venerdì 14 ottobre 2011

Peste nera, madre di tutte le epidemie Ricostruito il dna del batterio medievale

Nature: il flagello che dal 1347 al 1351 uccise la metà della popolazione europea sarebbe all'origine di tutte le pestilenze moderne, che ogni anno uccidono 2mila persone. Il dna del batterio Yersinia pestis sequenziato a partire da scheletri di vittime dell'epoca

 

LA peste nera, la terribile epidemia che falcidiò tra il 1347 ed il 1351 l'Europa uccidendo in cinque anni quasi la metà della popolazione, potrebbe essere la madre di tutte le epidemie pestilenziali che si sono diffuse nel mondo e che ogni anno fanno più di duemila vittime. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature, in cui per la prima volta è stato ricostruito il genoma di Yersinia pestis, il batterio responsabile della pandemia trecentesca. 


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Scoperto in Cile il virus più grande del mondo

 

venerdì 7 ottobre 2011

Happy hour? Attenti alla linea Quante insidie in un aperitivo

Altro che "stuzzichini": i buffet del dopo ufficio sono rischiosi per la salute. Perché assumiamo senza accorgercene più calorie che con un pasto completo. L'allarme dall'Obesity Day

 

ROMA - L'ora più felice della giornata? Quella dell'aperitivo, è chiaro. Il lavoro finisce, comincia la notte. C'è chi lo prende di rito, per forza in compagnia: un bicchiere e due stuzzichini, vera goduria della prima serata. Ma non c'è da stare troppo allegri: ridendo e scherzando, con l'happy hour, si assumono più calorie che con un pranzo completo.  Lancia l'allarme Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI, coordinatore del progetto "Obesity Day", l'iniziativa presentata oggi che dal 10 ottobre chiamerà a Roma esperti e curiosi per approfondire i rischi correlati a una alimentazione scorretta.

"Gli aperitivi - spiega Fatati - soprattutto quelli mascherati da succo di frutta debolmente alcolico, chiudono la giornata con quella accattivante allegria del 'fine del lavoro'. E sono ormai di tendenza. Ma è difficile dire quante calorie si introducono quasi per gioco". Il problema è proprio la disattenzione: ciotoline e vassoi ci fanno allungare la mano quasi senza accorgercene. 


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lunedì 3 ottobre 2011

Il dipendente è stressato? Alle aziende non interessa

Ignorati gli obblighi di legge sulla valutazione dei rischi, imposti dal decreto 81 del 2008: solo il 20 per cento dei datori di lavoro monitora il livello di stanchezza e nervosismo del proprio personale. L'esperto: "Le imprese devono essere incentivate e premiate".  

 

 
ROMA - Eccessivi carichi di lavoro, tempistiche ristrette, cattivi rapporti con i colleghi, condizioni ambientali difficili e persino ansia da prestazione. In ufficio, come in fabbrica o nei cantieri, questi sono problemi che affliggono gran parte dei lavoratori. Per questo nel 2008 il decreto legislativo 81 stabilì l'obbligo per il datore di lavoro di monitorare, oltre ai rischi oggettivi, anche la pericolosità dello stress a cui sono sottoposti i dipendenti. Un provvedimento socialmente avanzato, nato per tutelare la salute dei lavoratori, che però trova ancora scarsissima applicazione nelle aziende.

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venerdì 23 settembre 2011

Igiene dentale, i dieci cibi più pericolosi

Fare una buona prima colazione al mattino, seguita da adeguata igiene orale, evitare di mangiare fuori pasto, ridurre il consumo di dolci e i carboidrati, ed aumentare quello di vegetali crudi e latte. Perché le abitudini alimentari influenzano non solo lo stato di salute generale, ma anche di quella orale. In particolare nella prevenzione della carie e dei problemi di erosione dentale, un'alimentazione adeguata gioca un ruolo determinante. L'Aidi (Associazione igienisti dentali italiani) tra l'8 e il 16 ottobre, sarà nelle piazze italiane con "Tutti in piazza sorridenti", campagna per promuovere tra grandi e piccini le buone abitudini alimentari e proteggere così i denti e la cavità orale. Nella gallery i dieci alimenti potenzialmente più pericolosi per la salute dei denti e i consigli degli esperti per mantenere in buone condizioni la cavità orale (a cura di LORENZA CASTAGNERI)

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domenica 18 settembre 2011

Salute: ridere 15 minuti al giorno salva il cuore, e' come sport e farmaci

Una risata ti salva la vita, purche' sia 'di gusto' e lunga almeno 15 secondi. La dose ideale di buonumore? Un quarto d'ora al giorno. Suona cosi' la prescrizione dei cardiologi europei dell'Esc (European Society of Cardiology), riuniti in congresso a Parigi. 

In tempi di crisi e manovre 'lacrime e sangue' la ricetta sembra difficile da seguire, ma tant'e': ''Ora e' ufficiale - assicurano gli esperti- Ridere protegge il cuore e vale quanto l'esercizio fisico e i farmaci''. Basta guardare una sitcom alla tv o un film divertente: 'pillole di felicita'' a costo zero, che pure promettono di abbattere i numeri della prima causa di morte nel mondo: 4,3 milioni di morti l'anno in Europa (pari a un decesso su 2), e nel nostro Paese quasi 250 mila (oltre 2 morti su 5) con oltre 5 milioni di casi annui di cardiopatia ischemica. Da qui l'idea: ''In Italia, per primi, useremo la comicita' come medicina con il progetto 'Be happy, be healthy''', annuncia Roberto Ferrari, past president dell'Esc e presidente della Fondazione Anna Maria Sechi per il cuore (Fasc). 

La scienza non ha piu' dubbi. Uno studio americano dell'universita' del Maryland a Baltimora, presentato al meeting parigino, e' riuscito infatti a misurare l'impatto del buonumore sulla salute: la scarica positiva di una risata ha sulle arterie lo stesso effetto benefico di uno sport aerobico o delle statine, farmaci anticolesterolo tra i medicinali piu' prescritti nella Penisola. La risata allarga i vasi sanguigni e migliora la circolazione, insomma decongestiona le autostrade del cuore. E insieme allo stop al fumo e alla lotta ai chili di troppo, si guadagna un posto d'onore nella lista degli stili di vita virtuosi. Non servono grossi sforzi, precisa l'autore del lavoro Michael Miller, fra gli speaker di una conferenza dal titolo emblematico 'Don't worry be happy': ''La prima cosa da fare e' non prendersi troppo sul serio''. 

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giovedì 15 settembre 2011

Dopo l'estate 7 donne su 10 non si piacciono

E' sindrome di Grimilde, bastano pochi chili per entrare in crisi

Con la fine dell'estate arriva un nuovo malessere, è la "sindrome di Grimilde". Secondo gli esperti, sette donne su dieci sono alle prese con l'ansia di non piacersi. Effetto collaterale di qualche chilo in più accumulato durante le vacanze. Così specchio e bilancia rischiano di mettere in difficoltà milioni di italiane, scontente del proprio corpo e preoccupate di non riuscire a indossare i vestiti della passata stagione. Secondo la psicologa Mariolinia Palumbo "è molto diffuso tra le donne un senso di insoddisfazione causato dal non sentirsi pienamente in forma", in più, sottolinea l'esperta, "guardarsi allo specchio alla ricerca dei chili di troppo diventa l'attività principale di molte donne". Nervosismo, ansia, perdita di autostima: questi sono i sintomi della sindrome di Grimilde, il personaggio della favola di Biancaneve che si specchiava chiedendosi chi fosse la più bella del reame. Secondo lo studio, promosso da Nestlé Fitness su un campione di 512 italiane di età compresa tra i 18 e i 54 anni, a non sentirsi in forma sono il 67% delle donne, solo una su due si dichiara soddisfatta del proprio corpo e due su dieci non lo sono affatto. La ricerca ha evidenziato che la non perfetta forma fisica genera nervosismo nel 21% delle intervistate, angoscia nel 39% e il 44% dichiara, addirittura, di dover ricorrere a nascondere i propri difetti con vestiti appropriati.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...