martedì 28 dicembre 2021

Covid oggi in Italia, record contagi: 78.313 casi e 202 morti

Numeri del Covid in Italia, regione per regione, nel bollettino di Protezione Civile e ministero della Salute

Sono 78.313 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia oggi, martedì 28 dicembre 2021, secondo i dati e i numeri Covid - regione per regione - del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Si registrano inoltre altri 202 morti.

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Covid oggi Italia, l'allarme: "Ancora 3 settimane, poi terapie intensive piene"

Il presidente degli anestesisti ospedalieri italiani Vergallo: "Abbiamo sempre il 75-80% dei pazienti che è non vaccinato". Allarma anche l'assistenza no-Covid

Nell'Italia alle prese con una nuova ondata di contagi da covid e variante Omicron, "abbiamo ancora 3-4 settimane prima che le terapie intensive arrivino a riempirsi. E' il tempo che passa tra un contagio, la progressione della malattia severa, il ricovero e poi la terapia intensiva. A metà gennaio potremmo avere i posti letto di rianimazione Covid totalmente occupati. Tutto questo potrebbe essere ancor più diluito nel tempo se le ultime strette sulle misure prese dal Governo avranno degli effetti. Ma attenzione, ci sono poi alcune Regioni che hanno dati peggiori e già oggi sono in sofferenza". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), commentando i dati dell'Agenas che indicano come l'Italia ha già raggiunto il 12% per l'occupazione dei posti in terapia intensiva superando la soglia critica fissata al 10%.

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Omicron, sintomi spesso lievi (e di breve durata) nei vaccinati: dal raffreddore al mal di gola

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità nove pazienti su dieci hanno disturbi comuni. I primi dati del progetto inglese «Zoe Covid»

Si sta rafforzando, dagli studi preliminari e dall’osservazione dei pazienti, l’ipotesi che la variante Omicron (che ha cominciato a diffondersi in diversi Paesi il 26 novembre) provochi sintomi più lievi rispetto alla Delta . Servirà più tempo per confermare questo dato, ma la speranza è che possa essere iniziata quella fase discendente che ci condurrà a una convivenza «pacifica» con Sars-CoV-2. Poco prima di Natale è stato il direttore regionale dell’Oms Europa (Organizzazione mondiale della sanità), Hans Kluge, ad affermare che «sulla base dei primi casi di Omicron segnalati, l’89% dei soggetti ha riportato sintomi comuni: tosse, mal di gola, febbre». Oggi, soprattutto nei vaccinati, può essere difficile distinguere una forma lieve di Covid dall’influenza o da un semplice raffreddore: tanto più è necessario rivolgersi al proprio medico, in caso di sintomi, e seguire le terapie prescritte, dopo aver fatto un tampone molecolare.

I rischi per i non vaccinati

Sembra comunque di poter affermare che, nei vaccinati con 2 o 3 dosi, l’infezione si stia manifestando come un’influenza leggera e di breve durata. I sintomi — seppure variabili da persona a persona — durano pochi giorni, poi spariscono. Più difficile dire cosa possa comportare l’infezione da Omicron nei non vaccinati: come abbiamo imparato, Covid è un «terno al lotto» e non è sempre possibile prevedere chi avrà forme gravi. Nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità si legge che il rischio di ricovero in terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la terza dose è 85 volte maggiore per gli over 80, 12,8 volte maggiore per la fascia 60-79 anni, 6,1 volte maggiore per i 40-59enni.


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Vaccini anti-covid: perché non dobbiamo temere effetti a lungo termine

I vaccini Pfizer e Moderna a mRNA sono frutto di decenni di ricerca, sviluppo e sicuri. Il Prof. Burioni spiega perché sono sicuri e non dobbiamo temere presunti effetti a lungo termine.

Le ragioni citate più di frequente da chi ha scelto di non vaccinarsi per il Covid-19 sono la rapidità con cui i nuovi vaccini sono stati approvati, e quindi si sottintende i ridotti standard di qualità e sicurezza del processo, e la paura di effetti a lungo termine, ovvero di conseguenze per la propria salute, anche gravi, che potrebbero emergere ad anni di distanza.

Eppure, dopo un anno di somministrazioni e quasi 3 miliardi di persone vaccinate in dose completa, molte da più di 10 mesi, i vaccini per Covid-19 risultano tra i più efficaci e sicuri mai realizzati: secondo gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità, la protezione che conferiscono dalla malattia grave supera il 90% e gli effetti collaterali sono rarissimi. 

Se davvero la tecnologia di questi vaccini è così recente e il processo di sviluppo frettoloso come si sente dire, com’è stato possibile raggiungere un risultato simile? E chi ci assicura che non si manifesteranno effetti collaterali a distanza di anni?

In realtà, il successo dei vaccini per Covid-19 è tutt’altro che un colpo di fortuna: le tecnologie impiegate sono frutto di decenni di ricerca, anche clinica. E, d’altro canto, non c’è ragione di temere effetti collaterali a scoppio ritardato: un fenomeno mai accaduto nella storia dei vaccini, e per una buona ragione.

Cerchiamo di capire perché insieme al prof. Roberto Burioni, ordinario di Virologia e Microbiologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

L’evidenza storica sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini

“Dobbiamo innanzitutto partire dallevidenza storica, che è incontrovertibile: i vaccini sono i più sicuri tra tutti i tipi di farmaci

Questo è vero anche per gli effetti avversi che compaiono entro poche ore, giorni o settimane dalla somministrazione, ma è ancora più impressionante quando guardiamo gli effetti a lungo termine - spiega il prof. Burioni -.

Non esistono, infatti, casi di vaccini che abbiano avuto effetti indesiderati comparsi più tardi di 8 settimane dopo la somministrazione. Anzi, in genere si manifestano, pur nella loro rarità, entro poche ore o giorni.”

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Olio extravergine, i migliori al supermercato secondo Altroconsumo


Lo produciamo, lo esportiamo e soprattutto lo consumiamo quotidianamente. È il nostro olio d’oliva. Ma è sempre buono? Altroconsumo ha appena fornito i risultati di un’analisi condotta su 30 extravergini in commercio. Positive le prove in laboratorio, ma a quelle dell’assaggio undici bottiglie sono risultate, per l’associazione, «non extravergini»


Il test sugli oli extravergine

È il condimento principe nella nostra dieta mediterranea e nelle case degli italiani non può proprio mancare. Lo produciamo, lo esportiamo e soprattutto lo consumiamo quotidianamente. È il nostro olio d’oliva. Ma è sempre di qualità? «Altroconsumo», che regolarmente effettua dei test sui prodotti in commercio, ha appena fornito i risultati di un’analisi condotta su 30 oli extravergini.



Le analisi e l’assaggio dei campioni
Analisi in laboratorio (per verificare ad esempio la presenza di pesticidi, lo stato di conservazione e se vi sia stata, o meno, l’aggiunta di oli estranei), poi la prova dell’assaggio. Al primo step tutti i campioni, prelevati dai punti vendita, si sono dimostrati conformi ai parametri di legge, ricevendo generalmente giudizi positivi. Nella seconda fase — quello con il test sulle qualità organolettiche — gli esperti hanno invece riscontrato delle criticità. In 11 bottiglie sono stati, infatti, scovati difetti che, secondo Altroconsumo, «impediscono la classificazione di extravergine».

Undici oli non sono extravergine
Nessun problema di sicurezza ci tiene a sottolineare l’associazione. «Forse un consumatore inesperto non si accorgerebbe della differenza (tra vergine ed extravergine, ndr) ma a livello merceologico non è corretto, perché si vende qualcosa che non ha le caratteristiche che afferma di avere», si apprende dal report. Per essere classificato come extravergine nella sua vita commerciale, per legge l’olio deve superare anche la prova dell’assaggio effettuata da esperti «ufficiali», a cui le autorità nazionali affidano i controlli sulla qualità. Altroconsumo (che non è un ente adibito alle certificazioni) si è rivolta in questa indagine proprio a un panel di assaggiatori riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Dopo il primo assaggio, gli oli non considerati idonei sono stati sottoposti ad altri test, di cui uno effettuato dagli assaggiatori del Consiglio oleicolo internazionale. Alla fine i «bocciati», cioè quelli non hanno superato almeno due prove, sono stati declassati a «vergini». «Le nostre analisi vengono applicate a prodotti da scaffale, mentre quelle di chi rilascia le certificazioni ufficiali alle aziende sono effettuate solitamente in stabilimento prima della distribuzione. Sulla qualità del prodotto che arriva in mano al consumatore possono agire vari fattori: il trasporto e le modalità di conservazione, ad esempio, possono modificare le caratteristiche iniziali», precisa Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne Altroconsumo che aggiunge: «Non è quindi necessariamente un discorso di frodi e non ci mettiamo in competizione con gli enti ufficiali per le certificazioni. La nostra è una fotografia su quello che arriva effettivamente in tavola. È importante che il consumatore sia informato. Gli enti preposti, poi, sceglieranno come comportarsi».

Gli oli di «qualità ottima»
Ecco, invece, quali sono le migliori bottiglie del test: nove oli che nella valutazione globale non scendono sotto i 70, la soglia di «qualità ottima stabilita» da Altroconsumo. Oltre alla scheda sui prodotti , troverete anche i prezzi indicati dall’associazione. Il primo in classifica è un biologico, il Monini Monini Bios 100 per cento Italiano che ha ottenuto un punteggio di 78 punti. Mentre il «miglior acquisto», cioè la bottiglia con il miglior rapporto qualità prezzo, è il Desantis Classico che ha totalizzato 71 punti. Prima di scorrere la classifica, troverete alcune informazioni sull’etichetta. In coda, invece, ci sono indicazioni utili su come conservare l’olio.


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lunedì 27 dicembre 2021

Covid Italia, oggi 30.810 contagi e 142 morti. Figliuolo: “Screening a scuola e terze dosi vaccino per tutti contro Omicron”: ultime notizie e bollettino

Le ultime notizie in tempo reale sul Covid in Italia e nel mondo con gli aggiornamenti di oggi, lunedì 27 dicembre. Nel bollettino di oggi 30.810 nuovi contagi e 142 morti. La variante Omicron corre in Italia, nel bollettino di ieri 24.883 casi e 81 morti in Italia: tasso positività all'11,5%, crescono ricoveri e terapie intensive. Corsa ai tamponi rapidi e molecolari, crescono terze dosi vaccino. Contagi in aumento tra gli under 20. Lazio in zona gialla a inizio anno. Verso un Capodanno blindato, senza eventi pubblici e con sale da concerto e discoteche chiuse, diversi i voli cancellati nel mondo. Il piano di Figliuolo: "Screening nelle scuole e terze dosi per tutti", dal 10 gennaio via a terza dose dopo 4 mesi. Bassetti: "Isolamento solo per contagiati, non per contatti". Un anno fa il vax Day. Ricciardi: "Quarta dose tra maggio e giugno 2022".

Nel mondo 279.944.846  contagi e 5.399.977 morti. Impennata di casi a New York, quasi 50 mila in un giorno. Migliaia di voli cancellati causa contagi tra piloti ed equipaggi: quasi ottomila in tutto il fine settimana di Natale. In Austria e Germania cala l'incidenza dopo il lockdown dei non vaccinati. In Israele via allo studio sulla quarta dose di vaccino.

(...) 

Covid Piemonte, oggi 4.611 contagi e 13 decessi


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Quarantena covid, come funziona e quanto dura: regole

Tracciamento, isolamento, contatti stretti: tutto quello che c'è da sapere

Come funziona la quaratena covid? Quanto dura? Cosa deve fare chi è a contatto con un positivo? Con l'aumentare dei contagi covid e le feste di Natale, il rischio di essere stato a contatto con un soggetto infetto è maggiore. Tracciamento, contatto stretto o ad alto rischio, tamponi e quarantena: quali sono le regole da seguire? Le risposte arrivano dalle Faq del ministero della Salute, mentre si accende il dibattito sull'opportunità di modificare le norme mentre la variante Omicron si diffonde e la campagna di vaccinazione procede con le terze dosi.

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Quarantena covid, contatto con positivo: valutazione su regole


Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...