giovedì 8 marzo 2018
Tisana Liquirizia Zenzero e Limone Bio
Abbiamo aggiunto una nuova Tisana" Depur" alla nostra gamma di Tisane Bio composta da Liquirizia Zenzero Limone Bio, ve la presentiamo.
Quella tra liquirizia zenzero e limone Bio, sembra essere l’unione perfetta per migliorare lo stato di salute generale dell’organismo.
La tisana liquirizia zenzero e limone Bio, è una bevanda depurativa molto apprezzata:
è indicata in caso di raffreddore, ipercolesterolemia (lo zenzero contrasta la formazione del colesterolo cattivo),
per chi segue una dieta ipocalorica e chi vuole migliorare il metabolismo e desidera dimagrire.
Curiosità sullo Zenzero
Lo zenzero è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberaceae.
Molto utilizzato in cucina, possiede alcune proprietà antinfiammatorie e digestive che lo rendono utile per stomaco e cuore.
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martedì 6 marzo 2018
Zuppe pronte fresche: ingredienti semplici e buona qualità nutrizionale. Il confronto tra DimmidiSì, Conad e Pam
Le inchieste sui consumi alimentari degli italiani evidenziano due tendenze apparentemente in contrasto fra loro: da un lato aumentano le vendite di prodotti salutistici – sostituti della carne, frutta secca, alimenti arricchiti di fibre o vitamine – dall’altro vanno a gonfie vele i piatti pronti. Secondo i dati Nielsen, il mercato italiano delle zuppe fresche, nel 2017, ha chiuso a 97 milioni di euro, con una crescita del 28% rispetto all’anno precedente.
Cucinare in casa, utilizzando ingredienti freschi, permette di avere un maggior controllo su ciò che mangiamo, di limitare sale, zucchero e grassi, ed evitare additivi vari come conservanti, antiossidanti, addensanti ed emulsionanti spesso presenti nei piatti pronti venduti al supermercato. Ma è pur vero che cresce il numero di persone con poco tempo da dedicare ai fornelli o che preferiscono fare altro. Per questo il mercato offre sempre di più prodotti che abbinano caratteristiche salutari e praticità.
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lunedì 5 marzo 2018
Lo stress è contagioso come il raffreddore
A sostenerlo uno studio sui topi pubblicato su Nature Neuroscience. Analizzata l'impronta che un soggetto può lasciare sul cervello dei propri simili, con il solo contatto
LO STRESS può essere contagioso, e può esserlo così tanto da alterare il cervello del nuovo infettato allo stesso modo con cui modifica quello dell'individuo che ne soffre. A svelare la natura del contagio è un nuovo studio pubblicato su Nature Neuroscience, che ha analizzato l'impronta che un soggetto stressato – in questo caso topi – può lasciare sul cervello dei propri simili, con il solo contatto.
Gli esseri umani, così come i primati o i roditori, sono animali sociali e sono capaci di fornire consolazione a individui stressati, alleviando il disagio. Ma questo tipo di interazioni, ricordano gli autori, possono anche trasmettere sensazioni di stress e disagio, come un contagio. Ma in che modo questo avvenga non è del tutto chiaro. E possibile, si è chiesto il team guidato da Jaideep Bains della University of Calgary, che queste interazioni sociali siano così profonde da modificare anche il cervello da un individuo all'altro?
LO STRESS ALTRUI MODIFICA IL CERVELLO. Per capirlo i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti su alcune coppie di topi, maschi o femmine. Lo studio era disegnato in modo tale che uno dei membri della coppia a un certo punto venisse allontanato dalla gabbia, sottoposto a stress moderato e poi riportato nuovamente vicino al proprio partner. Gli scienziati hanno così osservato che lo stress, sperimentato sulla propria pelle o contagiato, aumenta i livelli di cortiocosterone, una sostanza coinvolta nelle risposte da stress appunto. Ma cè di più. "I neuroni che controllano la risposta del cervello allo stress hanno mostrato cambiamenti nei partner non stressati identici a quelli che abbiano osservato negli animali sottoposti a stress", spiega Toni-Lee Sterley, tra gli autori della ricerca. Dal punto di vista etologico un comportamento simile è perfettamente spiegabile, perché favorisce coalizioni, prepara i consimili alle mosse successive da compiere senza esporli direttamente al pericolo. Infatti, spiegano i ricercatori, anche il partner allertato può a sua volta allertare un terzo membro del gruppo e così via.
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LEGGI Malate di stress, le donne 2.0
domenica 4 marzo 2018
Ferro, mai farne a meno: i tuoi muscoli ringraziano
E' un elemento essenziale per l'ossigenazione e il corretto metabolismo energetico: ecco i cibi per coprire il fabbisogno ed evitare carenze
Il fabbisogno di ferro negli sportivi
Il ferro è un oligoelemento fondamentale per ogni individuo, ma soprattutto per lo sportivo. Come componente dell’emoglobina e della mioglobina, è impegnato nel trasporto di ossigeno al muscolo, mentre come parte costituente di molti enzimi è anche implicato nel metabolismo energetico.
Secondo gli indicatori LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati Nutrizionali), la quantità di ferro necessaria giornaliera per soggetti che non svolgono attività fisica varia dai 10 mg per un adulto maschio ai 18 mg per le donne in età fertile, ma per gli sportivi le necessità possono aumentare anche fino a 25-30 mg al giorno.
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venerdì 2 marzo 2018
La dieta vegetariana o vegana è pericolosa per le donne incinte: “Causa un deficit di vitamina B12”
L’allarme arriva dagli ospedali pediatrici Bambino Gesù di Roma e Meyer
di Firenze: «La vitamina contenuta negli alimenti di origine animale ha
un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il
suo fabbisogno aumenta in gravidanza»
I numeri, in valore assoluto, sono ancora bassi: perché si tratta
di una malattia rara. «Ma è la crescita a destare allarme», affermano
gli esperti in merito ai casi di deficit di vitamina B12 riscontrati tra
le donne italiane in gravidanza: di tre volte superiori a quelli
registrati fino a due anni fa. Dai 42 casi del 2015,
si è passati infatti ai 126 del 2016: questi i dati snocciolati dagli
esperti degli ospedali pediatrici Bambino Gesù di Roma e Meyer di
Firenze, che attraverso lo screening neonatale esteso hanno individuato
negli errati regimi alimentari delle madri uno dei motivi del deficit
dell’importante vitamina. Nello specifico, nell’adesione alle
diete vegane e vegetariane non supportate in maniera adeguata, sposate
nonostante l’altolà posto alcuni mesi fa dai pediatri italiani.
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Fabio Di Todaro
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mercoledì 28 febbraio 2018
Cosa rivela la posizione in cui dormi sulla tua personalità
Abbiamo trovato un semplice test che può rivelare molto su chi sei. È
davvero diretto. Esamina l’immagine sotto e seleziona la posizione nella
quale dormi la maggior parte del tempo.
-
- Se non riesci ad addormentarti senza allungare le ginocchia in avanti mentre sei sdraiata da un lato, allora sei una persona calma ed affidabile. Non è facile offenderti, e non ti fa paura il futuro. Sorridi anche durante la mattina d’inverno più miserabile, e poi regolarti senza problemi praticamente ad ogni cambio che si verifica nella tua vita.
- Se dormi principalmente in posizione fetale, allora spesso senti il bisogno di essere protetta, compresa e capita. Raggomitolata in questo modo, cerchi di tagliarti fuori dei problemi che affronti nel mondo che li circonda. Lo sbocco perfetto per i tuoi talenti ed il tuo potenziale sarebbe dipingere quadri, imparare a ballare, o scrivere un blog.
- Se dormi sdraiata a pancia in giù con le braccia e le gambe allungate, allora sei un leader. Sei impulsiva e prendi l’iniziativa, e ti assicuri che ci sia ordine sia nella tua vita personale che in quella professionale. Molto prudente, preferisci pianificare tutto in anticipo e non sei una fan delle sorprese. La tua abilità di perseverare ed il tuo senso di responsabilità ti aiutano ad ottenere un grande successo.
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Salute: 150 bufale smascherate sul nuovo portale dell'Iss
Un italiano su 3 naviga online per cercare informazione su salute
ROMA - Almeno un italiano su tre, secondo un'indagine del Censis, naviga
in rete per ottenere informazioni sulla salute. Di questi, oltre il
90,4% effettua ricerche su specifiche patologie. Ma sempre più spesso
questi contenuti così delicati sono contaminati da bufale. Ben 150 tra
quelle più spesso circolanti sono state smascherate dall'Istituto
Superiore di Sanità (Iss), che a "Bufale e falsi miti" in tema di salute
dedica un'apposita sezione del portale ISSalute presentato oggi.
Il
portale presenta una sezione fake news ha collezionato già 150
informazioni ingannevoli corredate dalle spiegazioni scientifiche che ne
evidenziano l'infondatezza. Ma ogni giorno una nuova se ne aggiunge. Ad
esempio diversamente da quanto si crede, nessuno studio scientifico ha
mai provato che lo zucchero di canna apporti maggiori benefici rispetto
allo zucchero bianco. Entrambi contengono, infatti, esattamente la
stessa molecola, il saccarosio mentre il processo industriale al quale
viene sottoposto lo zucchero per diventare bianco non danneggia il
prodotto. E ancora: se hai bisogno di ferro, mangia tanti spinaci!
'Bollino bufala' anche qui, perché gran parte del ferro in essi
contenuto è inutilizzabile come nutriente perché presente insieme a
sostanze che ne inibiscono l'assorbimento nell'intestino. Altre fake
news? Le medicine alternative sono più sicure ed efficaci, il sole
abbassa la pressione perciò può sostituire i farmaci contro
l'ipertensione o, ancora, un classico della letteratura antiscientifica:
le cure per i tumori esistono, ma non ce le vogliono dare.
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domenica 25 febbraio 2018
Scienziati dimostrano che le radiofrequenze aumentano il rischio di cancro
E’ ufficiale. Uno studio pubblicato il 9 Febbraio 2018 sulla rivista Environmental Research ha dimostrato
il nesso di causa effetto tra esposizione a radiofrequenze in ambiente
militare ed aumento di casi di cancro in particolare quello di linfoma,
leucemia, mieloma.
Le persone sono esposte ogni giorno a molte sorgenti di campi elettromagnetici a radiofrequenza dovute a:
I sistemi radar civili e militari operano a frequenze che vanno da circa 0.5 a 10 GHz e i “dischi a microonde” per la propagazione da punto a punto, utilizzano frequenze che arrivano alle decine di GHz. In ambito militare sono numerose le testimonianze di soldati che si sono ammalati di cancro durante o dopo il servizio. Qualche anno fa era finita sui giornali la storia di un sottufficiale della Marina Militare malato di leucemia che aveva esposto una denuncia in Procura. L’ex-militare aveva messo in correlazione la sua patologia con l’esposizione prolungata e sistematica ai radar militari installati sui cacciatorpedinieri dove si era imbarcato. A lui si sono poi uniti altri venti marinai affetti da cancro che anche loro imbarcati negli anni in navi da guerra e a diretto contatto con il campo elettromagnetico prodotto dai radar militari. Persone che hanno contratto patologie come carcinomi ai testicoli e al pancreas. Ma sono a migliaia le testimonianze di militari malati di cancro a seguito dell’esposizione a radiofrequenze.
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Le persone sono esposte ogni giorno a molte sorgenti di campi elettromagnetici a radiofrequenza dovute a:
- Antenne radiotelevisive
- Ponti radio e impianti di comunicazione satellitari
- Radar
- Antenne ripetitrici di telefonia mobile
- Cellulari
- Wi-Fi
- Forni a microonde
I sistemi radar civili e militari operano a frequenze che vanno da circa 0.5 a 10 GHz e i “dischi a microonde” per la propagazione da punto a punto, utilizzano frequenze che arrivano alle decine di GHz. In ambito militare sono numerose le testimonianze di soldati che si sono ammalati di cancro durante o dopo il servizio. Qualche anno fa era finita sui giornali la storia di un sottufficiale della Marina Militare malato di leucemia che aveva esposto una denuncia in Procura. L’ex-militare aveva messo in correlazione la sua patologia con l’esposizione prolungata e sistematica ai radar militari installati sui cacciatorpedinieri dove si era imbarcato. A lui si sono poi uniti altri venti marinai affetti da cancro che anche loro imbarcati negli anni in navi da guerra e a diretto contatto con il campo elettromagnetico prodotto dai radar militari. Persone che hanno contratto patologie come carcinomi ai testicoli e al pancreas. Ma sono a migliaia le testimonianze di militari malati di cancro a seguito dell’esposizione a radiofrequenze.
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venerdì 23 febbraio 2018
Tre alimenti “magici” per migliorare la prestazione sportiva
Cosa mangiare per andare più forte? Sono tre le chiavi semplici per ambire a un miglioramento delle prestazioni
Per decenni la nutrizione sportiva è stata considerata unicamente uno strumento per garantire energia all’atleta e, in tempi più recenti, favorire il recupero sia energetico che muscolare. Ma non è tutto. Sempre più studi scientifici, infatti, stanno dimostrando che alcuni cibi possono essere allenanti. Tradotto significa che assumere determinati alimenti abitualmente o nei giorni che precedono le competizioni possono favorire la prestazione. In pratica migliorare la prestazione sportiva attraverso l’alimentazione si può. Scopriamo come.
La carne di pollo è ricca di beta alanina. Si tratta di un aminoacido che insieme all’istidina forma la carnosina. E’ stato chiaramente dimostrato che il fattore limitante per la sintesi muscolare di carnosina non è l’istidina, bensì la beta alanina. Ciò significa che i livelli di carnosina nell’organismo sono limitati dalla disponibilità di beta alanina per la sua sintesi. La supplementazione di beta alanina è stata quindi proposta per aumentare le quantità di carnosina intramuscolare
L’assunzione abituale di alcune verdure ricche in nitrati (soprattutto spinaci, lattuga, barbabietole rosse o succo di barbabietola, coste, rucola, sedano, ma anche di altri ortaggi a foglia), in abbinamento all’allenamento, può essere particolarmente vantaggiosa sia sulla salute che sulla prestazione sportiva. I nitrati assunti dalla verdura, infatti, mostrano benefici sulla biogenesi mitocondriale, vale a dire sull’incremento dei mitocondri, essenziali nell’endurance, e altresì sul miglioramento del consumo di ossigeno, durante lo sforzo, come emerge da alcuni recenti studi. In altre parole, si può affermare che l’assunzione frequente di questi alimenti può ridurre nell’uomo il costo di ossigeno durante l’esercizio submassimale e migliorare la tolleranza dell’esercizio ad alta intensità.
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sabato 17 febbraio 2018
Influenza: 112 morti da settembre, fra questi 11 bimbi
Dati Iss, 588 i ricoverati in terapia intensiva
Da settembre ad oggi, ben 11 bambini sotto i 14 anni, sono morti a causa del virus. Mentre considerando anche gli adulti, sono state ben 112 le persone decedute e 588 i casi gravi che hanno previsto il ricovero in terapia intensiva. Fra questi ci sono stati anche due donne in gravidanza decedute. Ad aggiornare le stime è il bollettino settimanale Flunews, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). In particolare, nell'ultima settimana, la sesta del 2018, sono stati segnalati 12 casi gravi e 1 decesso, ma i dati sono in continuo aggiornamento. Praticamente tutti casi evitabili attraverso la vaccinazione, secondo gli esperti dell'Iss, perché seppure il vaccino non sempre evita l'influenza, ne previene le forme più severe. Quanto agli 11 bambini e ragazzi con meno di 14 anni deceduti, presentavano tutti condizioni di rischio. Diversamente dallo scorso anno, i livelli di mortalità negli ultrasessantacinquenni sono invece al di sotto dell'atteso. Sono però, precisano gli esperti, numeri sottostimati perché riguardano solo i casi in cui l'influenza è stata confermata da esame di laboratorio. Spesso sottovalutata, l'influenza uccide principalmente perché può provocare una polmonite virale primaria, quando il virus influenzale arriva direttamente ai polmoni e può essere letale, soprattutto per persone con condizioni di rischio preesistenti, come malattie cardiache e malattie respiratorie croniche.
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Da settembre ad oggi, ben 11 bambini sotto i 14 anni, sono morti a causa del virus. Mentre considerando anche gli adulti, sono state ben 112 le persone decedute e 588 i casi gravi che hanno previsto il ricovero in terapia intensiva. Fra questi ci sono stati anche due donne in gravidanza decedute. Ad aggiornare le stime è il bollettino settimanale Flunews, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). In particolare, nell'ultima settimana, la sesta del 2018, sono stati segnalati 12 casi gravi e 1 decesso, ma i dati sono in continuo aggiornamento. Praticamente tutti casi evitabili attraverso la vaccinazione, secondo gli esperti dell'Iss, perché seppure il vaccino non sempre evita l'influenza, ne previene le forme più severe. Quanto agli 11 bambini e ragazzi con meno di 14 anni deceduti, presentavano tutti condizioni di rischio. Diversamente dallo scorso anno, i livelli di mortalità negli ultrasessantacinquenni sono invece al di sotto dell'atteso. Sono però, precisano gli esperti, numeri sottostimati perché riguardano solo i casi in cui l'influenza è stata confermata da esame di laboratorio. Spesso sottovalutata, l'influenza uccide principalmente perché può provocare una polmonite virale primaria, quando il virus influenzale arriva direttamente ai polmoni e può essere letale, soprattutto per persone con condizioni di rischio preesistenti, come malattie cardiache e malattie respiratorie croniche.
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giovedì 15 febbraio 2018
Mais ogm, nessuna evidenza di rischi per salute e ambiente
Lo dice la prima e più vasta analisi su 21 anni di dati
Non c’è nessuna evidenza di rischio per la salute umana, animale o ambientale dal mais transgenico, ossia geneticamente modificato con geni altre specie. Lo indica il primo studio che ha raccolto dati relativi a 21 anni di coltivazioni.
Pubblicata sulla rivista Scientific Reports e coordinato dall’Italia, con l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, la ricerca è la prima ad analizzare le ricerche condotte in pieno campo tra il 1996, anno di inizio della coltivazione del mais transgenico, e il 2016. I dati provengono da Stati Uniti, Europa, Sud America, Asia, Africa, Australia.
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4 NOCI AL GIORNO: LA FONTE DELLA (QUASI) ETERNA SALUTE
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Secoli di virtù provata, frutto ricco di nutrienti, ingrediente di ricette, ottimo compagno di formaggi. Ode alla noce e a tutto quello che fa per noi. |
Ne parlava già Ippocrate
“Fa’ che il cibo sia la tua
medicina”. Il padre della medicina naturale aveva le idee ben chiare al
riguardo, intorno al 400 a.C.; probabilmente, infatti, si era già reso
conto del potere delle noci nell’evitare le malattie più comuni.
Recentemente, uno studio realizzato dall’Università di Tarragona
(Spagna), su un campione di 7.000 persone di entrambi i sessi, ha
dimostrato che questo delizioso frutto, ricco di preziosi nutrienti,
riduce il rischio di contrarre tumori e malattie cardiovascolari.
La teoria delle noci
Le noci sono un frutto piuttosto
calorico (650 kcal per 100 g), ma ricco di vitamine e proprietà
antiossidanti; esse, infatti, contengono proteine, fosforo, calcio,
ferro, potassio e zinco, senza dimenticare le vitamine B1, B6 ed E.
Tuttavia, ciò che conferisce loro un ancor maggior potere curativo è la
gran quantità di grassi monoinsaturi (i famosi Omega 3 e 6), l’arma più
potente per combattere il colesterolo cattivo. Sono sufficienti 4 noci
al giorno per notarne i benefici, senza che le calorie aumentino
eccessivamente. Le noci non rappresentano la panacea per tutti i mali,
ma dovremmo includerle nella nostra alimentazione, per il bene di tutti i
componenti della famiglia:
- aiutano a regolare la pressione alta;
- migliorano la memoria;
- hanno proprietà curative per l’acne;
- favoriscono la rigenerazione delle cellule dell’epidermide (giusto ciò di cui abbiamo bisogno alla nostra età!).
mercoledì 7 febbraio 2018
Due bicchieri di vino al dì aiutano a 'ripulire' il cervello
Studiato modo con cui bere poco alcol aiuta a smaltire tossine
(ANSA) - ROMA, 5 FEB - Bere un paio di bicchieri di vino al giorno, non solo riduce il rischio di malattie cardiovascolari e tumori, ma può anche aiutare a 'ripulire la mente', aiutando il cervello a eliminare le tossine, comprese quelle associate alla malattia di Alzheimer. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports aiuta a spiegare quanto precedenti ricerche hanno dimostrato, ovvero che una moderata assunzione di alcol è associata a un minor rischio di declino cognitivo, mentre bere pesantemente lo aumenta.
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