lunedì 8 febbraio 2021

Covid: 'Di questo passo' l'immunità di gregge arriverà ad agosto 2023

Rapporto settimanale della Fondazione Hume per ANSA

Considerato l'attuale andamento delle vaccinazioni anti Covid in Italia, il raggiungimento dell'immunità di gregge non si otterrà prima del mese di agosto del 2023.

E' il risultato di un'analisi della Fondazioe Hume per ANSA che calcola l'indice DQP (acronimo di: Di Questo Passo), che stima il numero di settimane ancora necessarie se le vaccinazioni dovessero procedere "di questo passo".

"All’inizio della sesta settimana del 2021 - si legge nel rapporto - il valore di DQP è pari a 130 settimane, il che corrisponde al raggiungimento dell’immunità di gregge non prima del mese di agosto del 2023".

Per immunità di gregge si intende una situazione nella quale ci sono abbastanza persone vaccinate, almeno il 70% degli italiani con almeno 1 vaccinazione, (e non in grado di trasmettere il virus) da portare la velocità di trasmissione del virus (Rt) al di sotto di 1, con conseguente progressiva estinzione dell’epidemia.

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Covid: a Manaus torna virus nonostante immunità gregge



Covid, nuova terapia cellulare sperimentata al San Matteo di Pavia

Agisce in particolare contro le complicanze polmonari acute e a lungo termine causate dal virus. I due pazienti trattati "sono già stati dimessi in buone condizioni di salute"

Un nuova terapia contro il Covid-19 e in particolare contro le complicanze polmonari acute e a lungo termine dell'infezione generata dal coronavirus, è in via di sperimentazione al Policlinico San Matteo di Pavia, lo stesso istituto che negli scorsi mesi aveva sperimentato e lanciato la cura con il plasma iperimmune per i malati di coronavirus ottenuto dai pazienti convalescenti.
La nuova terapia, che si basa su un particolare tipo di cellule multipotenti (le MSC) in grado di spegnere le reazioni infiammatorie, finora ha dato risultati positivi su pazienti Covid

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Covid, farmaci e telemedicina: ecco come curarsi a casa secondo gli esperti

Tutte le zone rosse in Italia per le varianti del Covid-19: l’elenco regione per regione

Dall’Abruzzo alla Toscana passando per l’Umbria, aumenta il numero delle zone rosse locali adottate per contenere la diffusione delle varianti del Covid-19, caratterizzate da maggiore trasmissibilità. Ecco, dunque, l’elenco dei comuni che sono “stati chiusi” o che lo saranno nei prossimi giorni regione per regione.

Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, lo ha appena annunciato: anche se quasi tutta Italia è in zona gialla e la curva dei contagi si mantiene stabile, le singole Regioni possono all'interno del proprio territorio stabilire delle zone rosse laddove sia verificata la presenza di varianti, in particolari di quella inglese, "raccomandandolo caldamente". E in effetti sia in Toscana che in Abruzzo che in Umbria sono state già annunciate zone rosse dopo la scoperta di cluster collegati alle mutazioni del Covid-19, a loro volta caratterizzate da una maggiore contagiosità. "Quindi – ha aggiunto l'esperto – dobbiamo fare presto a vaccinare. È una corsa contro il tempo cercando di coprire la popolazione rispetto sia al virus che circolando accumula mutazioni e può ridurre efficacia del vaccino". Ma dove si trovano le zone rosse al momento? Ecco il dettaglio Regione per Regione.

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Il vaccino COVID di AstraZeneca poco efficace contro i casi lievi e moderati di variante sudafricana




Il disastro della sanità è nei numeri del Piano straordinario: 23 anni di sprechi

La Corte dei Conti certifica la cattiva gestione dei progetti in campo sanitario. Con una serie di mancanze che si trascinano da oltre 20 anni. E costate oltre un miliardo di euro gestito nella maniera peggiore possibile. Da Nord a Sud. Il prossimo governo è chiamato ad affrontare anche questa sfida.

L’assistenza sanitaria prima di tutto. L’emergenza Covid-19 ha messo tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, sull’esigenza di lavorare su un nuovo modello di sanità che sia più vicina ai territori e alle persone. L’aveva detto il governo Conte 2, l’ha lasciato intendere anche Mario Draghi, l’ex presidente della Bce e oggi premier incaricato da Sergio Mattarella di formare un nuovo esecutivo. Determinante, dunque, sarà indirizzare il Recovery Plan per creare un sistema di assistenza territoriale più incisiva di quanto lo sia oggi. Specie nei grandi centri. Peccato però che in realtà fondi finalizzati proprio alla «riorganizzazione e riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani» c’erano già, ma sono stati spesi negli anni poco e male, con interventi in alcuni casi mai ultimati o addirittura mai partiti. È questo ciò che emerge da una dettagliata relazione della Corte dei conti, che Fanpage.it ha potuto visionare, relativa a un Piano straordinario ad hoc, nato addirittura nel 1998. Parliamo, dunque, di 23 anni nel corso dei quali sono stati stanziati in totale 1.176.386.762,60 euro. Non proprio bruscolini.

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domenica 7 febbraio 2021

Covid: i morti nelle ultime 24 ore sono 270, in calo positivi e vittime ma oltre 75 mila test in meno

Stabili i malati, in aumento le persone isolate in casa

Nelle ultime 24 ore sono stati 11.641 i test positivi al coronavirus registrati in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 13.442.

Le vittime sono 270, a fronte delle 385 di ieri.
    Sono stati 206.789 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati (ieri erano stati 282.407, oltre 75 mila in più, come di consueto nel weekend), con un tasso di positività del 5,6% (ieri era stato del 4,7%, quindi +0,9% oggi), secondo i dati del ministero della Salute.


    Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 2.107, in calo di 3 unità rispetto a ieri, nel saldo tra entrate ed uscite. Gli ingressi giornalieri sono stati 105. I ricoverati con sintomi sono invece 19.266, in calo di 142 rispetto a ieri.

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Speranza: massima prudenza, la zona gialla non è scampato pericolo. Nuovo picco di ricoverati Covid in Umbria

La dieta mediterranea di stagione: dalla frutta al pesce, gli alimenti sani dell’inverno

"Rispettare la stagionalità è importante per l'ambiente e per la nostra salute: la natura ci fornisce nelle varie stagioni i micronutrienti che ci servono in quel momento", sottolinea la dietista Federica Grandi

Frutta, verdura e pesce sono alimenti tipici della dieta mediterranea con ottime proprietà per la salute, accomunati anche dalla stagionalità. Se, infatti, è cosa nota che le pere o i cavolfiori sono frutti della terra tipicamente invernali, meno noto è che anche le alici o le sardine hanno la loro stagione nei mesi freddi. “Rispettare la stagionalità degli alimenti ci permette di spendere meno e di sfruttare meno l’ambiente. Ma non è solo questo. La natura non agisce senza motivo: a seconda delle varie stagioni troviamo infatti anche alimenti che hanno i micronutrienti (come vitamine e sali minerali) che proprio in quella stagione sono particolarmente utili”, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Federica Grandi, dietista presso il Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro (Bergamo) del Gruppo San Donato.

E’ vero che anche il pesce ha una propria stagionalità?
“Sì, e seguirla è importante perché permette di evitare l’eccessivo sfruttamento dei fondali. Se pesco del pesce troppo giovane, infatti, non ho più il turnover di nascite del pesce stesso, e alla fine devo andare a prendere del pesce di allevamento, che sicuramente è meno ricco dal punto di vista nutrizionale”.

Quali sono i pesci tipici di questa stagione invernale?
“Troviamo pesci particolarmente ricchi di acidi grassi omega 3 come alici, sgombri e sardine, ma anche la sogliola, la spigola, il nasello, il dentice, la cernia, il San Pietro, la ricciola, il rombo, lo scorfano, e poi molluschi come seppie, calamari e polipo”.

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Le crucifere: una miniera di antiossidanti e minerali ideali per chi fa sport


sabato 6 febbraio 2021

Covid: 385 vittime e 13.442 nuovi casi. Con 282.407 tamponi tasso di positività al 4,7%

Speranza: firmato il decreto di autorizzazione degli anticorpi monoclonali

Nelle ultime 24 ore sono stati 13.442 - in lieve calo rispetto ai 14.218 di ieri - i test positivi al coronavirus registrati in Italia, secondo il monitoraggio quotidiano del ministero della Salute. Le vittime sono 385, sette in più di ieri.

Sono stati 282.407 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia (circa 12mila in più di ieri), con un tasso di positività del 4,7% (ieri era stato del 5,2%).

Sono i dati del ministero della Salute.

Le persone ricoverate in terapia intensiva in Italia per il Covid sono 2.110, 32 in meno rispetto a ieri, nel saldo tra entrate ed uscite. Gli ingressi giornalieri sono stati 144. I ricoverati con sintomi sono invece 19.408, 167 in meno di ieri.

Sono arrivate all'aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma) le prime 249.600 dosi del vaccino AstraZeneca, a quanto fa sapere la Difesa. Nei prossimi giorni, salvo imprevisti, saranno distribuite nei centri di somministrazione nelle varie regioni. Inizialmente era previsto che le dosi arrivassero in Italia il prossimo 15 febbraio.

Dopo la suddivisione da parte del personale del ministero della Salute, nei prossimi giorni, le dosi - spiega la Difesa - saranno distribuite nelle varie Regioni con il concorso dei corrieri Sda e delle Forze Armate nell'ambito dell'Operazione 'Eos'. Il piano del ministero della Difesa, guidato da Lorenzo Guerini, è stato predisposto dal Comando di Vertice Interforze della Difesa, su richiesta del commissario straordinario Domenico Arcuri e in stretta cooperazione con la struttura commissariale per l'emergenza Coronavirus.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

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