martedì 11 maggio 2021

Il disastro del modello svedese: più morti e tracollo dell’economia senza lockdown anti Covid

La Svezia, famosa in tutta Europa per non aver scelto la via del lockdown nazionale per la gestione della pandemia di Covid-19, ha superato il milione di contagi da Coronavirus dall’inizio della pandemia ed è nel bel mezzo della terza ondata di infezioni. Tuttavia, rispetto paesi vicini non solo ha fatto registrare un aumento sensibile della mortalità, ma anche la sua economia non ha giovato dalla politica anti-blocco.

La Svezia ha superato qualche giorno fa, esattamente il 6 maggio, la soglia del milione di contagi Covid dopo un anno in cui il suo modello di gestione della pandemia, all'insegna del no lockdown, ha fatto molto discutere. Nel Paese del Nord Europa, su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, che unico in tutto il Vecchio Continente non ha mai introdotto veri e propri blocchi ma solo misure più o meno restrittive qualche mese fa, i casi di Coronavirus diagnosticati sono 1,01 milioni, e i decessi 14,173 in totale. Cifre non proprio irrisorie, che gettano qualche ombra sul modello adottato di lotta alla pandemia, che sta avendo ripercussioni anche sull'economia locale. 

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lunedì 10 maggio 2021

Le iniettano 6 dosi, ricoverata in osservazione ma sta bene

Asl Massa: è una 23enne, oggi dovrebbe essere dimessa

Le somministrano per errore sei dosi di vaccino contro il Covid, 23enne ricoverata in osservazione all'ospedale di Massa (Massa Carrara). La giovane, riferisce stamani la Asl dopo che la vicenda è stata raccontata dalla Nazione, è rimasta monitorata tutta la notte, non ha avuto sintomi nè manifestato allergie.

Secondo la Asl le sue dimissioni dovrebbero avvenire entro oggi.
    Dopo la somministrazione del vaccino, avvenuta ieri all'ospedale Noa di Massa, la 23enne, che essendo una tirocinante in psicologia rientra tra le persone di ambito sanitario da vaccinare, è tornata a casa. Solo successivamente gli addetti alla somministrazione si sono accorti che alla giovane le era stata iniettata una intera fiala, il corrispettivo di sei dosi di vaccino.

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Cosa cambia dal 15 maggio? Le parole di Sileri su ipotesi riaperture

Il sottosegretario del ministero della Salute è stato intervistato da Il Fatto Quotidiano e ha espresso il suo punto di vista sulle possibili evoluzioni a partire da metà mese

Capitolo riaperture, cosa accadrà dopo il 15 maggio? Si avvicina il momento in cui il governo di Mario Draghi sarà chiamato a determinare la direzione che si sceglierà di prendere a partire dalla metà del mese.

Riaperture, tema caldo

Era, infatti, nelle previsioni che quella sarebbe stata la scadenza per quello che è già stato definito un «check» del decreto.

In particolare qualora la situazione epidemiologica (e di conseguenza quella della pressione sui sistemi ospedalieri) avesse riscontrato una andamento favorevole, sarebbe stata presa in considerazione la possibilità di un allentamento delle restrizioni.

Non è un mistero che, ad esempio, tra i temi più dibattuti ci sia il coprifuoco. Da giorni si fa strada l’ipotesi che l’inizio del divieto di circolazione notturna possa essere posticipato di una o due ore.

Indice Rt in discussione?

A delineare alcuni dei possibili scenari è stato il sottosegretario del Ministero della Salute Pierpaolo Sileri che ha rilasciato un’intervista a Il Fatto Quotidiano (edizione 9 maggio 2021) in cui ha toccato vari temi.

C’è un primo punto e riguarda la ridiscussione dei parametri relativi alle fasce epidemiologiche. L’indice Rt, soprattutto con gli ospedali che vedono decrescere il numero dei pazienti, potrebbe diventare un metro di valutazione non idoneo alla situazione.

«È vero, come dicono le Regioni, che Rt - ha evidenziato Sileri - ha troppo peso. È giusto dare maggior peso ai dati degli ospedali. Il sistema dei colori per ora non si può togliere».

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Sileri: “Entro fine giugno, con 30 milioni di vaccinati, via mascherina all’aperto. Centri commerciali? Devono riaprire nel weekend”


Covid, ecco i sintomi che possono far prevedere la morte o la guarigione di un paziente

Uno studio effettuato su più di 3 mila malati ricoverati in 41 grandi ospedali italiani, permette di stabilire se il ricovero avrà esito infausto o no

Possiamo capire in anticipo che tipo di evoluzione avrà, una volta sviluppato il Covid-19, la malattia nei pazienti? Sembra di sì. Esistono, infatti, degli elementi oggettivi e rilevabili con una certa sicurezza nei malati ricoverati per Sars Cov-2 che ci permettono di capire e prevedere quale sarà l’evento finale: insomma, se quel paziente rischierà di morire oppure se sarà possibile per lui una guarigione e le dimissioni dall’ospedale.

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Covid e il caso Seychelles: perché il virus continua a colpire la nazione più vaccinata al mondo


ETAP, anatomia di un disturbo: cos’è quella fitta al fianco durante la corsa?

Un quadro le cui cause sono ancora da chiarire, nonostante sette atleti su dieci riferiscano di averlo avuto nell’ultimo anno

“L’addome è la tomba del medico”. Tutti gli studenti che indossano il camice bianco per la prima volta se lo sentono ripetere. Fino alla nausea. Eredità della cultura ottocentesca, testimone di quanto all’epoca fosse difficile diagnosticare patologie di quel distretto anatomico. Ancora oggi, nonostante il bagaglio di conoscenze e i progressi tecnologici, l’approccio non è semplice. Dalle malattie che se non trattate hanno prognosi infausta, a quelle benigne e autolimitanti. Come l’occasionale fitta al fianco mentre corriamo, che costringe a fermarci. Di cosa si tratta? La risposta è in un acronimo: ETAP, che tradotto dall’inglese significa dolore addominale transitorio legato all’esercizio fisico. In base alla lingua, la manifestazione ha un nome specifico: side stitch in inglese, point de coté in francese. Sembra un argomento specialistico, riservato ai convegni di chirurgia. In realtà è molto comune.

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Chernobyl, oggi il reattore 4 s'è risvegliato: torna la paura del disastro nucleare

L'allarme degli scenziati di Kiev che ipotizzano la possibilità di rilascio di radioattività: riprese le reazioni di fissione nella centrale nucleare

Torna la paura a Chernobyl. Nel reattore 4 della centrale nucleare, interessata dal più grande disastro civile legato al nucleare nel 1986sono riprese le reazioni di fissione. A lanciare l'allarme sono stati alcuni scenziati di Kiev, la capitale dell'Ucraina, che negli ultimi giorni hanno osservato una ripresa dell'attività del reattore che negli anni '80 aveva fatto tremare il mondo (rischiando di creare condizioni di inabitabilità per secoli fino addirittura alla Germania) determinando una catastrofe nucleare di dimensioni impressionanti.

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“L’Oms ignorò l’allarme virus piegandosi a Pechino

Francesco Zambon, dirigente dell'Organizzazione  mondiale della sanità  si è dimesso dopo che l'istituto ha insabbiato la sua ricerca sulla pandemia, ignorando i segnali di allarme evidenti già a inizio gennaio 2020

ROMA. «Il Covid è stato segnalato in Cina il 31 dicembre 2019 quando l’ufficio Oms di Pechino venne a conoscenza di circa 27 casi di polmonite di eziologia sconosciuta. C’è stato però detto che non c’era alcuna prova di trasmissione da uomo a uomo». E ancora: «L’Italia non era del tutto impreparata a un’epidemia quando arrivarono le prime notizie dalla Cina. 

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Covid, Zambon: "Guerra doveva informare Speranza su rapporto Oms"

Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...