giovedì 19 maggio 2016

5 cibi da mangiare per combattere il mal di testa

Sono tante le varietà di cibi contro il mal di testa e che possono portare un notevole beneficio a chi frequentemente fa i conti con delle fastidiose emicranie

Mandorle, patate, anguria, spinaci e banane

Tra i migliori cibi contro il mal di testa si possono citare le mandorle. Infatti sono proprio questi semi commestibili ad essere tra le principali fonti di magnesio, un minerale molto utile nella cura del mal di testa. Il magnesio contenuto all'interno delle mandorle è efficace per rilassare la tensione nervosa a livello sanguigno. Molto spesso è proprio questa tensione a causare dei forti mal di testa. Sono tanti i nutrizionisti che consigliano di aumentare l'apporto di magnesio nella propria alimentazione: come le mandorle, sono ottime anche albicocche, riso, legumi ed avocado che possiedono buone quantità di questo minerale.

Per coloro i quali sono alla ricerca di cibi contro il mal di testa, sarà utile conoscere le proprietà benefiche delle patate. Stando a quanto riportato da uno studio recente, il mal di testa scaturisce anche da carenze di potassio . Le patate con la buccia, ad esempio al cartoccio, possono avere oltre 700 mg di potassio.

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mercoledì 18 maggio 2016

Semi di Chia per aumentare il metabolismo, dimagrire e combattere le infiammazioni.Ecco come usarli

I semi di Chia sono uno degli alimenti più potenti, funzionali e ricchi di sostanze nutritive di tutto il mondo.Ecco come usarli per dimagrire e non solo.

Essi sono ideali per chi vuole adottare uno stile di vita sano in quanto contengono in abbondanza: fibre, antiossidanti, proteine, minerali, vitamine e acidi grassi omega 3 e 6.
Gli Acidi Grassi Omega 3 e Omega 6 sono necessari per ridurre le infiammazioni, garantire l’ottima salute dei capelli e delle unghie, mantenere le articolazioni sane ed elastiche, riducendo il rischio di infortuni, mentre le fibre migliorano il transito intestinale ,e quindi accelerano il metabolismo per il mantenimento del peso forma. E’ proprio grazie a grassi e fibre che i semi di chia sono in grado di aumentare il metabolismo, aiutare a dimagrire e combattere le infiammazioni.
Inoltre essi sono ricchi di vitamine (A,B,C,B6,B12) e di sali minerali (potassio, manganese, magnesio, fosforo, rame, zinco, calcio , ferro e sodio) importanti a favorire il rilassamento del sistema nervoso, donare energia, garantire la buona salute di ossa e vene, ma anche fondamentali nella corretta assimilazione dei nutrienti.

I semi di chia quindi, accelerando il metabolismo grazie alle loro proprietà, permettono un valido e consistente aiuto nella nostra dieta, ma non è solo questo il loro ruolo. Infatti è risaputo che assumere questi semi prima di mangiare, sia un’ottimo modo per contrastare l’appetito. Questo è possibile grazie a due proprietà benefiche, la prima è la capacità di assorbire circa otto volte il proprio volume in acqua, in grado di formare una sorta di gel che favorisce il senso di sazietà, la seconda riguarda la presenza del triptofano un amminoacido essenziale, precursore della serotonina, la sostanza che regola l’umore, l’appetito, il piacere e il sonno.

In virtù di ciò che è stato sopra descritto, è possibile preparare una bevanda a base di semi di chia da ingerire prima dei pasti, in modo da aumentare il senso di sazietà, e quindi indurre a mangiare di meno.

Per prepararla  bisognerebbe mettere in ammollo i semi di Chia in acqua e limone per una decina di minuti. Quando vengono a contatto con l’acqua, essi si trasformano in un tipo di gel che aumenta in dimensioni e peso, completamente privo di calorie, che nutre il corpo senza farlo ingrassare, rallenta la digestione e aumenta il senso di sazietà.

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martedì 17 maggio 2016

Dieta per Idratare la Pelle


La pelle ha bisogno di tanta acqua per mantenersi giovane e per combattere i segni del tempo e quelli degli agenti atmosferici. Oltre alle terapie iniettive di biostimolazione che sono da intendersi vere e proprie cure preventive per la salute della pelle possiamo idratare la pelle in profondità anche consumando cibi specifici.

E’ indispensabile il corretto apporto d’acqua giornaliero, che non solo idrata in profondità, ma permette di eliminare le tossine e gli scarti che conferiscono opacità all’incarnato. Inoltre è necessario consumare regolarmente zuppe, the, tisane e ortaggi in quanto verdura e frutta sono composte per circa il 90% d’acqua.



Le vitamine del gruppo B, come ad esempio la vitamina B1 e B2, stimolano la sintesi metabolica e riparano le fibre di collagene ed elastina, permettendo alla pelle di mantenersi elastica e tonica. Non è difficile reperirle: si trovano nei cereali integrali, nelle proteine animali – quindi in carne, pesce e uova – e nel lievito di birra.

 Anche la vitamina A è fondamentale grazie alla sua proprietà di arricchire la pelle e proteggerla dagli effetti dannosi dei raggi solari.

È presente nel fegato, nelle uova, nel burro e nei latticini, ma anche in verdura e frutta rosse e arancioni, sotto forma di provitamina A, che viene tramutata in vitamina A una volta nell’organismo.

Frutta e verdura di colore arancio contengono inoltre molta vitamina C che, oltre ad essere essenziale per la produzione collagenica, accelera il processo di cicatrizzazione. Quindi mangia agrumi, kiwi, cavolo e prezzemolo.

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sabato 14 maggio 2016

MEDICINE CHE UCCIDONO



di Maurizio Blondet
I farmaci "di sostituzione ormonale" promettono alle donne di restare giovani, di ritardare la menopausa e di sconfiggere l'osteoporosi. Ora si scopre che due medicinali molto diffusi, il Premarin e il Prempro, provocano cancro, embolia polmonare, infarto e demenza. In USA, almeno 14 milioni di donne si sono viste prescrivere le due medicine. Ma poiché esse sono in commercio da 40 anni, sono circa cento milioni (tre generazioni) le donne americane in pericolo. 
Lo ha stabilito uno studio di un ente indipendente, il Women's Health Initiative (WHI). Il principio attivo dei due farmaci è estrogeno estratto dall'urina di vacche e cavalle, che contiene tre tipi di estrogeni, di cui due non naturali per la donna. Inoltre il Premarin contiene progesterone sintetico, anch'esso non identico all'ormone umano. Il dosaggio aumenta la pericolosità. 
Le ditte farmaceutiche adottano un dosaggio che sia efficace per il 90% della popolazione generale; ma resta un 25% di ipersensibili, per cui la dose standard è eccessiva, ha notato la rivista Lancet. Lo studio del WHI ha stabilito che già 0,625 milligrammi di estrogeni da cavalla è cancerogeno; le dosi nei due farmaci sono il doppio, 1,250 mg. Dal 2003, alla chetichella, il Premarin è in commercio con dosi più basse: 0,45 mg. Ma intanto, nel solo 2001, i medici americani hanno stilato 70 milioni di ricette di prescrizione delle due medicine della giovinezza. Il che induce il dottor Jay Cohen, un medico che tiene un sito sulle medicine alternative (Medication Sense Underground), a porre domande scomode: "quanto valgono le sperimentazioni cliniche fatte dalla aziende per ottenere dalla FDA (Food and Drug Administration) l'autorizzazione al commercio dei medicinali? E quanto i medici di base sono al corrente degli effetti collaterali di certi farmaci, visto che sono 'informati' esclusivamente da piazzisti pagati dalle aziende produttrici?". Il 51 % dei farmaci approvati dal FDA manifestano effetti dannosi solo dopo che sono diffusi sul mercato.

I danni collaterali da farmaci sono la quarta causa di morte in America. Di fatto, una medicina sviluppata nell'interesse del profitto anziché della salute uccide o invalida, è stato notato, 784 mila americani l'anno; 16.400 % più di quanti ne ha "ammazzati" Osama Bin Laden.
L'assistenza sanitaria altamente privata (dunque costosa) fa sì che l'americano medio ricorra al medico per farsi prescrivere farmaci che "coprono" i suoi sintomi, e così continuare a "funzionare". Non ha i mezzi per una vera terapia, né i medici hanno interesse a consigliare, poniamo, una vera cura consistente in un regime alimentare adatto ed esercizio fisico. 
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venerdì 13 maggio 2016

Corbezzolo: il frutto ignorato dalle grandi proprietà terapeutiche


Il Corbezzolo è un frutto di stagione poco conosciuto ai nostri giorni, in realtà è diffuso in tutte le aree mediterranee e atlantiche, infatti si trova in Italia e in Corsica, così come in Marocco e in Irlanda.

L’Arbutus unedo, il corbezzolo, appartiene alla famiglia delle Ericaceae ed è una pianta arbustiva sempreverde che, con le condizioni climatiche giuste, può trasformarsi in un vero e proprio albero (raggiunge anche i 10 metri di altezza).

Dai delicati fiori a campanula e dai frutti dall’aspetto tropicale, questa pianta è da sempre usata anche in fitoterapia per le sue caratteristiche e proprietà terapeutiche.

La scienza erboristica e fitoterapica lo usa secondo questo schema: le foglie e la radice come astringenti, antinfiammatorie e antidiarroiche. Foglie e frutti per sfruttare la sinergia di vitamine e antiossidanti, la radice come prevenzione verso le forme di arteriosclerosi.

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martedì 10 maggio 2016

Pasta senza glutine Barilla: perché costa più del doppio? Confronto tra gli spaghetti n°5 classici e quelli gluten free

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La pasta senza glutine ha un prezzo sensibilmente più elevato
Gli alimenti senza glutine in pochi anni, si sono trasformati da prodotti “salvavita” a cibo di moda per molte persone che li scelgono pur non avendo una necessità nutrizionale. Leggendo il dossier del Centro Studi AIDEPI (Associazione dei produttori di pasta), in base all’ultimo censimento del Ministero della salute, in Italia i celiaci sono circa 170mila (altre fonti che considerano i soggetti non diagnosticati indicano un totale di 600.000). In realtà 2 milioni di famiglie scelgono prodotti senza glutine e un recente studio Nielsen rivela che l’11% degli italiani ritiene che questa tipologia di alimenti offra un vantaggio per la salute. È sin troppo evidente che la forte crescita della pasta gluten free è determinata anche da un fenomeno di moda e dalla percezione errata, da parte di molti consumatori, che sia più salutare anche per i non celiaci. Si tratta di un aspetto non secondario visto che la pasta gluten free ha un prezzo decisamente superiore rispetto alla comune pasta di semola.

Abbiamo cercato di capire le ragioni di questa differenza di prezzo confrontando per Il Fatto Alimentare gli spaghetti n° 5 classici della Barilla con l’analogo formato senza glutine. Il primo elemento che balza all’occhio è il diverso formato: se i famosi spaghetti n°5 sono confezionati nella scatola blu da 500 grammi quelli gluten free vengono venduti in scatole da soli 400 grammi di pasta. Il prezzo al chilo rilevato nei supermercati Coop è di 1,56 euro per gli spaghetti classici che lievitano sino a 4,18 euro per la pasta destinata ai celiaci. Una differenza simile è stata riscontrata anche nei supermercati Esselunga e Carrefour.


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Boom della dieta senza glutine, ma occhio al fai da te

 

 

lunedì 9 maggio 2016

Parkinson, la saliva rivela malattia e la sua evoluzione

Scoperta italiana; 250mila malati e trend in crescita nel Paese

 

di Manuela Correra

Un semplice esame della saliva permetterà di diagnosticare ed anche valutare quale evoluzione avrà in un paziente la malattia di Parkinson. La scoperta, frutto dei ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma guidati dal neurologo Alfredo Beradelli ed appena pubblicata sulla rivista PLOSone, è stata al centro del II congresso della Accademia Italiana LIMPE-DISMOV per lo studio della malattia di Parkinson e dei Disturbi del Movimento, punto di riferimento per queste patologie nel nostro Paese, conclusosi a Bari. Si tratta di una scoperta, spiega Berardelli, ''che sarà molto utile nella diagnosi e nella pratica clinica per valutare l'andamento nel tempo della malattia, e ciò permetterà di stabilire le strategie terapeutiche migliori per ogni singolo paziente''. I ricercatori hanno infatti evidenziato che nella saliva dei pazienti con Parkinson cala l'alfa-sinucleina, una proteina assai abbondante nel sistema nervoso, oltre che in altri organi. Normalmente l'alfa-sinucleina contribuisce al rilascio dei neurotrasmettitori fra le terminazioni nervose, favorendo lo scambio d'informazioni, e aiuta la trasmissione del neurotrasmettitore dopamina, cruciale nel controllo dei movimenti e carente proprio nel Parkinson. Misurare le concentrazioni di tale proteina e delle sue componenti direttamente nella saliva, spiega l'esperto, presidente dell'Accademia, ''rappresenta un grosso passo avanti rispetto alle complesse misurazioni di scarsa maneggevolezza effettuate finora nel liquor tramite puntura lombare, che è invasiva, dolorosa e scarsamente ripetibile. Da tempo la comunità scientifica è alla ricerca di un biomarker capace di aiutare il medico nella diagnosi e nella valutazione dell'evolvere della malattia: ora abbiamo dimostrato che, rispetto a soggetti sani di pari età, nei pazienti Parkinson si riduce l'alfa-sinucleina e ciò è rilevabile direttamente nella saliva, e tale parametro si correla proporzionalmente alla gravità del quadro motorio''.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...