Una veterinaria può parlare di vaccini e coronavirus? Ilaria Capua, direttrice dell'UF One Health Center, risponde indirettamente al professor Matteo Bassetti, che recentemente si è espresso su un intervento della scienziata. "Ho partecipato a una trasmissione, c'era una veterinaria che parlava di vaccini. Bisogna rimettere ordine nella competenza. Ho grandissimo rispetto per la dottoressa Capua, ma io non parlo di animali perché non parlo di vaccini", le parole di Bassetti la scorsa settimana a L'aria che tira. "Il team che va in Cina per cercare di capire come sia nato il virus è composto quasi esclusivamente da veterinari e il responsabile dello staff è una veterinaria che coordina un centro di sanità pubblica in Olanda. Il veterinario studia il virus prima che diventi pandemico, lavora per prevenire il salto di specie", spiega Capua intervenendo a L'aria di domenica.
domenica 6 dicembre 2020
lunedì 30 novembre 2020
Ema, rischio suicidio collegato a uso idrossiclorochina
Revisione dati, disturbi psichiatrici tra gli effetti collaterali
L'utilizzo di clorochina o idrossiclorochina, farmaci utilizzati contro il Covid-19 soprattutto nella prima fase dell'emergenza, può provocare disturbi psichiatrici e comportamenti associati al suicidio. A mettere in guardia è l'Agenzia Europea dei medicinali (Ema) a seguito di una revisione di tutti i dati disponibili, che conferma un effetto collaterale in parte noto. La revisione, si legge sul portale dell'ente regolatorio, è stata avviata a maggio 2020 dopo che l'Ema "era stata informata dall'agenzia spagnola dei medicinali (Aemps) di 6 casi di disturbi psichiatrici in pazienti Covid a cui erano state somministrate dosi di idrossiclorochina superiori a quelle autorizzate".
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domenica 29 novembre 2020
Negativi al tampone ma positivi al Covid: le Molinette scoprono che l’ecografia smaschera il virus più efficacemente
Studio scientifico su 228 pazienti. Il 20% dei positivi era in realtà dato negativo dal test
Torino - Smascherare il virus al netto dei tamponi, non sempre attendibili: uno studio dell'ospedale Molinette di Torino ha stabilito che anche una semplice ecografia del polmone può diagnosticare il Covid 19 già in pronto soccorso. L’aggiunta dell’ecografia polmonare, eseguita insieme alla visita medica, ha permesso di identificare correttamente casi di polmonite da coronavirus, quasi il 20%, tra quanti erano stati erroneamente catalogati come negativi
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martedì 24 novembre 2020
Da cioccolato ricco di antiossidanti un aiuto per la mente
Bevanda al cacao arricchita di flavonoidi migliora sue capacità
Il cioccolato, soprattutto quello molto fondente, ricco di antiossidanti potrebbe aiutare l'agilità mentale potenziando velocità e accuratezza di esecuzione di test che mettono alla prova appunto le proprie funzioni cognitive. Lo suggerisce uno studio sulla rivista Scientific Reports, basato sull'analisi degli effetti del consumo di una bevanda a base di cacao, arricchita con flavonoidi, antiossidanti naturali presenti anche nel cioccolato nero (quello dal gusto più amaro), ma abbondanti soprattutto in frutta e verdura.
Condotto da esperti della University of Birmingham, lo studio mostra che dopo aver consumato il drink a base di cacao arricchito di flavonoidi, i partecipanti vanno meglio alle prove mentali cui sono stati sottoposti, specie se queste prove sono molto complicate e specie se sperimentalmente i ricercatori riducono la concentrazione di ossigeno nell'ambiente dove sono eseguiti i test cognitivi. Secondo quanto visto con la risonanza magnetica i flavonoidi agiscono migliorando circolazione sanguigna e livelli di ossigenazione del cervello.
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domenica 22 novembre 2020
La biologa a capo del laboratorio dello Spallanzani che non va in tv: «Contro il Coronavirus servirà un vaccino all’anno»
Per la direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma, la microbiologa Maria Rosaria Capobianchi, il vaccino non sarà la soluzione a tutti i mali e bisognerà evitare il “liberi tutti”, come quello dell’estate, che ha causato il disastro di oggi
Maria Rosaria Capobianchi, 67 anni, è alla guida del laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma. Una donna che non si vede mai nei salotti televisivi, che non prende parte agli scontri tra esperti e che, fin dall’inizio della pandemia, ha dato un contributo rilevante alla lotta contro il Covid. Senza peli sulla lingua, in un’intervista al Corriere, spiega che con il virus bisognerà convivere ancora per un po’ e che i vaccini non saranno la soluzione definitiva. C’è ancora molta strada da percorrere.«Non c’è un’uscita rapida dalla pandemia»
«L’unico virus che finora l’umanità ha completamente debellato è il vaiolo. Qualsiasi prospettiva di un’uscita rapida da questa pandemia, compreso l’arrivo dei vaccini, è un’ipotesi consolatoria», spiega. In Italia, poi, c’è una popolazione «mediamente più anziana» e questo influisce inevitabilmente «sul numero delle vittime» che ogni giorno continua a salire, nonostante gli ultimi Dpcm per contenere il Covid.
«Il virus si approfitta di ogni crepa per infilarsi»
Una soluzione per frenare l’avanzata del virus, in realtà, c’è già ed è quella delle misure di protezione: «Non siamo perfetti e il virus si approfitta di ogni crepa per infilarsi e riprodursi. Certo, se le crepe le allarghiamo da soli come è successo questa estate, si è poi costretti a ricominciare da capo la conta dei contagiati, dei ricoveri e dei morti. Si è costretti a prendere misure di drastica limitazione della vita pubblica che sono l’unico rimedio realisticamente praticabile anche se con un costo sociale altissimo», dice. E la Capobianchi pensa soprattutto alle nuove povertà che sono destinate ad aumentare: «Chi non ha soldi, non mangia come si deve, non si può curare bene, diventa più fragile e quindi anche più esposto alle malattie».
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Coronavirus, 28.337 contagi ma con quasi 50mila tamponi in meno. Le vittime sono 562, si riduce la pressione sulla Lombardia (+5094 positivi)
sabato 21 novembre 2020
Covid, più contagiosi nei primi 5 giorni dopo la comparsa dei sintomi. Lo studio
Lo riporta una ricerca dell’università di St. Andrews pubblicata su Lancet Microbe. “Risultati in linea con il tracciamento dei contatti” sostiene l’autore. “La maggior parte della trasmissione del coronavirus si verifica molto presto, entro i primi cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi. Per questo è importante implementare l’autoisolamento subito dopo che si presentano le prime avvisaglie”.
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lunedì 16 novembre 2020
L’annuncio di Moderna: vaccino Covid efficace al 95%, si conserva in frigo per 30 giorni
L’annuncio dell’azienda biotecnologica americana: risultati da uno studio di fase 3 con più di 30mila partecipanti negli Stati Uniti. Ema inizia iter approvazione. Previsti 500 milioni-1 miliardo di dosi nel 2021
Dopo quello di Pfizer, arriva l’annuncio di un altro vaccino anti-Covid stavolta da parte di Moderna: l’azienda biotecnologica americana ha reso noti i dati di fase 3 di sperimentazione sull’uomo per il vaccino mRNA-1273 dal quale risulta un’efficacia che sfiora il 95% (94,5). Inoltre il vaccino può essere conservato a una temperatura compresa tra i 2 e 8 gradi (valori garantiti da un frigorifero domestico) per 30 giorni (rispetto ai 7 stimati in una fase precedente di studio), senza necessità di essere conservato in freezer. la “stabilità” del farmaco è invece di 12 ore a temperatura ambiente.
Si conferma così quanto previsto dai virologi ed esperti del settore: la disponibilità di due vaccini per fermare la corsa del Covid entro l’anno. «Riteniamo che i nostri investimenti nella tecnologia di consegna dell’mRNA e nello sviluppo del processo di produzione - Juan Andres, Chief Technical Operations e Quality Officer al Moderna - ci consentiranno di immagazzinare e spedire il nostro vaccino candidato COVID-19 alle temperature che si trovano comunemente nei congelatori e nei frigoriferi farmaceutici prontamente disponibili».
La fase 3
Moderna aveva completato lo scorso 22 ottobre l’arruolamento dei 30.000 volontari negli Usa per la fase 3. Lo studio è stato progettato insieme alla Food and drug administration (Fda) americana e ha compreso anche persone ad alto rischio di avere forme gravi di Covid, come anziani con piu' di 65 anni o persone sotto quella fascia d'età ma con malattie croniche (diabete, obesità, malattie cardiache).
La distribuzione
Il vaccino mRNA-1273 è distribuibile, ha precisato Moderna, «utilizzando l'infrastruttura di somministrazione e stoccaggio del vaccino ampiamente disponibile e non è richiesta alcuna diluizione prima della vaccinazione». Juan Andres ha dichiarato: «Riteniamo che i nostri investimenti nella tecnologia di distribuzione dell'mRNA e nello sviluppo del processo di produzione ci permetteranno di conservare e spedire il nostro candidato vaccino contro il COVID-19 a temperature che si trovano comunemente nei congelatori e nei frigoriferi farmaceutici prontamente disponibili». L'azienda statunitense prevede di disporre di circa 20 milioni di dosi di vaccino anti Covid entro la fine del 2020 da destinare agli Usa. L'azienda ha fatto inoltre sapere di essere sulla buona strada per la produzione totale di 500 milioni-1 miliardo di dosi nel 2021
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Covid: il Veneto sperimenta il test fai da te, Zaia lo prova in diretta
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