In Lombardia trecento sanitari hanno depositato ricorso al Tar di Brescia contro l’obbligo vaccinale. L’udienza è fissata al 14 luglio: “Non è una battaglia no vax, ma una battaglia democratica. Qui si obbliga una persona – spiega l’avvocato Daniele Granara – a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione”.
Trecento sanitari in Lombardia faranno ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Brescia per chiedere l'annullamento dell'obbligo vaccinale. Si tratta di operatori e medici di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova. A darne notizia è il quotidiano "Il Giornale di Brescia". Al momento l'udienza è stata fissata per il 14 luglio.
Il legale: Non è una battaglia no vax, ma democratica
I trecento medici sono difesi dall'avvocato Daniele Granara che ha presentato il ricorso lo scorso 22 giugno contro l'Agenzia per la tutela della salute di Bergamo, Brescia, Val Padana e Montagna: "Non è una battaglia no vax, ma una battaglia democratica. Qui si obbliga una persona a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione". Nelle pagine del ricorso viene evidenziato come l'Italia sia l'unico paese dell'Unione Europea a prevedere l'obbligatorietà "per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-CoV-2".
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