venerdì 30 marzo 2018
giovedì 29 marzo 2018
La peluria del corpo: come cambia negli anni e perchè sempre più persone vogliono eliminarla
Nicla Panciera
C’è poi il volto dell’essere umano che, al di là delle differenze individuali e dell’origine etnica, è generalmente glabro. Questo, per alcuni ricercatori, fa ritenere che la perdita di peli in quella zona abbia il vantaggio di consentire la comunicazione di emozioni e reazioni, cruciale per una specie sociale come la nostra.
«I peli che ricoprono il nostro corpo sono considerati caratteri sessuali secondari, segnale visivo di maturità, e svolgono una funzione importante, che è di tipo sensitivo e tattile, oltre a proteggere alcune aree della pelle da frizioni e sfregamenti» spiega Paolo Pigatto, della Statale di Milano e direttore della dermatologia dell’Irccs Galeazzi di Milano.
QUALI E QUANTI PELI ABBIAMO?
I follicoli piliferi sono distribuiti quasi ovunque, vestigia questa del nostro passato, e danno luogo a una peluria sottile, il pelo del vello, che con la crescita viene sostituito da peli a carattere terminale in alcune aree del corpo. «Ad eccezione delle piante delle mani e dei piedi e delle pseudomucose, i peli sono presenti ovunque. Sono costituiti da una parte esterna e una che penetra nel derma profondo fino al bulbo» spiega il professor Pigatto.
Il ciclo del pelo ha ritmi diversi a seconda delle aree: «Il pelo cresce, si sviluppa e cade in 4/5 anni nel caso dei capelli, 6 mesi nel caso dei peli pubici, un mese nel caso dei peli terminali di braccia e gambe» spiega il dermatologo. È grazie a questo meccanismo, ad esempio, che le sopracciglia crescono e poi, raggiunta una certa lunghezza, cadono senza allungarsi all’infinito. «Con l’età, si osserva un aumento della lunghezza di alcuni peli, si pensi alle sopracciglia o alle orecchie. E una perdita dei peli pubici e ascellari, che dipende invece dai cambiamenti ormonali».
I CAPELLI
Ogni uomo possiede dai 20 ai 25 mila peli della barba che crescono al ritmo di mezzo millimetro al giorno. I capelli sono 120-150 mila e crescono in media 1,5 cm al mese (0,4 mm al giorno). A seconda dell’etnia, si distinguono capelli caucasici, asiatici e africani. Gli europei hanno le chiome più folte e gli africani più rade, gli asiatici più lisce e rapide a crescere, con una rapidità che può raggiungere i 0,6 millimetri al giorno. Anche dei capelli è importante prendersi cura: «Vi sono delle patologie del cuoio capelluto che possono causare la caduta dei capelli, provocando la calvizie, condizione che ha una certa predisposizione genetica - spiega il professor Paolo Pigatto - In caso di desquamazione della pelle e di massiccia perdita di capelli, è opportuno rivolgersi allo specialista».
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mercoledì 28 marzo 2018
Perdita dei capelli: come prevenire o affrontare il diradamento
Perdita capelli nell’uomo e nella donna
Per “perdita dei capelli” si intende quel processo degenerativo che conduce progressivamente alla scomparsa definitiva dei capelli. Vedere uomini adulti e ragazzi giovani privi di una folta chioma non significa che queste persone abbiano improvvisamente perso i propri capelli, ma ciò è la conseguenza di un processo lento e graduale, iniziato in maniera precoce oppure in età più avanzata.La forma più comune di calvizie è l’alopecia androgenetica, che interessa oltre il 70% degli uomini e il 40% delle donne nel corso della propria vita. Alla sua manifestazione contribuiscono principalmente due cause necessarie e concomitanti: la predisposizione genetica e l’azione ormonale del DHT (metabolita del testosterone) prodotto localmente nel follicolo pilifero.
Perché è difficile individuare l’inizio della problematica? L’alopecia androgenetica da luogo ad una progressiva miniaturizzazione dei follicoli piliferi presenti su determinate zone del cuoio capelluto: di conseguenza i capelli da essi prodotti tendono a diventare sempre più sottili, corti e depigmentati. L’uomo infatti perde i capelli nella zona frontale e sul vertice ma conserva quelli sulla nuca, dove sono meno soggetti all’azione del DHT.
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martedì 27 marzo 2018
Da ananas a spinaci, le fake news sul cibo dominano il web
Esperti Istituto Superiore di Sanità smentiscono credenze comuni
"Hai bisogno di ferro? Mangia tanti spinaci", "l'ananas fa dimagrire",
"lo zucchero di canna fa meno male di quello bianco". Sono tutte false
credenze, alcune anche piuttosto antiche, ma che il web aiuta a
diffondere e amplificare. A mettere in guardia sulle tante informazioni
'fasulle' che riguardano diete e cibo sono gli esperti dell'Istituto
Superiore di Sanità che, alle fake news sull'alimentazione, hanno
dedicato un'intera sezione sul portale online ISSalute.it.
A
cominciare dalle presunte proprietà di alcuni cibi. La regina delle
bufale sull'alimentazione è che lo zucchero di canna sia meno nocivo di
quello bianco: "Entrambi contengono esattamente la stessa molecola, il
saccarosio, per cui sono equivalenti". Che la pasta faccia ingrassare e
l'ananas dimagrire è una falsa verità che si tramanda da generazioni.
Ma, al contrario, "non esistono alimenti buoni né cattivi: tutti vanno
inseriti, nelle giuste proporzioni, nell'ambito di una dieta sana e
varia". Quanto agli spinaci tanto amati da Braccio di Ferro, la
letteratura scientifica ci dice che il ferro che contengono ci è molto
poco utile, perché, diversamente da quello presente nella carne, è poco
assimilabile dal nostro organismo.
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Dieta più sana se i bambini mangiano yogurt ogni giorno
L'elisir che ringiovanisce i vasi sanguigni
E’ basato su un molecola, positivi i test nei topi
Vasi sanguigni ringiovaniti fino all’80% grazie a un ‘elisir’ anti età: è un composto basato su una molecola che ripristina la capacità di vene e arterie di trasportare ossigeno ai muscoli. Agisce riattivando una famiglia di proteine collegate alla longevità
e se in futuro gli effetti dovessero essere confermati nell'uomo
sarebbe possibile contrastare molte malattie legate all'età, prima fra
tutte l'osteoporosi. Pubblicato sulla rivista Cell, il
risultato si deve al gruppo del Massachusetts Institute of Technology
(Mit) coordinato da Abhirup Das.
"Se il composto dovesse funzionare anche nell'uomo, potremmo riuscire a salvare la massa muscolare degli anziani" e di conseguenza rallentare l'osteoporosi, ha rilevato uno degli autori, il biologo Leonard Guarente
Invecchiando, infatti la resistenza dei vasi sanguigni si riduce e
questi diventano meno efficaci nel fornire ossigeno e sostanze nutritive
ai tessuti muscolari. Inoltre, pochè "c'è interazione tra muscoli e
ossa, perdere massa muscolare può portare alla fragilità ossea", ha
aggiunto.
Per contrastare questi effetti i ricercatori hanno voluto esplorare il ruolo esercitato sulle pareti interne dei vasi sanguigni dalle sirtuine, una classe di proteine presenti in quasi tutti gli animali, già note per gli effetti anti-invecchiamento nel lievito, scoperti proprio da Guarente negli anni '90.
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lunedì 26 marzo 2018
Il finocchio: proprietà, benefici e ricette
Il finocchio è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle
Ombrellifere, probabilmente originaria dell’Asia Minore ma diffusa in
tutta l’area del Mediterraneo e già nota presso gli egizi, i greci e gli
arabi. L’aroma peculiare del finocchio si deve alla consistente
presenza di anetolo, un’essenza che viene adoperata per la preparazione
di liquori quali la sambuca, il pastis e l’anisette in Francia o l’anis
in Spagna. È opportuno fare distinzione tra finocchio selvatico e
coltivato. Le due varietà fanno parte della stessa famiglia, ma mentre
quello selvatico cresce in maniera spontanea e viene usato come pianta
aromatica, quello coltivato, o comune, dispone di una parte edibile,
detta “grumolo”, costituita dalla parte basale delle foglie e
caratterizzata da un sapore più dolce e meno pungente rispetto a quello
del finocchio selvatico.
Il finocchio: Proprietà nutrizionali e benefici
Questo ortaggio ha un contenuto calorico molto ridotto, circa 31 calorie per ogni etto, è povero di grassi ma molto ricco di fibre, quindi è un alimento particolarmente indicato per chi tiene alla propria linea. Il finocchio è molto ricco di sali minerali, soprattutto potassio, calcio e fosforo, utili per rinforzare le ossa e per prevenire crampi e stanchezza. Contiene molte vitamine, in particolare la vitamina A, essenziale per proteggere e mantenere sana la pelle e per regolare il funzionamento della retina e della vista, la vitamina B, elemento fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato cardiocircolatorio, e la vitamina C, sostanza molto importante nella prevenzione di numerose patologie perché rafforza il sistema immunitario e svolge un’efficace azione antiossidante. Il buon contenuto di fitoestrogeni rende il finocchio un ottimo equilibrante naturale dei livelli degli ormoni femminili, il che lo rende particolarmente utile nello stimolare la produzione di latte nelle donne alle prese con l’allattamento, nel ridurre i disturbi che precedono il ciclo mestruale e nell’alleviare i sintomi della menopausa.
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Il finocchio: Proprietà nutrizionali e benefici
Questo ortaggio ha un contenuto calorico molto ridotto, circa 31 calorie per ogni etto, è povero di grassi ma molto ricco di fibre, quindi è un alimento particolarmente indicato per chi tiene alla propria linea. Il finocchio è molto ricco di sali minerali, soprattutto potassio, calcio e fosforo, utili per rinforzare le ossa e per prevenire crampi e stanchezza. Contiene molte vitamine, in particolare la vitamina A, essenziale per proteggere e mantenere sana la pelle e per regolare il funzionamento della retina e della vista, la vitamina B, elemento fondamentale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato cardiocircolatorio, e la vitamina C, sostanza molto importante nella prevenzione di numerose patologie perché rafforza il sistema immunitario e svolge un’efficace azione antiossidante. Il buon contenuto di fitoestrogeni rende il finocchio un ottimo equilibrante naturale dei livelli degli ormoni femminili, il che lo rende particolarmente utile nello stimolare la produzione di latte nelle donne alle prese con l’allattamento, nel ridurre i disturbi che precedono il ciclo mestruale e nell’alleviare i sintomi della menopausa.
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Carie precoce, tracciata la mappa genetica dei batteri coinvolti
Studiato il Dna dei batteri nella bocca dei bambini di 3-5 anni
Tracciata la firma genetica della carie precoce, quella che compare
prima dei sei anni: con uno studio basato sull'analisi genomica della
saliva, dentisti pediatri Usa hanno visto i batteri più frequentemente
presenti nei bimbi i cui dentini tendono ad ammalarsi presto.
Lo
studio viene presentato in occasione del 47/imo Meeting Annuale della
American Association for Dental Research (AADR), che si tiene a Fort
Lauderdale (Florida), in congiunzione con il 42/imo Meeting Annuale
della Canadian Association for Dental Research (CADR).
La ricerca
è stata condotta da Kimon Divaris della University of North
Carolina-Chapel Hill che ha spiegato all'ANSA: "secondo la definizione
della American Academy of Pediatric Dentistry (AAPD) le carie precoci
del bambino si riferiscono a segni di carie nei denti dei bimbi
under-6".
I bambini 'ereditano' la popolazione batterica della
propria bocca in parte dai genitori, spiega Divaris, (infatti vi è
evidenza di ceppi batterici che ricorrono nei membri di una stessa
famiglia); ma vi è anche una forte influenza ambientale, sia della dieta
sia dei contatti con altri individui e coetanei al di fuori del nucleo
familiare. Tutto ciò fa sì che alcuni bimbi siano più o meno predisposti
alla carie.
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sabato 24 marzo 2018
La proteina che frena la crescita dei tumori
Utile anche per la diagnosi
Scoperta una nuova proteina anticancro che frena la crescita e la proliferazione incontrollata delle cellule tumorali nel fegato: si chiama LHPP e potrà essere molto utile anche per una diagnosi precoce di questa forma di tumore.
La ricerca, condotta dall'Università di Basilea e pubblicata sulla
rivista Nature, suggerisce che la proteina potrebbe giocare un ruolo
anche nello sviluppo di altre forme di cancro.
I ricercatori, guidati da Michael Hall, hanno individuato la proteina fra le 4.000 osservate nel tessuto di topi nei quali era stato indotto il tumore del fegato.
Ogni proteina è stata analizzata per gli effetti prodotti nel tessuto
sano e in quello malato ed è emerso in questo modo che la proteina LHPP è
del tutto assente nelle cellule tumorali.
Reintroducendo le informazioni genetiche che permettono di produrre la proteina, i ricercatori hanno visto che preveniva
la formazione del tumore e manteneva le funzioni del fegato. Una
situazione analoga è stata poi osservata in pazienti con lo stesso tipo
di cancro, in cui i livelli di LHPP sono strettamente correlati con la
gravità della malattia e con l'aspettativa di vita.
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venerdì 23 marzo 2018
Vado Ligure, Savona: nella stessa clinica quattro pazienti si sono risvegliati dal coma. "È un miracolo"
Nel centro Vada Sabatia di Vado Ligure (Savona), quattro pazienti in questi ultimi mesi si sono risvegliati dal coma, nel reparto che ospita pazienti in gravissime condizioni.
Il Centro Vada Sabatia di Vado Ligure è al centro dello stupore nazionale. Negli ultimi mesi, quattro pazienti si sono svegliati da uno stato di coma profondo. I pazienti erano in coma da anni ma, in maniera del tutto inaspettata, si sono risvegliati. I familiari, commossi, hanno dichiarato: “È un miracolo. Come rinascere e iniziare una nuova vita“.
La storia assume un tratto ancora più “soprannaturale” quando si osserva l’accaduto: oltre al fatto che in pochi mesi quattro pazienti si siano risvegliati da un coma profondo, le 4 persone sono a coppia, ovvero – nella vicenda – sono coinvolti due uomini e due donne. Un vero e proprio stupore ha colpito i familiari e i medici della struttura, che non hanno spiegazioni per il “miracolo”.
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domenica 18 marzo 2018
Staminali fermano menopausa
Arriva dalle staminali una speranza per le donne che soffrono di insufficienza ovarica precoce,
condizione che colpisce circa l'1% della popolazione femminile, a volte
in età molto giovanile. Ragazze che entrano in menopausa prestissimo,
talora appena teenager. Senza poter diventare madri e costrette a
sopportare non solo il peso dei sintomi legati alla fine dell'età
fertile, dalle vampate ai problemi intimi e d'umore, ma anche già più a
rischio di patologie cardiovascolari, fratture da osteoporosi e
decadimento cognitivo. Ebbene, un'iniezione nelle ovaie di 'cellule
bambine' prelevate dal midollo osseo delle pazienti potrebbe aiutarle a
ottenere un ringiovanimento ovarico, 'invertendo' gli effetti della
malattia.
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Vita da celiaco, alla ricerca del gluten free di qualità
Tanti cibi confezionati (ipercalorici) sugli scaffali, ora finalmente in arrivo anche il fresco
Gluten free, moda o necessità? Dipende. Negli ultimi anni il senza glutine è stato protagonista di una crescita esponenziale, complice l’aumento delle diagnosi di celiachia che sono passate da 60.000 nel 2007 a 180.000 oggi e che ha portato questa patologia ad essere considerata non più malattia rara ma cronica. La relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento, pubblicata recentemente, ha reso noto come questi numeri siano destinati solo a crescere. A causa della vastità e della complessità dei sintomi che contraddistinguono questa patologia – da non confondere con un’intolleranza alimentare, ma una vera e propria malattia del sistema immunitario che si innesca con il glutine e per cui, ad oggi, l’unica cura è la dieta aglutinata – la celiachia è ancora incredibilmente sotto-diagnosticata. Non solo le diagnosi arrivano nella maggior parte dei casi in modo molto tardivo, ma addirittura si stima che un celiaco su quattro non sappia di esserlo.
Non solo celiachia, però. Molte delle patologie intestinali nate negli ultimi anni, come la “Gluten Sensitivity”, sono collegate proprio ad un eccessivo consumo di glutine. I cereali raffinati (specie orzo e grano), molto spesso provenienti da Canada e Stati Uniti, contengono infatti un tasso di glutine di gran lunga più alto rispetto alla quantità media che il corpo umano è in grado di tollerare, trattandosi di una proteina relativamente “nuova” per l’organismo. Persino l’avena, un cereale naturalmente privo di glutine, nelle ricerche svolte in questi due continenti presenta un altissimo tasso di contaminazione da glutine, in particolar modo negli USA. Ne consegue che, pur non presentando una sintomatologia tanto esplicita come spesso accade nel caso della celiachia e nessun appiattimento dei villi intestinali (unico fattore che accerta la diagnosi di malattia celiaca), un consumo costante di questi cereali può portare a disturbi come spossatezza, gonfiore e dolori addominali.
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