venerdì 1 aprile 2022

Covid: 74.350 positivi, 154 le vittime nelle ultime 24 ore

In aumento terapie intensive e reparti, Rt mai così alto dalla fine di dicembre. In lieve calo l'incidenza dei casi: 836 ogni 100.000 abitanti

Sono 74.350 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute.

Ieri erano stati 73.195.

Le vittime sono invece 154, in calo rispetto alle 159 di ieri. Sono 514.823 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 486.813. Il tasso di positività è al 14,4%, in calo rispetto al 15% di ieri. Sono 476 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 8 in più di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 47. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.981, ovvero 83 in più rispetto a ieri.
Sono 1.271.487 le persone attualmente positive al Covid, 5.557 in meno nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. In totale sono 14.719.394 gli italiani contagiati dall'inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 159.537. I dimessi e i guariti sono 13.288.370, con un incremento di 82.443 rispetto a ieri.

Continua qui


L’accusa di Ricciardi: «Il lockdown a ottobre 2020 avrebbe evitato 70 mila morti, ma i sindaci dissero no»

Il consulente di Speranza: «Avremmo evitato la seconda ondata. Venni attaccato da tutti. Avevo ragione»

Il consulente del ministero della Sanità Walter Ricciardi rievoca oggi in un’intervista rilasciata a Il Mattino la storia dell’emergenza Coronavirus fino a oggi, primo aprile, giorno in cui decade gran parte delle restrizioni. E accusa: durante la seconda ondata l’opposizione di alcuni sindaci al lockdown ci è costata 70 mila morti. Ricciardi, professore di Igiene all’Università Cattolica, spiega che il momento più critico è stato tra febbraio e marzo 2020, quando c’era la necessità di far comprendere la gravità della situazione: «Per fortuna l’Italia ha avuto un ministro che ha immediatamente capito il rischio che stavamo correndo. Il binomio tra scienza e politica in Italia ha funzionato». Per Ricciardi la difficoltà maggiore è stata «convincere chi invitava ad andare avanti come nulla fosse, far capire a sindaci e presidenti di Regione che le zone rosse non si potevano evitare. Dicevamo a tutti che ci trovavamo di fronte a un virus pericoloso. È stato difficile convincere tutti gli scettici che le misure restrittive erano assolutamente necessarie».

Continua qui

giovedì 31 marzo 2022

Andreoni su fine stato d’emergenza: “Ad aprile ancora boom di casi, quarta dose per tutti a ottobre”

L’intervista di Fanpage.it a Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma: “La situazione epidemiologica non è favorevole. Mantenere un comportamento attento anche dopo la fine dello stato di emergenza. Quarta dose per tutti a ottobre: i dati dimostrano che la terza dose dopo quattro mesi comincia a perdere di efficacia”.

Anche se oggi termina ufficialmente lo stato di emergenza Covid, la pandemia non è finita. Anzi, bisognerà avere pazienza per i prossimi due mesi e cominciare la somministrazione della quarta dose di vaccino per i soggetti più fragili, in attesa dell'autunno, quando sarà necessaria anche per il resto della popolazione. Ne è convinto Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, che a Fanpage.it ha fatto il punto della situazione epidemiologica in Italia, dove nelle ultime settimane si è assistito ad un aumento dei contagi, alla vigilia dell'allentamento di alcune misure di protezione.

Continua qui

Covid Italia, ultime news: oggi 73.195 nuovi casi e 159 morti. Finisce lo stato di emergenza, Speranza: “Su quarta dose vaccino si decide entro 7 giorni”

Le notizie in tempo reale sul Covid in Italia e nel mondo, gli aggiornamenti di oggi, giovedì 31 marzo. Nel bollettino di oggi 73.195 nuovi casi e 159 morti. tasso al 15%. Finisce ufficialmente lo stato di emergenza, sarà gradualmente archiviato il green pass. Ma la variante Omicron dilaga. Speranza: "Su quarta dose vaccino covid risposta unitaria Ue in 7 giorni". Agenas, occupazione posti in ospedale cresce in 10 Regioni. Pregliasco: "A Pasqua più casi, ne saremo fuori a fine maggio". Il ministro della Salute Speranza: "Sulla quarta dose di vaccino sono previste verifiche se e in che periodo farla". In calo, intanto, la somministrazione di prime e terze dosi di vaccino. Il presidente USA Biden ha ricevuto la quarta dose del vaccino

Continua qui

Covid, Omicron 3: la nuova sottovariante della versione che ha scalzato la Delta

Arnaldo Caruso: “E’ assurda la quarta dose con vaccini vecchi. Aggiornare in modo veloce la formulazione alle nuove varianti circolanti”

La variante Omicron è predominante in tutto il mondo ma adesso spunta un'altra versione, la 3. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Omicron ha ormai da tempo preso il sopravvento sulla Delta.

La subvariante denominata per esteso Omicron BA.3 è stata rinvenuta ad Israele. Si tratta di un incrocio delle subvarianti BA.1 e BA.2, molto simili tra loro e al momento non si può ancora delineare il profilo di aggressività della nuova mutazione.

In questo momento, nel nostro Paese, oltre il 95% delle infezioni è data da Omicron 2. 

I sintomi 

I sintomi più comuni riportati da chi è stato contagiato con la variante Omicron e con le sue sottovarianti sono: mal di testa, raffreddore o naso che cola, stanchezza, ma anche febbre o mal di gola. Con Omicron, rispetto agli altri ceppi del virus, appaiono meno frequenti le segnalazioni di perdita di olfatto e gusto. Per quanto riguarda la sottovariante Omicron 3, molto simile alle due e ancora poco presente in Italia, i sintomi non sembrano differire molto. Allo stesso modo i giorni di incubazione rimangono più o meno sempre cinque. 

Continua qui


La ‘crisi del grano’ causata dalla guerra fermerà la lotta europea al cambiamento climatico?

 

La strategia della Commissione europea per affrontare le conseguenze dalla guerra in Ucraina sul settore agroalimentare presentata il 23 marzo a Bruxelles non piace alle associazioni ambientaliste. Tra le intenzioni della Commissione c’è infatti anche quella di allentare le misure di protezione ambientale previste dalla Politica agricola comune e sembra voler ritardare l’attuazione degli elementi chiave del Green Deal e della strategia Farm to fork. Eppure, secondo associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e nella difesa degli animali, come Greenpeace, al cui appello si è unita anche Animal Equality, una riduzione dell’8% dei cereali usati nell’Ue per l’alimentazione animale consentirebbe di risparmiare abbastanza frumento per compensare il deficit previsto. Questa richiesta fa parte di una serie di misure (in sette punti) che Greenpeace ha presentato a livello europeo per assicurare che la carenza di grano non vada a pesare sulle fasce più vulnerabili della popolazione e per far sì che il sistema agroalimentare europeo diventi più resiliente.

L’Ong ambientalista calcola infatti che tale riduzione renderebbe disponibili 13 milioni di tonnellate di frumento per il consumo umano, corrispondente alla carenza prevista dalla Fao nello scenario più estremo, quello cioè di un dimezzamento della produzione Ucraina. Visto che la semina avviene in primavera, il prossimo raccolto di grano dell’Ucraina, da cui molti paesi a basso reddito fuori dall’Ue dipendono per le forniture alimentari, sarà comunque ridotto a causa del conflitto. L’impatto principale di questa guerra per gli agricoltori europei, invece, è, secondo Greenpeace, una limitata riduzione dell’importazione di materie prime per la mangimistica e problemi nelle forniture di fertilizzanti sintetici, in buona parte usati per coltivare mangimi destinati alla produzione intensiva di carne.

Continua qui

Alcol, in Italia 8,6 milioni di consumatori a rischio. Aumenta il consumo fuori pasto e preoccupa il binge-drinking

 

Il ministero della Salute ha presentato la Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2021 in materia di alcol e problemi correlati,  da cui emerge che in Italia ci sono oltre 8,6 milioni  di persone considerate a rischio di dipendenza. In particolare “circa 800.000 minorenni e 2.500.000 di over 65 sono le persone a rischio per patologie e problematiche correlate”. Tra i comportamenti negativi la relazione focalizza l’attenzione sul fenomeno del binge drinking (assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo), che rappresenta tra i giovani l’abitudine più diffusa, raggiungendo i valori massimi tra i 18 e i 24 anni di entrambi i sessi (22,1% e 14,3%, maschi e femmine rispettivamente). Questa numerosità è sempre maggiore per i maschi di tutte le età tranne che per i 11-15enni tra i quali le ragazze fanno registrare una frequenza più elevata (1,7%) rispetto ai coetanei maschi (1,1%). Il binge drinking ha interessato 4 milioni e 100mila consumatori che si sono ubriacati nel 2020 (930mila tra gli 11 e i 25 anni di età) con 120mila minori intossicati. Di questi solo 3.300 hanno fatto ricorso a un pronto soccorso e rappresentano il 10% circa gli accessi per intossicazione alcolica.

Continua qui

Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...