Cresce l’attenzione per il cibo del territorio, sano, biologico e sostenibile, ma soprattutto aumenta l’acquisto di surgelati e piatti pronti. La spesa degli italiani in epoca post-pandemia si adegua a stili di vita più casalinghi e al carovita guardando sempre più al ‘sottozzero’. Una ricerca condotta dall’Istituto italiano alimenti surgelati (IIAS) in collaborazione con la società di ricerca BVA-DOXA fotografa il recente boom del frozen food e pronostica che la tendenza si manterrà nel prossimo futuro.
Complici l’esigenza di ‘fare scorte’ acquisita durante i lockdown, ma anche la necessità di preparare più pasti a casa, la pandemia ha lasciato in eredità agli italiani l’abitudine di mettere nel carrello più prodotti surgelati. Come ci spiega Paolo Colombo, direttore di ricerca di BVA-Doxa e responsabile dell’indagine condotta per IIAS, “oggi il 98% degli italiani utilizza alimenti surgelati, il 61% dichiara di consumarli almeno due volte a settimana e il 54% ammette di averne aumentato l’acquisto negli ultimi due anni”.
Il trend è in linea con il successo che i cibi frozen hanno registrato fin dal loro arrivo sul mercato italiano negli anni Sessanta, al quale l’emergenza Covid non ha fatto altro che imprimere una nuova accelerazione, portando nel 2020 il consumo pro-capite stimato a 15 kg all’anno. “La tendenza riguarda tutte le classi d’età, le aree geografiche e le tipologie di famiglia, anche se il picco si registra tra gli under 35 e le famiglie con figli piccoli, più al sud che al nord Italia, che nel 70% dei casi consumano i prodotti sottozero con una frequenza media superiore a due volte a settimana” prosegue l’esperto.
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