sabato 31 marzo 2018

L’acrilammide che si forma nelle patatine, nei biscotti, nel caffè e nel pane cotto ad alte temperature è nociva. Tutti i consigli da adottare in cucina per ridurre il contenuto negli alimenti in un articolo firmato da Veterinaria e sicurezza alimentare Marche


Con la pubblicazione di un nuovo regolamento europeo sono stati abbassati i valori sul contenuto di acrilammide presente  in alcuni alimenti come patate, pane, biscotti, cracker, caffè.  Secondo l’Efsa la presenza di questa sostanza nel cibo può aumentare il rischio di cancro per i consumatori e per questo motivo ha pubblicato un dossier per ridurre la quantità nei prodotti confezionati e anche nei piatti cucinati in casa. In questo articolo pubblicato sul sito  Veterinaria e sicurezza alimentare Marche, Stefano Gabrio Manciola descrive quali sono le misure da adottare.

L’acrilammide è un composto organico a basso peso molecolare, altamente solubile in acqua, che si forma naturalmente negli alimenti amidacei durante la cottura ad alte temperature (come ad esempio frittura, cottura al forno e alla griglia) e durante i processi di trasformazione industriale che avvengono a temperature superiori a 120° C in condizioni di bassa umidità (come ad esempio la tostatura). L’acrilammide si forma ad alte temperature, attraverso reazioni fra alcuni zuccheri e l’amminoacido asparagina, presenti naturalmente in molti alimenti. Il processo chimico che porta alla formazione della sostanza è indicato come “reazione di Maillard” ed è la stessa reazione che rende i cibi abbrustoliti e più gustosi.Ad essere sotto accusa sono soprattutto i prodotti vegetali con poche proteine, perché in quelli molto proteici (come i legumi) e nei prodotti di origine animale, in cui la reazione di Maillard comunque avviene, si formano prevalentemente altre molecole.

L’acrilammide si trova quindi in molti alimenti cotti ad alte temperature  come  prodotti fritti a base di patate, pane, biscotti, cracker, caffè e anche nel fumo di tabacco. Gli studi condotti sugli esseri umani hanno fornito prove limitate e discordanti dell’aumento del rischio di sviluppare tumori in seguito ad ingestione. Tuttavia, le ricerche sugli animali da laboratorio hanno dimostrato che l’esposizione all’acrilammide, attraverso la dieta, aumenta enormemente la probabilità di sviluppare mutazioni geniche e tumori in vari organi.

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venerdì 30 marzo 2018

Il caffè è uno scudo per la salute del cuore

Studio brasiliano, protegge le arterie da ostruzione

 

Il caffè oltre che tenere svegli fa da scudo per la salute del cuore, proteggendo le arterie dall'ostruzione, un fenomeno che può portare a infarto. A evidenziarlo è uno studio brasiliano, della University of Sao Paulo's School of Public Health, pubblicato sulla rivista Journal of the American Heart Association. Per la ricerca sono stati presi in esame 4.400 residenti di San Paolo, tra i 35 e i 74 anni, analizzando le loro abitudini relative al caffè e le informazioni raccolte sono state correlate con la misurazione della quantità di calcio nelle arterie coronarie. "Abbiamo scoperto che il consumo abituale di più di tre tazze al giorno di caffè Java (una miscela robusta) diminuiva le probabilità di calcificazione coronarica per le persone che non avevano mai fumato" evidenzia l'autrice principale dello studio Andreia Miranda.


    Gli studiosi ora puntano a capire da un lato se bere quattro o cinque tazze al giorno conferirebbe ancora più benefici, anche se come sottolinea Miranda "altri studi hanno già dimostrato che il consumo eccessivo di questa bevanda potrebbe non portare miglioramenti per la salute", e dall'altro a comprendere se un effetto si potrebbe avere anche con altri alimenti e bevande contenenti caffeina, come tè o cioccolato. 

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giovedì 29 marzo 2018

La peluria del corpo: come cambia negli anni e perchè sempre più persone vogliono eliminarla


Nicla Panciera
A differenza dei suoi cugini primati, l’essere umano ha un corpo pressoché privo di peli. Il perché abbia perso la pelliccia nel corso dell’evoluzione è ancora oggetto di indagine e le ipotesi più accreditate riguardano la possibilità di controllare la temperatura anche nei climi più caldi ma anche di sbarazzarsi in fretta di parassiti e altri animali.

C’è poi il volto dell’essere umano che, al di là delle differenze individuali e dell’origine etnica, è generalmente glabro. Questo, per alcuni ricercatori, fa ritenere che la perdita di peli in quella zona abbia il vantaggio di consentire la comunicazione di emozioni e reazioni, cruciale per una specie sociale come la nostra. 

«I peli che ricoprono il nostro corpo sono considerati caratteri sessuali secondari, segnale visivo di maturità, e svolgono una funzione importante, che è di tipo sensitivo e tattile, oltre a proteggere alcune aree della pelle da frizioni e sfregamenti» spiega Paolo Pigatto, della Statale di Milano e direttore della dermatologia dell’Irccs Galeazzi di Milano.

QUALI E QUANTI PELI ABBIAMO?
I follicoli piliferi sono distribuiti quasi ovunque, vestigia questa del nostro passato, e danno luogo a una peluria sottile, il pelo del vello, che con la crescita viene sostituito da peli a carattere terminale in alcune aree del corpo. «Ad eccezione delle piante delle mani e dei piedi e delle pseudomucose, i peli sono presenti ovunque. Sono costituiti da una parte esterna e una che penetra nel derma profondo fino al bulbo» spiega il professor Pigatto.
Il ciclo del pelo ha ritmi diversi a seconda delle aree: «Il pelo cresce, si sviluppa e cade in 4/5 anni nel caso dei capelli, 6 mesi nel caso dei peli pubici, un mese nel caso dei peli terminali di braccia e gambe» spiega il dermatologo. È grazie a questo meccanismo, ad esempio, che le sopracciglia crescono e poi, raggiunta una certa lunghezza, cadono senza allungarsi all’infinito. «Con l’età, si osserva un aumento della lunghezza di alcuni peli, si pensi alle sopracciglia o alle orecchie. E una perdita dei peli pubici e ascellari, che dipende invece dai cambiamenti ormonali».

I CAPELLI
Ogni uomo possiede dai 20 ai 25 mila peli della barba che crescono al ritmo di mezzo millimetro al giorno. I capelli sono 120-150 mila e crescono in media 1,5 cm al mese (0,4 mm al giorno). A seconda dell’etnia, si distinguono capelli caucasici, asiatici e africani. Gli europei hanno le chiome più folte e gli africani più rade, gli asiatici più lisce e rapide a crescere, con una rapidità che può raggiungere i 0,6 millimetri al giorno. Anche dei capelli è importante prendersi cura: «Vi sono delle patologie del cuoio capelluto che possono causare la caduta dei capelli, provocando la calvizie, condizione che ha una certa predisposizione genetica - spiega il professor Paolo Pigatto - In caso di desquamazione della pelle e di massiccia perdita di capelli, è opportuno rivolgersi allo specialista».


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mercoledì 28 marzo 2018

Perdita dei capelli: come prevenire o affrontare il diradamento

Perdita capelli nell’uomo e nella donna

Per “perdita dei capelli” si intende quel processo degenerativo che conduce progressivamente alla scomparsa definitiva dei capelli. Vedere uomini adulti e ragazzi giovani privi di una folta chioma non significa che queste persone abbiano improvvisamente perso i propri capelli, ma ciò è la conseguenza di un processo lento e graduale, iniziato in maniera precoce oppure in età più avanzata.

La forma più comune di calvizie è l’alopecia androgenetica, che interessa oltre il 70% degli uomini e il 40% delle donne nel corso della propria vita. Alla sua manifestazione contribuiscono principalmente due cause necessarie e concomitanti: la predisposizione genetica e l’azione ormonale del DHT (metabolita del testosterone) prodotto localmente nel follicolo pilifero.
Perché è difficile individuare l’inizio della problematica? L’alopecia androgenetica da luogo ad una progressiva miniaturizzazione dei follicoli piliferi presenti su determinate zone del cuoio capelluto: di conseguenza i capelli da essi prodotti tendono a diventare sempre più sottili, corti e depigmentati. L’uomo infatti perde i capelli nella zona frontale e sul vertice ma conserva quelli sulla nuca, dove sono meno soggetti all’azione del DHT.

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martedì 27 marzo 2018

Da ananas a spinaci, le fake news sul cibo dominano il web

Esperti Istituto Superiore di Sanità smentiscono credenze comuni

 

"Hai bisogno di ferro? Mangia tanti spinaci", "l'ananas fa dimagrire", "lo zucchero di canna fa meno male di quello bianco". Sono tutte false credenze, alcune anche piuttosto antiche, ma che il web aiuta a diffondere e amplificare. A mettere in guardia sulle tante informazioni 'fasulle' che riguardano diete e cibo sono gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità che, alle fake news sull'alimentazione, hanno dedicato un'intera sezione sul portale online ISSalute.it.
    A cominciare dalle presunte proprietà di alcuni cibi. La regina delle bufale sull'alimentazione è che lo zucchero di canna sia meno nocivo di quello bianco: "Entrambi contengono esattamente la stessa molecola, il saccarosio, per cui sono equivalenti". Che la pasta faccia ingrassare e l'ananas dimagrire è una falsa verità che si tramanda da generazioni. Ma, al contrario, "non esistono alimenti buoni né cattivi: tutti vanno inseriti, nelle giuste proporzioni, nell'ambito di una dieta sana e varia". Quanto agli spinaci tanto amati da Braccio di Ferro, la letteratura scientifica ci dice che il ferro che contengono ci è molto poco utile, perché, diversamente da quello presente nella carne, è poco assimilabile dal nostro organismo.

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Dieta più sana se i bambini mangiano yogurt ogni giorno

L'elisir che ringiovanisce i vasi sanguigni

E’ basato su un molecola, positivi i test nei topi

Vasi sanguigni ringiovaniti fino all’80% grazie a un ‘elisir’ anti età: è un composto basato su una molecola che ripristina la capacità di vene e arterie di trasportare ossigeno ai muscoli. Agisce riattivando una famiglia di proteine collegate alla longevità e se in futuro gli effetti dovessero essere confermati nell'uomo sarebbe possibile contrastare molte malattie legate all'età, prima fra tutte l'osteoporosi. Pubblicato sulla rivista Cell, il risultato si deve al gruppo del Massachusetts Institute of Technology (Mit) coordinato da Abhirup Das.

"Se il composto dovesse funzionare anche nell'uomo, potremmo riuscire a salvare la massa muscolare degli anziani" e di conseguenza rallentare l'osteoporosi, ha rilevato uno degli autori, il biologo Leonard Guarente

Invecchiando, infatti la resistenza dei vasi sanguigni si riduce e questi diventano meno efficaci nel fornire ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti muscolari. Inoltre, pochè "c'è interazione tra muscoli e ossa, perdere massa muscolare può portare alla fragilità ossea", ha aggiunto.

Per contrastare questi effetti i ricercatori hanno voluto esplorare il ruolo esercitato sulle pareti interne dei vasi sanguigni dalle sirtuine, una classe di proteine presenti in quasi tutti gli animali, già note per gli effetti anti-invecchiamento nel lievito, scoperti proprio da Guarente negli anni '90.

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lunedì 26 marzo 2018

Il finocchio: proprietà, benefici e ricette

Il finocchio è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere, probabilmente originaria dell’Asia Minore ma diffusa in tutta l’area del Mediterraneo e già nota presso gli egizi, i greci e gli arabi. L’aroma peculiare del finocchio si deve alla consistente presenza di anetolo, un’essenza che viene adoperata per la preparazione di liquori quali la sambuca, il pastis e l’anisette in Francia o l’anis in Spagna. È opportuno fare distinzione tra finocchio selvatico e coltivato. Le due varietà fanno parte della stessa famiglia, ma mentre quello selvatico cresce in maniera spontanea e viene usato come pianta aromatica, quello coltivato, o comune, dispone di una parte edibile, detta “grumolo”, costituita dalla parte basale delle foglie e caratterizzata da un sapore più dolce e meno pungente rispetto a quello del finocchio selvatico.

Il finocchio: Proprietà nutrizionali e benefici
Questo ortaggio ha un contenuto calorico molto ridotto, circa 31 calorie per ogni etto, è povero di grassi ma molto ricco di fibre, quindi è un alimento particolarmente indicato per chi tiene alla propria linea. Il finocchio è molto ricco di sali minerali, soprattutto potassio, calcio e fosforo, utili per rinforzare le ossa e per prevenire crampi e stanchezza. Contiene molte vitamine, in particolare la vitamina A, essenziale per proteggere e mantenere sana la pelle e per regolare il funzionamento della retina e della vista, la vitamina B, elemento fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato cardiocircolatorio, e la vitamina C, sostanza molto importante nella prevenzione di numerose patologie perché rafforza il sistema immunitario e svolge un’efficace azione antiossidante. Il buon contenuto di fitoestrogeni rende il finocchio un ottimo equilibrante naturale dei livelli degli ormoni femminili, il che lo rende particolarmente utile nello stimolare la produzione di latte nelle donne alle prese con l’allattamento, nel ridurre i disturbi che precedono il ciclo mestruale e nell’alleviare i sintomi della menopausa.

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Vaccino Covid e morti improvvise: vediamo cosa è emerso da uno studio Usa

E’ stato condotto un  nuovo studio negli USA  che conferma che  non esiste alcun legame tra vaccino covid e morti improvvise . L’indagine, c...