giovedì 8 aprile 2021

Le proprietà salutari del dente di leone: un alleato naturale da scoprire meglio

Una pianta officinale tipica del clima temperato

Nota anche come soffionetarassaco o cicoria selvatica, il dente di leone è una pianta che cresce spontaneamente ed è rinomata per le sue virtù benefiche.

Vero nome: tarassaco

Il dente di leone è una pianta erbacea nota anche come tarassaco, cicoria selvatica o soffione. Molto diffusa nei nostri prati, possiede numerose proprietà benefiche sia per la salute che per la bellezza.

Rappresenta, infatti, un valido rimedio naturale per alleviare diversi disturbi, soprattutto di tipo digestivo. Viene inoltre utilizzata come ingrediente in cucina per insaporire antipasti, contorni e risotti.

Facilmente riconoscibile per i suoi fiori gialli, il soffione è molto amato dai bambini e porta con sé una profonda simbologia.

Dente di leone origine nome

Il particolare nome di questa pianta a causa della forma dentata delle sue foglie. Il nome soffione, invece, proviene dalla palla lanuginosa contenente i suoi semi.

Dente di leone significato

Il soffione è dotato di un particolare significato simbolico, tale da renderlo molto utilizzato anche nella realizzazione di tatuaggi. Tende a rappresentare la speranza e la fiducia nella realizzazione dei propri sogni. È anche simbolo di leggerezza e richiama il periodo di innocenza tipico dell’infanzia.

Dente di leone caratteristiche

Il tarassaco (nome scientifico Taraxacum officinale) è una pianta officinale tipica del clima temperato. Cresce in modo spontaneo negli ambienti pianeggianti e fino ai 2000 metri di altitudine.

Può assumere carattere infestante e per questo la troviamo con facilità nei nostri prati, lungo i bordi delle strade oppure lungo i sentieri. Risulta facilmente riconoscibile per via dei suoi fiori gialli.

Dente di leone benefici

Questa pianta rappresenta un valido rimedio naturale da adoperare per prevenire e alleviare vari disturbi. La pianta fresca, infatti, è ricca di numerose sostanze bioattive.

Quest’erba spontanea è particolarmente indicata per il trattamento di problemi digestivi e per favorire il benessere del fegato.

Consigliata in caso di colesterolo alto, è utile anche per combattere la ritenzione idrica e la cellulite stimolando la diuresi. L’efficacia diuretica di questa pianta hanno portato a definirla ‘piscialetto’ nella tradizione contadina.

Le sue proprietà benefiche sono anche valide alleate per la bellezza della pelle.

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Quali sono le Regioni che potrebbero cambiare colore: verso Italia quasi tutta arancione

È atteso per venerdì il consueto monitoraggio settimanale dell’Iss, seguito dalle ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza. Molte Regioni italiane (forse ben 7 su 9) sperano nel passaggio dalla zona rossa a quella arancione: in questo caso quasi tutta l’Italia, da martedì 13 aprile, potrebbe essere in zona arancione. Vediamo chi può sperare di uscire dalla zona rossa.

Da martedì 13 aprile gran parte dell’Italia potrà tornare in zona arancione. Molte delle Regioni attualmente in zona rossa, infatti, dopo il consueto monitoraggio settimanale del venerdì, potrebbero tornare nella fascia di restrizioni meno stringenti. Non ci saranno, però, zone gialle, al momento escluse per decreto fino al 30 aprile. In attesa delle nuove ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, sono attualmente in zona arancione Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Umbria, Veneto e le province autonome di Bolzano e Trento. Nessuna di queste sembra rischiare la zona rossa. In cui, invece, al momento si trovano: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta. Le Regioni che potrebbero passare dal rosso all’arancione sono probabilmente ben sette su nove: chi torna in arancione vede riaprire i negozi (anche i parrucchieri), può far visita a parenti e amici e circolare nel proprio comune liberamente e vede riaprire anche le scuole fino alla terza media con almeno il 50% di presenza per le superiori.

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Dieta ipocalorica, per dimagrire basta tagliare le calorie? Risponde la dietista

Dal ruolo degli ormoni a quello dell'indice (e del carico) glicemico dei cibi, i fattori che incidono sulla riuscita della dieta

Tra diete iperproteiche e low carb, diete che guardano all’indice glicemico e mima digiuno, la dieta ipocalorica è ancora la migliore per dimagrire? O bisogna considerare di più altri parametri oltre alle calorie? “Al di là della celebrità di alcune diete come la chetogenica in realtà la conclusione è che tutte queste diete che puntano più alla selezione dei macronutrienti che alla riduzione delle calorie portano poi ad un abbassamento effettivo dell’introito calorico”, chiarisce a Gazzetta Active la dottoressa Emanuela Russo, dietista presso l’INCO dell’IRCCS Policlinico San Donato e dell’Istituto Clinico S. Ambrogio di Milano e presso il Marathon Center di Palazzo della Salute – Wellness Clinic.

DIETA CHETOGENICA E DIETA IPOCALORICA —

A livello concreto, quindi, anche la dieta chetogenica si rivelerebbe nei fatti una dieta ipocalorica, spiega la dottoressa Russo: “La dieta chetogenica prevede di mangiare proteine e grassi, riducendo carboidrati e indice glicemico, per arrivare ad una perdita di peso. Ma a livello concreto si ha una riduzione dell’introito calorico, arrivando alla perdita di peso non tanto perché si eliminano i carboidrati, ma perché le calorie che vengono assunte sono meno di quelle consumate. Del resto ci sono anche diete chetogeniche, per lo più per gli atleti, che prevedono un aumento dell’apporto calorico, senza conseguente dimagrimento. La dieta chetogenica funziona a livello dimagrante se si assumono meno calorie di quelle prodotte”, ribadisce la dietista.

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Indice glicemico e carico glicemico: il diabetologo ci spiega significato e differenze



mercoledì 7 aprile 2021

Coronavirus, oggi 13.708 contagi e 627 morti Covid, Ema conferma sicurezza vaccino AstraZeneca: ultime notizie e bollettino

Le ultime notizie sul Coronavirus Covid-19 in Italia e nel mondo e i dati di oggi mercoledì 7 aprile 2021. Oggi in Italia 13.708 contagi e 627 morti. Ema ribadisce che i benefici del vaccino AstraZeneca superano i rischi. Oggi riaprono le scuole fino alla prima media anche in zona rossa: tornano in aula 5,6 milioni di bambini e ragazzi. In arrivo 1,5 milioni di dosi vaccino Pfizer ma calo di consegne AstraZeneca. In vigore Dl con scudo penale per sanitari. Dal 20 aprile sarà possibile programmare le riaperture in base ai dati del contagio. Sospesa la sperimentazione del vaccino AstraZeneca sui bambini. Al momento sono state somministrate in Italia 11.510.905 dosi di vaccino e 3.555.242 persone hanno ricevuto anche il richiamo. Accordo tra governo e parti sociali sui vaccini nei luoghi di lavoro. Nel mondo oltre 4 milioni di nuovi contagi nell’ultima settimana. Ilaria Capua: “Fase di consolidamento, appiattire la curva”. In Brasile record di morti: oltre 4000 in un giorno, mai così tanti. Boom di casi in Corea del Sud.

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AstraZeneca e trombosi rare, Ema: "Possibile legame con vaccino"




Crisanti: AstraZeneca è sicuro. "Trombosi? Più rischioso l’aereo"

Il microbiologo: non stupiamoci dei coaguli, sono tipici del Covid. "Se blocchiamo il siero, addio campagna"

Professore Andrea Crisanti, cosa sta succedendo attorno al vaccino AstraZeneca? "C’è un’isteria totale – risponde il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino –. Abbiamo completamente perso il senso della Storia. Siamo riusciti a eliminare il vaiolo con un vaccino che era pericolosissimo e ci ha lasciato una o due cicatrici sul braccio. Inoltre causava una cheratite virale devastante ogni 10mila casi e una encefalite mortale in un caso su 100mila. L’anti polio provocava la vera poliomielite in uno malato su 500mila. Sono andato a rivedere gli articoli dell’epoca: l’adesione al vaccino era un plebiscito. Ora abbiamo 40 casi di trombosi, con 15 persone morte su 30-40 milioni di dosi iniettate: questa è una situazione estremamente...

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AstraZeneca all'esame dell'Ema, possibili limiti d'uso




Covid, Sebastiani (Cnr), Italia nona in Europa per mortalità

Ai primi posti Repubblica Ceca, Ungheria e Montenegro

L'Italia è al nono posto in Europa per il numero totale dei decessi provocati dalla pandemia di Covid-19. L'analisi delle curve di mortalità per la malattia indica infatti per il nostro Paese un valore di 1,79 decessi per mille abitanti, al di sopra della media dei Paesi europei, pari a 1.19 decessi per mille abitanti. Ai primi posti in Europa sono Repubblica Ceca, Ungheria e Montenegro. Lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).

"Da inizio epidemia nel 2020 fino al 31 marzo 2021, risulta che il nostro Paese, pur essendo stato il primo ad essere colpito impreparato da un'epidemia sconosciuta, non è primo per numero totale di decessi per mille mille abitanti, ma solamente nono nella graduatori", osserva Sebastiani. "Attualmente i Paesi che eccedono significativamente il valore medio europeo formano un blocco di Paesi dell'Europa centro-meridionale che si estende da Ovest, col Regno Unito, verso Est, con la Bulgaria".

L'analisi di Sebastiani indica che al primo posto troviamo la Repubblica Ceca, con 2,42 decessi ogni mille abitanti, seguita da Ungheria (2.07), Montenegro (1.98), Belgio (1.97), Slovenia (1.93), Bosnia (1.90), Regno Unito (1.86), e Bulgaria (1.83).


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martedì 6 aprile 2021

App classifica i 900 virus più pericolosi per l'uomo

In base a rischio di salto di specie.Tra primi 12 anche SarsCov2

(ANSA) - ROMA, 06 APR - Un'applicazione web, chiamata SpillOver (cioè salto di specie), classifica i virus di origine selvatica sulla base della loro pericolosità per l'uomo e il loro rischio di diffondersi attraverso il salto di specie da un animale ospite all'essere umano. Ne sono stati individuati quasi 900: tra i primi 12 più pericolosi compaiono anche il SarsCov2, insieme ai virus Lassa ed Ebola.

Lo spiegano sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas) i ricercatori dell'università della California di Davis, guidati da Jonna Mazet.
    Per riuscirci gli studiosi hanno esaminato gli studi fatti finora e riunito un gruppo di esperti per identificare i virus più rilevanti, i loro ospiti e i fattori di rischio ambientale.
    Mettendo tutto insieme, hanno così ricavato una banca dati di 887 virus selvatici che rappresentano una minaccia per l'uomo.
    In cima alla lista ci sono 12 patogeni umani già conosciuti, tra cui il SarsCov2, i virus Lassa e Ebola. I nuovi virus scoperti da poco hanno ottenuto, in questa classifica, punteggi più alti, rispetto ad altri già conosciuti.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...