La Corte dei Conti certifica la cattiva gestione dei progetti in campo sanitario. Con una serie di mancanze che si trascinano da oltre 20 anni. E costate oltre un miliardo di euro gestito nella maniera peggiore possibile. Da Nord a Sud. Il prossimo governo è chiamato ad affrontare anche questa sfida.
L’assistenza sanitaria prima di tutto. L’emergenza Covid-19 ha messo tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, sull’esigenza di lavorare su un nuovo modello di sanità che sia più vicina ai territori e alle persone. L’aveva detto il governo Conte 2, l’ha lasciato intendere anche Mario Draghi, l’ex presidente della Bce e oggi premier incaricato da Sergio Mattarella di formare un nuovo esecutivo. Determinante, dunque, sarà indirizzare il Recovery Plan per creare un sistema di assistenza territoriale più incisiva di quanto lo sia oggi. Specie nei grandi centri. Peccato però che in realtà fondi finalizzati proprio alla «riorganizzazione e riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani» c’erano già, ma sono stati spesi negli anni poco e male, con interventi in alcuni casi mai ultimati o addirittura mai partiti. È questo ciò che emerge da una dettagliata relazione della Corte dei conti, che Fanpage.it ha potuto visionare, relativa a un Piano straordinario ad hoc, nato addirittura nel 1998. Parliamo, dunque, di 23 anni nel corso dei quali sono stati stanziati in totale 1.176.386.762,60 euro. Non proprio bruscolini.
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