martedì 11 gennaio 2022

Contagio dopo il vaccino o la guarigione: quando fare la dose anti covid

Quali sono i tempi e le regole per ricevere le somministrazioni

Ci sono tempi precisi su quando ricevere il vaccino nel caso in cui si sia guariti dal coronavirus, oppure se il contagio è avvenuto prima o dopo il vaccino o tra una dose e l'altra. Le indicazioni sono del ministero della Salute. Vediamo quali sono i tempi e le regole per ricevere le somministrazioni anti covid.

In caso di malattia, la prima dose di vaccino va fatta entro un anno dalla guarigione. Poi è prevista una dose di richiamo almeno dopo 120 giorni. Se invece ci si vaccina con la prima dose dopo un anno dalla malattia, è necessaria anche una seconda dose a 21-28 giorni, seguita dal booster dopo almeno 120.

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Variante Omicron, Oms: "Entro 2 mesi oltre 50% europei contagiati"

Oltre 7 milioni di nuovi casi Covid nella prima settimana del 2022, il monito sulla quarantena ridotta

Variante Omicon, si stima "che oltre il 50% della popolazione della Regione europea sarà contagiata" dalla nuova variante "nelle prossime 6-8 settimane". Lo ha detto il direttore regionale per l'Europa dell'Oms, Hans Kluge, durante la conferenza stampa sugli aggiornamenti epidemici.

La regione europea, ha continuato Kluge, "ha registrato oltre 7 milioni di nuovi casi di Covid segnalati nella prima settimana del 2022, più che raddoppiati in un periodo di due settimane". "Al 10 gennaio, 26 paesi hanno segnalato che oltre l'1% della loro popolazione si è ammalata ogni settimana", ha aggiunto.

Sul fronte ricoveri, continua Kluge, "prendiamo l'esempio della Danimarca, dove i casi di Omicron sono esplosi nelle ultime settimane: il tasso di ospedalizzazione per Covid-19 nei pazienti non vaccinati è risultato 6 volte superiore ai vaccinati nella settimana di Natale.

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Quanti sono davvero i positivi in Italia? Il lockdown di fatto e l’allarme No vax: «In 5 mesi tutti contagiati»

VACCINO anti-COVID: perché ad alcuni fa male e ad altri no? L'esperto spiega tutto

 

Il vaccino anti-COVID è fondamentale per proteggersi in questa fase in cui la variante Omicron sta circolando tantissimo.
Ma sappiamo a nche che la vaccinazione ad alcuni fa male, ovvero provoca effetti e ad altri no. Perché?

Il quotidiano Repubblica, nella sua edizione on line, ha intervistato Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia.

Intanto precisiamo il fatto che gli effetti collaterali più comuni risultano i seguenti:

1) dolore al braccio della puntura (oltre 50% dei casi);

2) momentaneo aumento della temperatura corporea (40%);

3) male alla testa (30%)

4) stanchezza e spossatezza per circa 24 ore;

5) dolori muscolari e/o ossei fino al giorno seguente.

Alcuni pazienti, per fortuna, non sentono niente. Ma allora, a costoro il vaccino ha fatto meno effetto rispetto a chi percepisce dei disturbi? No, in quanto le conseguenze dipendono dalla reazione immunitaria del singolo.

In particolare, l'esperto afferma le persone che sentono i maggiori effetti avversi sono i giovani e, in genere, gli under-50. Questi ultimi hanno difese immunitarie molto forti e gli anticorpi, non appena vedono il siero, lo percepiscono come nemico estraneo e quindi lo attaccano con violenza. Questo fa sì che l’organismo sia estremamente pronto qualora dovesse davvero incontrare Sars-CoV-2, poiché riuscirebbe a bloccarlo all'ingresso delle mucose nasali.

Per questo motivo, chi ha ricevuto tre dosi di vaccino è per la stragrande maggioranza asintomatico o con sintomi assai lievi. Solo in rarissimi casi può sfociare in polmonite interstiziale bilaterale, ma esclusivamente se la persona è particolarmente immunodepressa.

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LE GIUSTE SOSTITUZIONI A COLAZIONE

 


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Covid riduce interventi chirurgici: in Piemonte attività scesa del 50%

 

PIEMONTE – La recrudescenza del covid sta creando grossi problemi all’attività chirurgica in tutta Italia, Piemonte compreso, costretto a ridurre le operazioni in media del 50%. Lo spiega il Presidente della Società Italiana di Chirurgia (SIC), professor Francesco Basile, preoccupato per crescenti difficoltà nel Paese. “La riduzione degli interventi chirurgici è drammatica, questa purtroppo è l’altra faccia del Covid – spiega”.

Posti letto di chirurgia dimezzati, blocco dei ricoveri in elezione, terapie intensive riconvertite per i pazienti COVID, infermieri e anestesisti delle sale operatorie trasferiti ai reparti COVID. In questo modo – continua Basile – l’attività chirurgica in tutta Italia è stata ridotta nella media del 50% con punte dell’80%, riservando ai soli pazienti oncologici e di urgenza gli interventi. Ma spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nel postoperatorio“.

La nuova ondata epidemica ha costretto le Aziende Sanitarie a destinare ampi spazi di ricovero ai pazienti COVID e le stesse terapie intensive sono in gran parte occupate dai pazienti COVID principalmente no vax.

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lunedì 10 gennaio 2022

Bastano poche calorie in meno e un po' di movimento: così le arterie restano elastiche

Non servono le diete drastiche nella terza età, anche in caso di sovrappeso e obesità. Negli anziani con  molti chili di troppo i risultati migliori sulla parete dell'arteria aorta si hanno con una modesta restrizione calorica associata ad esercizio fisico regolare

"PER un pugno di calorie". Parafrasando un film di Sergio Leone potrebbe essere questo il titolo che rappresenta gli esiti di una ricerca americana espressamente mirata sugli anziani in forte sovrappeso. Basterebbe un calo calorico intorno al 15% del totale (circa 200-250 calorie al giorno), quindi nessuna dieta particolarmente drastica, unito ad un esercizio fisico moderato per ottenere i risultati migliori in termini di elasticità della parete dell’aorta (il vaso che parte dal ventricolo sinistro del cuore e conduce il sangue destinato all’intero organismo) negli anziani obesi.

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Pfizer ha annunciato che il nuovo vaccino contro Omicron sarà pronto a marzo

In un’intervista l’amministratore delegato di Pfizer Bourla ha dichiarato che il vaccino contro Omicron sarà pronto a marzo e ha detto di non sapere se una quarta dose sarà necessaria.

Il nuovo vaccino anti-Covid contro Omicron sarà pronto a marzo. È quanto ha annunciato in una intervista alla Cnbc Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, il quale ha dichiarato appunto che il nuovo vaccino sarà pronto a marzo e ha aggiunto di non sapere se una quarta dose di vaccino sarà necessaria. Bourla ha spiegato che “la speranza è raggiungere qualcosa che ci garantisca una migliore protezione, in particolare contro il contagio, perché la protezione dal ricovero e dai sintomi gravi è già ragionevole, in questo momento, con gli attuali vaccini, fintanto che si fa la terza dose”. L'ad di Pfizer ha annunciato inoltre che l'azienda ha già iniziato a produrre le dosi e ha spiegato che il vaccino sarà efficace anche contro le altre varianti che stanno circolando.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...