabile al 7,5%. In una situazione simile, con "ogni vita che conta" come dice il premier Mario Draghi, mantenere le misure restrittive e anzi rafforzarle è l'unica strada possibile.

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Covid: Sestili,dal primo al 7 marzo i casi aumentati del 23%


Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...