martedì 19 gennaio 2021

Covid, i sintomi che indicano che sei immune

Un nuovo studio ha individuato dei sintomi che, se associati al Covid, possono indicare la presenza di un'immunità duratura nel paziente


L’importanza di tenere sotto controllo i sintomi di un paziente positivo al Covid sta crescendo sempre di più, questo perché lo stato di salute non solo permette di studiare ulteriori peggioramenti (e quindi l’avanzamento dell’infezione). Diverse ricerche, difatti, hanno dimostrato come vi sia una certa correlazione tra i sintomi e il progredire della malattia, l’ultimo, per esempio, riguarda l’immunità che i pazienti possono ottenere dopo il recupero, dimostrando una certa correlazione tra i sintomi Sars-CoV-2 e lo sviluppo di anticorpi.

Il caso degli asintomatici: sono immuni dal Covid?

Sebbene ci siano stati casi di persone che hanno contratto il Coronavirus più di una volta, gli esperti ritengono che durante la malattia è altamente probabile che si sviluppino anticorpi in grado di assicurare una sorta di immunità innata al rischi di reinfezione.

Una nuova ricerca condotta dall’Università del Wisconsin, inoltre, è riuscita a dimostrare che c’è una certa correlazione tra il tipo di sintomi manifestatisi in un paziente positivo al Covid e il rischio di riammalarsi.

Il momento in cui il nostro sistema immunitario inizia a combattere l’infezione coincide con quello dello sviluppo di anticorpi resistenti al Covid. Ciò che diversi studi hanno dimostrato negli ultimi mesi, inoltre, è che gli anticorpi possono durare tra i 3-6 mesi in una persona, dopodiché è possibile che inizino a diminuire.

Secondo lo studio condotto dall’Università del Wisconsin, però, gli asintomatici e quelli con casi di infezione più lieve hanno un’immunità inferiore rispetto ad altri.

Coronavirus, i sintomi che indicano che sei immune

Sebbene sia necessario condurre altri esperimenti incrociati per avvalorare questa tesi, lo studio americano ha individuato dei sintomi precisi che – secondo quanto dimostrano i dati – indicano se il paziente ha sviluppato un’immunità forte al Covid o meno. Questi sono:

  • febbre per più di una settimana;
  • perdita dell’appetito;
  • diarrea;
  • crampi addominali e forte mal di stomaco.

Lo studio

La ricerca condotta dagli scienziati del Wisconsin, anche se non è stata sottoposta ancora a revisione, ha analizzato campioni di sangue di 113 pazienti appena guariti dal Covid, che sono stati poi confrontati con campioni di sangue prelevati tre mesi dopo dagli stessi.

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Con occhi poco idratati anche la vista si affatica

La salute delle nostre pupille dipende infatti anche da un corretto equilibrio dei liquidi nel corpo, che regola la lubrificazione.
 

Sono numerosi gli effetti della disidratazione sulla salute e sullo stato generale di benessere e sono spesso facilmente collegabili a mal di testa, sonnolenza, crampi, vertigini o calcoli renali. Più insidiose sono però conseguenze della disidratazione meno comunemente associabili e che rischiano di compromettere funzioni assolutamente essenziali: i nostri occhi e la vista. La combinazione di disidratazione e scarsa lubrificazione si percepisce come secchezza agli occhi e produce sensazione di affaticamento visivo, ancor più forte quando si passano numerose ore davanti ad uno schermo per lavoro o nella guida notturna.

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10 consigli contro la sindrome dell'occhio secco

lunedì 18 gennaio 2021

I segreti di lunga vita, mangiare bene e fare sport

La lettura magistrale di Luigi Fontana al Congresso Sid

(ANSA) - ROMA, 03 DIC - Mangiare 'bene' e fare sport allunga la vita. Anche nei pazienti diabetici. Invecchiare male, invece, costa. Con la prospettiva di un invecchiamento progressivo della popolazione (si stima che nel 2050, 1 italiano su 3 avrà più di 65 anni) la prevenzione delle malattie croniche è centrale. Uno dei più importanti fattori di rischio da combattere è il sovrappeso. Soprattutto l'obesità viscerale si associa a fattori di rischio cardio-metabolici come il diabete di tipo 2, le infiammazioni, la dislipidemia, l'ipertensione, lo scompenso cardiaco, l'ictus, la demenza vascolare, ma anche la Nash (la steatoepatite non alcolica) e una serie di tumori (colon, mammella, utero, rene, esofago, pancreas, fegato). È questo quanto emerge dalla lettura magistrale di Luigi Fontana, direttore dell'Healthy Longevity Program Charles Perkins Centre dell'Università di Sidney (Australia) per il 28esimo Congresso nazionale della Sid, la Società italiana di diabetologia. Per Fontana l'attività fisica è "un 'farmaco' potentissimo per migliorare la sensibilità all'insulina", perché con l'attività fisica si riduce il grasso viscerale e aumentano numero e attività dei mitocondri nel sistema muscolo-scheletrico. Questo permette di aumentare il consumo di ossigeno. Già 15 anni prima della comparsa del diabete, spiega Fontana, le persone presentano insulino-resistenza e in seguito si assiste ad un aumento progressivo dell'insulino-resistenza e dei livelli di insulina circolante. "Per questo è fondamentale non aspettare che una persona arrivi da noi con 115 mg/dl, perché significa che ha avuto iperinsulinemia per 10-15 anni, condizione che promuove invecchiamento, e cancro". "Mangiare meno e mangiare 'bene' allunga la vita - afferma il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Società italiana di diabetologia - Questo è uno dei messaggi chiave della lettura del professor Fontana. 

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venerdì 15 gennaio 2021

Covid: la società scientifica Sis 118, associare vitamina D alla terapia a primi sintomi

'La modulazione della risposta immunitaria della vitamina D contrasta la tempesta citochinica infiammatoria", scrive la Società

 "Nella strategia di prevenzione del contagio da Sars-CoV2 è fondamentale assicurare valori ematici elevati adeguati di vitamina D3 (perché sono direttamente correlati ad una aumentata risposta immunitaria), in supporto alla terapia contro la malattia, nonché alla terapia della sindrome post-Covid, poichè la modulazione della risposta immunitaria della vitamina D contrasta la tempesta citochinica infiammatoria". Lo scrive la Società scientifica Sis 118 che ha documentato i dati emersi dalla presa in carico di alcune centinaia di pazienti Covid.
    "Aldilà delle svolte più determinanti sui parametri della riduzione delle forme cliniche severe e soprattutto della mortalità, rimane centrale la necessità ,clinica e gestionale, di impedire che i pazienti positivi al Covid, con sintomatologia respiratoria acuta, si deteriorino al domicilio sviluppando livelli di insufficienza respiratoria talmente gravi da risultare difficilmente responsivi alle cure intensive ospedaliere", spiega Mario Balzanelli, presidente della Sis 118. "Nel periodo compreso tra il 21 settembre ed il 21 novembre 2020 - aggiunge - nella stazione Covid della postazione medicalizzata fissa 118 dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto è stato documentato come nella totalità dei pazienti con insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite interstizio-alveolare, deficit estremamente severo di vitamina D3, tanto più marcato quanto più compromesse erano le condizioni cliniche".

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Iss: 'Le misure hanno frenato il virus .Immunità di gregge non prima di 6-8 mesi'


giovedì 14 gennaio 2021

Covid: sviluppati nanoanticorpi che bloccano il virus

A partire da lama e alpaca. Funzionano anche con varianti. Ora test sull'uomo

Speranze per una nuova possibile terapia anti-Covid: si tratta di nuovi nanoanticorpi, sviluppati lavorando su lama e alpaca, che impediscono l'ingresso del virus nelle cellule e sembrano funzionare anche se subisce delle mutazioni. A metterli a punto, i ricercatori svedesi dell'Istituto Karolinska, insieme a quelli dell'università di Bonn e dello Scripps Research Institute della California, come spiegano sulla rivista Science. 

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mercoledì 13 gennaio 2021

Peperoni gialli contro la degenerazione maculare

Ricchi di zeaxantina, 100 gr coprono fabbisogno giornaliero

(ANSA) - SIDNEY, 12 GEN - Introdurre nel menu peperoni di colore giallo-arancio può trattare l'insufficienza di zeaxantina, un composto chimico che aiuta a prevenire una delle maggiori cause di cecità, la degenerazione maculare legata all'età. Una ricerca dell'Università del Queensland, in Australia, mostra che i peperoni arancioni sono la fonte di gran lunga più ricca del pigmento carotenoide che da' loro il colore, e che nell'organismo si accumula dietro gli occhi per proteggerli dalla luce blu, e quindi dalla degenerazione. Una condizione che in Australia colpisce una persona su sette oltre i 50 anni e una su tre fra gli ultraottantenni.
    Il responsabile del progetto Tim O'Hare, del Centre for Nutrition and Food Science, scrive sul sito dell'università stessa che la zeaxantina può ridurre del 25% il tasso di insorgenza della degenerazione maculare legata all'età. "Le macule sono una parte molto centrale della retina, che serve a riconoscere i volti delle persone, a leggere e anche a guidare l'auto" - spiega. "Chi ne soffre comincia a perdere la visione centrale, mentre si crea un punto cieco nel centro dell'occhio", aggiunge.

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Al via distribuzione 25.000 saturimetri in 1200 farmacie


Campagna MisuriAmo2, per monitorare a casa i malati respiratori


Dal 12 gennaio 25.000 saturimetri saranno distribuiti gratuitamente in 1200 farmacie italiane per il monitoraggio domiciliare dei pazienti con malattie respiratorie: è la seconda fase della campagna MisuriAmo2, lanciata dalla Società italiana di pneumologia (Sip), in collaborazione con Federfarma e il patrocinio della Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani).

L'obiettivo è di promuovere l'uso del saturimetro per controllare i livelli di ossigeno nel sangue nelle persone con malattie respiratorie croniche e Covid-19. Dopo una prima fase di screening rivolta a tutta la popolazione, con la misurazione gratuita dell'ossigeno del sangue nelle farmacie aderenti all'iniziativa, la seconda fase della campagna si focalizzerà sul monitoraggio della salute respiratoria di pazienti individuati con malattie respiratorie.

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domenica 3 gennaio 2021

Tisane detox: dalla betulla anti ritenzione ai semi di finocchio contro il gonfiore. I consigli della nutrizionista

Infusi e tisane non faranno dimagrire ma aiutano fegato e reni nella loro azione detossificante, con effetti depurativi e diuretici

Tisane detox: nei giorni degli stravizi alimentari come quelli delle feste di Natale chi non vorrebbe risolvere gli eccessi della tavola con un buon infuso caldo? Se è vero che una tisana non regala improvvisamente la linea perduta è però altrettanto vero che può aiutare il nostro organismo a rimettersi a regime, reidratandolo e dandogli quei nutrienti che magari abbiamo trascurato tra pranzi e cenoni, seppure in tempi di zona rossa. “Sicuramente le tisane, soprattutto alcune, hanno un effetto drenante e aiutano a ristabilire un equilibrio elettrolitico. Qualità utili soprattutto nei momenti in cui, come durante le feste, spesso si beve poca acqua e si segue una alimentazione sbilanciata, con il rischio di rimanere disidratati”, chiarisce a Gazzetta Active la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano.

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mercoledì 23 dicembre 2020

Yogurt: l’alleato proteico delle difese immunitarie. E la versione greca…

Rispetto al latte è più digeribile, ma contiene comunque proteine e calcio. Meglio ancora se si sceglie la sua versione greca

Un latticino molto più digeribile del latte, ricco di fermenti lattici che vanno a nutrire la flora batterica, il cosiddetto microbiota: lo yogurt è un vero e proprio alleato del benessere intestinale ma anche delle difese immunitarie, stimolate proprio da un microbiota sano. “Rispetto al latte è molto più digeribile e tollerato per la presenza di fermenti lattici quali il lactobacillus bulgaricus e lo streptoccoccus termophilus, che agiscono come una sorta di nutraceutico, andando a nutrire le cellule intestinali e il microbiota. Sappiamo infatti che questo può essere indebolito da diverse condizioni molto diffuse come stress, sport intenso, intolleranze alimentari o antibiotici”, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato e del Marathon Center del Palazzo della Salute di Milano.

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martedì 22 dicembre 2020

Salmone affumicato: omega 3 e vitamine del gruppo B. Ma va consumato con moderazione…

"Soprattutto per gli sportivi può essere uno spuntino gustoso, anche se va consumato con moderazione", spiega la dietista Emanuela Russo

Sano, saporito e versatile: il salmone affumicato è uno dei piatti che vengono maggiormente apprezzati proprio durante il periodo di Natale. E se è vero che non è salutare esattamente quanto il salmone, non va nemmeno demonizzato, anzi. “Ricordiamo innanzitutto che si tratta di salmone: un pesce ricco di acidi grassi buoni come gli omega 3 e gli omega 6, oltre che di vitamine del gruppo B“, chiarisce a Gazzetta Active la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato e del Marathon Center del Palazzo della Salute di Milano.

Nel salmone affumicato però non manca il sale…
Sicuramente c’è una buona presenza di sale aggiunto, che ne aumenta il sapore e ne favorisce la  conservazione. Va però detto che l’apporto calorico resta lo stesso del salmone al naturale. E a differenza degli insaccati, anch’essi sotto sale, contiene grassi buoni, che gli insaccati non hanno”.

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lunedì 21 dicembre 2020

Pesticidi negli alimenti, dati ancora allarmanti

 

Regolare e privo di residui di pesticidi solo il 52% dei campioni analizzati, dunque la presenza di pesticidi negli alimenti è ancora un problema evidente.

L’edizione 2020 del rapporto di Legambiente Stop ai pesticidi, redatto in collaborazione con Alce Nero, vede quindi una situazione non positiva che lascia spazio a molti timori circa la presenza di prodotti fitosanitari negli alimenti e nell’ambiente.

Analizzando nel dettaglio i dati negativi, si apprende che i campioni fuorilegge non superano l’1,2% del totale ma che il 46,8% di campioni regolari presentano uno o più residui di pesticidi.

Come negli anni passati, è ancora la frutta la categoria in cui si concentra la percentuale maggiore di campioni regolari multiresiduo.

Ad essere privo di residui di pesticidi infatti è solo il 28,5% dei campioni analizzati, mentre l’1,3% è irregolare e oltre il 70%, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più residui chimici.

Nel dettaglio sono campioni regolari con almeno un residuo:

  • l’89,2% dell’uva da tavola,
  • 85,9% delle pere,
  • 83,5% delle pesche.

Le mele invece spiccano con il 75,9% di campioni regolari con residui e registrano l’1,8% di campioni irregolari.

Prodotti alimentari non salutari, la situazione diversa nelle verdure

Da una parte si registra un incoraggiante 64,1% di campioni senza alcun residuo; mentre dall’altro fanno preoccupare le significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti come i peperoni.

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martedì 15 dicembre 2020

IL COVID19 SI COMBATTE A TAVOLA – LA RICERCA DELL’ASSOCIAZIONE PER LA

Il Covid19 si combatte a tavola, mangiando ciò che ti piace, basta cucinarlo e abbinarlo secondo Cucina Evolution.

La ricerca dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina

La nutrizionista Chiara Manzi spiega come essere 3 volte più resistenti al virus senza rinunciare a dolci, fritti e pizza. Lo studio e le specifiche di questo regime alimentare sono illustrati nel libro “Cucina Evolution. In forma senza dieta”

Ormai da anni i medici sono concordi che la cura e la salute inizi a tavola, un assunto che sembra essere valido anche per la lotta al Covid19. Lo stile alimentare che sembra essere il più efficace, e che potrebbe ridurre di 3 volte l’incidenza della Polmonite da Coronavirus tra la popolazione è quello della Dieta Mediterranea, povera di grassi, zucchero e sale, ricca di fibre e antiossidanti con un consumo di massimo 2 dolci a settimana.

Secondo una ricerca condotta in collaborazione con il Professor Michele Rubbini*, Professore dell’Università di Ferrara e membro del comitato scientifico dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina, ora sarebbe possibile restare sani e mantenere alte le difese contro i virus come il Covid19, mangiando anche 2 dolci al giorno, fritti e pizza quando vogliamo, seguendo lo stile alimentare di Cucina Evolution. Si tratta di un’evoluzione della Dieta Mediterranea, applicando le più recenti ricerche scientifiche della Culinary Nutrition, innovativa branca della nutrizione che studia le interazioni e gli effetti dei nutrienti sull’organismo umano, e come varino a seconda di come vengono cucinati e abbinati i cibi, di cui la nutrizionista italiana Chiara Manzi è la massima esperta in Europa.

La ricerca condotta dall’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina insieme al Professor Michele Rubbini ha preso in esame un campione di oltre 900 persone che seguono i dettami di “Cucina Evolution”, ai quali è stato chiesto di rispondere a domande sulla propria alimentazione quotidiana e, in particolare, se seguivano le ricette proposte nel libro “Cucina Evolution”, con quale frequenza e da quanto tempo. Inoltre, sono state chieste informazioni in merito all’età, sesso, peso, altezza e stato di salute, ed eventuale di tosse, influenza, disturbi intestinali e possibile infezione da Covid19 con sviluppo di polmonite nei mesi tra gennaio e maggio 2020.

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domenica 13 dicembre 2020

Covid, comuni farmaci anti-ipertensivi sarebbero in grado di abbassare il rischio di morte del 60%

Comuni terapie anti-ipertensive con inibitori del sistema renina-angiotensina sarebbero in grado di contrastare l'infiammazione indotta dal Sars-CoV-2

Dei comuni farmaci anti-ipertensivi sarebbero in grado di ridurre del 60% il rischio di morte nei pazienti Covid più esposti. E’ quanto emerso da uno studio condotto nella Svizzera italiana in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele e con l’Università della Svizzera italiana.

L’analisi, pubblicata su PNAS, ha preso in considerazione 576 pazienti ricoverati all’Ente Ospedaliero Cantonale del Ticino tra il primo marzo e il primo maggio del 2020, durante la prima ondata di coronavirus Sars-CoV-2.

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Frutta secca contro l’obesità: i benefici di pistacchi, noci e mandorle

Noci, mandorle e pistacchi fanno bene alla salute: lo afferma uno studio che ha individuato una correlazione fra la riduzione del rischio di obesità ed il consumo di frutta secca

Un’alimentazione corretta e ben bilanciata è la chiave per prendersi cura del nostro corpo e del suo benessere. Ci sono, in particolare, alcuni alimenti da evitare perché particolarmente grassi e di conseguenza calorici, nemici della linea e dello stato di salute generale dell’organismo.

Ci sono, invece, degli alimenti che bisognerebbe consumare con regolarità perché aiutano il nostro corpo in tutte le sue funzionalità. In particolare, un recente studio ha portato alla luce qualcosa che tanti nutrizionisti sostenevano da molto tempo. Nello specifico, questo studio si è concentrato sulle proprietà ed i benefici della frutta secca per contrastare l’obesità.

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Benefici delle noci: mangiatene tre al giorno. Contengono Omega-3 e fanno bene alla pelle

mercoledì 9 dicembre 2020

Endometriosi la malattia cronica invisibile - Intervista a Whoopi Goldberg


Sono tre milioni le donne affette in Italia da endometriosi, una malattia cronica dolorosa e con effetti spesso debilitanti. E nonostante sia così diffusa, da noi se ne discute pochissimo. Con la pandemia poi l'accesso alle cure per chi ne ha bisogno è calato ancora più. Roberta Rei ce ne parla incontrando alcune donne che ne sono affette, tra cui le famose attrici Whoopi Goldberg e Nancy Brilli

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martedì 8 dicembre 2020

Coronavirus, umidità e ventilazione fattori chiave per ridurre il rischio di trasmissione in ambienti chiusi

Ormai lo sappiamo bene: Sars-Cov-2 si può trasmettere tramite le famigerate droplet, le goccioline respiratorie che tutti noi emettiamo starnutendo, tossendo, ma anche parlando. Sappiamo anche che il coronavirus si trasmette meglio in ambienti chiusi e mal ventilati. Ma mantenere la giusta percentuale di umidità e un adeguato ricambio d’aria aiuta a ridurre il rischio di contagio al chiuso.

La conferma arriva da uno studio internazionale a cui ha partecipato l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, insieme al tedesco Leibniz Institute for Tropospheric Research, allo CSIR-National Physical Laboratory indiano e allo statunitense 2B Technologies. I risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.

Una persona infetta – spiega Francesca Costabile, ricercatrice del Cnr-Isac e autrice dello studio – attraverso la respirazione, la vocalizzazione, la tosse, gli starnuti, può emettere un aerosol contenente potenzialmente il Sars-CoV-2. Le particelle di tali aerosol variano notevolmente in dimensioni, da meno di mille nanometri, il diametro delle polveri sottili, a valori superiori ai 5 mila nanometri, dimensione delle tipiche droplets respiratorie. La relazione fra dose inalata e infettività per il Sars-CoV-2 dipende fortemente dalle dimensioni”.

Le evidenze scientifiche che si sono accumulate nel corso dei mesi passati dalla comparsa del coronavirus hanno già messo in luce l’esistenza di un rischio di trasmissione aerea in particolari ambienti chiusi. A partire da queste conoscenze, i ricercatori hanno sviluppato delle semplici linee guida pensate per ospedali e case di cura, ma che possono essere applicate anche ad altri ambienti chiusi con caratteristiche simili.

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Flavonoidi a colazione: tè verde e caffè per la pressione e la prevenzione delle patologie cardiovascolari

Una dieta che preveda frutta (soprattutto alcuni tipi) e tè verde può realmente incidere sull’ipertensione e quindi sulle malattie cardiovascolari, e in generale aiutare a tenere la pressione sanguigna sotto controllo. La notizia non è nuova, ma esce ora confermata da un ramo della famiglia EPIC (il grande studio europeo, suddiviso in diversi segmenti, che da anni sta analizzando i rapporti tra alimentazione e salute) i cui risultati sono appena stati pubblicati su una rivista molto autorevole, Scientific Reports.


Nello studio
 EPIC Norfolk, condotto dai ricercatori della Reading University nell’omonima cittadina inglese, per la prima volta il controllo di ciò che i partecipanti – più di 25.000 persone di tutte le età e condizioni – avevano effettivamente mangiato e bevuto non è avvenuto tramite questionari o prove di acquisto, come è accaduto nella stragrande maggioranza delle rilevazioni analoghe degli ultimi anni, ma attraverso il dosaggio regolare dei metaboliti di alcune sostanze nell’organismo. Uno sforzo immane. I dati ottenuti sono stati poi messi in relazione con lo stato di salute. Il risultato è stato che chi aveva nel proprio organismo le quantità più elevate di flavanoli, una classe di sostanze chimiche naturali antiossidanti molto rappresentate nei frutti di bosco, nelle mele, nel tè verde e anche nel cacao amaro, aveva in media valori di pressione più bassi di 2-4 millimetri di mercurio rispetto a che aveva le concentrazioni più basse delle stesse sostanze. Può sembrare un effetto molto piccolo, ma è in linea con quello che si vede in popolazioni che seguono una dieta mediterranea, o in persone che ne seguono una a basso tenore di sodio proprio per tenere sotto controllo la pressione, quando i loro valori sono messi a confronto con quelli di coetanei che ne seguono una più continentale. In più, l’effetto è risultato più marcato tra coloro che avevano la pressione alta.

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domenica 6 dicembre 2020

Ilaria Capua e la risposta a Matteo Bassetti

 

Una veterinaria può parlare di vaccini e coronavirus? Ilaria Capua, direttrice dell'UF One Health Center, risponde indirettamente al professor Matteo Bassetti, che recentemente si è espresso su un intervento della scienziata. "Ho partecipato a una trasmissione, c'era una veterinaria che parlava di vaccini. Bisogna rimettere ordine nella competenza. Ho grandissimo rispetto per la dottoressa Capua, ma io non parlo di animali perché non parlo di vaccini", le parole di Bassetti la scorsa settimana a L'aria che tira. "Il team che va in Cina per cercare di capire come sia nato il virus è composto quasi esclusivamente da veterinari e il responsabile dello staff è una veterinaria che coordina un centro di sanità pubblica in Olanda. Il veterinario studia il virus prima che diventi pandemico, lavora per prevenire il salto di specie", spiega Capua intervenendo a L'aria di domenica.

Fonte

lunedì 30 novembre 2020

Ema, rischio suicidio collegato a uso idrossiclorochina

Revisione dati, disturbi psichiatrici tra gli effetti collaterali

L'utilizzo di clorochina o idrossiclorochina, farmaci utilizzati contro il Covid-19 soprattutto nella prima fase dell'emergenza, può provocare disturbi psichiatrici e comportamenti associati al suicidio. A mettere in guardia è l'Agenzia Europea dei medicinali (Ema) a seguito di una revisione di tutti i dati disponibili, che conferma un effetto collaterale in parte noto. La revisione, si legge sul portale dell'ente regolatorio, è stata avviata a maggio 2020 dopo che l'Ema "era stata informata dall'agenzia spagnola dei medicinali (Aemps) di 6 casi di disturbi psichiatrici in pazienti Covid a cui erano state somministrate dosi di idrossiclorochina superiori a quelle autorizzate".

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domenica 29 novembre 2020

Negativi al tampone ma positivi al Covid: le Molinette scoprono che l’ecografia smaschera il virus più efficacemente

Studio scientifico su 228 pazienti. Il 20% dei positivi era in realtà dato negativo dal test

Torino - Smascherare il virus al netto dei tamponi, non sempre attendibili: uno studio dell'ospedale Molinette di Torino ha stabilito che anche una semplice ecografia del polmone può diagnosticare il Covid 19 già in pronto soccorso. L’aggiunta dell’ecografia polmonare, eseguita insieme alla visita medica, ha permesso di identificare correttamente casi di polmonite da coronavirus, quasi il 20%, tra quanti erano stati erroneamente catalogati come negativi

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Quanti lunghi per la maratona e di quanti km? Dalla teoria alla pratica

Allenamento Una risposta unica non esiste, ma vediamo quindi come capire quanto allenarsi Chiunque si accinga a iniziare la preparazione per...