Nel mondo il morbillo ha provocato 110mila morti nel 2017, e il numero dei casi è aumentato del 30% rispetto all'anno precedente. Lo afferma un rapporto pubblicato all'Oms, secondo cui dal 2000 oltre 21 milioni di persone sono state salvate dalle vaccinazioni. I casi sono cresciuti in tutte le regioni dell'Oms, tranne nel Pacifico Occidentale, per la scarsa copertura vaccinale. Gli aumenti maggiori in America, Europa e Mediterraneo Orientale.
Fonte
venerdì 30 novembre 2018
martedì 27 novembre 2018
lunedì 26 novembre 2018
Patate viola: le fantastiche proprietà e come cucinarle per valorizzare i benefici
Quali sono le proprietà delle varie tipologie di patate viola (vitelotte, violette, turchesa e blu), ma anche consigli e ricette per cucinarle al meglio
Tutti voi conoscete le patate bianche, gialle e probabilmente anche quelle rosse-arancioni ma sapete che esistono anche le patate viola? Scopriamo tutte le loro proprietà e come cucinarle al meglio.
Le patate viola fanno parte, come le più tradizionali patate, della famiglia delleSolanacee. Si tratta di una varietà antica di tubero che proviene dalle Ande peruviane ma che da tempo ormai si coltiva anche in altri paesi, tra cui Francia e Italia, e si sta riscoprendo non solo per il sapore e il colore particolare e accattivante (molto caro ai grandi chef) ma anche per le proprietà.
Sono patate che si caratterizzano non solo per il colore, ma anche per la forma allungata, le piccole dimensioni e la consistenza interna molto farinosa.
In realtà esistono diverse tipologie di patate di color violaceo o blu tra cui:
- patate vitelotte dette anche patate nere
- patate violette (che in realtà hanno la polpa gialla)
- patata turchesa
- patata blu
Continua qui
domenica 25 novembre 2018
I paradossi dell’olio di oliva extravergine italiano
Nonostante la forte campagna in favore del consumo di olio extravergine nazionale, non se ne produce abbastanza per tutti e in alcune Regioni resta addirittura invenduto
AGOSTINO MACRÌ
Il perenne osannante bombardamento sulla salubrità della dieta mediterranea comprende l’invito a consumare olio extravergine di oliva (EVO). Si tratta di un ottimo consiglio che però sembra aver perso il suo fascino. Infatti, paradossalmente, il consumo medio pro-capite degli italiani negli ultimi anni è sceso di circa il 30 % passando da 12 kg a poco più di 8 kg.
Le ragioni di questo calo nei consumi possono essere molteplici: da una parte l’aggressività dei produttori di altri oli (girasole, colza, soia, arachidi, ecc.) proposti, spesso in modo subdolo, come altamente salutari, e dall’altra l’ossessionante invito a consumare soltanto olio di oliva nazionale che è però insufficiente.
Si calcola infatti che il consumo totale di olio extravergine di oliva in Italiaoscilli tra le 500.000 e le 600.000 tonnellate. Nelle annate “buone” la produzione nazionale è intorno alle 300.000 - 350.000 tonnellate. Inoltre riusciamo a esportare ogni anno circa 300 – 400 mila tonnellate.
E’ evidente che qualcosa non quadra e senza le massicce importazioni di olio di oliva dai vari Paesi che si affacciano sul Mediterraneo non avremmo olio a sufficienza per noi e, soprattutto, non ci sarebbe l’olio che la nostra industria olearia propone ai mercati internazionali con la dizione “made in Italy”.
Ricordiamo che i vari ministri e presidenti del Consiglio che si avvicendano, indipendentemente dal colore politico, osannano la grande capacità del nostro Paese di esportare alimenti nazionali, incluso ovviamente l’olio di oliva, senza spiegare che le materie prime sono spesso d’importazione.
Il paradosso è che contemporaneamente, in alcune aree geografiche, in particolare in Calabria, un ottimo EVO rimane invenduto nonostante sia offerto a prezzi incredibilmente bassi (circa 4 euro al Kg).
Continua qui
giovedì 22 novembre 2018
lunedì 19 novembre 2018
Pfas, causano infertilità e tumori. Il nuovo studio italiano
Pfas, i famigerati composti perfluorurati, potrebbero essere rischiosi per la riproduzione ma sarebbero alla base anche di disturbi del comportamento nei bambini, di diabete e di alcune forme di cancro.
A lanciare l'allarme è una nuova ricerca condotta dagli scienziati dell'Università di Padova, che hanno studiato il modo in cui i Pfas interferiscono con l'attività ormonale.
Al centro di numerosi dibattiti per via dei casi di contaminazione delle falde acquifere in Veneto, i Pfas sono stati oggetto di studio approfondito da parte dei ricercatori, che hanno valutato lo sviluppo e la funzione testicolare di 212 giovani di età compresa tra i 18 e 20 anni esposti all'inquinamento da Pfas.
Hanno poi confrontato i risultati ottenuti con quelli di un gruppo di controllo, formato da altrettanti ragazzi questa volta non esposti ai composti. I risultati non hanno lasciato spazio a dubbi.
domenica 18 novembre 2018
Fegato ingrossato, i sintomi da non trascurare
Il nostro fegato riveste funzioni importantissime per il nostro organismo e ci sono casi in cui il nostro corpo può stare benissimo pur avendo il 90% del fegato che non funziona più! Ecco i sintomi da non trascurare e che possono indicare che c'è qualcosa che non va.
Tra i sintomi più frequenti che indicano che il fegato ha dei problemi ci sono il gonfiore al ventre che può apparire arrotondato, dolore alla spalla destra e un cambiamento cromatico della sclera, ossia la parte bianca degli occhi, che appare ingiallita.
Ci sono anche molte problematiche manifestate tramite la pelle tra cui prurito ai palmi delle mani e sulle piante dei piedi.
Il fegato quando si ingrossa non ha molto spazio e può dunque portare pressione al cuore creando problemi come le aritmie, battiti cardiaci saltati, pressione sanguigna elevata ed incrementare la frequenza delle pulsazioni.
Dato che il fegato è vicino al cuore se si dorme sul fianco sinistro quando è ingrossato può creare problemi a respirare e a dormire, perciò dormire meglio sul fianco destro può essere indice di fegato ingrossato.
Continua qui (video)
venerdì 16 novembre 2018
Il killer silenzioso che ci ucciderà lentamente: L’uso del forno a microonde provoca queste malattie
Durante la Seconda Guerra Mondiale , due scienziati hanno inventato un tubo a microonde chiamato magnetron . Con l’uso del magnetron dal sistema radar britannico, le microonde sono riuscite a contribuire a trovare gli aerei di battaglie naziste.
Per incidente, Percy LeBaron Spencer della Compagnia Raytheon anni più tardi ha scoperto che le microonde cucinavano il cibo. Scoprì che le onde radar avevano sciolto la barra di cioccolato che aveva in tasca.
Il primo forno a microonde da vendere sul mercato, chiamato Radar Range , era grande e pesante come un frigorifero. L’apparecchio si è evoluto molto in apparenza ma la tecnologia è la stessa: l’uso di microonde per riscaldare, cuocere e cucinare cibo.
Il problema è che le microonde non devono essere usate negli alimenti e nei tessuti vegetali o animali. All’interno del suo forno a microonde ci sono 2,45 miliardi di hertz .
Il rischio diretto per il consumatore, quando il dispositivo è nuovo, non esiste molto, poiché la recinzione garantisce la protezione contro la perdita di radiazioni. Tuttavia, con l’invecchiamento del dispositivo, la perdita di radiazione attraverso la porta aumenta. La quantità di frequenza per danneggiare il corpo umano è di 10 hertz.
Quindi, dobbiamo essere cauti e non essere mai vicino a un forno a microonde funzionante. Non saprai se il tuo corpo è stato danneggiato dalla perdita fino al danno. Oltre al problema della perdita di radiazioni, ci sono altri.
Continua qui
mercoledì 14 novembre 2018
Polvere d’oro con le bucce d’arancia
E’ tempo di arance, buonissime e super salutari. Se si comprano quelle non trattate potete utilizzarne anche la buccia, l’importante è essiccarla molto bene.
Preparate piccoli sacchetti contenenti le bucce intere, otterrete dei profumatori per la biancheria e l’ambiente che riposti nei cassetti, negli armadi o semplicemente sul termosifone, diffonderanno un piacevole aroma.
In cucina sono ideali per aromatizzare l’olio extra vergine d’oliva, basterà aggiungere le scorze di arance e far riposare per tre settimane, agitando ogni tanto il vaso. Trascorso questo tempo, filtrare l’olio, con un colino a maglie strette ed utilizzarlo per condire insalate, crostacei o quello che più vi piace.
Un ulteriore utilizzo prevede che vengano macinate, in questo modo le bucce sprigioneranno un aroma ancora più intenso, si ottiene una sorta di polvere d’oro da miscelare ad esempio con lo zucchero oppure il sale. Ottima da spargere sulle insalate, insaporire creme dolci o salate, pesce, carne, macedonie di frutta e crepes.
Come preparare la polvere d’oro:
lavare e sbucciare delle belle arance non trattate e togliere l’albedo, la parte bianca amarognola, con un pelapatate, basta non imprimere troppa forza.
Distribuire le bucce su una griglia e farle seccare lentamente nel forno ventilato a 50° per un paio d’ore, in alternativa lasciarle essiccare sui termosifoni.
Distribuire le bucce su una griglia e farle seccare lentamente nel forno ventilato a 50° per un paio d’ore, in alternativa lasciarle essiccare sui termosifoni.
Le scorze sono pronte quando diventano dure e si spezzano facilmente.
Farle raffreddare completamente e tritarle nel mixer.
Continua qui
giovedì 8 novembre 2018
“Eravamo pazzi per la Nutella … quando non conteneva olio di palma”. Così scrive una lettrice
Buongiorno,
posso dire due parole a proposito di Nutella? Mi fa sorridere che in molti articoli si ragioni sul fatto che Ferrero usi l’olio di palma perché più economico. Ma certo che questo è il motivo!
Io 50 anni li ho passati da un po’, e quando ero una bambina negli anni ’60 la Nutella era la cosa più buona che potesse esistere. Per noi bambini era il massimo! Eravamo pazzi per la Nutella.
Ora credete che un’appassionata come me, non si accorga che la Nutella è cambiata!
Ecco quello che è successo. La Nutella all’inizio era fatta col cioccolato, cacao e le nocciole e i grassi erano locali (olio di girasole in genere). Il Piemonte è la patria delle nocciole di qualità e anche del cioccolato. Negli anni la Ferrero ha fatto il grande passo da società nazionale a multinazionale e non era più possibile produrre tonnellate di crema alla nocciola, avendo sempre a disposizione materia prima di qualità.
Che cosa di meglio quindi che usare un prodotto facilmente reperibile come l’olio di palma, con il vantaggio di abbattere enormemente i costi?
Gli oli nostrani sono molto più costosi. Questa mia ipotesi ha trovato riscontro in un articolo uscito su Il Sole 24 ore diversi anni fa, nel quale si diceva che la Ferrero è riuscita a raffinare l’olio di palma con sistemi complessi, ottenendo un risultato con un sapore del prodotto finale del tutto simile a quello di grassi più pregiati. Ora l’olio di palma insieme allo zucchero sono i principali ingredienti della Nutella, il cacao e le nocciole sono presenti solo in minima quantità. Sappiamo bene che i prodotti su scala industriale sacrificano la qualità e le ditte – oltre che per vantaggi economici – sono anche costrette a fare alcune scelte per motivi logistici.
So bene che molta gente considera buona la Nutella, ma in realtà queste persone non hanno un palato così raffinato da accorgersi che è un prodotto standard, non certo un’eccellenza! Anche il colore è cambiato. Io comunque le creme alla nocciola artigianali squisite le trovo in commercio e questa è un’ulteriore conferma.
Chiara Cerulli
Continua qui
Io 50 anni li ho passati da un po’, e quando ero una bambina negli anni ’60 la Nutella era la cosa più buona che potesse esistere. Per noi bambini era il massimo! Eravamo pazzi per la Nutella.
Ora credete che un’appassionata come me, non si accorga che la Nutella è cambiata!
Ecco quello che è successo. La Nutella all’inizio era fatta col cioccolato, cacao e le nocciole e i grassi erano locali (olio di girasole in genere). Il Piemonte è la patria delle nocciole di qualità e anche del cioccolato. Negli anni la Ferrero ha fatto il grande passo da società nazionale a multinazionale e non era più possibile produrre tonnellate di crema alla nocciola, avendo sempre a disposizione materia prima di qualità.
Che cosa di meglio quindi che usare un prodotto facilmente reperibile come l’olio di palma, con il vantaggio di abbattere enormemente i costi?
La ricetta della Nutella Ferrero all’inizio non conteneva olio di palma |
Gli oli nostrani sono molto più costosi. Questa mia ipotesi ha trovato riscontro in un articolo uscito su Il Sole 24 ore diversi anni fa, nel quale si diceva che la Ferrero è riuscita a raffinare l’olio di palma con sistemi complessi, ottenendo un risultato con un sapore del prodotto finale del tutto simile a quello di grassi più pregiati. Ora l’olio di palma insieme allo zucchero sono i principali ingredienti della Nutella, il cacao e le nocciole sono presenti solo in minima quantità. Sappiamo bene che i prodotti su scala industriale sacrificano la qualità e le ditte – oltre che per vantaggi economici – sono anche costrette a fare alcune scelte per motivi logistici.
So bene che molta gente considera buona la Nutella, ma in realtà queste persone non hanno un palato così raffinato da accorgersi che è un prodotto standard, non certo un’eccellenza! Anche il colore è cambiato. Io comunque le creme alla nocciola artigianali squisite le trovo in commercio e questa è un’ulteriore conferma.
Chiara Cerulli
Continua qui
martedì 6 novembre 2018
Il Cioccolato E Il Vino Rosso Aiutano A Combattere Le Rughe E Mantengono La Pelle Giovane, Lo Dice La Scienza!
Buone notizie per i golosi e per coloro che amano concedersi quei piccoli peccati di gola che rendono la vita più piacevole!
Buone notizie per i golosi e per coloro che amano concedersi quei piccoli peccati di gola che rendono la vita più piacevole!
Chi ha l’abitudine di gustare un buon bicchiere di vino rosso, accompagnato da un pezzo di cioccolato, ha buone ragioni per festeggiare.
Un recente studio condotto dall’Università di Exeter in Inghilterra, ha scoperto che entrambi aiutano a combattere le rughe e a mantenere la pelle giovane.
Vino e cioccolato combattono l’invecchiamento
Secondo una ricerca, sia il vino rosso che il cioccolato, contribuiscono al ringiovanimento delle cellule.
Il segreto sarebbe nei flavonoidi, composti presenti in entrambi e noti per i loro effetti antiossidanti e anti-infiammatori.
Per raggiungere questa conclusione, gli scienziati hanno analizzato, in laboratorio con sostanze chimiche naturali, le cellule che si trovano nel vino rosso, nel cioccolato amaro, nell’uva rossa e nei mirtilli ed hanno scoperto che le cellule mostravano cambiamenti positivi.
Continua qui
sabato 3 novembre 2018
Cavoli, quante qualità! Ecco quali scegliere
Cavolfiore, broccoli, cavolo cappuccio, cavolini di Bruxelles, cavolo verza… Quella dei cavoli è davvero un grande famiglia, ed è difficile scegliere tra tanta varietà perché ciascuno è un prezioso alleato per la salute...
Non passa mese che non si scoprano nuove virtù delle Brassicacee, quel variegato gruppo di ortaggi del quale il cavolo è il capostipite, ma non certo l’unico esponente interessante: cavoli, cavolfiori, verze, broccoli e cavolini di Bruxelles, infatti, sono tutti accomunati da eccezionali doti curative e nutrizionali, oltre che dalla grande versatilità in cucina. Danno pochissime calorie, sono ricchi di fibra e contengono ottime quantità di ferro, di calcio e di vitamina C, oltre che di vitamine E e del gruppo B. Ma le proprietà più interessanti delle Brassicacee sono legate ad altre sostanze, che svolgono un ruolo altamente protettivo nei confronti di molte malattie, anche gravi. Grazie al loro contenuto di sulforafano, i cavoli sono considerati un valido aiuto per prevenire alcuni tipi tumore. Inoltre, per la loro ricchezza di folati e di beta-carotene, sono perfetti per stimolare il sistema immunitario e contrastare tosse e raffreddore. Senza dimenticare che recenti studi attribuiscono a questi ortaggi anche la capacità di proteggere la retina dell’invecchiamento, grazie all’apporto di un particolare sostanza antiossidante, la luteina.
Sono così tanti e diversi gli esponenti della famiglia dei cavoli, che si potrebbero mangiare ogni giorno senza rinunciare al piacere di gusti e sapori sempre diversi. Ecco i più noti, visti da vicino.
Sono così tanti e diversi gli esponenti della famiglia dei cavoli, che si potrebbero mangiare ogni giorno senza rinunciare al piacere di gusti e sapori sempre diversi. Ecco i più noti, visti da vicino.
Continua qui
Iscriviti a:
Post (Atom)
Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi
Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...
-
Eh si ! Noi Il cibo lo buttiamo...e in Africa ci sono i bambini che muoiono....di fame...e' assurdo questo...cmq quando leggete la scrit...
-
Ha saputo veramente conquistare i palati degli italiani: il cous cous è un piatto colorato, versatile e adatto a tutte le preparazioni, ...