mercoledì 2 gennaio 2019

QUALI SONO I BENEFICI DEI CARCIOFI E A CHI È SCONSIGLIATO IL LORO CONSUMO?

Secondo i ritmi naturali, bisognerebbe aspettare ancora qualche mese per gustarlo fresco nella sua stagionalità, ma le moderne tecniche di coltivazione riescono ad anticiparne di qualche mese il raccolto. Per cui è ormai il momento giusto per parlare delle proprietà dei carciofi, ortaggi che stanno alla base di numerose ricette della cucina popolare di molte regioni italiane proprio nel periodo autunnale e invernale.
Si tratta di un prodotto semplice della terra che, come spesso accade, offre un ampio ventaglio di benefici e può essere destinato a innumerevoli usi. Nel caso del carciofo, la cucina è sicuramente la prima destinazione dopo la raccolta, ma non vanno trascurati gli interessanti utilizzi che se ne possono fare nell’ambito delle tisane, degli infusi, addirittura nella cura e nella prevenzione, ovviamente al naturale, di alcuni disturbi diffusi.

STORIA E STAGIONALITÀ DEL CARCIOFO



Stando alle fonti documentarie, le prime coltivazioni di Cynara scolymus (questo il nome scientifico del carciofo) sul territorio italiano risalgono all’epoca romana in Sicilia, ma già egizi e greci conoscevano il cardo selvatico, molto diffuso nel bacino del Mediterraneo, che possiamo considerare il progenitore del carciofo. Inoltre le sue proprietà medicinali, note anche agli arabi, si sono diffuse nei secoli presso le civiltà dell’Italia meridionale e insulare.
Il ciclo di coltivazione del carciofo inizia dopo un periodo di riposo primaverile: da giugno la pianta produce fino a 15 capolini (l’infiorescenza commestibile utilizzata in cucina), mentre il momento della raccolta è a cavallo tra novembre e il periodo marzo-aprile. L’Italia è ancora oggi il luogo di elezione per la coltivazione di questo ortaggio, in particolare in regioni come la Sicilia, la Sardegna e la Puglia (che ne sono anche le maggiori produttrici a livello mondiale), ma anche Calabria, Campania, Liguria e Lazio.

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lunedì 31 dicembre 2018

Il sale rosa dell’Himalaya continua a spopolare tra i Millennials, grazie a chef e influencer. Ma non è benefico per la salute e il prezzo è salato

Non fa bene alla salute – almeno non più di quello bianco – ma non fa neanche male, non arriva davvero dall’Himalaya e costa parecchio più di quello normale. Eppure il sale rosa sta vivendo un momento di popolarità planetaria, e ingiustificata. A raccontare la sua incredibile storia, che c’entra molto con l’associazione inconscia dei colori agli alimenti, con alcune credenze popolari infondate e con tendenze lanciate da personaggi pubblici e influencer, è il giornale americano The Atlantic.  L’articolo della giornalista specializzata in alimentazione Amanda Mull racconta come si è arrivati al successo, non senza una punta di ironia verso questa gigantesca bufala.
Innanzitutto, è necessario sfatare uno dei miti più alimentati. La stragrande maggioranza del sale rosa non arriva dal monte più alto del mondo, ma dall’enorme miniera di Kewhra che si trova a sud della catena himalayana, in Pakistan, tra le città di Lahore e Islamabad. Si tratta di un luogo quasi mitico, esteso su un’area di più di 110 km quadrati, scavati per più di 200 metri di profondità fin dall’antichità, che secondo la leggenda sarebbe stato scoperto addirittura da Alessandro Magno: un luogo pieno di fascino, quindi, ma non nel cuore della montagna.
Inoltre, lì il sale non viene raccolto a mano, come spesso scritto sulle confezioni e raccontato nelle pubblicità, ma con macchinari e con l’aiuto di una ferrovia interna, visto che la quantità media annuale di sale estratto è di 325 mila tonnellate (una punta di iceberg rispetto alle stimate 6.687 miliardi di tonnellate presenti).
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sabato 29 dicembre 2018

Tante volte sento, ho la pelle spenta, sottile,  mi sento stanca, sono sempre malaticcia…ecc….
la realtà è che spesso, anzi sempre, ci preoccupiamo di mangiare bene, di fare attività fisica e curare il nostro aspetto esteriore e di acqua nemmeno l’onda!
l’acqua apporta benefici, direi magici (si perchè se ne parla talmente poco che quando si scoprono i suoi benefici, si grida al miracolo)
vediamo insieme benefici e smentiamo alcune dicerie da panchina

  • se ti alleni con regolarità, bevendo, noterai che i tuoi allenamenti saranno più efficaci a causa di un buon equilibrio di elettroliti;
  • imagestuoi reni, beh ti ringrazieranno,funzioneranno meglio e ti sentirai più leggera
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mercoledì 26 dicembre 2018

Le feste e i chili di troppo: mangi e ingrassi? Risolvi così

Dopo Natale e Capodanno, la Befana porterà via le feste e ci lascerà qualche chilo in più: proviamo a capire come smaltirlo




Le feste

Paese che vai tradizione che trovi. Ma una cosa è certa: tra Natale e l’Epifania il cibo è generoso. Le vacanze invernali, infatti, sono tradizionalmente un momento di festa con familiari, amici e persone care. È quindi un momento di abbondanza. Non a caso, la maggior parte dell’aumento di peso durante l’anno si osserva durante le festività natalizie. Diversi studi hanno rilevato che l’aumento di peso, legato all’aumento della massa grassa, durante le festività natalizie non si perde nei mesi successivi, cioè durante i mesi primaverili ed estivi e che l’incremento ponderale è direttamente proporzionale all’età. Esistono però degli éscamotage per ridurre i danni.


Prima le proteine

Il cibo sarà abbondante e il desiderio di assaggiare tutte le portate sarà forte. Concentrati pertanto sui cibi ricchi in proteine. Le proteine, infatti, possiedono un potente effetto saziante, sia nell’immediata loro assunzione che nelle ore successive al pasto. Questo contribuirà a favorire l’insorgere della fame e ad accelerare l’insorgere della sazietà. Inoltre, consumare le proteine prima di carboidrati amidacei contribuisce a ridurre la glicemia post-pasto e le risposte di insulina.

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lunedì 24 dicembre 2018

“EFFETTO GRINCH”: QUANDO LE FESTE PORTANO AL RISCHIO DEPRESSIONE. COME SOPRAVVIVERE

Chi potrebbe risentire in modo negativo del clima natalizio sono in particolare meteoropatici e bipolari


Ci sono persone alle quali le musiche natalizie che risuonano da settimane nei negozi, con case e strade illuminate a festa, non fanno un bell’effetto. Il periodo di fine anno non è per tutti di gioia e attesa ma può innescare depressione, malumore, spossatezza e irritabilità. Insomma, una sorta di “effetto Grinch”, dal personaggio di fantasia che detesta il Natale e qualunque cosa abbia a che fare con questa festività. "A rischiare di risentire in modo negativo del clima natalizio sono in particolare due tipologie di persone", spiega all'AdnKronos Maurizio Pompili, professore di psichiatria, direttore della scuola di specializzazione in psichiatria all’Università Sapienza di Roma e del Servizio per la Prevenzione del suicidio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Andrea.

Meteoropatici
"In un caso - spiega Pompili - si tratta di chi è affetto da Seasonal affective disorder (Sad), disturbo che insorge nel tardo autunno-inverno e si protrae a primavera e può ripetersi nel corso degli anni. Il freddo e la riduzione delle ore di luce possono indurre stati depressivi, peggiorati dalla dimensione di euforia altrui e dalle aspettative eccessive legate alle feste natalizie. Non ci si sintonizza sulla lunghezza d'onda degli altri, e si percepisce una frattura con la società".

Bipolare
Non solo: "Il Natale rischia di essere un periodo difficile per chi soffre di disturbo bipolare, patologia che alterna stati depressivi a eccitamento euforico. Si tratta di persone in equilibrio molto precario, che hanno bisogno di ritmi regolari, sonno adeguato, pochi stimoli. Con le feste si dorme meno e l'eccitazione generale può innescare stati depressivi: arriva allora l'insonnia o un'eccessiva sonnolenza, l'irritabilità e la spinta a mangiare continuamente carboidrati".

sabato 22 dicembre 2018

Con un bicchiere di vino ridotta la probabilità di ricoveri

Meno rischio in chi consuma con moderazione alcol che in astemi

ANSA) - ROMA, 12 DIC - Bere alcolici con moderazione (non più di un bicchiere di vino al giorno) ridurrebbe il rischio di andare incontro a un ricovero ospedaliero.

Lo suggerisce uno studio del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con il Dipartimento di Nutrizione dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, secondo cui chi consuma alcol moderatamente, nel contesto di un'alimentazione fedele alla tradizione mediterranea, ha un rischio minore sia rispetto a chi beve troppo, sia rispetto agli astemi. Pubblicata su Addiction, la ricerca ha coinvolto 21.000 individui arruolati nello studio Moli-sani, il cui stato di salute è stato monitorato per oltre 6 anni, analizzando le loro abitudini nei confronti delle bevande alcoliche e il numero dei ricoveri ospedalieri.

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sabato 15 dicembre 2018

IL POTERE CURATIVO DEI LEGUMI

Tutti i legumi sono importanti e con ottime proprietà nutrizionali. Ecco quali sono, come cucinarli, perché causano flatulenza, quali sono le indicazioni nutrizionali, quante kcal apportano e i tanti vantaggi per la salute che offrono.


I legumi sono i semi commestibili delle piante appartenenti alla famiglia delle Leguminose, sono una vera fonte di ricchezza a livello nutrizionale, soprattutto quelli freschi o secchi e possibilmente biologici.
Molti legumi offrono straordinari benefici alla salute, diete ricche di legumi sono seguite per abbassare i livelli di colesterolo e ridurre il rischio di diversi tipi di cancro.
I legumi uniti ai cereali forniscono all'organismo delle proteine complete, più che "la carne dei poveri" come venivano definiti un tempo, si potrebbero chiamare "la carne delle persone sane".
Il valore nutritivo dei legumi è rappresentato in primo luogo dall’elevato contenuto di proteine di buon valore biologico perché costituite da aminoacidi essenziali. Sono una fonte di carboidrati ed apportano una minima quantità di lipidi contenuti maggiormente nella soia e nell’arachide.
Offrono una potente azione antiossidante, apportano inoltre fibra, vitamine del gruppo B e sali minerali quali ferro, calcio, fosforo, potassio e magnesio.

Le proprietà dei legumi

> Sono ricchi di vitamine del gruppo B (B1, B2, niacina)
> Contengono vitamina C 
> Contengono calcio, ferro, fosforo, potassio, magnesio e molti oligoelementi e fibre
> Sono un’ottima fonte di proteine
> I ceci sono indicati per chi è anemico e durante la gravidanza per l’apporto di ferro e calcio
> le fave e le lenticchie hanno proprietà rimineralizzanti 
> le lenticchie hanno proprietà galattogoghe 
> la soia è altamente proteica e contiene tutti gli aminoacidi essenziali 

I legumi consumati insieme ai cereali, come nei piatti tipici popolari, pasta e fagioli, pasta e ceci, riso e piselli, riso e lenticchie, costituiscono un ottimo piatto, completo di carboidrati e proteine.

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Vivere più sani e più a lungo con una proteina: cos'è Klotho

Tende a diminuire con l'avanzare dell'età e sembra essere correlata all’invecchiamento cellulare Nel pantheon greco,  Klotho  era la...