mercoledì 1 dicembre 2021

Esercizio e attività fisica? Ecco perché ci fanno bene anche da anziani

Secondo i ricercatori di Harvard non dovremmo smettere di fare esercizio fisico da anziani. È il nostro corpo che lo chiede...

Smettere di fare esercizio e attività fisica da anziani? No, non è una buona idea: noi esseri umani ci siamo evoluti in modo da poter essere attivi anche nella cosiddetta terza età. A dirlo è un serissimo studio dell’Università di Harvard

FARE ESERCIZIO FISICO DA ANZIANI —

Un team di biologi evoluzionisti e ricercatori biomedici della celebre università americana – di cui faceva parte anche Aaron Baggish, il cardiologo della nazionale di calcio americana – qualche giorno fa ha presentato una serie di prove evolutive e biomediche che dimostrano che mantenersi attivi anche nella terza età è previsto proprio da quel complesso e meraviglioso meccanismo che è l’evoluzione. Secondo gli studiosi noi esseri umani ci siano evoluti per rimanere attivi tutta la vita e fare attività fisica più avanti negli anni fa sì che il corpo usi l’energia che accumula col cibo nella maniera giusta, invece di usarla contro di sé. Questo meccanismo ci protegge da malattie croniche come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e persino alcuni tipi di cancro.

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Covid: i nuovi casi 15.085. Aumenta anche il numero di vittime, 103 in un giorno

Il tasso di positività al 2,6%, +3 terapie intensive

Sono 15.085 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, ieri erano stati 12.764.

Sono invece 103 le vittime in un giorno, in aumento rispetto a ieri, quando erano state 89. 

Sono 199.783 gli attualmente positivi al Covid in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, 5.513 in più nelle ultime 24 ore.

Dall'inizio della pandemia i casi totali sono 5.043.620, i morti 133.931. I dimessi e i guariti sono invece 4.709.906, con un incremento di 9.457 rispetto a ieri.

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Covid. Nelle terapie intensive aumentano del 17% i pazienti non vaccinati

"La diminuzione dei vaccinati nelle intensive, nonostante l'aumento complessivo dei ricoverati, è un segnale positivo circa la protezione del vaccino dalle forme gravi", segnala Fiaso 

01 dicembre 2021 Nelle terapie intensive aumentano del 17% i pazienti non vaccinati mentre diminuiscono del 10% i vaccinati. Lo evidenziano i dati relativi agli ospedali sentinella di Fiaso (Federazione aziende sanitarie e ospedaliere) rilevati il 30 novembre. In una settimana, secondo Fiaso, il numero degli ospedalizzati è aumentato del 16%. Il trend dei ricoveri Covid, afferma Fiaso, è in "progressiva crescita e accelerazione". Tuttavia, la diminuzione dei vaccinati nelle intensive è un "segnale positivo circa la protezione del vaccino dalle forme gravi". Il totale dei pazienti under 18 ricoverati negli ospedali sentinella è di 17 di cui 2 in intensiva.  I dati Sono in tutto 810, rileva Fiaso, i pazienti ricoverati monitorati dallo studio contro i 697 del 23 novembre. L'incremento sembra anche accelerare rispetto all'ultima rilevazione quando il tasso di crescita era stato leggermente inferiore, pari all'11%. Parzialmente differenti i dati relativi alle terapie intensive in cui i pazienti crescono a un ritmo inferiore. I ricoveri in Rianimazione fanno registrare un aumento di sole 7 unità, pari al 9%, e si tratta esclusivamente di non vaccinati. Gli ospedali sentinella evidenziano inoltre come l'età media risulti decisamente più bassa tra i non vaccinati: i pazienti positivi al Covid che finiscono in ospedale senza aver ricevuto nemmeno una dose di vaccino hanno in media 63,4 anni a differenza dei vaccinati che hanno 74,7 anni. La presenza di patologie pregresse, inoltre, continua a essere più alta tra chi è stato vaccinato: fra i vaccinati i pazienti con comorbidità sono il 71% mentre fra i non vaccinati il 56%. I non vaccinati che vengono ricoverati, dunque, sono in media più giovani e godono di uno stato di salute migliore. 

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Variante Omicron e vaccino, protegge o no? Cosa sappiamo

Cosa stanno facendo Moderna, Pfizer e Johnson & Johnson

Variante Omicron e vaccino, cosa sappiamo: protegge o no? Ne serve uno ad hoc? Mentre i contagi legati alla variante aumentano, ricercatori di numerosi paesi sono al lavoro per delineare il quadro legato a Omicron: sintomi, malattia e - ovviamente - efficacia del vaccino. Le prime indicazioni, al momento non sostenute da cifre, arrivano da Israele, paese 'locomotiva' nella campagna di vaccinazione. Tre dosi di vaccino contro il covid sembrano proteggere da Omicron, a giudicare da quanto dice il ministro della Sanità Nitzan Horowitz.

In Israele sono stati fino a ora confermati quattro casi di positività alla variante. "Nei prossimi giorni avremo informazioni accurate sull'efficacia del vaccino contro Omicron, ma c'è già spazio per l'ottimismo, e ci sono indicazioni iniziali per cui coloro che sono stati vaccinati con un vaccino ancora valido o con un booster saranno protetti anche dalla variante", ha affermato.

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martedì 30 novembre 2021

Covid, il luminare Paul Offit: "Ci vorranno dieci anni", ecco le vere proporzioni del dramma

Il Covid diventerà un banale raffreddore? La risposta è sì, secondo l'immunologo e virologo Paul Offit, direttore del Vaccine Education Center del Children’s Hospital di Philadelphia. Il problema però è che "ci vorranno almeno dieci anni". Tuttavia per Offit, sentito da La Repubblica,  "gli attuali vaccini saranno sufficienti". Poi, parlando delle varianti più diffuse, come Alpha e Delta, ha spiegato che in tutti quei casi "i vaccini hanno protetto dalle forme gravi di Covid e ci sono tutte le ragioni per credere che continueranno a farlo". 

La prova che i vaccini adesso in circolazione basteranno "si sta già vedendo in chi è stato contagiato da Omicron e, proprio perché vaccinato, sta bene". 

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Covid: 12.764 positivi, 89 vittime. Tasso positività all'1,8%, +14 terapie intensive

Costa, mascherine all'aperto ipotesi su cui riflettiamo

Sono 12.764 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, ieri erano stati 7.975.

Sono invece 89 le vittime in un giorno, in aumento rispetto a ieri, quando erano state 65. Sono 194.270 gli attualmente positivi al Covid in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, 4.627 in più nelle ultime 24 ore.

Dall'inizio della pandemia i casi totali sono 5.028.547, i morti 133.828. I dimessi e i guariti sono invece 4.700.449, con un incremento di 8.041 rispetto a ieri. Boom di tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia: sono 719.972 secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 276.000. Di conseguenza il tasso di positività è all'1,8 %, in calo rispetto al 2,9% di ieri. Sono invece 683 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 14 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 64. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 5.227, ovvero 92 in più rispetto a ieri. 

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lunedì 29 novembre 2021

Immunologa Menghi: "Sistema immunitario il più dinamico dell’organismo"

'Fondamentali alimentazione e sport, utile il ricorso ad integratori, probiotici e medicinali omeopatici'

"Quello immunitario è il sistema più dinamico del nostro organismo. È qualcosa che inizia a svilupparsi fin dalle prime settimane dopo il concepimento. Dalla nascita in poi continua a crescere, ad acquisire informazioni e a modulare tantissime risposte, non solo quella nei confronti di virus e batteri ma anche tutto quello che riguarda le situazioni di infiammazione cronica. Ecco perché il nostro sistema immunitario continua costantemente a cambiare, perché si interfaccia con l’ambiente esterno di cui fa parte anche tutto ciò che noi introduciamo nel nostro organismo dall’esterno. È chiaro che l’alimentazione assume un ruolo fondamentale nella modulazione immunologica e nel processo di infiammazione cronica che viene modulata poi dal nostro sistema immunitario. Quest’ultimo può essere un grandissimo alleato per aiutare a spegnere i processi infiammatori ma se l’infiammazione nel tempo si protrae, il sistema immunitario non è più in grado di modularla correttamente e questo contribuisce allo sviluppo di patologie infiammatorie croniche e porta a un invecchiamento cellulare precoce”. Così Ginevra Menghi, specialista in Allergologia e immunologia clinica, intervenendo in occasione del webinar "Stress da nuova normalità: come sorreggere il sistema immunitario nel post pandemia?" organizzato con il supporto di Boiron.

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Benedetti (Fismad): "Sistema immunitario va mantenuto con stile vita sano"


Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...