mercoledì 26 dicembre 2018

Le feste e i chili di troppo: mangi e ingrassi? Risolvi così

Dopo Natale e Capodanno, la Befana porterà via le feste e ci lascerà qualche chilo in più: proviamo a capire come smaltirlo




Le feste

Paese che vai tradizione che trovi. Ma una cosa è certa: tra Natale e l’Epifania il cibo è generoso. Le vacanze invernali, infatti, sono tradizionalmente un momento di festa con familiari, amici e persone care. È quindi un momento di abbondanza. Non a caso, la maggior parte dell’aumento di peso durante l’anno si osserva durante le festività natalizie. Diversi studi hanno rilevato che l’aumento di peso, legato all’aumento della massa grassa, durante le festività natalizie non si perde nei mesi successivi, cioè durante i mesi primaverili ed estivi e che l’incremento ponderale è direttamente proporzionale all’età. Esistono però degli éscamotage per ridurre i danni.


Prima le proteine

Il cibo sarà abbondante e il desiderio di assaggiare tutte le portate sarà forte. Concentrati pertanto sui cibi ricchi in proteine. Le proteine, infatti, possiedono un potente effetto saziante, sia nell’immediata loro assunzione che nelle ore successive al pasto. Questo contribuirà a favorire l’insorgere della fame e ad accelerare l’insorgere della sazietà. Inoltre, consumare le proteine prima di carboidrati amidacei contribuisce a ridurre la glicemia post-pasto e le risposte di insulina.

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lunedì 24 dicembre 2018

“EFFETTO GRINCH”: QUANDO LE FESTE PORTANO AL RISCHIO DEPRESSIONE. COME SOPRAVVIVERE

Chi potrebbe risentire in modo negativo del clima natalizio sono in particolare meteoropatici e bipolari


Ci sono persone alle quali le musiche natalizie che risuonano da settimane nei negozi, con case e strade illuminate a festa, non fanno un bell’effetto. Il periodo di fine anno non è per tutti di gioia e attesa ma può innescare depressione, malumore, spossatezza e irritabilità. Insomma, una sorta di “effetto Grinch”, dal personaggio di fantasia che detesta il Natale e qualunque cosa abbia a che fare con questa festività. "A rischiare di risentire in modo negativo del clima natalizio sono in particolare due tipologie di persone", spiega all'AdnKronos Maurizio Pompili, professore di psichiatria, direttore della scuola di specializzazione in psichiatria all’Università Sapienza di Roma e del Servizio per la Prevenzione del suicidio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Andrea.

Meteoropatici
"In un caso - spiega Pompili - si tratta di chi è affetto da Seasonal affective disorder (Sad), disturbo che insorge nel tardo autunno-inverno e si protrae a primavera e può ripetersi nel corso degli anni. Il freddo e la riduzione delle ore di luce possono indurre stati depressivi, peggiorati dalla dimensione di euforia altrui e dalle aspettative eccessive legate alle feste natalizie. Non ci si sintonizza sulla lunghezza d'onda degli altri, e si percepisce una frattura con la società".

Bipolare
Non solo: "Il Natale rischia di essere un periodo difficile per chi soffre di disturbo bipolare, patologia che alterna stati depressivi a eccitamento euforico. Si tratta di persone in equilibrio molto precario, che hanno bisogno di ritmi regolari, sonno adeguato, pochi stimoli. Con le feste si dorme meno e l'eccitazione generale può innescare stati depressivi: arriva allora l'insonnia o un'eccessiva sonnolenza, l'irritabilità e la spinta a mangiare continuamente carboidrati".

sabato 22 dicembre 2018

Con un bicchiere di vino ridotta la probabilità di ricoveri

Meno rischio in chi consuma con moderazione alcol che in astemi

ANSA) - ROMA, 12 DIC - Bere alcolici con moderazione (non più di un bicchiere di vino al giorno) ridurrebbe il rischio di andare incontro a un ricovero ospedaliero.

Lo suggerisce uno studio del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con il Dipartimento di Nutrizione dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, secondo cui chi consuma alcol moderatamente, nel contesto di un'alimentazione fedele alla tradizione mediterranea, ha un rischio minore sia rispetto a chi beve troppo, sia rispetto agli astemi. Pubblicata su Addiction, la ricerca ha coinvolto 21.000 individui arruolati nello studio Moli-sani, il cui stato di salute è stato monitorato per oltre 6 anni, analizzando le loro abitudini nei confronti delle bevande alcoliche e il numero dei ricoveri ospedalieri.

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sabato 15 dicembre 2018

IL POTERE CURATIVO DEI LEGUMI

Tutti i legumi sono importanti e con ottime proprietà nutrizionali. Ecco quali sono, come cucinarli, perché causano flatulenza, quali sono le indicazioni nutrizionali, quante kcal apportano e i tanti vantaggi per la salute che offrono.


I legumi sono i semi commestibili delle piante appartenenti alla famiglia delle Leguminose, sono una vera fonte di ricchezza a livello nutrizionale, soprattutto quelli freschi o secchi e possibilmente biologici.
Molti legumi offrono straordinari benefici alla salute, diete ricche di legumi sono seguite per abbassare i livelli di colesterolo e ridurre il rischio di diversi tipi di cancro.
I legumi uniti ai cereali forniscono all'organismo delle proteine complete, più che "la carne dei poveri" come venivano definiti un tempo, si potrebbero chiamare "la carne delle persone sane".
Il valore nutritivo dei legumi è rappresentato in primo luogo dall’elevato contenuto di proteine di buon valore biologico perché costituite da aminoacidi essenziali. Sono una fonte di carboidrati ed apportano una minima quantità di lipidi contenuti maggiormente nella soia e nell’arachide.
Offrono una potente azione antiossidante, apportano inoltre fibra, vitamine del gruppo B e sali minerali quali ferro, calcio, fosforo, potassio e magnesio.

Le proprietà dei legumi

> Sono ricchi di vitamine del gruppo B (B1, B2, niacina)
> Contengono vitamina C 
> Contengono calcio, ferro, fosforo, potassio, magnesio e molti oligoelementi e fibre
> Sono un’ottima fonte di proteine
> I ceci sono indicati per chi è anemico e durante la gravidanza per l’apporto di ferro e calcio
> le fave e le lenticchie hanno proprietà rimineralizzanti 
> le lenticchie hanno proprietà galattogoghe 
> la soia è altamente proteica e contiene tutti gli aminoacidi essenziali 

I legumi consumati insieme ai cereali, come nei piatti tipici popolari, pasta e fagioli, pasta e ceci, riso e piselli, riso e lenticchie, costituiscono un ottimo piatto, completo di carboidrati e proteine.

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giovedì 13 dicembre 2018

Zucchine immortali: dopo quatto mesi sono sempre uguali. Com’è possibile? Inchiesta della tv svizzera Patti Chiari

Dimenticarsi le zucchine nel cassetto del frigorifero e ritrovarle immutate dopo mesi. Com’è possibile? Se lo domanda Gianfranco, un cittadino svizzero che dopo aver comprato delle zucchine, le scorda sul davanzale e, dopo mesi, le trova uguali a come le aveva lasciate. Sorpreso vuole ripetere l’esperimento e ricompra alcune zucchine dello stesso tipo (spagnole da agricoltura convenzionale) mettendole a confronto con un paio invece biologiche provenienti dall’Italia. A questo punto Gianfranco decide di fotografare l’evoluzione, ogni giorno, per mesi. Il risultato è strabiliante: dopo 4 mesi le zucchine spagnole sembrano appena comprate, mentre quelle italiane appaiono completamente disidratate e rimpicciolite fino quasi a scomparire. A questo punto lo stupore si trasforma in inquietudine e Gianfranco si domanda se siano stati usati trattamenti particolari sulle zucchine per farle resistere così a lungo e se siano state impiegate sostanze che potrebbero nuocere alla salute di chi le mangia.
Il consumatore vuole saperne di più, e si rivolge a Patti Chiari, la trasmissione svizzera che si occupa di diritti dei cittadini-consumatori. Il team della redazione acquista numerosi campioni di zucchine, importate e locali, e le porta in un laboratorio specializzato in analisi alimentari.
I risultati sono incoraggianti: tutti gli ortaggi, sia svizzeri sia spagnoli, sono conformi alla normativa per quanto riguarda i pesticidi. Sulle zucchine spagnole però, gli esperti trovano tracce di cere e oli vegetali estranei al frutto. È probabilmente questo mix presente sulla superficie esterna che permette di allungare la vita dell’ortaggio, diminuendo l’evaporazione dell’acqua e quindi la disidratazione.
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Hai bisogno di ferro? Mangia tanti spinaci! In realtà il minerale è molto più presente negli alimenti di origine animale come dice l’Iss

Contrariamente alla credenza popolare molto diffusa, consolidata dai cartoni animati del celebre Braccio di ferro, gli spinaci non sono la miglior fonte di ferro per l’organismo, perché gran parte del minerale presente nelle foglie non può essere utilizzato. Il motivo è che  gli spinaci contengono anche sostanze che ne inibiscono l’assorbimento da parte dell’intestino (1). Il tema è trattato in una nota dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nella sezione Falsi miti e bufale.
Il ferro è il minerale più abbondante del corpo umano e gioca un ruolo decisivo nella formazione dei globuli rossi (cellule del sangue che trasportano l’ossigeno ai tessuti per farli funzionare). Un uomo adulto o una persona anziana dovrebbe assumerne 10 mg al giorno, mentre per le donne in età fertile la dose raccomandata è quasi doppia: 18 mg(2).
Le persone affette da anemia (carenza di globuli rossi) nel mondo sono moltissime, oltre il 10%, sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo. In molti casi la condizione è causata proprio da una carenza di ferro(3). Quando si riscontra il problema è utile integrare la dieta con alimenti ricchi di ferro facilmente assimilabile dall’organismo. È comunque buona regola chiedere consiglio al medico e verificare se si ha effettivamente bisogno di un supplemento. L’eccesso di ferro, soprattutto della forma che non viene assorbita bene dall’intestino, può dare qualche fastidio, come diarrea o crampi addominali.

Il ferro è presente nel cibo in due modi. Quello più facile da assimilare si trova nella carne di pollo, manzo, maiale, cavallo, selvaggina, e nel pesce, alimenti che contengono circa il 40% di “ferro Eme”.  I vegetali e le uova contengono invece ferro nella forma inorganica detto ” ferro non-Eme”, che risulta meno assimilabile dall’organismo.
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martedì 11 dicembre 2018

Come si sceglie un buon panettone? Una lettrice chiede consigli. Eccoli.

Mi è capitato un paio di volte di voler acquistare un panettone speciale per fare bella figura. Confezione superdecorata di un marchio non noto e promessa di qualità  dal nome della pasticceria sulla confezione. Non è andata proprio così. È stata l’unica volta nella mia vita che ho dovuto buttare il panettone perché era veramente immangiabile, secco e apparentemente vecchio, anche se non scaduto. In un’altra occasione ho comprato un panettone ai marroni a marchio di una rinomata pasticceria in montagna. Anche in questo caso una delusione. A fronte di un prezzo elevato, la quantità di castagne contenuta era davvero ridotta. Direi tracce. Che ne pensate di questi episodi?”
Carla, Milano
Preparare un buon panettone non è facile. È un dolce della tradizione molto particolare, perché richiede una perfetta lievitazione, che avviene a più riprese. Prepararlo in casa è quasi impossibile: chi ci ha provato lo sa. La ricetta deve essere seguita alla lettera per riuscire a far lievitare un impasto appesantito dalla ricchezza degli ingredienti, uvette, canditi o, nei tipi più moderni, pezzetti di marron glacé, gocce di cioccolato… Il mercato negli ultimi anni si è sbizzarrito, per attrarre il consumatore.
Per trovare un buon prodotto, per prima cosa occorre verificare in etichetta che contenga burro, uno dei grassi più pregiati della pasticceria. Un’altra variabile importante sono i tempi di lievitazione, la quantità del burro, la freschezza delle uova, il tipo e la quantità di canditi e uvetta.
Contrariamente ad altri dolci, il panettone è il prodotto principe della pasticcera , uno dei pochi preparato con una  lievitazione naturale e che utilizza solo ingredienti di qualità, senza grassi vegetali. Proprio per la complessità della preparazione e per l’alternanza delle varie fasi di lievitazione e raffreddamento (realizzata mettendo i panettoni a testa in giù per 16 ore o in un tunnel a temperatura e umidità controllata per 8 ore) il dolce di Natale si presta bene ad essere preparato a livello industriale. L’intero processo richiede 2-3 giorni e molto spazio a disposizione.
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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...