La maggior parte dei corridori può dirvi che quando raggiunge l’equilibrio perfetto tra velocità e comfort, le gambe sono sciolte, il cuore batte normalmente e ci si sente come se si potesse tenere questo ritmo per sempre. Ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison hanno ora trovato una spiegazione di questo stato di “beatitudine”, derivante direttamente dai nostri antenati.
Per anni, si è pensato che l’uomo avesse un tasso costante di energia metabolica. E’ stato ipotizzato che si richiede la stessa quantità di energia per eseguire un chilometro, non importa se è stato eseguito in 5 o 10 minuti. E non è vero che se la velocità di combustione dell’energia è superiore alla velocità di corsa, si debba arrivare alla meta in metà tempo. Risulta, tuttavia, che ogni persona ha un ottimo ritmo di esecuzione che utilizza il minor quantità di ossigeno per coprire una determinata distanza. I risultati sono stati pubblicati da Karen Steudel, professoressa di zoologia presso la Wisconsin, e Cara Wall-Scheffler della Seattle Pacific University, sul Journal of Human Evolution.
Il team di Steudel ha testato corridori, sia maschi che femmine, a sei diverse velocità su un tapis roulant mentre misurava il loro apporto di ossigeno e l’anidride carbonica in uscita. Come previsto, ogni atleta ha diversi livelli di fitness e di uso dell’ossigeno, ma c’erano anche velocità ideali per ogni atleta che hanno richiesto la quantità minima di energia. Nel complesso, la velocità ottimale per il gruppo è stata di circa 7 minuti e un quarto per miglia per i maschi e 9:08 min/miglia per le femmine.
Ma il dato più interessante è stato che a velocità inferiori, circa 13 min/miglia, l’efficienza metabolica era ai livelli più bassi. Steudel spiega che a questa velocità, a metà strada tra una passeggiata ed il jogging, l’andatura può essere scomoda e innaturale.
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