lunedì 27 aprile 2020

Coronavirus, Elisa prima italiana a testare il vaccino: "Sto bene". Il progetto a Oxford

La ricercatrice ha testato il prototipo del vaccino sviluppato dallo Jenner Institute, dipartimento di virologia dell'ateneo oxfordiano. “Sto benissimo” dice tre giorni dopo essersi sottoposta al test. La sua prima iniezione è stata trasmessa in diretta tv dalla Bbc

Elisa Granato è la seconda volontaria, la prima italiana, ad aver testato il prototipo del vaccino sviluppato ad Oxford e che dovrebbe combattere il Covid-19. A tre giorni dal test, cui si è sottoposta il 23 aprile, fa sapere di stare bene: “Sto benissimo”, poi aggiunge un “fin qui” di prudenza. Lo scrive su Twitter sul suo account aperto solo ai follower che, dopo aver inoltrato la richiesta, hanno ricevuto l’approvazione a seguire i thread. Difende così la sua privacy dopo essere stata investita da una popolarità improvvisa.

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Dal cuore all'intestino, tutti gli organi attaccati dal coronavirus

CORONAVIRUS: SECONDA ONDATA DI CONTAGI è SICURA dopo il LOCKDOWN! Ecco le parole del VIROLOGO CRISANTI

C’è già un esempio negativo eclatante: Singapore

Tutto il Mondo sta combattendo da mesi una dura battaglia contro il Coronavirus: il nostro Paese sta pagando un prezzo altissimo, in termini economici ma soprattutto di vite umane. In questi giorni però l'attenzione di tutti noi è rivolta alla tanto attesa Fase 2, il momento della ripartenza, che, secondo il Governo, dovrebbe avvenire a partire dal 4 maggio. Tuttavia l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) teme una SECONDA ONDATA di CONTAGI, che potrebbe essere ancora più devastante della prima; cerchiamo di capire perché la FASE 2 non significa FINE dell'EMERGENZA.
Il virologo che lavora a fianco del governatore del Veneto Zaia, Andrea Crisanti, ribadisce la quasi certezza di una seconda ondata di contagi. In un intervista al Mattino, Crisanti ha detto: "Nella fase 2 ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus. Venendo meno le misure di contenimento, nuovi focolai verranno fuori sicuramente. Occorre prepararsi alle inevitabili conseguenze. I fondamentali? Protezioni, sanificazione, tamponi. E la capacità di reazione immediata che abbiamo messo a punto. Il rischio zero non esiste, specialmente in situazioni del genere".
Insomma, la fase 2 soprattutto in Italia non è un punto di arrivo, non è la fine dell'emergenza, ma un tassello importante nella lotta a questo temibile virus; solo con politiche di controllo adeguate e con il senso di responsabilità di ognuno di noi sarà possibile contrastarlo, limitandone i terribili effetti.
A tal proposito c'è già un esempio eclatante.
A Singapore, infatti, dopo una prima ondata che è stata ben contenuta dalle autorità locali, si sono registrati 2500 nuovi contagi in appena 48 ore. Si tratta di un numero particolarmente elevato se si pensa che i casi accertati salgono adesso a 9125, di cui 1.426 registrati nella giornata del 20 aprile; il 27% dei casi di contagio da COVID 19 si è concentrato in soli due giorni.
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domenica 26 aprile 2020

Misteri - Il coronavirus danneggia il sistema vascolare e non si sa perché

I medici americani si aspettavano una patologia respiratoria, hanno incontrato una malattia che colpisce anche cuore, reni, cervello. Come è possibile? La risposta è nei tantissimi coaguli del sangue che si riscontrano nei pazienti Covid. E che spesso causano il decesso


Finora il coronavirus ha causato 2.700.000 casi di contagio certificati in tutto il mondo, con 185mila decessi ufficiali: è presente da mesi tra la popolazione umana, gli scienziati lo studiano da settimane e sperimentano cure e vaccini. Eppure ci sono ancora alcuni aspetti sconosciuti e inquietanti e riguardano il comportamento del virus nell’organismo e gli effetti che provoca.
Come scrive il Washington Post, una serie di studi condotti su casi di pazienti americani hanno rilevato la formazione di numerosi – e spesso letali – coaguli nel sangue. Secondo il quotidiano, il personale sanitario si era preparato ad affrontare «un virus respiratorio, anche se molto contagioso e letale, per il quale non ci sono né vaccino né cure specifiche», e invece hanno incontrato un patogeno in grado di danneggiare «anche i reni, il cuore, l’intestino, il fegato e il cervello». Questo ha cambiato il quadro.
Quello dei trombi, aspetto che era rimasto marginale negli studi cinesi e italiani, può avere conseguenze gravissime, causando ictus e infarti. Ma non solo: i medici hanno incontrato casi paradossali, con pazienti con livelli di ossigeno bassissimi – che dovrebbero provocare incoscienza, o addirittura la morte – che parlavano al telefono senza problemi. O donne incinte asintomatiche in arresto cardiaco. E ancora, pazienti che mostravano sintomi moderati, peggiorare nel giro di poco. A rendere tutto più complicato, non mancano casi (come quello descritto sul New England Journal of Medicine) che sembra andare nella direzione opposta, con un paziente colpito dalla diminuzione della capacità di coagulazione.

sabato 25 aprile 2020

Coronavirus, accertata la presenza nello smog delle città

Lo studio condotto dagli scienziati italiani mette in guardia dal tornare ad inquinare come prima. Il particolato, un marker per scoprire l'insorgenza della malattia.



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Nube di fumo intorno al globo dopo gli incendi in Australia

venerdì 24 aprile 2020

Coronavirus, dall'alimentazione alle banconote: ecco a cosa bisogna stare più attenti

Coronavirus, dall'alimentazione alle banconote: ecco a cosa bisogna stare più attenti
Una lista di consigli utili stilata dagli esperti dell'European Food Information Council (EUFIC)


Coronavirus, dall'alimentazione alle banconote: ecco a cosa bisogna stare più attenti

Gli esperti di nutrizione e salute dello European Food Information Council (EUFIC) hanno condiviso una serie di importanti consigli. Lo scopo è quello di prevenire il rischio di contagio del Covid-19 e di evitare il diffondersi delle fake news.
1) Esiste qualche cibo in grado di rafforzare il sistema immunitario contro il Coronavirus? 
Dopo aver ribadito che non esiste nessun regime alimentare e nessun cibo miracoloso capace di renderci immuni dal virus, gli esperti dell'EUFIC ribadiscono l'importanza di un'alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura. In particolare, sottolineano quanto i seguenti nuetrienti giochino un ruolo molto importante nel fortificare le nostre difese immunitarie:

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Coronavirus: il farmaco antimalarico non funziona. Aumentano i rischi cardiaci



giovedì 23 aprile 2020

Covid-19, isolato il virus nelle lacrime di un paziente

Gli occhi diventano potenziale fonte di contagio


Il virus SarsCov2 è attivo anche nelle secrezioni oculari, ovvero nelle lacrime, dei pazienti positivi.

Lo dimostra uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine dai ricercatori dell'Istituto Spallanzani di Roma.
Partendo da un tampone oculare, prelevato tre giorni dopo il ricovero da una paziente positiva al virus, ricoverata presso l'ospedale Spallanzani alla fine di gennaio e che presentava una congiuntivite bilaterale, hanno isolato il virus dimostrando che esso è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive. 
Si tratta di una scoperta che ha "importanti implicazioni anche sul piano della salute pubblica, tant'è che il risultato è stato comunicato all'Organizzazione Mondiale della Sanità d'accordo con l'Editor della rivista prima della pubblicazione".
"Questa ricerca dimostra che gli occhi non sono soltanto una delle porte di ingresso del virus nell'organismo, ma anche una potenziale fonte di contagio - commenta Concetta Castilletti, responsabile dell'Unità Operativa Virus Emergenti del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani - ne deriva la necessità di un uso appropriato di dispositivi di protezione in situazioni, quali gli esami oftalmici, che si pensava potessero essere relativamente sicure rispetto ai rischi di contagio che pone questo virus".
La ricerca ha inoltre evidenziato che i tamponi oculari possono essere positivi quando invece i campioni del distretto respiratorio non mostrano più tracce del virus: i campioni respiratori della paziente, infatti, a tre settimane dal ricovero risultavano ormai negativi, mentre il campione oculare era ancora debolmente positivo sino a 27 giorni dal ricovero. Saranno necessari ulteriori studi per verificare fino a quando il virus continua ad essere attivo e potenzialmente infettivo nelle lacrime. 

venerdì 17 aprile 2020

CORONAVIRUS: il COVID-19 non morirà con il CALDO, lo ha CONFERMATO uno STUDIO francese. Ecco i DETTAGLI

La notizia che il Coronavirus potrebbe morire ad una certa temperatura arriva dalla vicina Francia. Gli scienziati dell'Università Aix-Marseille hanno infatti effettuato dei test per capire come il virus possa sopravvivere e riprodursi anche a seguito di una lunga esposizione ad alte temperature.
I ricercatori hanno sottoposto i ceppi del patogeno a 60° per un'ora e il risultato è che il calore non è stato in grado di ucciderli tutti.
L'esperimento è stato effettuato da due colture di cellule renali da una scimmia africana. Una con proteine animali, quindi contaminato, l'altra senza alcun condizionamento. Dopo aver esposto la prima (quella contaminata) per 60 minuti a 60°C, alcuni ceppi sono sopravvissuti e si sono anche riprodotti in seguito, mentre nel secondo caso sono morti per intero.
Al contrario, in un altro test condotto a 92°C per 15 minuti di esposizione, l'efficacia è stata totale.
Alla luce di questi risultati viene in parte a decadere la teoria secondo la quale l'arrivo dell'estate potrebbe porre fine alla pandemia, ipotesi che del resto era già stata parzialmente smentita da diversi esperti.
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Vivere più sani e più a lungo con una proteina: cos'è Klotho

Tende a diminuire con l'avanzare dell'età e sembra essere correlata all’invecchiamento cellulare Nel pantheon greco,  Klotho  era la...