lunedì 6 novembre 2017

Lo zucchero alimenta il cancro. Lo studio che spiega come e perché

Sul fatto che tra zucchero e cancro vi sia un'importante correlazione si discute da tempo, ma ora una nuova ricerca è riuscita a dare una svolta alla questione spiegando i meccanismi che sono alla base del rapporto tra eccessive assunzioni di zuccheri e la crescita di cellule tumorali.

Sappiamo che le cellule del corpo umano richiedono energia e questa viene ricavata dagli zuccheri presenti nel cibo che assumiamo. Non fanno eccezione neppure le cellule tumorali, anche queste infatti necessitano di zuccheri per poter crescere. Quello che le distingue però dalle cellule sane è il fatto che la loro assunzione di glucosio è di molto superiore a quella delle cellule non degenerate così come il tasso di fermentazione del glucosio in acido lattico.

Questo è conosciuto come effetto Warburg (dal nome del medico premio Nobel tedesco che l’ha scoperto ad inizio ‘900) e si ipotizza abbia a che fare con il rapido tasso di crescita del cancro anche se non è ancora chiaro se si tratta di un sintomo o di una causa della comparsa di questa malattia.

Un team di ricerca belga-olandese della Katholieke Universiteit Leuven e del VIB-VUB Center for Structural Biology di Bruxelles, ha studiato l’argomento per nove anni individuando il meccanismo grazie al quale le cellule tumorali metabolizzano lo zucchero. Per arrivare a questo risultato sono state utilizzate delle cellule di lievito che hanno un gene "Ras" che “programma” la sintesi delle omonime proteine che si trovano comunemente anche nelle cellule tumorali.
Si è visto così che nelle cellule di lievito con grande afflusso di glucosio, le proteine Ras si attivano troppo e di conseguenza le cellule poi crescono a ritmo accelerato. In sostanza quello che avviene al cancro se vi è grande presenza di zucchero è che, in questo modo, può diventare più aggressivo e difficile da trattare.

sabato 4 novembre 2017

Scarseggiano le uova: scaffali mezzi vuoti in molti supermercati. Una situazione destinata a perdurare, ecco perché

“Galline in fuga 2” non è il nuovo film a cartoni dei registi Peter Lord e Nick Park, ma quanto sta succedendo in Europa dove centinaia di allevamenti sono vuoti, in attesa delle operazioni necessarie per decontaminare i capannoni dal fipronil. Questa sostanza, pur essendo vietata, era fraudolentemente presente in alcuni pesticidi impiegati per combattere l’acaro rosso, un parassita diffuso negli allevamenti. Purtroppo il lavoro di pulizia richiede 1-2 mesi perché il composto, nonostante un livello tossicità molto basso, ha una persistenza elevata, per cui alla fine del trattamento di decontaminazione c’è anche il rischio di non risolvere il problema. La questione non riguarda solo l’Italia, secondo il sistema di allerta rapido alimentare europeo (Rasff) dal 21 luglio ad oggi gli interventi e le notifiche collegate al fipronil rilevate da Bruxelles sono state 694 e hanno coinvolto 58 nazioni!

Un così elevato numero di galline a riposo forzato (circa 4 milioni solo nel nostro Paese) sta provocando una carenza di uova nei supermercati. Basta fare un giro in alcuni punti vendita per rendersene conto (leggi articolo). Venerdì 27 ottobre a Milano nell’Esselunga di via Feltre l’assortimento è dimezzato. Alla Coop di via Palmanova gli scaffali sono pieni, ma lo staff conferma i problemi di approvvigionamento. Da Pam in Via Padova oltre la metà degli spazi sono vuoti e, secondo l’addetto al rifornimento a fine giornata non ci saranno più uova. Da Simply in via Andrea Doria la situazione è peggiore. Alle 9:30 del mattino ci sono solo due dozzine di uova e un signore alla cassa si lamenta perché la situazione va avanti da alcune settimane. Stessi problemi da Lidl dove alle sei di sera troviamo solo un cartone con una decina di confezioni.

Continua qui

domenica 29 ottobre 2017

Tumore del colon-retto: il numero di morti (sotto i 55 anni) è aumentato esponenzialmente. I dati sono preoccupanti. Ecco i sintomi più banali che non vanno ignorati per nessun motivo

Uno studio sconcertante, condotto a Marzo dall’American Cancer Society, ha evidenziato come il cancro del colon retto sia aumentato esponenzialmente nei giovani. Un ulteriore studio che ha approfondito il precedente ha mostrato che è aumentato moltissimo il numero di morti per un cancro di questo tipo. Ma la cosa sconcertante è che si parla di persone giovani, sotto i 55 anni. L’ultimo studio sull’argomento è stato pubblicato su Jama e ha analizzato le cause di morte di persone tra i 20 e i 54 anni dal 1970 a oggi. Gli studiosi hanno scoperto che la morte per cancro del colon retto di persone di questa fascia di età è aumentata dell’uno per cento ogni anno dal 2004 al 2014. Un aumento esponenziale che va approfondito. Ma perché sta succedendo? Ha risposto su Self il dottor Anton Bilchij, chirurgo presso il John Wayne Cancer Institute al Providence Saint John’s Health Center di Santa Monica, California.


Uno studio sconcertante, condotto a Marzo dall’American Cancer Society, ha evidenziato come il cancro del colon retto sia aumentato esponenzialmente nei giovani. Un ulteriore studio che ha approfondito il precedente ha mostrato che è aumentato moltissimo il numero di morti per un cancro di questo tipo. Ma la cosa sconcertante è che si parla di persone giovani, sotto i 55 anni. L’ultimo studio sull’argomento è stato pubblicato su Jama e ha analizzato le cause di morte di persone tra i 20 e i 54 anni dal 1970 a oggi. Gli studiosi hanno scoperto che la morte per cancro del colon retto di persone di questa fascia di età è aumentata dell’uno per cento ogni anno dal 2004 al 2014. Un aumento esponenziale che va approfondito. Ma perché sta succedendo? Ha risposto su Self il dottor Anton Bilchij, chirurgo presso il John Wayne Cancer Institute al Providence Saint John’s Health Center di Santa Monica, California.

Continua qui

sabato 28 ottobre 2017

Come lavare meglio le mele, secondo la scienza

Una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio rimuove buona parte dei pesticidi e dei fungicidi, dice una nuova ricerca (ma niente paura: lavarle sotto il rubinetto resta un'opzione)

 Il bicarbonato di sodio è la soluzione più efficace per rimuovere i pesticidi dalle mele, almeno secondo i ricercatori dell’Università del Massachusetts (Stati Uniti), che hanno provato diversi sistemi per eliminare i residui di prodotti chimici usati come repellenti contro i parassiti nelle coltivazioni. Il risultato del loro studio è stato pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry e sta raccogliendo molto interesse, perché suggerisce di utilizzare un prodotto semplice da reperire ed economico come il bicarbonato di sodio.

La ricerca si è occupata sia dei sistemi industriali sia di quelli casalinghi per rimuovere le tracce di pesticidi. I produttori di mele, per esempio, utilizzano di solito una soluzione a base di acqua e candeggina (ipoclorito di sodio) per lavarle, prima di metterle in commercio. Le mele passano attraverso enormi vasche di lavaggio e sono in seguito risciacquate per rimuovere la soluzione. Gli autori dello studio si sono chiesti quanto sia efficace questo sistema e se ce ne siano di migliori.

Continua qui

venerdì 27 ottobre 2017

Per i cardiologi il caffè e la cioccolata fanno bene

Il primo e' una concentrazione di antiossidanti

 

"Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, riducono la mortalità cardiovascolare in follow up che vanno da 10 a 18 anni. A lungo termine, bere caffè ha un effetto positivo". Analoghi effetti positivi sulla salute del cuore, seppur di più lieve entità, si riconducono all'assunzione di cioccolato fondente all'85-90%.
    Così Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino che il 27 e 28 ottobre ospiterà le XXIX Giornate Cardiologiche Torinesi "Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology". Al Centro Congressi Unione Industriale saranno ospiti oltre 600 partecipanti e 100 relatori, tra i quali i cardiologi della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota) e i maggiori esperti europei provenienti da Germania, Francia e Svizzera. Il chicco di caffè - spiega Marra - è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura". Quest'anno, il meeting è incentrato sulla prevenzione. "Certamente possiamo affermare che negli ultimi vent'anni abbiamo a disposizione nuovi farmaci, nuove tecniche chirurgiche, che indubbiamente hanno ridotto la mortalità, ma per tre quarti il merito è della prevenzione - spiega Marra - ed è principalmente su questo fattore che noi medici dobbiamo impegnarci". Ma oltre alla coscienza dei fattori di rischio, altro punto determinante è la conoscenza di ciò che fa bene alla salute del nostro cuore e dell'organismo in generale. In questo senso la novità più interessante, e per molti versi inaspettata, è costituita dal caffè.

Continua qui

giovedì 26 ottobre 2017

Mangiare pasta rende felici, aiuta a dormire e fa dimagrire

I 5 consigli dell'endocrinologa per un piatto in tutta salute

 

"Basta con i falsi miti sulla pasta: non è vero che non si può mangiare la sera, e perché mai privarsi di una bella carbonara? Stimola la tiroide e fa bene anche all'umore". La bella notizia arriva a ridosso della Giornata mondiale della pasta che si svolge il 25 ottobre dall'endocrinologa e nutrizionista Serena Missori e dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione.
    Cinque i consigli dell'esperta per concedersi un piacere gastronomico che in molti guardano come ad un nemico giurato della linea.
    Secondo la dietologa, è opportuno prediligere la pasta di grano duro, meglio se trafilata al bronzo e anche integrale. Meglio ancora gli spaghetti che hanno l'indice glicemico inferiore e sono adatti anche ai diabetici e a chi deve perdere peso.
    Vietata la pasta scotta: deve invece essere assolutamente al dente perché dà più sazietà e ha un indice glicemico più basso.
    Se capita di distrarsi, si può raffreddare sotto un getto d'acqua corrente.
    Sì a una bella spaghettata saltata in padella con olio extravergine d'oliva e spezie, ma ogni tanto concediamoci anche una carbonara con uova e pancetta, per aggiungere un boost di proteine. Fra l'altro questa associazione stimola la tiroide: accompagnarla con della verdura amara riduce la ritenzione idrica.

Continua qui

domenica 22 ottobre 2017

Barilla: la pasta – dice l’azienda nello spot- é fatta di grano italiano miscelato a quello importato da Francia, Australia e Stati Uniti. Ma sull’etichetta non c’è scritto

“Sull’etichetta non lo scriviamo, ma nello spot lo raccontiamo”. Potrebbe essere questo lo slogan dei fratelli Barilla, che aggirano il contestato decreto del ministro Martina sull’origine del grano con uno spot affidato alla simpatica campionessa di scherma Bebe Vio, Nel video si dice chiaramente per la prima volta che la pasta Barilla è preparata miscelando grano italiano e grano importato da Australia, Francia e Stati Uniti.

Da tre anni aspettavamo questa notizia. Nel gennaio 2013 avevamo chiesto a Barilla, Agnesi, De Cecco, Del Verde, La Molisana, Granoro, Garofalo, Divella e Armando, di riportare sull’etichetta l’origine della materia prima. Li abbiamo invitati anche a spiegare le motivazioni che spingono i pastifici a importare grano duro di alta qualità pagandolo anche il 20-30% in più. Allora l’azienda di Parma  ci ha scritto dicendo che impiegava il più possibile materia prima nazionale, anche per motivi di convenienza economica, e dichiarava di importare il 20% della materia prima (quantità che può arrivare anche al 30% in relazione all’andamento del raccolto italiano). Altri produttori ammettevano l’importazione di grano duro ma non lo dichiaravano in etichetta e sol alcuni fornivano informazioni più precise sul sito. Nel luglio del 2017 abbiamo inviato un’altra lettera ai fratelli ricordando loro che da anni l’indicazione di origine si trova già sulla pasta Voiello che è un marchio di loro proprietà.

Continua qui 

Il grano: la vera storia del grano

 

 

Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...