lunedì 1 dicembre 2014
La (non) dieta per arrivare leggeri al Natale
Quando l'organismo è leggero e scattante ci sentiamo meglio, sia
fisicamente, sia dal punto di vista mentale. È innegabile! Tuttavia,
soprattutto negli ultimi due mesi dell'anno le tentazioni sono continue e
possono assumere conseguenze nefaste, con il rischio non solo di
qualche chilo in più, ma di farti sentire spossato e di
cattivo umore. Inizia la giornata con un buon giorno disintossicante e
in grado di riequilibrare l'idratazione del corpo: ti basta un bicchiere d'acqua a digiuno, ottimo rimedio per la salute dell'intestino.
sabato 29 novembre 2014
Le 10 cose da sapere sul vaccino dell’influenza
I
benefici del vaccino antinfluenzale secondo tutti gli esperti sono
sicuramente superiori ai rischi, a patto che si seguano alcune
precauzioni. Ecco dieci cose da sapere per vaccinarsi in tranquillita’
anche dopo l’allarme sulle morti sospette per due lotti di un vaccino
della Novartis che e’ stato bloccato.
1) Mi devo vaccinare? Secondo il sito ‘VaccinarSi” della Societa’ Italiana di Igiene (Siti) non ci si deve vaccinare se si e’ allergici a qualche componente del vaccino, se si hanno meno di 6 mesi o se ci sono in corso malattie con febbre alta. 2) E se ho un raffreddore? Ci si puo’ vaccinare se si hanno malattie acute di lieve entita’, ma anche in allattamento o in caso di malattie che compromettono il sistema immunitario. 3) Che cosa rischio? Gli effetti piu’ comuni segnalati sono arrossamento, gonfiore, indurimento nella sede dell’iniezione (circa il 15 per cento dei vaccinati con vaccino intramusolo, e 61 per cento per via intradermica) e si manifestano tra 6 e 24 ore dopo la vaccinazione. Hanno una breve durata, massimo 2 giorni. Ci sono poi sintomi lievi simil-influenzali in circa il 42% dei vaccinati. 4) Rischio conseguenze piu’ gravi? Secondo il Cdc statunitense le reazioni avverse gravi, che vanno dalla morte al pericolo della vita alle disabilita’ permanenti fino alle ospedalizzazioni o al ricorso al pronto soccorso hanno una frequenza estremamente bassa di 2,6 ogni 10mila dosi. 5) Cosa rischio se prendo l’influenza? Le complicanze, spiega il sito del ministero della Salute, sono piu’ frequenti in soggetti predisposti, ma tutti sono a rischio. Si va dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti nei bambini; si stimano ogni anno circa 8mila morti dovuti all’influenza.
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1) Mi devo vaccinare? Secondo il sito ‘VaccinarSi” della Societa’ Italiana di Igiene (Siti) non ci si deve vaccinare se si e’ allergici a qualche componente del vaccino, se si hanno meno di 6 mesi o se ci sono in corso malattie con febbre alta. 2) E se ho un raffreddore? Ci si puo’ vaccinare se si hanno malattie acute di lieve entita’, ma anche in allattamento o in caso di malattie che compromettono il sistema immunitario. 3) Che cosa rischio? Gli effetti piu’ comuni segnalati sono arrossamento, gonfiore, indurimento nella sede dell’iniezione (circa il 15 per cento dei vaccinati con vaccino intramusolo, e 61 per cento per via intradermica) e si manifestano tra 6 e 24 ore dopo la vaccinazione. Hanno una breve durata, massimo 2 giorni. Ci sono poi sintomi lievi simil-influenzali in circa il 42% dei vaccinati. 4) Rischio conseguenze piu’ gravi? Secondo il Cdc statunitense le reazioni avverse gravi, che vanno dalla morte al pericolo della vita alle disabilita’ permanenti fino alle ospedalizzazioni o al ricorso al pronto soccorso hanno una frequenza estremamente bassa di 2,6 ogni 10mila dosi. 5) Cosa rischio se prendo l’influenza? Le complicanze, spiega il sito del ministero della Salute, sono piu’ frequenti in soggetti predisposti, ma tutti sono a rischio. Si va dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti nei bambini; si stimano ogni anno circa 8mila morti dovuti all’influenza.
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Vaccino influenza Fluad, Aifa: altre morti sospette. Primi sequestri
venerdì 28 novembre 2014
Colesterolo, dal cibo allo stile di vita: 10 consigli per tenerlo d'occhio
Il colesterolo alto va tenuto sotto controllo. Ecco come fare
Il colesterolo alto è una patologia insidiosa. Iniziamo dicendo che il colesterolo si divide in colesterolo buono (HDL) e colesterolo cattivo (LDL): quest'ultimo ostruisce le arterie e se assume valori troppo elevati diventa veramente pericoloso, motivo per cui va tenuto sotto controllo. Il colesterolo alto tende a essere ereditario. Tuttavia cattiva alimentazione e obesità, malfunzionamento della toroide e stress possono influire sul proliferare del colesterolo LDL
Ecco dunque 10 consigli per limitarne i danni.
1. CONTROLLARE IL PESO
Il Body Mass Index (BMI) ti dice con approssimazione se sei sottopeso, normopeso o soprappeso. Clicca qui per calcolare il tuo BMI. Le persone in sovrappeso tendono ad avere più elevati di LDL (colesterolo cattivo) e inferiori di HDL (colesterolo buono)
2. LIMITARE IL CONSUMO DI ALCOL
Non vi stiamo dicendo di non bere alcolici, ma di farlo con moderazione.
L'alcol è uno dei piaceri della vita ma non è necessario che sia
presente nella dieta. State alla larga dai superacolici e preferite il
vino rosso
3. ATTENZIONE AI GRASSI TRASGENICI
Vi starete domandando dove si trovano. In quantità più o meno piccole si trovano in: carne di manzo, maiale, agnello, latte, burro, margarina, olio di colza, prodotti dei fast food. Vengono usati anche nei processi produttivi di prodotti da forno. Ricordatevi di controllare l'etichetta, quando fate la spesa. Ecco le diciture a cui prestare attenzione: oli parzialmente idrogenati, oli totalmente idrogenati
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giovedì 27 novembre 2014
Vaccino anti-influenzale, 3 morti sospette. L’Agenzia del farmaco blocca 2 lotti di Fluad
Stop dell’Aifa in attesa delle verifiche. Vietato l’uso delle partite
del prodotto della Novartis con numeri 142701 e 143301: «Contattate il
medico per un’alternativa»
L’Agenzia italiana del farmaco ha disposto il divieto di utilizzo di due lotti - 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostics s.r.l. Ci sarebbero tre sospetti decessi, due in Sicilia e uno in Molise, legati alla somministrazione del vaccino. I «tre eventi ad esito fatale - specifica l’Aifa - hanno avuto esordio entro le 48 ore dalla somministrazione delle dosi dei due lotti».
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L’Agenzia italiana del farmaco ha disposto il divieto di utilizzo di due lotti - 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostics s.r.l. Ci sarebbero tre sospetti decessi, due in Sicilia e uno in Molise, legati alla somministrazione del vaccino. I «tre eventi ad esito fatale - specifica l’Aifa - hanno avuto esordio entro le 48 ore dalla somministrazione delle dosi dei due lotti».
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lunedì 24 novembre 2014
I sintomi del cancro: come individuarli, per una diagnosi precoce
L'insorgenza di un tumore è legata alla manifestazione di alcuni disturbi che non dovrebbero allarmare ma non andrebbero neppure trascurati. Ecco quali sono i segnali generali e quelli localizzati indicati dall'Airc, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro.
Questi sono classificabili nei sintomi GENERALI
1 - ECCESSIVA STANCHEZZA NON GIUSTIFICATA
Se il senso di debolezza e affaticamento non migliora col riposo o persiste nel tempo è meglio chiedere al proprio medico un esame del sangue per individuare un'eventuale anemia. L'anemia può avere molte cause, ma in alcuni casi rivela la presenza di leucemie oppure di tumori solidi che, sanguinando impercettibilmente ma a lungo, deprivano l'organismo delle sue scorte di ferro
2 - PERDITA DI PESO INVOLONTARIA
Un altro campanello d'allarme può essere il dimagrimento slegato a diete ipocaloriche o cambiamenti di stili di vita (legati ad alimentazione o attività fisica). Se questo si verifica è bene escludere che a provocarlo sia una malattia. Indipendentemente dal fatto che il fenomeno si associ o meno a perdita di appetito, per tutti o per determinati alimenti, è bene parlarne con il proprio medico, per capire insieme quale potrebbe esserne la causa
3 - FEBBRE
Il rialzo della temperatura corporea è tipico delle malattie infettive, e nella maggior parte dei casi dura pochi giorni, il tempo necessario alle difese dell'organismo a eliminare batteri e virus. Se persiste per settimane o mesi oppure ricorre di frequente, può esprimere la risposta a infezioni particolari, più difficili da combattere, ma talvolta può indicare anche la risposta del sistema immunitario ad alcune forme di tumore, soprattutto linfomi e leucemie
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venerdì 21 novembre 2014
Dimagrire senza dieta? 10 trucchi per riattivare il metabolismo
ROMA – Volete dimagrire senza seguire una dieta? Avete dei chili di troppo da smaltire ma proprio non ne volete sapere di pesare grammi e contare calorie? Ecco la dieta che fa per voi: è quella che riattiva il metabolismo.
Della dieta del super-metabolismo su LadyBlitz avevamo già scritto. Ma per semplificare le cose e rendere possibile dimagrire anche ai più restii abbiamo stilato un semplice elenco di quelli che sono i comportamenti virtuosi che permettono di perdere peso senza perdere anche la voglia di farlo.
Della dieta del super-metabolismo su LadyBlitz avevamo già scritto. Ma per semplificare le cose e rendere possibile dimagrire anche ai più restii abbiamo stilato un semplice elenco di quelli che sono i comportamenti virtuosi che permettono di perdere peso senza perdere anche la voglia di farlo.
- CARBOIDRATI ADDIO: rinunciare a pane e pasta può
sembrare un sacrificio, ma appena vedrete che già dopo un giorno
iniziate a sgonfiarvi capirete che ne vale la pena.
- VIA LIBERA ALLE PROTEINE: queste sì che aiutano i muscoli a definirsi e danno una bella scossa al metabolismo.
- UOVA OK: non è vero che aumentano il colesterolo. Basta non esagerare. Tre uova a settimana, ma anche quattro, vanno benissimo, hanno pochi grassi e migliorano il metabolismo.
- FRUTTA SECCA: non credete a chi vi dice che è ricca di calorie. I grassi di noci, nocciole e mandorle sono amici non solo della salute, ma anche della pelle e dei capelli. E aiutano a bruciare i grassi.
- PESCE AZZURRO: è fondamentale per il cervello e per la memoria, ma anche per bruciare i grassi e per accelerare il metabolismo. Quello azzurro, poi, costa poco e fa particolarmente bene.
- LEGUMI: altro alimento sottovalutato che però fornisce proteine e aiuta a controllare la glicemia nel sangue, oltre ad accelerare il metabolismo.
- CANNELLA: favorisce l’assimilazione dello zucchero, aiutando il corpo a metabolizzarlo più rapidamente.
- TE’ (SOPRATTUTTO VERDE): oltre ad essere ricco di antiossidanti combatte il grasso che si è accumulato nel corpo.
- OLIO DI COCCO: consigliato per bruciare i grassi e le calorie. Ma anche per far funzionare meglio la tiroide.
- SPORT: per dare una scossa al metabolismo l’allenamento migliore prevede una alternanza di esercizio aerobico e un altro più rilassato.
mercoledì 19 novembre 2014
I benefici di una manciata di prezzemolo
Il prezzemolo è una delle piante più utilizzate e amate per insaporire i piatti tipici della nostra cucina. Forse non lo sappiamo, ma questa particolare erba aromatica ha innumerevoli proprietà, tra cui anche quella di rinfrescare l’alito.
I benefici attribuiti al consumo di prezzemolo sono veramente tanti: i flavonoidi presenti, tra cui la luteina, lo rendono un ottimo antiossidante, gli oli essenziali contenuti sembra che gli diano buone proprietà antitumorali e che favoriscano il processo digestivo. Ma non è tutto. Ecco di seguito riassunte, alcune delle migliori proprietà curative che rendono utile il suo consumo.
Stimola la secrezione gastrica
Il prezzemolo è considerato un ottimo aiuto per il processo digestivo: se aggiunto crudo ai piatti da consumare, il suo olio essenziale stimola la secrezione gastrica.
È un potente antiossidante
La quantità di vitamina C in esso contenuta lo rende un ottimo antiossidante naturale, utile nella lotta ai radicali liberi. Questo consente di favorire la salute della pelle e mantenere in buono stato ossa e tessuto connettivo.
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venerdì 14 novembre 2014
Diabete, oggi la Giornata Mondiale: in aumento il numero di bambini malati
L’analisi del dottor Scaramuzza della clinica pediatrica presso
l’ospedale Sacco di Milano. “L’Italia è passata da 6-10 a 15-20 nuovi
casi all’anno”.
Un italiano su dodici. Cinque milioni di cittadini, di cui circa un milione non sa di averlo. È questa la stima dei malati di diabete nel nostro paese. La giornata mondiale, istituita dalla Federazione Internazionale Diabete e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, prevede numerose iniziative informative nel corso di tutto il fine settimana. Perché combattere l’ignoranza che ancora esiste su questa patologia cronica aiuta la vita dei malati, in particolare dei bambini.
La forma più grave e meno diffusa, il 5% di tutti i casi, è il diabete di tipo 1, patologia autoimmune che distrugge progressivamente le cellule del pancreas che producono l’insulina, condizione che si traduce in uno stato di iperglicemia e nell’impossibilità di utilizzare gli zuccheri come fonte di energia.
I bambini. Il diabete di tipo 1 colpisce soprattutto i giovani e non è prevenibile con l’adozione di uno stile di vita sano. Oggi in Italia i malati sono 150mila, di cui 20-25mila hanno meno di 18 anni. L’incidenza è andata aumentando soprattutto in quelle aree e fasce di età dove prima il diabete era meno diffuso. Nei bambini fino a sei anni, l’aumento è stato del 20% negli ultimi dieci anni. «Non conosciamo le ragioni del fenomeno, ma i dati sono chiari» spiega Andrea Scaramuzza, responsabile del servizio di diabetologia della Clinica Pediatrica dell’Università di Milano presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano. «Guardando ai bambini con meno di 14 anni, i paesi scandinavi e la Sardegna – da sempre ad alta incidenza di diabete - si mantengono stabili con 40-50 nuovi casi all’anno ogni 100mila bambini, mentre l’Italia peninsulare è passata da 6-10 a 15-20 nuovi casi».
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Un italiano su dodici. Cinque milioni di cittadini, di cui circa un milione non sa di averlo. È questa la stima dei malati di diabete nel nostro paese. La giornata mondiale, istituita dalla Federazione Internazionale Diabete e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, prevede numerose iniziative informative nel corso di tutto il fine settimana. Perché combattere l’ignoranza che ancora esiste su questa patologia cronica aiuta la vita dei malati, in particolare dei bambini.
La forma più grave e meno diffusa, il 5% di tutti i casi, è il diabete di tipo 1, patologia autoimmune che distrugge progressivamente le cellule del pancreas che producono l’insulina, condizione che si traduce in uno stato di iperglicemia e nell’impossibilità di utilizzare gli zuccheri come fonte di energia.
I bambini. Il diabete di tipo 1 colpisce soprattutto i giovani e non è prevenibile con l’adozione di uno stile di vita sano. Oggi in Italia i malati sono 150mila, di cui 20-25mila hanno meno di 18 anni. L’incidenza è andata aumentando soprattutto in quelle aree e fasce di età dove prima il diabete era meno diffuso. Nei bambini fino a sei anni, l’aumento è stato del 20% negli ultimi dieci anni. «Non conosciamo le ragioni del fenomeno, ma i dati sono chiari» spiega Andrea Scaramuzza, responsabile del servizio di diabetologia della Clinica Pediatrica dell’Università di Milano presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano. «Guardando ai bambini con meno di 14 anni, i paesi scandinavi e la Sardegna – da sempre ad alta incidenza di diabete - si mantengono stabili con 40-50 nuovi casi all’anno ogni 100mila bambini, mentre l’Italia peninsulare è passata da 6-10 a 15-20 nuovi casi».
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lunedì 10 novembre 2014
Ossitocina: l'ormone che combatte l'ansia
Quando i suoi livelli sono bassi, lo stato di agitazione aumenta. Presto
sarà sufficiente un semplice prelievo di sangue, anziché del liquido
cerebrospinale, per controllarne i livelli. Speranze e prospettive
terapeutiche anche per i casi di autismo
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Daniele Banfi
Milano
Impropriamente lo chiamano l'ormone dell'amore. In realtà
potremmo definirlo della tranquillità. È l’ossitocina. E a quanto emerge
da uno studio della Stanford University School of Medicine da poco
pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, le persone con bassi livelli di questo ormone sono più soggette a crisi d'ansia.
Non solo, per la prima volta in assoluto è stato dimostrato che per
monitorare questo parametro basta un semplice esame del sangue. Un
vantaggio non indifferente se si pensa che sino ad oggi la
concentrazione di ossitocina veniva misurata attraverso un ben più
complicato prelievo di liquido cerebrospinale. Una scoperta che ora
potrebbe aprire a nuove terapie per la cura di alcuni disturbi
comportamentali dove l'ansia è una componente importante nella vita del
malato.Continua qui
mercoledì 5 novembre 2014
I fiocchi d’avena proteggono cuore e linea
I cereali integrali, in particolare l’avena, svolgono un importante
ruolo nella salute cardiovascolare e nella salute metabolica. Lo studio
che esalta le virtù salutistiche dell’avena
Spesso sono le cose più semplici quelle che fanno veramente bene
alla salute. È il caso dell’avena che, quando assunta in fiocchi, sembra
offrire molti benefici dal punto di vista salutare.
Secondo un recente studio pubblicato sul British Journal of Nutrition, sarebbe in grado di migliorare il senso di sazietà, la qualità della digestione, la salute cardiovascolare e metabolica.
Tutto ciò – secondo il ricercatore Willem Klinken medico del centro di eccellenza della Quaker Oats – non solo fa aumentare la comprensione del ruolo dell’avena nella promozione della salute, nel senso di sazietà e nelle malattie croniche, ma bisogna tener presente che gli autori hanno anche identificato future aree di ricerca in agricoltura e salute che contribuiranno a fornire maggiori benefici per il nostro benessere.
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lm&sdp
Secondo un recente studio pubblicato sul British Journal of Nutrition, sarebbe in grado di migliorare il senso di sazietà, la qualità della digestione, la salute cardiovascolare e metabolica.
Tutto ciò – secondo il ricercatore Willem Klinken medico del centro di eccellenza della Quaker Oats – non solo fa aumentare la comprensione del ruolo dell’avena nella promozione della salute, nel senso di sazietà e nelle malattie croniche, ma bisogna tener presente che gli autori hanno anche identificato future aree di ricerca in agricoltura e salute che contribuiranno a fornire maggiori benefici per il nostro benessere.
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mercoledì 29 ottobre 2014
Bere birra protegge da infarti ed osteoporosi
Autunno, tempo di fiere dedicate alla birra (e al vino), e se volete prendervi cura della vostra salute, cominciate a mescerne un po’.
Naturalmente nessuno vi dirà mai di darci dentro coi boccali, tuttavia uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California di Davis ha evidenziato come la birra protegga dall’indebolimento osseo e dalle conseguenti fratture dovute all’osteoporosi. Essa contiene infatti il silicio dietetico, elemento fondamentale per la formazione delle ossa che ne rallenta il processo di erosione e decalcificazione.
Le birre più efficaci parrebbero quelle chiare, poiché il malto chiaro subisce meno stress da calore, il che influisce sulla quantità di silicio che giunge al consumatore.
Inoltre, una ricerca condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) ha rivelato come il consumo moderato di birra eviti l’aumento di omocistrina, un amminoacido potenzialmente responsabile degli attacchi di cuore.
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11 motivi per bere una birra
domenica 26 ottobre 2014
Torna l’ora solare, oltre 12 milioni di italiani a rischio disagio emotivo. Ecco come rimediare
Con il ritorno dell’ora solare e lo spostamento delle lancette un’ora
indietro la depressione stagionale è in agguato. Specie per i “gufi”,
che amano andare a letto tardi, ma anche e soprattutto per le
“allodole”, che preferiscono svegliarsi presto. Lo psichiatra Michele
Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano,
rivela come superare i principali effetti negativi del ritorno dell’ora
solare
Un semplice giro all’indietro delle lancette dell’orologio, basterà per portare oltre 12 milioni di italiani a soffrire notevoli disagi dal punto di vista del benessere fisico ed emotivo. Insonnia, inappetenza, spossatezza, fatica nella concentrazione e flessione del tono dell’umore, sono solo alcuni dei disturbi cui si può andare incontro.
Contrariamente all’apparenza, lo spostamento delle lancette un’ora indietro alle 3.00 del mattino, invece di permettere un maggior riposo i sessanta minuti di sonno in più saranno deleteri per la salute degli italiani e gli effetti negativi colpiranno sia i cosiddetti i “gufi”, ossia le persone che prediligono coricarsi alle ore piccole, ma soprattutto le “allodole”, che amano godersi le prime ore di luce del giorno.
La cronobiologia, una branca della biologia che studia i fenomeni ciclici negli organismi viventi e il loro adattamento ai relativi ritmi solare e lunare, è stata al centro dei più recenti studi in materia di benessere psico-fisico. Questi mostrano che già di per sé l’autunno è una stagione che per molte persone rappresenta un momento difficile da affrontare.
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Un semplice giro all’indietro delle lancette dell’orologio, basterà per portare oltre 12 milioni di italiani a soffrire notevoli disagi dal punto di vista del benessere fisico ed emotivo. Insonnia, inappetenza, spossatezza, fatica nella concentrazione e flessione del tono dell’umore, sono solo alcuni dei disturbi cui si può andare incontro.
Contrariamente all’apparenza, lo spostamento delle lancette un’ora indietro alle 3.00 del mattino, invece di permettere un maggior riposo i sessanta minuti di sonno in più saranno deleteri per la salute degli italiani e gli effetti negativi colpiranno sia i cosiddetti i “gufi”, ossia le persone che prediligono coricarsi alle ore piccole, ma soprattutto le “allodole”, che amano godersi le prime ore di luce del giorno.
La cronobiologia, una branca della biologia che studia i fenomeni ciclici negli organismi viventi e il loro adattamento ai relativi ritmi solare e lunare, è stata al centro dei più recenti studi in materia di benessere psico-fisico. Questi mostrano che già di per sé l’autunno è una stagione che per molte persone rappresenta un momento difficile da affrontare.
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venerdì 24 ottobre 2014
Il Sole protegge da sovrappeso e diabete
Gli scienziati trovano che un’adeguata esposizione alla luce solare
rallenta l’aumento di peso, riduce il rischio di obesità e di diabete
Raggi solari, luce solare… spesso demonizzati; oggi rivalutati da uno studio che mostra come esporsi al Sole – con cognizione di causa – possa essere vantaggioso anche per rallentare l’aumento di peso, ridurre il rischio di obesità e anche di diabete.
Se già la luce solare è indispensabile per la produzione e la sintetizzazione della preziosa vitamina D, è altresì importante per chi ha problemi come il disturbo affettivo stagionale (SAD), per esempio. Ma, secondo questo nuovo studio pubblicato sulla rivista Diabetes, è indispensabile non restarsene chiusi in un ufficio o in casa tutto il giorno – specie durante i mesi invernali in cui la luce solare è minore che in altri periodi dell’anno. Perché se non tiriamo mai fuori il naso, possiamo mettere su chili di troppo e poi sviluppare anche il diabete di tipo 2.
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Raggi solari, luce solare… spesso demonizzati; oggi rivalutati da uno studio che mostra come esporsi al Sole – con cognizione di causa – possa essere vantaggioso anche per rallentare l’aumento di peso, ridurre il rischio di obesità e anche di diabete.
Se già la luce solare è indispensabile per la produzione e la sintetizzazione della preziosa vitamina D, è altresì importante per chi ha problemi come il disturbo affettivo stagionale (SAD), per esempio. Ma, secondo questo nuovo studio pubblicato sulla rivista Diabetes, è indispensabile non restarsene chiusi in un ufficio o in casa tutto il giorno – specie durante i mesi invernali in cui la luce solare è minore che in altri periodi dell’anno. Perché se non tiriamo mai fuori il naso, possiamo mettere su chili di troppo e poi sviluppare anche il diabete di tipo 2.
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mercoledì 22 ottobre 2014
Uomo paralizzato torna a camminare dopo trapianto cellule
Tecnica rivoluzionaria usata da équipe medici polacchi e Gran Bretagna. "Staminali olfattive inserite nel midollo spinale"
di VALERIA PINI
LONDRA - Quello che viene definito come un intervento rivoluzionario avrebbe permesso al 40enne Darek Fidyka, che era paralizzato dal 2010 dalla vita in giù dopo un accoltellamento, di tornare a camminare. Secondo il sito della Bbc, il trattamento compiuto da chirurghi polacchi in collaborazione con scienziati britannici, si è basato su un trapianto di cellule del suo sistema olfattivo inserite nel midollo spinale.
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di VALERIA PINI
LONDRA - Quello che viene definito come un intervento rivoluzionario avrebbe permesso al 40enne Darek Fidyka, che era paralizzato dal 2010 dalla vita in giù dopo un accoltellamento, di tornare a camminare. Secondo il sito della Bbc, il trattamento compiuto da chirurghi polacchi in collaborazione con scienziati britannici, si è basato su un trapianto di cellule del suo sistema olfattivo inserite nel midollo spinale.
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martedì 21 ottobre 2014
Come rimanere giovani: la tua mente e i rimedi naturali
Avere un atteggiamento positivo è molto importante per rimanere giovani:
Le donne che amano il sesso vivono più a lungo, dicono molti studiosi, infatti il sesso da quel momento Zen, che altrimenti nella nostra società è molto difficile trovare nell’arco della giornata. La tua mente è utile anche nella scelta della dieta da seguire e dello stile di vita, infatti anche la salute ottimale, come il rimanere giovani, dipendono dal raggiungimento dell’optimus con il nostro corpo. La dieta è una parte importante di stare in salute. Mangiare verdure a foglia verde aiuta a lenire l’infiammazione e con i fitonutrienti presenti in questi alimenti si possono combattere le malattie legate all’età. I cibi ricchi di vitamina C sono antiossidanti, che aumenta l’immunità. Bere molta acqua per idratare la pelle, in quanto la pelle è la più grande e la più visibile del tuo corpo. Mangiare i cibi da tutti i gruppi alimentari assicura che il vostro corpo abbia l’energia necessaria. Ma non sempre l’alimentazione non è sufficiente e quando questo accade allora mi integro prodotti naturali. Ad esempio, probabilmente avete sentito parlare molto di resveratrolo, un composto nel vino rosso e succo d’uva, antiossidante per eccellenza, insieme alla vitamina C, è sicuramente definito uno dei migliori rimedi per rimanere giovani. Ma questo ci lascia un po’ perplessi, quanto vino rosso dovremmo bere per avere la giusta dose di antiossidante per il nostro organismo; i nutrizionisti dicono che bere vino rosso con moderazione può anche avere benefici salutari per il cuore, sicuramente per avere il suo effetto per farti rimanere giovane deve essere assunto sotto forma di integratore.
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lunedì 20 ottobre 2014
Cosa c’è negli hamburger di McDonald’s?
Rivelati segreti dietro agli hamburger della nota catena di fast-food,
che erano stati accusati di essere prodotti con i più raccapriccianti e
stomachevoli ingredienti, compresa la cosiddetta “pink slime” (o melma
rosa) e la carne con i vermi.
Sugli hamburger di McDonald’s si è già detto di tutto – e forse anche di più.
C’è chi un tempo sosteneva che la carne in realtà fosse prodotta con metodi fantascientifici che non necessitavano neanche di una mucca. Poi si è passati alla carne putrefatta con tanto di vermi, o anche direttamente “carne” di vermi. Infine, alla cosiddetta pink slime (o melma rosa, in italiano) che sarebbe una poltiglia fatta di tutti gli scarti di carne possibili, compresi cartilagini, tessuti connettivi, tendini… Il tutto tritato molto finemente e passato poi sotto ammoniaca per preservarla dalla contaminazione batterica. Un bel quadretto, insomma.
Ma non solo. L’azienda, per mettere fine alle voci incontrollate, sta anche invitando il pubblico a inviare domande via Twitter e Facebook su ciò che realmente accade con il loro cibo.
I portavoce di McDonald’s hanno poi dichiarato che alla troupe di GMA che la loro carne è una miscela di manzo Leener tritata, con anche del grasso, sempre tritato. Ma che non contiene assolutamente altri “strani” ingredienti e, men che mai, vermi o melma rosa. E, ovviamente, neanche trattamenti all’ammoniaca.
Tuttavia, la catena di fast-food ha ammesso di utilizzare l’azodicarbonamide (ADA) nelle sue focacce e panini per mantenere l’adeguata consistenza del pane per ogni partita. Questa sostanza è un composto organico che viene utilizzato come additivo alimentare e come agente sbiancante della farina. Lo stesso composto viene tuttavia utilizzato anche per alcuni prodotti non alimentari.
Se vi siete allarmati, sappiate che sono moltissime le industrie alimentari che lo utilizzano, e si ritiene non sia dannoso.
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lm&sdp
C’è chi un tempo sosteneva che la carne in realtà fosse prodotta con metodi fantascientifici che non necessitavano neanche di una mucca. Poi si è passati alla carne putrefatta con tanto di vermi, o anche direttamente “carne” di vermi. Infine, alla cosiddetta pink slime (o melma rosa, in italiano) che sarebbe una poltiglia fatta di tutti gli scarti di carne possibili, compresi cartilagini, tessuti connettivi, tendini… Il tutto tritato molto finemente e passato poi sotto ammoniaca per preservarla dalla contaminazione batterica. Un bel quadretto, insomma.
Ma congetture e fantasie a parte, cosa c’è davvero negli hamburger di McDonald’s?
Alla domanda ha tentato di rispondere la troupe di Good Morning America (GMA) che è andata in California in uno stabilimento di produzione di hamburger della nota catena di fast-food per vedere e filmare quanto accadeva in realtà.
E’ infatti la prima volta che una troupe entra in uno stabilimento di
McDonald’s per osservare come vengono prodotti i loro hamburger.Ma non solo. L’azienda, per mettere fine alle voci incontrollate, sta anche invitando il pubblico a inviare domande via Twitter e Facebook su ciò che realmente accade con il loro cibo.
I portavoce di McDonald’s hanno poi dichiarato che alla troupe di GMA che la loro carne è una miscela di manzo Leener tritata, con anche del grasso, sempre tritato. Ma che non contiene assolutamente altri “strani” ingredienti e, men che mai, vermi o melma rosa. E, ovviamente, neanche trattamenti all’ammoniaca.
Tuttavia, la catena di fast-food ha ammesso di utilizzare l’azodicarbonamide (ADA) nelle sue focacce e panini per mantenere l’adeguata consistenza del pane per ogni partita. Questa sostanza è un composto organico che viene utilizzato come additivo alimentare e come agente sbiancante della farina. Lo stesso composto viene tuttavia utilizzato anche per alcuni prodotti non alimentari.
Se vi siete allarmati, sappiate che sono moltissime le industrie alimentari che lo utilizzano, e si ritiene non sia dannoso.
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venerdì 17 ottobre 2014
Il caffè decaffeinato fa male?
Cosa fare quando il classico caffè diventa un nemico
del nostro organismo? Con l'avanzare dell'età e la comparsa dei primi
acciacchi alla salute, spesso i medici consigliano di ridurre, in alcuni
casi di eliminare del tutto, l'assunzione di caffeina. Per molte
persone può risultare molto difficile abbandonare il piacere del caffè,
ma in loro aiuto arriva il caffè decaffeinato.
Spesso oggetto di critiche e polemiche, il caffè decaffeinato ha invece
diverse proprietà benefiche. Da dove derivano quindi tutti i dubbi e le
preoccupazioni per questa tipologia di caffè?Scopriamolo insieme.
- Come si ottiene il caffè decaffeinato
- Nel decaffeinato c'è la caffeina?
- Le controindicazioni del caffè decaffeinato
- Caffè decaffeinato e colesterolo
- Caffè decaffeinato e gravidanza
-
Le proprietà del caffè decaffeinato
Come si ottiene il caffè decaffeinato
I principali dubbi sulla sicurezza nell'assunzione del caffè decaffeinato derivano dal metodo utilizzato per togliere la caffeina dai chicchi di caffè. Esistono diversi metodi estrattivi, alcuni dei quali prevedono l'utilizzo di alcuni agenti chimici ritenuti potenzialmente cancerogeni per l'uomo.
Ne dobbiamo quindi dedurre che il caffè decaffeinato sia cancerogeno? Sembrerebbe di no. Pare infatti che le elevate temperature a cui vengono sottoposte queste sostanze durante la successiva tostatura dei chicchi, le portino ad evaporare completamente senza lasciare alcuna traccia nel caffè.
Per evitare rischi inutili, è consigliabile però scegliere miscele di caffè decaffeinato ottenute con la moderna tecnica di decaffeinizzazione ad anidride carbonica. Questo sistema permette di estrarre la caffeina senza l'impiego di sostanza chimiche.
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domenica 12 ottobre 2014
Formaggio vs diabete
Pubblicati i risultati di uno studio effettuato su oltre 23mila persone,
studio dal quale emergerebbe l'efficacia del consumo dei formaggi per
prevenire l'insorgere del diabete tipo 2, ma attenzione ...
E' difficile che qualcuno possa ancora stupirsi dell'alternarsi di notizie buone e cattive su un determinato alimento, che in base agli studi più recenti può rivelarsi una vera panacea per il nostro organismo oppure un veleno, mentre dalla ricerca precedente erano emersi dati completamente differenti.
Oggi tocca ai formaggi, ma non del tipo dietetico, se è lecito utilizzare questo termine quando si parla di formaggi, bensì di quelli che vengono definiti in termini tecnici "high fat", cioè ad alto contenuto di grassi.
L'ultima scoperta sui formaggi è opera di uno studio svedese, effettuato su un campione di oltre 23mila persone, che ha dimostrato come il consumo di almeno otto porzioni al giorno (!) di prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grassi possa diminuire le probabilità di ammalarsi di diabete tipo 2.
Il meccanismo in base al quale i grassi dei formaggi agiscono su un potenziale diabete non è ancora noto, si suppone che tali grassi potrebbero influenzare beneficamente il meccanismo del metabolismo del glucosio e sulla sensibilità dell'insulina, riducendo di conseguenza il rischio di sviluppare il diabete tipo 2
La riduzione del rischio diabete 2 è in funzione dei particolari grassi assunti, la panna infatti sembra ridurre il rischio di circa il 15% mentre lo yogurt, assunto in quantità di almeno 180 ml al giorno, risulta essere più efficace con una percentuale di abbattimento del rischio del 20%.
I grassi benefici sono però soltanto queli del formaggio, si è riscontrato un aumento del rischio diabete nelle persone che consumavano grandi quantità di carne, con una percentuale inversamente proporzionale alla
quantità di grassi contenuti, cioè le carni magre aumentano tale rischio fino al 24% contro il 9% delle carni grasse.
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E' difficile che qualcuno possa ancora stupirsi dell'alternarsi di notizie buone e cattive su un determinato alimento, che in base agli studi più recenti può rivelarsi una vera panacea per il nostro organismo oppure un veleno, mentre dalla ricerca precedente erano emersi dati completamente differenti.
Oggi tocca ai formaggi, ma non del tipo dietetico, se è lecito utilizzare questo termine quando si parla di formaggi, bensì di quelli che vengono definiti in termini tecnici "high fat", cioè ad alto contenuto di grassi.
L'ultima scoperta sui formaggi è opera di uno studio svedese, effettuato su un campione di oltre 23mila persone, che ha dimostrato come il consumo di almeno otto porzioni al giorno (!) di prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grassi possa diminuire le probabilità di ammalarsi di diabete tipo 2.
Il meccanismo in base al quale i grassi dei formaggi agiscono su un potenziale diabete non è ancora noto, si suppone che tali grassi potrebbero influenzare beneficamente il meccanismo del metabolismo del glucosio e sulla sensibilità dell'insulina, riducendo di conseguenza il rischio di sviluppare il diabete tipo 2
La riduzione del rischio diabete 2 è in funzione dei particolari grassi assunti, la panna infatti sembra ridurre il rischio di circa il 15% mentre lo yogurt, assunto in quantità di almeno 180 ml al giorno, risulta essere più efficace con una percentuale di abbattimento del rischio del 20%.
I grassi benefici sono però soltanto queli del formaggio, si è riscontrato un aumento del rischio diabete nelle persone che consumavano grandi quantità di carne, con una percentuale inversamente proporzionale alla
quantità di grassi contenuti, cioè le carni magre aumentano tale rischio fino al 24% contro il 9% delle carni grasse.
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venerdì 10 ottobre 2014
Il succo di pompelmo fa dimagrire
Un nuovo studio ha rivelato che il succo di pompelmo potrebbe essere una
soluzione efficace per perdere peso. Attenzione però all’interazione
con i farmaci
Sono molte le persone che devono fare i conti con i chili di troppo, o che vorrebbero perderne qualcuno. Per questo motivo si è sempre alla ricerca di una soluzione che non costi troppa fatica e che sia efficace.
Di proposte in questo senso sul mercato ve ne sono molte – forse
troppe. E non tutte serie, valide, ma soprattutto sicure dal punto di
vista della salute.
A nutrire il già folto gruppo di rimedi per la ciccia si aggiunge oggi il succo di pompelmo che, secondo un nuovo studio dell’Università della California a Berkeley (UCB), sarebbe una soluzione semplice quanto efficace per perdere i chili di troppo.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLoS ONE, è stato condotto su modello animale, e ha rivelato che i topi nutriti con una dieta ricca di grassi hanno perso il 18% di peso, se bevevano anche il succo di pompelmo. Cosa che non è accaduta nel gruppo di controllo che beveva soltanto acqua.
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A nutrire il già folto gruppo di rimedi per la ciccia si aggiunge oggi il succo di pompelmo che, secondo un nuovo studio dell’Università della California a Berkeley (UCB), sarebbe una soluzione semplice quanto efficace per perdere i chili di troppo.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLoS ONE, è stato condotto su modello animale, e ha rivelato che i topi nutriti con una dieta ricca di grassi hanno perso il 18% di peso, se bevevano anche il succo di pompelmo. Cosa che non è accaduta nel gruppo di controllo che beveva soltanto acqua.
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giovedì 9 ottobre 2014
“VIVA!” per imparare la rianimazione
Saper affrontare una emergenza può salvare migliaia di vite ogni anno,
per questo IRC ha dato vita all’iniziativa aperta a tutti e a cui tutti
dovrebbero partecipare, se teniamo alla vita dei nostri cari e degli
altri
Prende il via anche in Italia la Campagna “VIVA!” 2014. Un’importante,
diremmo “vitale”, iniziativa rivolta a tutti che prevede più di 100
eventi in 80 città diverse. L’intento è la sensibilizzazione sul tema
della rianimazione cardiopolmonare, una pratica che può salvare migliaia di vite.
La Campagna è promossa, sviluppata e realizzata da Italian Resuscitation Council (IRC) e IRC-Comunità (IRC-Com), due associazioni senza scopo di lucro collegate con il Council Europeo (ERC) che hanno come obiettivo la diffusione in Italia delle conoscenze e delle tecniche per riconoscere e trattare l’arresto cardiaco.
Il culmine della campagna si avrà nella settimana dal 13 al 19 ottobre 2014, giorni in cui si concentreranno le analoghe iniziative previste in tutti i Paesi europei (European Restart a Heart Day del 16 ottobre 2014). Durante la settimana i centri di formazione IRC e IRC-Com di tutta Italia offriranno corsi gratuiti di rianimazione a enti e istituzioni che ne facciano richiesta.
«L’arresto cardiaco colpisce in Europa oltre 400.000 persone ogni anno, circa 60.000 in Italia – sottolinea Giuseppe Ristagno del Comitato Scientifico di IRC – Ogni giorno nel Continente muoiono per questa patologia oltre 1.000 persone.
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Aderire alla Campagna "Viva 2014" può aiutare a salvare migliaia di vite.
La Campagna è promossa, sviluppata e realizzata da Italian Resuscitation Council (IRC) e IRC-Comunità (IRC-Com), due associazioni senza scopo di lucro collegate con il Council Europeo (ERC) che hanno come obiettivo la diffusione in Italia delle conoscenze e delle tecniche per riconoscere e trattare l’arresto cardiaco.
Il culmine della campagna si avrà nella settimana dal 13 al 19 ottobre 2014, giorni in cui si concentreranno le analoghe iniziative previste in tutti i Paesi europei (European Restart a Heart Day del 16 ottobre 2014). Durante la settimana i centri di formazione IRC e IRC-Com di tutta Italia offriranno corsi gratuiti di rianimazione a enti e istituzioni che ne facciano richiesta.
«L’arresto cardiaco colpisce in Europa oltre 400.000 persone ogni anno, circa 60.000 in Italia – sottolinea Giuseppe Ristagno del Comitato Scientifico di IRC – Ogni giorno nel Continente muoiono per questa patologia oltre 1.000 persone.
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