Dalla sperimentazione speranze concrete per la cura delle forme di Her2 positivo. La molecola-vettore "sgancia" il suo carico farmacologico solo e direttamente dentro le cellule malate. Rispetto al trattamento convenzionale, la caduta dei capelli è crollata dal 45% al 2%
MILANO - Una nuova arma per combattere il tumore al seno, che potrebbe diventare terapia vera e propria entro due anni. Si tratta di "anticorpi armati" - come sono stati definiti al congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) in corso a Milano - , molecole-vettore che trasportano il loro carico farmacologico, fino a farlo "esplodere", direttamente dentro le cellule tumorali.
In particolare, la speranza si chiama T-Dmi ed è una molecola che, pur essendo ancora in sperimentazione di fase II, ha già mostrato risultati eccellenti e convinto i ricercatori ad annunciarne la disponibilità per i pazienti nel 2013. La lettera T del nome indica il trastuzumab, anticorpo monoclonale che viene utilizzato da tempo e con successo nel trattamento del tumore del seno Her2 positivo, forma che in Italia colpisce ogni anno circa 8mila donne.
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