giovedì 21 maggio 2015
venerdì 15 maggio 2015
Un po’ di chiarezza sull’olio di palma
Sempre più persone ci stanno contattando per chiederci delucidazioni sull’olio di palma. Negli ultimi tempi infatti si è sentito sempre più parlare di questo grasso vegetale che sembra ritrovarsi in moltissimi prodotti dolciari confezionati, anche di larghissimo consumo, ad esempio nella Nutella, di cui si era già occupato a novembre il nostro Neil. Ma che cosa è questo olio di palma? Fa male alla salute? Distrugge le foreste? Perché non se n’è sentito parlare fino a qualche anno fa? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Cercherò di trattare l’argomento in maniera più breve ed esauriente possibile nei suoi aspetti principali, e nel caso che ci fosse bisogno di approfondimenti sarò felice di poterci lavorare ulteriormente.
Come ci spiega Wikipedia:
L’olio di palma e l’olio di semi di palma o olio di palmisto sono degli olii vegetali saturi non idrogenati ricavati dalle palme da olio, principalmente Elaeis guineensis ma anche da Elaeis oleifera e Attalea maripa.
Nel 2007, con 28 milioni di tonnellate di produzione globale, era il secondo olio commestibile più prodotto, dopo l’olio di soia, che adesso potrebbe aver superato. È anche un componente o una materia prima importante di molti saponi, prodotti alimentari (come la Nutella), polveri detergenti e prodotti per la cura della persona (…)
Dal frutto della palma da olio si ricavano olio di palma (dal frutto) e olio di palmisto (dai suoi semi): entrambi sono solidi o semi-solidi a temperatura ambiente, ma con un processo di frazionamento si possono separare in componente liquida (olio di palma bifrazionato, usato per la frittura) e solida.
Ok, facciamo finta (…) che io non ci capisca niente di queste cose, e spieghiamo per filo e per segno che cosa significa tutto ciò, cercando di usare i termini più semplici possibili.
L’olio di palma è un grasso saturo. Generalmente gli oli vegetali sono grassi insaturi, ovvero quelli che non fanno aumentare il “colesterolo cattivo” ma solo quello “buono” (qui ve lo spiega Wikipedia). I grassi saturi, principalmente grassi animali (come il burro, per intenderci) fanno aumentare invece il cosiddetto “colesterolo cattivo”. L’olio di palma è un grasso saturo, il che lo accomuna, in quanto a effetti sull’organismo, più o meno al burro.
L’olio di palma, però, è un grasso non idrogenato. L’idrogenazione è un processo chimico che potete trovare spiegato con cura su Wikipedia, e anche questo sito mi pare che dia una spiegazione piuttosto esauriente e ricca di esempi basata su manuali di nutrizione clinica. Vi basti sapere che tramite questo processo i grassi liquidi diventano solidi. Questi grassi vengono usati in un sacco di snack confezionati, sia dolci (merendine, ad esempio) che salati (patatine in busta) e si ritrovano in gran parte degli alimenti da fast food. È ormai appurato da anni che tali grassi sono dannosi per la nostra salute in quanto contenenti molecole lipidiche di grassi trans; già nel 2002 l’Accademia Nazionale delle Scienze degli USA ne ha raccomandato la totale eliminazione dalla dieta. Un’altra spiegazione esauriente qui.
Da allora l’olio di palma ha conosciuto una rapidissima diffusione in quanto valida alternativa a tali grassi, di cui era ormai stata appurata la nocività per l’alimentazione umana. Inoltre, da quest’anno è entrato in vigore l’obbligo di specificare il tipo di grassi vegetali nelle etichette degli ingredienti dei prodotti confezionati e questo ha scoperchiato il vaso di Pandora, poiché si è scoperto che in tanti, tantissimi prodotti è presente il suddetto olio di palma.
Dunque: l’olio di palma è un grasso saturo vegetale, fa più o meno male quanto ne fa il burro (ovvero per niente o quasi, se utilizzato con moderazione, un po’ come tutte le cose), ma nemmeno lontanamente quanto altri grassi trattati chimicamente, ed è per questo motivo che negli ultimi anni è andato a sostituire in moltissimi prodotti alimentari i grassi idrogenati di cui si sconsiglia l’utilizzo, in quanto dannosi per la salute.
Allora perché ormai da mesi siamo bombardati da informazioni confuse e a volte contraddittorie che demonizzano i prodotti che lo contengono?
Le obiezioni al suo utilizzo sono principalmente queste tre: andiamo ad analizzarle e cercare di chiarire.
Lo sfruttamento da parte delle multinazionali
Si è detto che l’olio di palma è l’ennesimo prodotto che arricchisce le multinazionali a scapito degli abitanti dell’Indonesia e della Malesia che sono i maggiori produttori di olio di palma, con una produzione superiore al 90% del totale mondiale. Si parla di land grabbing, ovvero della sottrazione delle terre ai legittimi proprietari da parte delle solite, cattivissime multinazionali.Ma, come spiega questo interessante articolo,
Da una parte il land grabbing è in evoluzione, dall’altra non esistono monitoraggi e dati complessivi, ma soltanto casi studio. (…) non abbiamo a che fare con una semplice compravendita arcaicamente colonialista. È un coacervo di investimenti in costante espansione. Un giro di miliardi di dollari. Un trend economico globale.Continua qui
Oli ideali per friggere
<p style="display: none;"><cite><a href="http://www.my-personaltrainer.it/oli-friggere.htm">Oli per friggere</a></cite> da http://www.my-personaltrainer.it/oli-friggere.htm</p>
giovedì 14 maggio 2015
lunedì 11 maggio 2015
giovedì 7 maggio 2015
lunedì 4 maggio 2015
Scoperto dove virus Hiv si nasconde nelle cellule
Ricerca Icgeb di Trieste, si apre strada a nuove cure contro Aids
Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di un farmaco che curasse il virus dell'Hiv, anticamera dell'Aids, era, fino ad oggi, il fatto che quando il virus penetra nella cellula da infettare scompare, se ne perdono le tracce. L'efficacia dei farmaci in commercio - poco più di una trentina - si ferma all'ingresso della cellula. Con il risultato di rallentare l'evoluzione del virus ma non di debellarlo. Ciò che hanno scoperto i ricercatori dell'Icgeb (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) di Trieste, coordinato dal genetista Mauro Giacca, è la 'tana' del virus. Era insomma un enigma la ragione per la quale il virus sceglie soltanto alcuni dei 20mila geni umani per integrarsi e, soprattutto, come riesce all'interno di questi geni a nascondersi.
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venerdì 1 maggio 2015
Sclerosi multipla, primi test Usa con anticorpi che riparano nervi danneggiati
Se potessimo fornire abbastanza presto ai pazienti le terapie, forse - dice Bruce Trapp, neuroscienziato presso la Cleveland clinic - potremmo tenerli lontano dalla sedie a rotelle. Già questo - conclude l’esperto Usa - sarebbe un risultato enorme”
Contrastare i danni neurologici provocati dalla sclerosi multipla stimolando la rigenerazione della mielina, la guaina isolante che circonda i nervi e migliora la trasmissione degli impulsi nervosi. Sono i primi risultati di alcuni trial clinici illustrati dalla Biogen di Cambridge, in Massachusetts, al meeting dell’American Academy of Neurology di Washington.
Secondo quanto riportato su Nature, i test, ancora preliminari poiché condotti su un numero limitato di individui, poco meno di un centinaio, si basano sull’uso di un anticorpo sperimentale, battezzato “anti-LINGO-1”, capace di favorire la ricrescita della struttura di rivestimento dei nervi, che negli individui colpiti dalla malattia è distrutta dal sistema immunitario, provocando gravi disabilità fisiche e cognitive.
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