mercoledì 23 settembre 2020

Covid, l’«altra» strada che utilizza il virus per entrare nelle cellule umane

La scoperta è stata fatta da due team di ricercatori europei. Alla guida di uno dei gruppi c’è il palermitano Giuseppe Balistreri. Per infettare le cellule, Sars-CoV-2 sarebbe in grado di utilizzare il recettore neuropilina, presente in molti tessuti del corpo umano

Che Sars-CoV-2 si leghi al recettore ACE2 per aprire la porta principale delle cellule e iniziare a replicarsi nell’organismo è noto. Ma secondo due nuovi studi c’è un’altra “serratura” che potrebbe garantire al virus l’accesso a numerosi tessuti, cervello incluso. Si tratta di una proteina presente sulla superficie cellulare, chiamata neuropilina-1 (NRP1). E Sars-CoV-2 non è l’unico virus a usare la neuropilina per entrare nelle cellule. La scoperta è stata fatta da due team di ricercatori europei, che lavorano in modo indipendente. Tra loro c’è il palermitano Giuseppe Balistreri, 42 anni, dal 2017 professore aggiunto di Virologia molecolare all’Università di Helsinki, in Finlandia. Gli studiosi hanno individuato quale parte del virus si “attacca” al recettore NRP1 (e questo rappresenta un possibile nuovo bersaglio per farmaci antivirali) e verificato che esiste un anticorpo in grado di interrompere il legame, riducendo potenzialmente l’infezione. I due lavori sono stati pubblicati in preprint sul server bioRxiv: il primo (diretto da Balistreri e da Mikael Simons dell’Università Tecnica di Monaco) è consultabile all’indirizzo bit.ly/2C1nKk4; il secondo all’indirizzo bit.ly/2UE2pDJ.

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giovedì 17 settembre 2020

Ilaria Capua: "Più pericoloso il pranzo della domenica con la famiglia che andare al supermercato"

 

La virologa è intervenuta nel corso del programma DiMartedì


“E’ più pericoloso il pranzo della domenica con la famiglia allargata che andare al supermercato”. Ilaria Capua nel corso del programma DiMartedì ha parlato della possibile seconda ondata di coronavirus, prevista per i mesi invernali e delle situazioni che aumentano il rischio contagio.

“Adesso è in atto una dinamica completamente diversa”, ha detto la virologa intervistata da Giovanni Floris, “Al supermercato si va protetti adeguatamente, mentre il pranzo avviene tra diverse generazioni e ora che si sono riaperte le scuole ci sarà da aspettarsi una circolazione virale più vivace”.

Tre sono i fattori che aumentano la circolazione del virus: ambienti chiusi, assembramenti e lunga esposizione al rischio di contagio. Dinamiche che spesso si verificano all’interno delle scuole, di recente riapertura. 

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mercoledì 9 settembre 2020

Coronavirus: arriva test salivare super rapido italiano

Già approvato da ministero Salute, risposta in 3 minuti


Arriva un nuovo test rapido, tutto italiano, capace di dire in soli 3 minuti se si è positivi o meno al coronavirus SarsCov2 dalla saliva. Si chiama Daily Tampon, ed è stato realizzato da un'azienda brianzola di Merate (Lecco) in collaborazione con l'università del Sannio. Il test ha ricevuto l'approvazione dal Ministero della Salute e può quindi partire la produzione.
La ricerca su tutti i tipi di test rapidi, compreso quello salivare, va avanti ma in particolare su quest'ultimo test "non c'è ancora stata alcuna validazione da parte del ministero della salute". E' quanto chiariscono fonti del ministero della Salute. 
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giovedì 3 settembre 2020

La quercetina contro il Coronavirus

Secondo uno studio internazionale, per l'Italia il Cnr, la molecola di origine naturale inibisce Sars-Cov-2. E' presente in abbondanza in vegetali comuni

Dalla natura la speranza di una nuova arma contro Covid-19. Uno studio internazionale al quale ha partecipato l'Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche, il Cnr-Nanotec di Cosenza, suggerisce come la quercetina - un composto di origine naturale - funzioni da inibitore specifico del Sars-CoV-2. La sostanza mostra infatti un'azione destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine chiave per la replicazione del patogeno. Lo studio, supportato dalla Fundación hna spagnola, è stato pubblicato su International Journal of Biological Macromolecules.

Insieme alla ricerca di un vaccino efficace, lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus responsabile della Covid-19 è un altro grosso filone di studi che il mondo della scienza ha avviato per vincere il nemico pandemico. Anche perché in molti casi - come l'Hiv - hanno consentito di tenere perfettamente sotto controllo la malattia. Il nuovo lavoro - condotto da Bruno Rizzuti del Cnr-Nanotec con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid - dimostra che la quercetina, bloccando l'attività enzimatica di 3CLpro, risulta "letale" per Sars-CoV-2.


"Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione - afferma Rizzuti, autore della parte computazionale dello studio - già adesso questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco. La quercetina ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative. Sono note anche le sue proprietà farmacocinetiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo".

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mercoledì 2 settembre 2020

Batterio killer, Palù: "Normalmente è innocuo, si è trasformato"

Un patogeno presente "nell'intestino e nell'ambiente, normalmente innocuo che, però, può trasformarsi in killer". Descrive così, Giorgio Palù, professore emerito di microbiologi e virologia all'università di Padova, il citrobacter al centro del caso della Terapia intensiva dell'ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona, dove sono morti 4 bambini e dove il patogeno è stato ritrovato nei rubinetti dell'acqua.


"Parliamo di un germe che appartiene alla grande famiglia degli enterobatteri - spiega all'Adnkronos Salute Palù, precisando di non poter entrare nel merito della vicenda specifica, al vaglio della magistratura - Solitamente lo incontriamo, senza ammalarci, nell'ambiente. Può dare anche infezioni ma, in genere, è considerato un germe opportunista", cioè che in condizioni particolari si 'incattivisce'. "Nei bambini, nei neonati, negli immunodepressi o in caso di manovre invasive può diventare pericoloso. Può dare infezioni intestinali, alle vie urinarie. Purtroppo nei bambini può dare anche meningiti con forme gravi", aggiunge Palù.
Il guaio è che "questo germe è spesso resistente a molti antibiotici. Fa parte di quell'insieme di batteri multiresistenti ai farmaci che, se si sviluppano in ambienti ospedalieri, sono pericolosissimi. Ed è la resistenza ai farmaci il problema dei problemi: si stima che nel 2050 le infezioni prodotte da microrganismi multiresistenti causeranno più morti del cancro ogni anno. Questo è un problema che l'umanità dovrà affrontare più delle pandemie".

martedì 1 settembre 2020

Batterio killer nell'ospedale di Verona, era annidato nei rubinetti dell'acqua

Dopo un anno e mezzo di verifiche la relazione della commissione sulla tragedia del Citrobacter all'Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona che uccise quattro bimbi. E riapre il reparto di Ostetricia chiuso a giugno

VERONA - Dopo un anno e mezzo di verifiche e soprattutto dopo la battaglia legale avviata da una mamma, si scorge uno spiraglio di verità nella tragedia del Citrobacter all'Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona. Dopo la morte di quattro neonati e la chiusura del reparto, ora si scopre che il batterio letale si era annidato in un rubinetto dell'acqua utilizzata dal personale della Terapia intensiva neonatale. È la conclusione a cui giunge la relazione di una delle due commissioni nominate dalla Regione Veneto, come indicato dal Corriere del Veneto.

Si tratta della cosiddetta "commissione esterna", coordinata da Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all'Università di Padova. Secondo le conclusioni della commissione esterna, il Citrobacter avrebbe colonizzato il rubinetto probabilmente a causa di un mancato o parziale rispetto delle misure d'igiene. Ricorrere all'acqua del rubinetto e non a quella sterile, probabilmente un errore fatale. I primi controlli da parte dei vertici dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Verona erano stati avviati a gennaio poi erano stati interrotti a causa dell'emergenza Coronavirus.


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