martedì 26 aprile 2016
lunedì 25 aprile 2016
Rosmarino: proprietà, benefici e controindicazioni
Meno conosciuto come Rosmarinus officinalis, il rosmarino è un arbusto facente parte della famiglia delle Lamiaceae.
Il rosmarino cresce spontaneo in tutta la costa mediterranea, lo si riconosce perché può superare i 200 cm di altezza, ha dei fusti di colore chiaro che protendono verso l’alto e ramificano molto; le foglie sono lunghe massimo 3 cm e sono opposte, di forma lanceolare, di colore verde scuro lucido; i fiori sono piccoli, raccolti a grappolo, di color azzurro-viola con sfumature di lilla. Fiorisce fra marzo ed ottobre. Per le preparazioni erboristiche, del rosmarino si usano le foglie, i fiori ed i rametti giovani.
Questo suo nome particolare deriva da Ramerino, traduzione italiana del latino Rosae maris (rosa del mare) anche se, secondo altre fonti, in realtà deriverebbe da Ros Marinus ovvero rugiada marina.
Secondo la leggenda i fiori erano inizialmente bianchi, diventarono azzurro-viola per aver assorbito il colore del manto di Maria che vi si nascose durante la fuga in Egitto.
In epoca medievale, il rosmarino veniva utilizzato soprattutto per la costruzione di amuleti magici per scacciare i demoni e pettini contro la calvizie, inoltre lo si usava per allontanare le tarme. Successivamente s’iniziò a bruciarlo per purificare le stanze dei malati di peste e s’iniziò a prendere in considerazione il rosmarino per curare mal di testa e stati d’animo depressivi. L’olio di rosmarino fu scoperto nel 1370 quando un viandante ne fece dono ad Isabella d’Ungheria, che lo usava per curare i reumatismi.
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Tisana al rosmarino
Ricette con il rosmarino
sabato 23 aprile 2016
Coriandolo: ecco come disintossicare il tuo corpo dal Mercurio ed eliminare le infiammazioni croniche.
Il coriandolo (Coriandrum sativum), noto anche come cilantro, suo nome spagnolo, è una delle erbe aromatiche più antiche che si conoscano.
Citato nella Bibbia, i suoi semi sono stati ritrovati in tombe egizie e
in epoca romana era usato sia come erba medicinale che come condimento.
L’uso culinario delle foglie fresche e dei semi essiccati si è poi
diffuso in tutto il mondo e ora è molto utilizzato nelle cucine del
Messico e dell’America Latina per preparare la tradizionale salsa che
accompagna le tortillas, nel Medio Oriente e in alcuni paesi asiatici
come la Thailandia e l’India per aromatizzare molte ricette.
Il coriandolo è uno dei disintossicanti da metalli pesanti e altri contaminanti tossici più efficaci che esistano. E’ infatti ideale per aiutare il nostro organismo a eliminare in modo naturale il mercurio all’interno del nostro corpo. Come già molti di noi sapranno, i metalli pesanti sono stati collegati a gravi problemi di salute come il cancro, le malattie cardiache, il deterioramento del cervello, problemi emotivi, malattie renali, malattie polmonari e ossa deboli.
Il coriandolo è ricco di minerali come potassio, calcio, manganese, ferro e magnesio. Esso contiene un’elevata quantità di vitamine A e K. E’ anche un collaudato antisettico, antimicotico e anti-infiammatorio; può aiutare rapidamente a ridurre le infezioni e le infiammazioni in quanto lavora per pulire il tuo organismo.
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Il coriandolo è uno dei disintossicanti da metalli pesanti e altri contaminanti tossici più efficaci che esistano. E’ infatti ideale per aiutare il nostro organismo a eliminare in modo naturale il mercurio all’interno del nostro corpo. Come già molti di noi sapranno, i metalli pesanti sono stati collegati a gravi problemi di salute come il cancro, le malattie cardiache, il deterioramento del cervello, problemi emotivi, malattie renali, malattie polmonari e ossa deboli.
Il coriandolo è ricco di minerali come potassio, calcio, manganese, ferro e magnesio. Esso contiene un’elevata quantità di vitamine A e K. E’ anche un collaudato antisettico, antimicotico e anti-infiammatorio; può aiutare rapidamente a ridurre le infezioni e le infiammazioni in quanto lavora per pulire il tuo organismo.
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lunedì 18 aprile 2016
Sostanze cancerogene nel pane, denunciati 14 imprenditori. Sequestrati 10mila quintali di semola
Dovranno rispondere del reato di frode nell’esercizio del commercio e
di somministrazione di sostanze alterate i 14 imprenditori pugliesi e
del centro-nord Italia, denunciati dal Corpo forestale dello Stato a
conclusione di circa due anni di indagini. In Puglia maggiormente
interessate al fenomeno sono risultate le città di Altamura, Molfetta,
Bisceglie e Barletta, nessun nome è stato però fornito dagli
investigatori.
I Forestali del Comando Regionale per la Puglia e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Altamura – Parco Nazionale dell’Alta Murgia, su delega del Pubblico Ministero Antonio Savasta, della Procura della Repubblica di Trani, hanno effettuato accertamenti sul fenomeno della presenza di contaminati vietati per legge all’interno di molti prodotti alimentari.
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I Forestali del Comando Regionale per la Puglia e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Altamura – Parco Nazionale dell’Alta Murgia, su delega del Pubblico Ministero Antonio Savasta, della Procura della Repubblica di Trani, hanno effettuato accertamenti sul fenomeno della presenza di contaminati vietati per legge all’interno di molti prodotti alimentari.
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sabato 16 aprile 2016
Latte con aflatossine cancerogene: scattano i sequestri in Veneto per 5000 forme di formaggio. Dopo lo scandalo in Lombardia continuano le indagini di Asl e Nas
Dopo l’operazione dei Nas in Lombardia sul formaggio
destinato a diventare Grana Padano preparato utilizzando latte con un
contenuto elevato di micotossine (*) adesso le indagini si sono spostate
in Veneto e in Emilia Romagna.
Il primo caso di cui si ha notizia riguarda la Latteria Soligo (già protagonista di un’altra vicenda) che nel corso di autocontrolli invia un campione di latte al laboratorio Chelab di Treviso (da pochi mesi acquisito dalla società Mérieux NutriSciences) riscontrando una quantità di aflatossine M1 superiore rispetto ai 50 nanogrammi per kg permessi dal reg. CE 1881/2006. A questo punto la Latteria Soligo ripete le analisi e invia una nuova campionatura che non evidenzia anomalie, per cui il latte è assegnato al caseificio. Una parte viene trasformata in 80 forme di formaggio Breganze che dopo una breve stagionatura è venduta in alcuni supermercati del Veneto. Altre 12 forme di formaggio sono lavorate e spedite al magazzino di stagionatura destinate a diventare Grana Padano. Si arriva così al 5 aprile 2016 quando Nas e Asl, sulla base delle carte fornite dal laboratorio Chelab di Treviso, scoprono l’eccesso di aflatossine rilevato nel mese di agosto e sequestrano le 12 forme. La questione è delicata perché secondo la norma il superamento dei limiti di aflatossine nel latte deve essere segnalato alle autorità sanitarie entro 12 ore e avviato alla distruzione. Il latte inidoneo non può essere diluito con altro latte idoneo per abbassare i valori e rendere la partita commerciabile come viene fatto in modo illecito da chi (produttori di latte e anche qualche caseificio) vuole evitare perdite economiche. Anche la stalla che fornisce latte contaminato da aflatossine viene posta in quarantena fino a quando i valori non rientrano nella norma.
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Il primo caso di cui si ha notizia riguarda la Latteria Soligo (già protagonista di un’altra vicenda) che nel corso di autocontrolli invia un campione di latte al laboratorio Chelab di Treviso (da pochi mesi acquisito dalla società Mérieux NutriSciences) riscontrando una quantità di aflatossine M1 superiore rispetto ai 50 nanogrammi per kg permessi dal reg. CE 1881/2006. A questo punto la Latteria Soligo ripete le analisi e invia una nuova campionatura che non evidenzia anomalie, per cui il latte è assegnato al caseificio. Una parte viene trasformata in 80 forme di formaggio Breganze che dopo una breve stagionatura è venduta in alcuni supermercati del Veneto. Altre 12 forme di formaggio sono lavorate e spedite al magazzino di stagionatura destinate a diventare Grana Padano. Si arriva così al 5 aprile 2016 quando Nas e Asl, sulla base delle carte fornite dal laboratorio Chelab di Treviso, scoprono l’eccesso di aflatossine rilevato nel mese di agosto e sequestrano le 12 forme. La questione è delicata perché secondo la norma il superamento dei limiti di aflatossine nel latte deve essere segnalato alle autorità sanitarie entro 12 ore e avviato alla distruzione. Il latte inidoneo non può essere diluito con altro latte idoneo per abbassare i valori e rendere la partita commerciabile come viene fatto in modo illecito da chi (produttori di latte e anche qualche caseificio) vuole evitare perdite economiche. Anche la stalla che fornisce latte contaminato da aflatossine viene posta in quarantena fino a quando i valori non rientrano nella norma.
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Controlli del governo francese sull’olio di oliva: il 46,5% dei campioni analizzati non è conforme ai criteri di qualità delle norme europee
martedì 12 aprile 2016
8 ragioni per evitare il latte di soia
Consumato da tantissime persone perché ritenuto essere un’alternativa sana al latte di mucca, è in verità dannoso alla salute. Chi fa una dieta vegana spesso usa la soia come fonte proteica invece della carne ma un numero crescente di studi mostrano che invece fa più male che bene.
Gli antichi cinesi lo sapevano bene dato che consideravano la soia come un alimento per gli animali mentre invece solo la soia fermentata era considerata sana e benefica per il corpo.
Ovviamente è un prodotto molto diffuso e consumato e anche qui ci sono interessi economici enormi e molti non vogliono rinunciarci perché credono che faccia bene. Ha parlato diffusamente di questo il famoso medico americano Dr. Mercola spiegando i pericoli della soia. Quindi il mio invito è quello di ascoltare il proprio corpo e gli studi scientifici di seguito.
8 ragioni per evitare il latte di soia:
1. Bere latte di soia allunga il ciclo mestruale. Durante uno studio condotto in Giappone, le donne che assumevano 400 ml di latte di soia ogni giorno (una tazza) avevano un ciclo mestruale che durava due giorni di più rispetto a coloro che non lo consumavano. Questo fa capire quanto possa influire negativamente sugli ormoni.
2. Il latte di soia danneggia i globuli rossi. La soia contiene la glicoproteina emoagglutinina che coagula il sangue rendendolo inefficiente provocando quindi nel tempo effetti gravi (è lo stesso fenomeno di una trasfusione sbagliata, in piccola scala)
3. E’ quasi tutta geneticamente modificata. Secondo l’U.S. Department of Agriculture nel 2012 il 94% della soia cresciuta negli Stati Uniti era geneticamente modificata. Ho trattato in diversi articoli dei pericoli degli OGM. Inoltre ci sono stati diversi casi di soia certificata biologica quando poi si è scoperto che era ogm.
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Gli antichi cinesi lo sapevano bene dato che consideravano la soia come un alimento per gli animali mentre invece solo la soia fermentata era considerata sana e benefica per il corpo.
Ovviamente è un prodotto molto diffuso e consumato e anche qui ci sono interessi economici enormi e molti non vogliono rinunciarci perché credono che faccia bene. Ha parlato diffusamente di questo il famoso medico americano Dr. Mercola spiegando i pericoli della soia. Quindi il mio invito è quello di ascoltare il proprio corpo e gli studi scientifici di seguito.
1. Bere latte di soia allunga il ciclo mestruale. Durante uno studio condotto in Giappone, le donne che assumevano 400 ml di latte di soia ogni giorno (una tazza) avevano un ciclo mestruale che durava due giorni di più rispetto a coloro che non lo consumavano. Questo fa capire quanto possa influire negativamente sugli ormoni.
2. Il latte di soia danneggia i globuli rossi. La soia contiene la glicoproteina emoagglutinina che coagula il sangue rendendolo inefficiente provocando quindi nel tempo effetti gravi (è lo stesso fenomeno di una trasfusione sbagliata, in piccola scala)
3. E’ quasi tutta geneticamente modificata. Secondo l’U.S. Department of Agriculture nel 2012 il 94% della soia cresciuta negli Stati Uniti era geneticamente modificata. Ho trattato in diversi articoli dei pericoli degli OGM. Inoltre ci sono stati diversi casi di soia certificata biologica quando poi si è scoperto che era ogm.
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lunedì 11 aprile 2016
Bere acqua brucia calorie e idrata i muscoli
Studio Usa. L’esperimento ha dimostrato che un aumento dell’1% del
consumo giornaliero di acqua è associato a una diminuzione dell’8,6%
dell’apporto energetico complessivo
Dopo la maratona pasquale a tavola, dunque, l’acqua può rivelarsi un valido alleato per ritrovare il peso forma in vista dell’estate. Bere acqua brucia infatti calorie e idrata i muscoli, mantenendoli più attivi. Un effetto descritto dalla scienza in vari studi, l’ultimo dei quali indica che consumare da 1 a 3 bicchieri al giorno potrebbe tagliare da 68 a 205 kcalorie al dì, oltre a diminuire il consumo di sodio, zuccheri e grassi saturi.
La ricerca, pubblicata sul «Journal of Human Nutrition and Dietetics», è stata condotta dall’università dell’Illinois esaminando le abitudini alimentari di 18.300 americani. I partecipanti sono stati invitati a riportare tutto ciò che hanno mangiato o bevuto in 2 giorni, e per ognuno è stata calcolata la quantità di acqua consumata quotidianamente. L’apporto calorico medio era di 2.157 calorie, di cui circa 125 provenienti da bevande zuccherate e 432 da alimenti a basso impatto nutrizionale come dessert e spuntini. Si è visto che un aumento dell’1% del consumo giornaliero di acqua era associato a una diminuzione dell’8,6% dell’apporto energetico complessivo. L’incremento comportava inoltre un calo da 5 a 18 grammi di zuccheri assunti, da 7 a 21 g di grassi saturi e da 78 a 235 g di sodio.
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Dopo la maratona pasquale a tavola, dunque, l’acqua può rivelarsi un valido alleato per ritrovare il peso forma in vista dell’estate. Bere acqua brucia infatti calorie e idrata i muscoli, mantenendoli più attivi. Un effetto descritto dalla scienza in vari studi, l’ultimo dei quali indica che consumare da 1 a 3 bicchieri al giorno potrebbe tagliare da 68 a 205 kcalorie al dì, oltre a diminuire il consumo di sodio, zuccheri e grassi saturi.
La ricerca, pubblicata sul «Journal of Human Nutrition and Dietetics», è stata condotta dall’università dell’Illinois esaminando le abitudini alimentari di 18.300 americani. I partecipanti sono stati invitati a riportare tutto ciò che hanno mangiato o bevuto in 2 giorni, e per ognuno è stata calcolata la quantità di acqua consumata quotidianamente. L’apporto calorico medio era di 2.157 calorie, di cui circa 125 provenienti da bevande zuccherate e 432 da alimenti a basso impatto nutrizionale come dessert e spuntini. Si è visto che un aumento dell’1% del consumo giornaliero di acqua era associato a una diminuzione dell’8,6% dell’apporto energetico complessivo. L’incremento comportava inoltre un calo da 5 a 18 grammi di zuccheri assunti, da 7 a 21 g di grassi saturi e da 78 a 235 g di sodio.
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