venerdì 12 aprile 2019

Come la dieta biologica riduce drasticamente i pesticidi dal corpo in soli 6 giorni. Lo studio

Qual è l'impatto dei pesticidi sul corpo? Può l'alimentazione biologica ridurre i livelli di sostanze tossiche dalle nostre urine e in generale dal nostro corpo? Un nuovo studio peer-reviewed condotto dai ricercatori dell'Università di Berkeley e dell'Università della California ha dimostrato come una dieta bio riesca a ridurre rapidamente e drasticamente l'esposizione ai pesticidi in soli sei giorni.
Tutti noi, giornalmente siamo esposti a un cocktail di pesticidi e residui fitosanitari presenti, anche se in quantità limitate, praticamente in tutti i prodotti che consumiamo. A partire da glifosato e altri erbicidi utilizzati che rimangono inevitabilmente nelle coltivazioni e, di conseguenza, nei cibi che mangiamo. Questi residui minimi, sommati, finiscono per avere alla lunga un impatto inevitabilmente non positivo per la nostra salute. I prodotti biologici, per definizione, vengono prodotti senza l'utilizzo di tali sostanze. Può quindi un'alimentazione totalmente bio, fare la differenza e ridurre i livelli di pesticidi dal nostro corpo?
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mercoledì 10 aprile 2019

Tutto quello che bisogna sapere sulla salute del seno

Giovedì 11 aprile, il nuovo mensile di Repubblica Live dedica uno speciale al benessere del seno in ogni età e alla prevenzione del tumore che più di ogni altro spaventa le donne. Con interviste ai maggiori esperti e l'elenco delle Breast Unit a cui rivolgersi

lunedì 8 aprile 2019

Sesso: più virili con i pistacchi

Il consumo di pistacchi associato a una migliore funzione erettile nei maschi


I pistacchi pare possano dare una mano nei problemi sessuali come la disfunzione erettile

Disfunzione erettile o problemi sessuali in genere che affliggono il maschio moderno sono all’ordine del giorno e oggetto di sempre più numerosi studi. La capacità di mantenere un’erezione per così dire corretta durante l’atto sessuale è spesso fonte di disagio per molti uomini, i quali spesso non disdegnano il ricorso a farmaci e simili.


Forse però si può ottenere un aiuto più naturale e semplice da un alimento molto conosciuto. Un tipo di frutta secca che molti di noi hanno portato in tavola durante il periodo appena trascorso delle feste natalizie: i pistacchi.
Secondo un recente studio, tuttavia di piccole proporzioni, proprio i pistacchi favorirebbero la funzione erettile nel maschio.

Sono stati i ricercatori turchi, coordinati dal dottor M. Aldemir, ad aver scoperto che nei partecipanti allo studio i pistacchi hanno giocato un ruolo significativo nel contrastare la disfunzione erettile.
Gli scienziati hanno coinvolto nella loro ricerca un gruppo di 12 uomini sposati, tutti con diagnosi di disfunzione erettile da oltre un anno. 

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sabato 30 marzo 2019

Olio extravergine venduto a 2,99 €/l, il prezzo di due litri di Coca-Cola! Com’è possibile?

Nei supermercati Esselunga la settimana scorsa l’olio extravergine si poteva comprare sottocosto a 2,99 €/l, un prezzo vicino a due litri di latte fresco bio marchiato Esselunga e inferiore a due litri di Coca-Cola in bottiglia di vetro. Com’è possibile, visto che il prezzo pieno indicato sul cartellino è più del doppio (6,59 €/l)? Si tratta di una tipica vendita sottocosto, che i supermercati chiedono alle aziende di marca ogni anno per decine di prodotti in assortimento. È vero che i prezzi sono stabiliti dal supermercato, ma è altrettanto vero che il produttore fornisce lotti per il sottocosto a prezzi inferiori. L’olio extravergine di oliva è uno degli articoli più presenti in queste vendite. In questo caso il prodotto sottocosto è l’olio extravergine Costa d’Oro, molto probabilmente ottenuto da una miscela di olio spagnolo proveniente dall’Andalusia e di olio tunisino, imbottigliato a Spoleto negli stabilimenti dell’azienda. “Trovare questi prezzi nei supermercati è abbastanza frequente – spiega Alberto Grimelli direttore di Teatro Naturale uno dei siti più autorevoli del settore – noi abbiamo registrato anche listini inferiori, sino a 2,79 €/l. D’altra parte oggi il 70% dell’extravergine si vende in offerta e le grandi marche propongono diverse promozioni nell’arco dei 12 mesi. Oggi – prosegue Grimelli – all’ingrosso si compra olio spagnolo e tunisino a 2,40 – 2,50 €/l. Le grandi aziende del settore hanno margini del 2%, per cui è plausibile che, nell’ipotesi che nessun soggetto della filiera ci guadagni, la bottiglia arrivi sullo scaffale a meno di 3 euro”.
Un altro elemento da considerare è la qualità dell’olio. Per vendere a questi prezzi, le aziende comprano la materia che costa meno, anche se i produttori sostengono che il prezzo sottocosto non  intacca la qualità  che resta sempre la stessa. Non c’è motivo di credere il contrario, anche se continuare ad abbassare i prezzi e vendere il 70% dell’olio extravergine in promozione, è un percorso che porta l’intero settore a una progressiva riduzione della qualità.

La politica del prezzo stracciato per l’extravergine è stata inaugurata 5-6 anni fa, ma poi per fortuna è stata abbandonata, perché svilisce il valore del prodotto, favorendo un abbassamento generale della qualità. La lenta risalita del prezzo adesso sembra finita e l’extravergine viene venduto in offerta allo stesso prezzo di un olio di semi. L’olio migliore del mondo è usato come un prodotto civetta da vendere sottocosto, ignorando così il valore intrinseco e svilendo la qualità. La stessa cosa è successa al panettone che, pur essendo il miglior prodotto della pasticceria industriale italiana preparato con ingredienti di alta qualità e con una lavorazione di almeno 48 ore, veniva venduto dai supermercati sottocosto a 2 €/kg  (lo stesso prezzo del pane). Poi le cose sono cambiate, e adesso il dolce di Natale ha riacquistato un prezzo dignitoso sullo scaffale. C’è da chiedersi se e quando arriverà il momento per riabilitare anche l’extravergine.

giovedì 28 marzo 2019

Non è vero che la pasta di sera combatte l’insonnia e fa dimagrire. Ma la fake news invade la rete

Ad ognuno il suo mestiere: sembra una banalità ma non è così. In un mondo ideale l’industria alimentare dovrebbe promuovere la bontà, la sicurezza e la qualità dei prodotti, non dare indicazioni terapeutiche. I giornalisti, invece che fare copia incolla dei comunicati stampa delle aziende, dovrebbero pubblicare solo le notizie di interesse collettivo e in ogni caso, verificare le fonti.
Questo nella realtà succede raramente soprattutto quando l’articolo deve essere pubblicato in rete e riguarda un argomento molto popolare come la pasta. È ormai quasi una settimana che al bar, in metro, al supermercato si ascoltano pezzi di conversazione in cui si dice che la pasta si può mangiare anche la sera perché aiuta il sonno, non fa ingrassare ma anzi fa dimagrire. Un miracolo? No, le persone riferivano di uno studio dell’autorevole rivista scientifica Lancet. Visto che in redazione ci occupiamo spesso di pasta e anche in modo approfondito abbiamo voluto vederci chiaro.
La prima sorpresa è che lo studio risulta introvabile. Ci siamo ricordati allora di un comunicato dell’Unione Italiana Food (1), arrivato qualche giorno prima alla redazione de Il Fatto Alimentare. Leggendolo si ritrovavano le stesse dichiarazioni mirabolanti sulle qualità della pasta, e un link non attivo al misterioso studio del Lancet. Andando sul sito dell’associazione si trovava lo stesso testo e finalmente si riesce a visualizzare anche la rivista scientifica. Peccato che lo studio riguardasse la mortalità e il consumo di carboidrati, proteine e grassi. Effettivamente c’era un errore nella stesura del comunicato stampa, ma allora viene spontaneo chiedersi quanti dei giornalisti che hanno scritto l’articolo sui benefici della pasta per il sonno abbiano letto lo studio o quanto meno controllato l’attinenza.
Abbiamo segnalato a Unione Italiana Food la svista e gentilmente abbiamo ricevuto il nuovo comunicato con i riferimenti agli studi. Peccato che, per la seconda volta nessuna delle ricerche indicate spieghi quale sia la relazione tra mangiare la pasta di sera, dormire meglio e perdere peso, come ribadisce invece il comunicato di Unione Italiana Food.
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martedì 26 marzo 2019

Erezione: i cibi che fungono da viagra

Ricchi di vitamina C, Omega 3 o fibre: la dieta per migliorare il sesso secondo la scienza


Erezione e dieta. Il collegamento c’è e a quanto pare, una dieta salutare e ricca di sostanze antiossidanti può davvero fungere da viagra. A spiegare come l’alimentazione possa incidere sul sesso maschile, uno studio condotto da Jamin Brahmbhatt, urologo dell’ Orlando Health, riportato dal quotidiano online Men’sHealth.
L’erezione non va d’accordo con hamburger e patatine fritte e nervi e vasi sanguigni devono essere tutelati in nome dell’eros. I grassi responsabili dell’aumento dei livelli di colesterolo danneggiano il sistema cardiocircolatorio. E a farne le spese è anche l’apparato genitale maschile.

Erezione e alimentazione: il sesso maschile da trattare con cura…

Il Dott Brahmbhatt paragona il pene a “una macchina di lusso”. Definizione che il sesso forte approverebbe, non fosse altro che per la cura e l’attenzione che in genere viene dedicata a un’automobile molto costosa. Per mantenere in “salute” un’auto, è necessario fare benzina “buona”. Il motore verrebbe danneggiato se al posto del carburante giusto venisse introdotto il diesel! Cibo sano, esercizio fisico e regolare manutenzione sono la risposta a una vita sessuale appagante.
I giusti alimenti aumentano il livello di testosterone, rafforzano lo sperma e potenziano l’erezione. Alcuni cibi sono da inserire nella dieta maschile come sana abitudine e ottimo punto di partenza per la libido. Ecco da dove partire.

Erezione: il caffè la potenzia

Uno studio condotto dall’ University of Texas Health Science Center a Houston su oltre 3.700 uomini, stabilisce che tre tazzine al giorno di caffè garantiscono una buona funzionalità erettile. La caffeina innesca una serie di effetti nell’organismo che aumentano l’afflusso di sangue nelle arterie contenute nel pene. Altro elemento che aiuta la passione maschile, la vitamina D. i ricercatori di uno studio austriaco sul sesso, hanno notato che l’aumento di vitamina D nella dieta, libera maggior testosterone e diminuisce il rischio di disfunzione erettile. Il National Institutes of Health consiglia di assumerne 600 UI al giorno, mentre l’Endocrine Society rileva che alcune persone possono aumentare la dose fino a 1.500 – 2.000 UI al giorno. Parlate con il vostro medico per capire quale può essere la dose indicata!
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lunedì 25 marzo 2019

Insalate in busta: sono piene di pesticidi e metalli pesanti. Le MARCHE migliori e peggiori

Si torna a parlare della sicurezza delle insalate in busta che tante persone consumano soprattutto per la loro praticità. Un nuovo test svela che si tratta di prodotti sicuri dal punto di vista igienico (non ci sono germi e batteri pericolosi) ma che presentano tracce di metalli pesanti e residui di pesticidi.
Dopo che è stata di molto ridimensionata la notizia relativa alla ricerca effettuata a Torino sulle insalate in busta (si trattava di uno studio del 2012 in cui esclusivamente 3 campioni su 100 erano stati trovati positivi all’Escherichia coli e tra l’altro a livelli solo potenzialmente patogeni) adesso è la rivista il Salvagente a rilanciare l’attenzione su questo argomento tanto caro ai consumatori.
Le insalate in busta sono infatti sempre molto presenti sulle tavole degli italiani e non è un caso che al supermercato scaffali frigo sempre più grandi ospitano diversi formati e varietà di questa verdura pronta per essere consumata. Tra i più amati vi è sicuramente il lattughino, proprio quello che i laboratori del Salvagente hanno voluto analizzare per capire quale fosse lo stato igienico e microbiologico ma anche la possibile contaminazione da parte di pesticidi e metalli pesanti come piombo e cadmio.

Il test sulle insalate in busta

10 i marchi di lattughino analizzati, molti di note catene di supermercati e solo uno biologico. Nello specifico si tratta:
  • Coop (insalatina)
  • Esselunga (lattughino verde)
  • Elite Selex (natura chiama lattughino)
  • Carrefour (lattughino)
  • Conad (lattughino percorso qualità)
  • Lidl (Vallericca lattughino)
  • Eurospin (foglia verde lattughino)
  • Bonduelle (il lattughino)
  • DimmidiSì (lattughino)
  • Le terre di Ecor (NaturaSì) – insalatina biologica

I risultati

Partiamo dai risultati positivi: tutti i prodotti analizzati sono sicuri dal punto di vista dei microbi. Non sono state trovate infatti tracce di salmonella, Escherichia Coli e listeria, tutti patogeni che mettono seriamente a rischio la nostra salute.
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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...