venerdì 26 marzo 2021

La scoperta degli scienziati italiani: «Blocca il Coronavirus e ne impedisce la diffusione»

Un gruppo di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani delle università Tor Vergata di Roma e Torino ha scoperto che l’indolo-3-carbinolo (I3C), un composto naturale derivato da piante come cavoli e broccoli, è in grado di bloccare il coronavirus SARS-CoV-2 nelle cellule umane impedendogli di uscire e diffondersi nel resto dell’organismo.

I test, al momento condotti solo in vitro, gettano le basi per potenziali farmaci in grado di ostacolare la replicazione virale e la trasmissione della COVID-19

Un composto naturale prodotto dalle piante Crucifere (Brassicaceae) è in grado di "intrappolare" il coronavirus SARS-CoV-2 all'interno delle cellule, ostacolando la replicazione e impedendo la diffusione nel resto dell'organismo.

In parole semplici, grazie a questo vero e proprio blocco – che colpisce gli enzimi responsabili della fuoriuscita virale, un meccanismo biologico chiamato "cell egression" – è possibile arrestare l'infezione e neutralizzare il patogeno.

I risultati sono stati ottenuti in laboratorio su cellule coltivate in provetta (test in vitro), tuttavia, poiché il composto naturale coinvolto è sicuro e viene già utilizzato per il trattamento di altre condizioni mediche, come la papillomatosi respiratoria ricorrente, gli autori della scoperta sono fiduciosi sul fatto che possa passare rapidamente alla fase clinica per poterne dimostrare le spiccate capacità antivirali anche nell'uomo.

La sostanza in grado di bloccare il Covid nelle cellule è l'indolo-3-carbinolo (I3C)

Deriva dalla degradazione di composti glucosidici presenti nella maggior parte delle piante Crucifere, come cavoli, broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles e simili.

Crucifere, le piante che hanno portato alla scoperta italiana contro il Covid

A scoprire le sue proprietà contro il patogeno pandemico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani dell'Università di Tor Vergata, dell'Università di Torino e dell'Università del Nevada (Stati Uniti), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Beth Israel Deaconess Cancer Center della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard; del Dipartimento di Epidemiologia e Ricerca Preclinica dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (INMI) di Roma; del Laboratorio di Genetica Medica dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; dell'Università di Boston e di numerosi altri istituti. Hanno partecipato all'indagine anche alcuni consorzi di ricerca, come il COVID Human Genetic Effort, il French COVID Cohort Study Group e il CoV-Contact Cohort.

Continua qui


Rara mutazione genetica espone giovani uomini a forme più gravi di Covid


Covid Italia, Istat: nascite al minimo storico nel 2020

In Italia ci sono 384mila persone in meno, è come se non ci fosse Firenze. Crollano anche i matrimoni

Meno nascite e più morti per la pandemia. Un triste binomio quello di un 2020, flagellato dal Covid, che ha portato come calcola l'Istat a un calo della popolazione in Italia di 384mila persone. "E' come se non ci fosse Firenze" spiega l'Istituto nazionale di statistica, aggiungendo come "il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia, registrato nel 2019", sia stato "di nuovo superato nel 2020". Gli iscritti in anagrafe per nascita sono stati appena 404.104, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019 (-3,8%).

Calo nascite 2020, la distribuzione territoriale

La geografia delle nascite mostra un calo generalizzato in tutte le ripartizioni, maggiore al Nord-ovest (-4,6%) e al Sud (-4,0%). I tassi di natalità pongono la provincia autonoma di Bolzano al primo posto con 9,6 nati per mille abitanti e la Sardegna all’ultimo con il 5,1 per mille.

"In tutti i mesi del 2020 si registrano valori percentuali inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, ad eccezione di febbraio con il 4,5% in più, in parte dovuto al giorno in più nel calendario 2020. Il calo delle nascite -spiega l'Istat- si accentua nei mesi di novembre e soprattutto di dicembre (-10,3%), il primo mese in cui si possono osservare eventuali effetti della prima ondata epidemica".

Record decessi dal secondo dopoguerra

"Il quadro demografico del nostro Paese ha subito un profondo cambiamento a causa dell’impatto che il numero di morti da Covid" scrive l'Istat nel suo report, "ha prodotto sia in termini quantitativi che geografici". "Nel 2020 i decessi in totale ammontano a 746.146, il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, con un aumento rispetto alla media 2015-2019 di oltre 100 mila unità (+15,6%)".

Continua qui

Ansia e alimentazione: i migliori cibi ansiolitici


Una dieta sana può essere un buon modo per aiutarci a gestire una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, l’ansia. In quest’articolo vedremo quali sono i migliori alimenti ansiolitici, che, accanto alle opportune strategie farmacologiche e terapeutiche suggerite dal medico, potranno aiutarci a combattere efficacemente l’ansia.

I migliori cibi ansiolitici

Noci del Brasile: ricche di selenio e vitamina E

In cima ai migliori alimenti ansiolitici abbiamo le noci del Brasile. Le noci del Brasile sono ricche di selenio, un microelemento capace di migliorare l’umore attraverso la riduzione dell’infiammazione, che è spesso molto elevata nelle persone che soffrono di ansia. Chi è sotto stress produce anche molti radicali liberi, specie chimiche che intaccano le cellule sane, favorendo la comparsa di malattie come il cancro e accelerando i processi d’invecchiamento. Sia il selenio che la vitamina E, anch’essa contenuta in buone dosi nelle noci del Brasile, agiscono da efficaci antiossidanti.

Facciamo comunque attenzione a non superare le dosi giornaliere raccomandate per il selenio, che sono di 400 microgrammi (mcg) al giorno (non assumere integratori con dosi elevate di selenio e/o non mangiare più di 3-4 noci del Brasile al giorno). Altre buone fonti di selenio sono: la frutta secca in genere, i funghi e la soia. Ottime fonti vitamina E sono le mandorle, le noci, l’olio extravergine d’oliva, l’olio di germe di grano e l’avocado.

Continua qui

giovedì 25 marzo 2021

Covid, scoperti 5 fattori genetici legati alla forma grave

Ricerca italiana getta le basi per nuovi test

Scoperti in Italia 5 fattori genetici legati alla forma più grave di Covid-19. Pubblicato sulla rivista iScience (Cell Press), il risultato apre la strada a nuovi test genetici in grado di prevedere se la malattia potrà avere un decorso grave. I cinque fattori genetici sono mutazioni che alterano il funzionamento di due geni, chiamati TMPRSS2 e MX1, e sono stati individuati dalla ricerca condotta dal gruppo del Ceinge- Biotecnologie avanzate di Napoli guidati da Mario Capasso e Achille Iolascon, docenti di Genetica Medica dell'Università Federico II di Napoli. Adesso diventa possibile completare il quadro delle cause all'origine delle forme gravi.

I fattori di rischio finora noti, ossia età avanzatasesso maschile e comorbidità, non riuscivano infatti a spiegare completamente l'ampio spettro delle manifestazioni cliniche della malattia provocata dal virus SarsCoV2. Già un anno fa lo stesso gruppo di ricerca aveva ipotizzato che il ruolo di fattori genetici nello sviluppo di una forma di Covid-19 più aggressiva.

Continua qui


Covid, un farmaco intrappola il virus bloccandone la diffusione




Perché in Germania sono tornati ad aumentare i contagi nonostante le restrizioni

Dalla metà di febbraio sono tornati ad aumentare i contagi di Covid-19 in Germania e ieri i positivi sono stati 22.657, un dato record dal 9 gennaio. Le restrizioni imposte alla popolazione non bastano a contenere le infezioni e la campagna vaccinale sta procedendo molto a rilento.

Un repentino aumento dei casi di coronavirus è stato registrato ieri in Germania: l'ultimo rilevamento del Ministero della Salute parla infatti di  22.657 nuovi contagi, portando il totale dall'inizio dell'emergenza sanitaria a 2,713 milioni di casi, il maggior incremento dal 9 gennaio, mentre il paese fatica a prendere una decisione chiara e univoca sulle misure da adottare per contenere la terza ondata della pandemia. Il bilancio delle vittime è aumentato di 228 unità portando il totale a 75.440 morti, secondo i dati dell'Istituto Robert Koch per le malattie infettive. Il numero di casi per 100mila abitanti negli ultimi sette giorni, che il governo ha usato come parametro chiave per decidere le misure di blocco, è salito ieri a 113 da 108 mentre l'indice Rt si è stabilizzato sul valore di 1.

I cittadini tedeschi hanno generalmente rispettato le dure restrizioni imposte dal governo, almeno fino a quando i contagi sono diminuiti; dalla metà di febbraio, tuttavia, la curva è tornata a salire di pari passo con una lentissima campagna di vaccinazione. In Germania, infatti, solo il 9,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, un dato inferiore seppur di poco anche a quello italiano. 

Continua qui

Perché in Europa i pazienti Covid in terapia intensiva sono sempre più giovani

In tutta Europa, Italia inclusa, si è abbassata l’età media dei ricoverati positivi al Covid-19 ricoverati in terapia intensiva. Ciò sarebbe dovuto da un lato alla campagna di vaccinazione, che ha interessato per primi gli over 80 e gli ospiti delle Rsa, e dall’altro alla diffusa circolazione delle varianti del virus, che colpiscono ogni fascia di età anche in maniera grave.

In tutta Europa, Italia inclusa, si è abbassata l'età media dei pazienti positivi al Covid-19 che finiscono in terapia intensiva. Dall'inizio dell'anno, infatti, gli over 70 sono sempre di meno tra coloro che vengono ospedalizzati in area critica, e ciò sarebbe dovuto a due motivi: in primis l'avvio della campagna di vaccinazione dalle categorie più fragili, quindi ultraottantenni e ospiti di Rsa, e dall'altro la larga diffusione della variante inglese del virus, più contagiosa del ceppo originario e ormai dominante quasi ovunque nel Vecchio Continente. E la tendenza è talmente consolidata che il quotidiano francese Le Monde l'ha definita una peculiarità della terza ondata della pandemia.

Continua qui

Quali Regioni potrebbero cambiare colore: Italia più rossa, ma Lazio spera in arancione




mercoledì 24 marzo 2021

Paderno, maestra morta di Covid: la foto sul manifesto funebre è un disegno di una sua alunna

Un disegno realizzato da una sua ex alunna: è questo il ritratto scelto dai famigliari della maestra Genny morta a causa del Covid-19. La donna insegnava in una scuola di Paderno Dugnano, in provincia di Milano. La foto del manifesto funebre è apparsa su Facebook e ha scatenato tantissimi commenti di commozione.

La maestra Genny Zurlo aveva 62 anni, insegnava alla scuola primaria Don Milani a Paderno Dugnano – in provincia di Milano – ed era molto amata dagli studenti. La donna purtroppo è una delle tante vittime del Covid-19. Per ricordarla i suoi famigliari hanno voluto realizzare un manifesto funebre con un ritratto disegnato da una sua alunna. Un gesto molto apprezzato da ex allievi, colleghi e conoscenti

Il post di un utente: "Maestra per sempre"

L'immagine del manifesto è stata pubblicata su un gruppo Facebook da un utente che ha intitolato il post "Maestra per sempre". Nel testo ha poi scritto: "Questa maestra ha voluto essere ricordata non con una bella foto, ma con il disegno di un bambino probabilmente un suo allievo. Ci ha voluto forse dire che lei è quello che vedevano i suoi piccoli studenti". Sotto il post sono arrivati più di ottanta commenti di genitori ed ex studenti: "Ciao Genny, non mi capacito. Sei stata una persona fondamentale per la crescita di tanti bambini. Ti hanno voluto tanto bene i cuccioli che ti giravano attorno con vivacità. Vola in alto, nel mio cuore rimarrà sempre la tua umanità, le risate, la voglia di andare oltre le convenzioni", scrive una mamma.

Continua qui

Cibi senza colesterolo: quali sono, perché sono importanti e come inserirli nella dieta

Il dottor Sacha Sorrentino spiega quali alimenti ne sono naturalmente privi e i loro benefici per la salute Il  colesterolo  è l’incubo di o...