venerdì 9 gennaio 2015

Diabete: si combatte a tavola e con lo sport

Il diabete aumenta con l'età: dallo 0,5% dei giovani al 10% ed oltre degli over 65. Circa il 90% dei diabetici è affetto da diabete tipo 2. Fondamentale, insieme ai farmaci, è la ‘dietoterapia’

Una dieta corretta è indispensabile per il controllo glicemico 
Tra gli ultra 75enni ne è affetta una persona su 5 e nelle fasce di età fino ai 74 anni, gli uomini risultano più colpiti: sono queste le ultime stime (Il diabete in Italia. Anni 2000-2011, Istat, ottobre 2012) sui diabetici in Italia. Quasi 3 milioni, il 4,9% della popolazione, ma la percentuale può essere ancora maggiore se ad essa si aggiunge il sommerso, ossia il numero di diabetici che non sa di esserlo. Una patologia che è in continua crescita: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità i diabetici nel mondo, oggi più di 346 milioni, sono destinati a raddoppiare entro il 2030. Il primo trattamento è farmacologico (insulina) per alcuni (con diabete di tipo 1), ma per la maggior parte di quelli con diabete di tipo 2 una alimentazione ben bilanciata, con l’apporto di tutti i nutrienti, è terapeutica e contribuisce a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.

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lunedì 5 gennaio 2015

Digiuno, 4 giorni al mese per allungare la vita

Digiunare allunga la vita e fa invecchiare tardi e meglio.Secondo lo studio condotto in California da un gruppo di ricercatori guidati dall'italiano Valter Longo, infatti, fare un digiuno controllato contribuisce alla rigenerazione delle cellule.

La ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Stem Cell, spiega che “periodi prolungati di digiuno, correttamente gestiti dagli specialisti, innescano cambiamenti nel sistema immunitario e una sua rigenerazione stimolando il rinnovamento di cellule staminali”.

Bastano 4 giorni di digiuno al mese per ripulire il sistema immunitario dalle cellule inutili e per far sì che di nuove si ricreino. Non è solo questione di depurazione, pare che i pazienti sottoposti a chemioterapia che praticano il digiuno vedano limitati gli effetti collaterali del trattamento. Poi la ciliegina: c’è la possibilità che questa pratica sul cibo favorisca l’eliminazione di cellule anomale, ovvero le precursori delle cellule tumorali.

Fonte

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venerdì 2 gennaio 2015

Tumori, la ricerca shock: ne causa più la sfortuna che lo stile di vita

Lo studio pubblicato su Science è stato elaborato su modelli matematici e analizzando 31 differenti tipi di neoplasie: solo in 9 di essi è stato trovato un collegamento diretto con le abitudini e le condizioni del malato. L'esito suggerisce che si debbano aumentare gli sforzi per progredire sulle diagnosi precoci

ROMA - In molti casi ammalarsi di cancro è solo un fatto di sfortuna e non di stile di vita. Riassunta così, la conclusione della ricerca condotta alla Johns Hopkins School of Medicine del Maryland potrebbe apparire sconvolgente da un punto di vista scientifico perché controcorrente rispetto a tutto quanto da anni ripetono studiosi e medici. Eppure è proprio quello che sostengono i due ricercatori che hanno elaborato lo studio pubblicato sulle pagine del prestigiosa rivista "Science".

Due terzi dei tumori sarebbero infatti dovuti a mutazioni legate al puro caso, intendendo con ciò tutto quello che l'uomo e la scienza non sono ancora riusciti a spiegare, piuttosto che a stili di vita sbagliati come il fumo. Solo un terzo sarebbe invece legato a fattori ambientali o predisposizioni ereditarie. In sintesi, il 66% dei tumori è pura sfortuna, ossia sembrano apparentemente incomprensibili perché si verificano in assenza di comportamenti a rischio. Questa 'certezza' non cancella il fatto che gli stili di vita sbagliati aumentino il rischio di ammalarsi: il fumo da solo, ad esempio, resta il responsabile del 20% dei casi di cancro in tutto il mondo. Lo stesso vale per l'eccessiva esposizione al sole, bere troppo alcol o essere sovrappeso.


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martedì 30 dicembre 2014

Ebola, la Sierra Leone decide isolamento del Nord per 5 giorni

Il governo: negozi e mercati chiusi, nessun veicolo non autorizzato potrà circolare. Il bolletti: oltre 7500 i morti, ma la mortalità diminuisce. Negli Usa, un tecnico che lavorava a un vaccino sarebbe stato esposto al virus

FREETOWN - Cinque giorni di isolamento per tutto il nord della Sierra Leone: la decisione, per limitare la diffusione dell'epidemia di Ebola, è stata presa dal governo di Freetown. Scatterà a Santo Stefano.

Lo ha reso noto Alie Kamara, ministro per la Northern Region, spiegando che in questi 5 giorni negozi e mercati saranno chiusi e "nessun veicolo privo di autorizzazione potrà circolare". 


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venerdì 26 dicembre 2014

Ecco perchè un pò di vino rosso fa bene alla salute

Svelati i segreti del resveratrolo

Un paio di bicchieri di vino rosso hanno un effetto protettivo contro lo stress e hanno effetti benefici sulla salute. Il merito è di una molecola, il resveratrolo, i cui meccanismi sono stati svelati da un gruppo di ricercatori coordinati da Mathew Sajish dello Scripp Institute, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature.

Questo composto induce infatti una potente risposta contro lo stress nelle cellule umane, che ha radici molto antiche dal punto di vista dell'evoluzione. Il resveratrolo è prodotto da uva, semi di cacao e altre piante in risposta allo stress, come infezioni, siccità e radiazioni ultraviolette.

In passato ha attirato l'interesse della scienza e del grande pubblico perchè potenzialmente capace di allungare la vita, prevenire il diabete nei topi obesi e aumentare la resistenza. Recentemente i ricercatori ne hanno contestato i benefici per la salute, dato che negli esperimenti si usavano dosi troppo alte.  

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venerdì 19 dicembre 2014

Industria alimentare, ecco chi sono i padroni del cibo

Sono dieci i signori che controllano da soli più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Queste multinazionali gestiscono 500 marchi che entrano nelle nostre case quotidianamente. Così pasta, biscotti e caffè diventano globali, anche in Italia. E le grandi questioni, come l’uso di oli e grassi nei prodotti, vengono decise a tavolino

STANNO seduti intorno alla tavola del mondo e controllano da soli più del 70 per cento dei piatti del pianeta. Sono i 10 signori dell’industria alimentare: 450 miliardi di dollari di fatturato annuo e 7.000 miliardi di capitalizzazione, l’equivalente della somma del pil dei paesi più poveri della Terra. Non sempre sono nomi noti in Italia. Da un secolo la Coca Cola è il sinonimo della multinazionale ma solo gli addetti ai lavori conoscono la Mondelez. Un po’ più numerosi sono gli italiani che ricordano la Kraft, vecchio nome proprio della Mondelez. Quasi tutti invece hanno incontrato al supermercato marchi come Toblerone, Milka e Philadelphia. "I 500 marchi riconducibili ai dieci signori della tavola — spiega Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia — sono spesso vissuti dai consumatori come aziende a sé stanti. In realtà fanno parte di multinazionali in grado di condizionare non solo le politiche alimentari dell’Occidente ma anche le politiche sociali dei paesi più poveri".

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La mappa dei padroni del cibo

 A rendere chiaro il quadro c’è il paradosso del ricco Epulone, il protagonista della parabola evangelica. Mentre sono 900 milioni le persone che soffrono la fame (dati Onu settembre 2014) e che vivono sotto la tavola del banchetto sperando nelle briciole, sono 1,4 miliardi gli uomini e le donne che nel mondo hanno il problema del sovrappeso. "Sono due prodotti dello stesso sistema — osserva Barbieri — perché l’80 per cento di coloro che non riescono a sfamarsi vivono nelle campagne e lavorano per produrre cibo". Oxfam è un’organizzazione che si propone di aiutare le popolazioni povere del mondo cercando di redere virtuosi, con campagne e raccolte di firme, i comportamenti delle multinazionali del cibo. Il sistema è quello di fare pressione sull’immagine dei gruppi alimentari in Occidente per spingerli a migliorare le politiche sociali nei paesi produttori. È accaduto con Nestlé, Mondelez e Mars per quel che riguarda i diritti delle donne che lavorano nelle piantagioni di cacao. Si chiede che accada con Coca Cola e Pepsi per evitare il fenomeno del land grabbing, l’esproprio forzoso delle terre dove si coltiva la canna da zucchero. "Già oggi — spiega Oxfam — sono coltivati a zucchero 31 milioni di ettari di terra, l’equivalente della superficie dell’Italia".

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Cos'è la Sugar tax, l'imposta sulle bibite zuccherate

La tassa, che doveva entrare in vigore il primo luglio 2024 con un emendamento presentato nel decreto Superbonus, ha scatenato il dibattito ...